mercoledì 3 giugno 2009

Cantieri De Poli, ultima spiaggia

I creditori rifiutano la proposta di concordato, solo un’offerta migliorativa può evitare il fallimento

 

È legata alla presentazione di un’altra proposta di nuovo concordato preventivo, naturalmente migliorativa rispetto a quella attuale, l’ultima fiammella di speranza per evitare il fallimento dei cantieri navali De Poli a Pellestrina.
      Una sorta di ultimo appello, per l’azienda di Davino De Poli, altrimenti si scriverà la parola fine sul cantiere che per decenni è stato il fiore all’occhiello dell’isola di Pellestrina, con quasi cento dipendenti. L’ipotesi di concordato preventivo attualmente sul tavolo, infatti, è stata rigettata dai creditori. Nessuno degli istituti di credito maggiormente esposti (da una parte Unicredit, dall’altra Monte dei Paschi di Siena e Antonveneta) ha accolto con un parere positivo la proposta. «Sono arrivati voti di creditori, sull’ipotesi di concordato formulata, solo su un capitale di 14 milioni – spiega il commissario giudiziale Emilio Borella – mentre perché la proposta potesse essere accolta andava raggiunta almeno la quota di 40 milioni».
      Borella, poi, sintetizza gli estremi del “piano di salvataggio” che è naufragato. «La proposta di concordato che è stata bocciata prevedeva il pagamento al 100 per cento dei creditori cosiddetti privilegiati (ovvero i dipendenti, i piccoli fornitori e artigiani) mentre per quanto riguarda i creditori chirografi era stata fatta una distinzione in due classi. La “A” per un finanziamento di cinque milioni fatto da una banca all’azienda per permettere la costruzione di una nave, che sarebbe stato pagato al 50 per cento, e la classe “B” per tutti gli altri creditori, compresi altri istituti di credito, che sarebbero stati saldati al 19,01 per cento». Nulla da fare: dopo l’adunanza dei creditori svoltasi lo scorso 8 maggio, c’erano venti giorni di tempo per presentare una risposta. «Non si è raggiunta una maggioranza sufficiente – riprende Borella – quindi sono stato dal giudice delegato, dottor Luca Marini, ad illustrare la situazione. Il passivo accumulato dai De Poli è di 113 milioni, conteggiando che poi alcuni risarcimenti sarebbero stati parziali, la somma complessiva era di 79 milioni, perciò la maggioranza da raggiungere almeno di 40 milioni. Ma perché la partita andasse a buon fine era indispensabile l’adesione di entrambe le banche».
      Da quando il tribunale formulerà l’istanza di inammissibilità del concordato preventivo, sarà una corsa contro il tempo. «Il fallimento – conclude Borella – non sarà automatico, ma i tempi per intervenire saranno molto brevi e incentrati su una nuova proposta di concordato. Altrimenti i creditori stessi potranno presentare, anche autonomamente, un’istanza di fallimento».
      Lorenzo Mayer

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