sabato 18 giugno 2011

Condannato per la morte di Brahim

Francesco Scapra, il 23enne di Portosecco che ha investito e ucciso Brahim Nesid di sette anni a Pellestrina, è stato condannato dal giudice Antonio Liguori a un anno e mezzo di reclusione (la pena è sospesa ). Il risarcimento dei danni verrà quantificato dal Tribunale civile, intanto il magistrato ha disposto che l’imputato versi una provvisionale di 220 mila euro alla madre del bimbo.
 Il magistrato ha anche disposto una provvisionale per i nonni materni, 25 mila euro a lei e altri 25 mila a lui (i parenti del piccolo erano rappresentati dall’avvocato Augusto Palese). Il giudice venziano dell’udienza preliminare ha sostanzialmente accolto le tesi del pubblico ministero Francesca Crupi ed ha anche accolto la costituzione di parte civile dell’Associazione delle vittime della strada presieduta da Pierina Guerra e rappresentata dall’avvocato Gianmarco Cesari, alla quale ha liquidato le spese legali. Stando agli accertamenti eseguiti dai carabinieri, l’auto che Scarpa guidava al momento dell’incidente correva a più di 100 chilometri all’ora, il doppio del limite previsto sulla strada comunale dei Murazzi. Il fatto era accaduto nel tardo pomeriggio del 15 aprile scorso. Brahim era morto il giorno dopo all’ospedale di Padova. Madre e figlio erano in bicicletta ed erano stati falciati dall’auto nel bel mezzo di una curva a poche decine di metri di distanza dai cantieri De Poli. Erano in sella alle loro biciclette di ritorno dal supermercato Coop di Pellestrina e diretti verso casa lungo la corsia a ridosso del Murazzo. La Ford Fiesta condotta dal 23enne di Portosecco, dipendente Actv, nel corso della manovra di sorpasso. li aveva centrati. La donna era finita sul cofano dell’auto sfondando il parabrezza, mentre il piccolo aveva sbattuto violentemente la testa sull’asfalto.
 Ieri, in aula, il giovane non ha parlato, mentre subito dopo l’incidente aveva raccontato di non aver visto le due biciclette. I carabinieri avevano anche misurato il tasso alcolico del giovane, ma avevano potuto farlo soltanto sei ore dopo l’incidente. Oltre che di omicidio colposo era accusato anche di lesione colpose per le ferite riportate dalla madre del piccolo.

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