martedì 14 dicembre 2010

Niente rimborsi, scatta l'esposto

Una petizione e un esposto alla Procura sono gli ultimi atti compiuti a Pellestrina per vedere finalmente i rimborsi per la ricostruzione post tromba d’aria. Si allarga quindi il fronte della protesta per la mancata erogazione dei fondi destinati ai danni causati dal maltempo che colpì violentemente l’isola il 23 luglio scorso.  A quasi cinque mesi di distanza, sebbene il Comune stia facendo il possibile almeno per il ripristino degli edifici pubblici, delle scuole e del Palasport danneggiato dal maltempo, nessun residente ha visto ancora rimborsato nemmeno un euro dopo le promesse fatte dall’allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che raggiunse l’isola con una task-force governativa il giorno dopo il disastro.  «Tante promesse e un nulla di fatto - dicono dall’associazione Tra mare e laguna che ha promosso la raccolta di firme - Ci sono decine di persone che hanno fatto mutui o che si sono indebitate con amici e parenti per ricostruire case e tetti. Abbiamo visto sbarcare uno staff da paura sull’isola al seguito di Bertolaso per cosa? Per nulla, visto che cinque mesi dopo sembra che non esista più il problema a Pellestrina. E invece c’è gente che è in cassa integrazione e che ha problemi economici».  La petizione, una volta conclusa, verrà spedita a Comune, Regione, Prefettura e Dipartimento della Protezione civile. Chi andrà in queste ore in Procura è invece il consigliere comunale Alessandro Scarpa «Marta» che ha già presentato sul tema rimborsi una mozione in Consiglio comunale e ieri ha scritto alla Regione per chiedere chiarimenti.  «A sto punto chiederò conto ai magistrati affinché intervengano per fare chiarezza sulla vicenda - afferma Scarpa - Vogliamo andare a fondo e capire dove e perchè qualcosa non ha funzionato. Stanno prendendo in giro i residenti».  Il Comune dal canto suo sta facendo il possibile, come aveva garantito l’assessore ai Lavori pubblici Alessandro Maggioni solo pochi giorni fa: «Non siamo soddisfatti per quanto sta accadendo. Siamo abituati a mantenere le promesse, mentre da Roma sono stati tutti lesti ad arrivare per le verifiche, con la gente che però non ha ancora visto neppure un centesimo dopo quasi cinque mesi. Soldi dei quali c’è un assoluto bisogno visto che i residenti hanno già pagato i restauri di tasca propria».  Ma a Roma si sta muovendo anche l’onorevole Corrado Callegari. «Da quel che so il 30 luglio il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza - spiega il deputato leghista - e fondi previsti per le calamità ce ne sono. Purtroppo gli episodi sono stati molti nei mesi scorsi. Eseguirò di persona alcune verifiche, ma sono certo che si arriverà a una soluzione». 
Simone Bianchi

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