A Pellestrina il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin Moraglia e Tessarollo ricordano l’importanza degli umili
La messa anticipata dalle 11 alle 10 in
modo da garantire l’ombra sul piazzale del Santuario e un’accurata regia
da parte degli organizzatori ecclesiastici ha permesso a un migliaio di
persone - circa 500 persone sulle sedie distribuite sul sagrato e quasi
altrettante hanno assistito in piedi - di rimanere fresche all'ombra
della chiesa.
La celebrazione di ieri mattina presieduta dal
segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, assistito dal patriarcaa
Francesco Moraglia e dal vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo, è stato
il clou dei festeggiamenti per il trecentesimo anniversario
dell'Apparizione della Madonna. Una celebrazione che ha coinvolto tutta
l'isola, quasi famiglia per famiglia, con le strade, le cancellate, i
cortili adorni di fiocchi, nastri e festoni.
Nessun incidente,
nessun malore, a “turbare” la cerimonia alla quale hanno preso parte le
autorità civili (compreso il sindaco Brugnaro), militari e, ovviamente,
religiose, dell'isola e della Diocesi arrivate, per la maggior parte,
con il corteo di barche che ha preso il via da Chioggia. Moraglia ha
ricordato la leggenda dell'Apparizione e il suo significato nel contesto
storico di oltre due secoli fa, ma che ha anche sottolineato la
necessità, oggi, di evitare scontri tra culture e religioni. Al termine
della Messa molti sono rimasti per stringere la mano, porgere un
augurio, ottenere una benedizione dai prelati presenti, in particolare
dal patriarca Moraglia e dal segretario di Stato Parolin che volentieri
si sono trattenuti a incontrare i fedeli, prima del pranzo che si è
svolto alla trattoria “da Celeste”.
Si è ricordato l’importanza
degli umili. La Madonna scelse di apparire a un ragazzo, Natalino
Scarpa, chiamato “Il Muto”, di umili origini.
Il 4 agosto 1716 il
quattordicenne Natalino venne chiamato in disparte, mentre camminava
per strada, da una donna anziana che lo pregò di correre subito dal
parroco perché questi avviasse una serie di funzioni per le anime del
purgatorio: solo così, infatti, la Repubblica di Venezia e i suoi
alleati avrebbero potuto sconfiggere la minaccia ottomana. Una
prospettiva che in breve tempo si verificò, sia per terra che per mare,
aprendo per la capitale lagunare un periodo di pace, mentre intanto un
processo canonico al giovane stabiliva ufficialmente che quell’incontro
fortuito, in effetti rivelatosi tanto provvidenziale, altro non era
stato se non un’apparizione miracolosa della Vergine Maria.
«L’amore di Maria si fa più evidente lì dove ci sono difficoltà, ostacoli da superare» ha commentato il patriarca Moraglia.
«È
una storia, un esempio di fede che ci hanno raccontato sin da bambine e
che amiamo rievocare» commentano due pensionate, amiche da una vita. «E
quello di oggi è un momento di grande gioia per tutto il paese di
Pellestrina. Di una settimana di iniziative religiose, culturali,
sportive e culinarie questa messa è senz’altro il punto più alto di una
ricorrenza che unisce l’intera comunità».
Parole di conferma
rispetto alla sensazione che sorgeva immediata nell’assistere alla
cerimonia e nell’osservare le vie del centro urbano. Centinaia di
residenti (e non solo) di ogni età, anziani, adulti e bambini accomodati
sulle sedie sistemate in piazza o in piedi sulla strada e sulla
fondamenta lungolaguna, di fronte all’altare posto sul sagrato del
Santuario della Madonna dell’Apparizione, una trentina
di sacerdoti attorno al cardinale Parolin, circa cinquanta elementi nel
coro, e tutto intorno, su lampioni, finestre e terrazze, fili stesi a
far sventolare nastrini colorati, con predominanza di bianco e azzurro. Diego Degan
Flavio Lapiccirella
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