sabato 19 settembre 2009

Si mangia poco variato e si fuma troppo Ecco il "ritratto" della popolazione


Con il Gazzettino di oggi i residenti a Venezia e nelle isole ricevono
un opuscolo pubblicato a cura del Comune che è molto interessante.
Pubblicato in 12mila copie, tratta di una ricerca epidemiologica
condotta a
Pellestrina per comprendere
gli stili di vita di una popolazione molto particolare, contrassegnata
storicamente da una forte endogamia. Ad interessare i ricercatori
Giorgio Levedianos e Filippo Brocadello sono stati anche alcuni dati
che si discostano dalle percentuali nazionali: ad esempio il numero di
obesi, superiore alla media nazionale. Per quanto riguarda le donne, la
percentuale è superiore del 4.8 per cento rispetto alla media nazionale
(13.9 nell'isola contro il 9.1 nel resto del Paese). Di queste il 61.4
per cento ha un'età compresa tra i 30 e i 65 anni, il 4.8 ha meno di
trent'anni, mentre il 34.5 ha più di 65 anni. Le signore in sovrappreso
sono il 31.9 per cento contro 26.6 a livello italiano. Ma anche i
maschietti non se la passano bene: gli obesi a
Pellestrina
sono il 4.3 per cento in più rispetto al resto della popolazione
italiana. Ben il 24.9 per cento degli uomini dell'isola è obeso o in
sovrappeso. Sono questi alcuni dei dati che si possono trovare
nell’opuscolo.

      Chi credeva che nell’isola in cui la pesca è
ancora oggi un’attività importante la popolazione mangiasse soprattutto
pesce si sbaglia. Il comportamento alimentare emerso dalle indagini
evidenzia un forte consumo di carne a scapito di pesce e verdura.
Offrono spunti di riflessione anche i dati relativi alle patologie
dichiarate: dai trent'anni in su, le malattie che più colpiscono i
residenti sull'isola sono soprattutto l'ipertensione arteriosa e il
diabete. Levedianos ha rivelato che un'indagine compiuta su un campione
di 362 bambini ha consentito di verificare che, proprio tenendo conto
delle particolarità di una popolazione storicamente "chiusa" ovvero con
poca o pochissima dinamica genetica si è avuto modo di accertare come
il 21 per cento dei bimbi sia portatore sano del fattore di Leiden
ovvero con una maggiore propensione nel corso del tempo a patologie
cardiologiche di una certa rilevanza.

Nessun commento:

Posta un commento