venerdì 27 agosto 2010

«Istituzioni assenti, pesca in crisi: Pellestrina affonda»

La Municipalità condanna l’inerzia degli enti preposti a disciplinare il settore

Che a Sant’Alvise ci fossero pescatori abusivi o meno, a loro poco
importa. Ciò che conta è difendere l’onorabilità di un’intera categoria.
Da Pellestrina l’indignazione per chi fa "d’ogni erba un fascio" è
davvero tanta. A farsi interprete è il consigliere di municipalità di
Lido e Pellestrina, Teddy Scarpa (Pd).

      «Siamo stufi - dice -
di leggere parole come "abusivi" e "far west". Il Far west lo hanno
creato quelle istituzioni che hanno bloccato la pesca cinque anni fa per
legalizzarla e poi hanno lasciato gli addetti senza un aiuto. Parlo di
Provincia, Regione e Magistrato alle Acque. Enti che hanno preso in giro
centinaia di professionisti, spingendoli sull’orlo della disperazione.
Cinque anni fa le nostre cooperative contavano un migliaio di associati,
oggi sono meno di 500, le barche sono quasi tutte in vendita e molti
non riescono più a pagare il mutuo».

      Il 31 maggio, in una
seduta agitata, la Municipalità approvò una mozione che rammentava alla
Provincia di essersi presa un impegno con i pescatori, articolato in 10
punti "totalmente disattesi", chiedendo di dare "rapida risposta" alle
esigenze della categoria.

      «La risposta è arrivata - conclude
Scarpa - con una lettera in cui la presidente Zaccariotto diceva di aver
fatto tutto. Se questo è dialogo...».

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