mercoledì 24 giugno 2009

De Poli, domani le istanze di fallimento. Parlano le prime tre aziende: «Ci devono parecchi soldi e adesso siamo in difficoltà»

 

Domani la ditta “Carpen-fer” di Rosolina presenterà al giudice istanza di fallimento verso il cantiere navale De Poli di Pellestrina. «Avanziamo circa 100 mila euro – spiega il responsabile dell’azienda Bruno Cassoli – relativi a due mesi di lavoro e manodopera non pagati. Mercoledì consegnerò tutta la documentazione ai nostri legali, giovedì sarà formalizzata davanti al giudice istanza di fallimento. Per noi si è trattato, davvero, di un fulmine a ciel sereno: lavoravamo con i De Poli, con questa o con altre ditte collegate, da circa vent’anni e continuo a pensare che Davino De Poli sia un signore: la vicenda è stata gestita malissimo da altre persone. Ma, vista la situazione, preferisco mettermi in mano ad un curatore fallimentare». Centomila euro non riscossi dai De Poli che hanno messo in difficoltà la stessa “Carpen Fer”. «Così ora anche la nostra ditta è in liquidazione – prosegue – abbiamo dovuto mettere in vendita anche una nostra proprietà a Pellestrina, per far fronte alla situazione. Quello che dà più fastidio è che loro mi abbiano sempre negato, l’ultima volta lo scorso 16 dicembre, che vi fosse allo studio qualsiasi ipotesi di concordato».
      L’ultima beffa la notizia che la nave 245 probabilmente andrà rottamata. «Tra noi e le altre ditte coinvolte – chiude Cassoli – nell’ultimo periodo ci avremo investito almeno un milione di euro in lavorazioni. Tanto valeva, allora, dirlo subito che non c’era via d’uscita. La situazione di passività è stata ricondotta a 40 milioni di euro di perdite per le ultime tre navi, anche tenendo per valido questo dato, avrebbe individuato da cosa sono dipesi gli altri settanta milioni, visto che i debiti complessivi ammontano a 113 milioni». La parola passa poi all’azienda “Crt impianti” di Ravenna, esposta con circa 300 mila euro. «Siamo un’azienda piccola – spiega Andrea Tomei – che fattura in tutto circa 1,2 milioni di euro. Facile, quindi, capire quale alto livello di incidenza abbia un importo di circa 300 mila euro. Ci stiamo muovendo per agire legalmente: non solo richiedendo il fallimento ma anche valutando l’ipotesi di presentare alla Procura della Repubblica, una denuncia con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Basta leggere i bilanci per capire che, secondo noi, qualcosa non quadra al meglio. Ma siamo un’azienda piccola, perciò ci accoderemo agli altri. Non intendiamo agire di fretta, ma nemmeno dare tempo al cantiere di preparare eventuali contromosse». Infine la “Carpenteria Corsi” di Castelnuovo (Spezia) che dai cantieri De Poli avanza circa 900 mila euro. «Stiamo parlando e valutando con i nostri legali il da farsi – conclude l’amministratore delegato Giocondo Corsi – avanziamo una cifra parecchio importante. L’istanza di fallimento dovrebbero presentarla anzitutto i dipendenti, che da mesi non prendono la paga, per poi accedere così ai contributi pensionistici previsti».
      Lorenzo Mayer

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