domenica 15 novembre 2009

Arenili, il piano parte tra le critiche

Il futuro incremento degli stabilimenti balneari sta creando diverse perplessità
I residenti: «Nel progetto manca del tutto la possibilità di creare le strutture ricettive»

L’avvio per il Piano degli Arenili a Pellestrina,
provoca fermento, ma anche tanti dubbi ed incognite. Previsti 11
stabilimenti balneari lunghi 100 mt, ed altri 8 da 50, in deroga al
Piano Regionale degli arenili che fissa situazioni diverse e più ampie,
ma quella dell’isola è comunque una spiaggia particolare. Stabilimenti
che potranno essere dotati di ombrelloni, sdraio, e di un chiosco, e
che saranno disseminati per l’arenile, dinnanzi ai centri abitati,
posizionati in testa ai pennelli, nella zona più larga della spiaggia.
Escluse dal Piano, le zone di S.Maria del Mare, occupata attualmente
dai lavori del Mose e Ca’ Roman, dal 2002 oasi protetta e gestita dalla
Lipu. Un avvio quindi per arrivare ad un utilizzo strutturato
dell’arenile, e che per i residenti potrebbe risultare invece
l’occasione per rilanciare un’economia che da qualche anno a questa
parte, prima con la crisi della pesca, poi con la chiusura del Cantiere
navale De Poli , è in netta caduta.

      «Investiamo sulle spiagge,
d’accordo - dice un ex pescatore - ma non vi è un bacino d’utenza
necessario per effettuare un’operazione del genere. Ovvero, gli isolani
non frequenteranno mai una spiaggia attrezzata, non è nella nostra
mentalità. Si lavorerebbe quindi soltanto con i turisti, che
attualmente sono coloro che arrivano nei fine settimana, perché qui non
esistono strutture recettive. Vale la pena indebitarsi col rischio
evidente di fallire?». Dello stesso parere anche un impiegato che
afferma che “va bene il discorso spiagge, ma ne doveva essere fatto un
altro a monte, ovvero la possibilità di realizzare strutture per
ricevere il turista. Queste erano previste nella nuova variante, che
però si è arenata in Regione, ed ormai è decaduta. Nel Piano è previsto
pure un campeggio, che, a mio parere, anche se riuscisse a fare sempre
il tutto esaurito non riuscirà a portare in isola il turismo che serve
per “mantenere” degli stabilimenti». E poi vi sono le cose pratiche
«legate al fatto che il chiosco, il ristorantino, chiamiamolo come
vogliamo, d’inverno deve essere smontato, perché le alte maree di
stagione arrivano sino al filare dei tamerici.

      «Penso - dice
il consigliere di municipalità Pietro Ballarin - che al di la di tutto,
iniziare questo tipo di discorso sia positivo. O si parte da questo,
dall’aspetto urbanistico della spiaggia, o non si fa nulla. Dobbiamo
pensare che sicuramente ciò sarà l’inizio di una ripresa, di un avvio
economico. Ovvio che vi sono dei problemi per il suo realizzo, che
devono necessariamente essere affrontati, ma non si deve gettare la
spugna, o essere contrari per partito preso».

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