venerdì 27 novembre 2009

Morì ai De Poli, offerti 500mila euro


Mezzo milione di euro. È la cifra che i cantieri navali De Poli, o
meglio, la loro compagnia assicuratrice, sarebbe disposta a versare ai
familiari di Valentin Iancu, l’operaio romeno di 53 anni che ha perso
la vita il 19 maggio del 2007 a seguito di un grave incidente sul
lavoro avvenuto a
Pellestrina, durante le operazioni di costruzione di una nave.
     
La trattativa per il risarcimento sembra essere arrivata ad un punto di
svolta, ed è per questo motivo che, ieri mattina, il giudice Roberta
Marchiori ha disposto un rinvio dell’udienza preliminare, nella quale
figurano imputate sette persone, con l’accusa di omicidio colposo e
violazione delle norme di sicurezza: il presidente della società,
Giovanni De Poli e i tre componenti del consiglio d’amministrazione,
Davino, Giancarlo e Chiara De Poli; il direttore generale dei cantieri,
Massimo Iuris. E ancora Francesco Orlandini, titolare della Cooperativa
Costruzioni e saldature navali a.r.l. di Pietra Ligure, la ditta per la
quale lavorava la vittima, nonché Ivan Vlasic, l’operaio della ditta
Sea, che la mattina dell’incidente si era messo ai comandi della gru
che colpì Iancu, facendolo precipitare al suolo.

      La
definizione del risarcimento può significare la concessione di
un’attenuante agli imputati che dovessero optare per il patteggiamento
o il rito abbreviato: il processo è stato quindi aggiornato al prossimo
5 febbraio, con l’accordo dei difensori, gli avvocati Rampinelli,
Garbisi, Bettiol, Marchi e Cerutti, del legale di parte civile per i
familiari della vittima, l’avvocato Pozzan, e del pm Franceschetti.
L’incidente mortale si verificò in mattinata, attorno alle 10, nel
bacino di carenaggio situato all'esterno del cantiere, e destinato alla
costruzione della motonave c. 240. Valentin Iancu stava scendendo dalla
scala installata per accedere alla nave, quando questa fu colpito da
una gru in manovra. L’uomo fu immediatamente soccorso, ma non vi fu
nulla da fare. Le indagini accertarono che, a causa dello scarso spazio
a disposizione nel cantiere, la scala di accesso alla nave era stata
installata all’interno del raggio d’azione della gru ai cui comandi,
quella mattina, non si trovava l’operaio incaricato alle manovre, ma un
operaio che non era addetto a quel servizio.

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