martedì 24 marzo 2009

«I genitori di Igor speronarono D’Este»

Il pm Gava è convinto: papà e mamma di Vignotto a processo per aver urtato la barca dell’eterno rivale

 

Saranno processati il prossimo 8 luglio con l’accusa di naufragio e lesioni personali per aver volutamente speronato il pupparino di Giancarlo D’Este e Ivo Redolfi Tezzat nel corso della regata di Pellestrina dell’agosto 2007.
      Bruno Vignotto, 66 anni, e Anna Maria Zanella, 61 anni, rispettivamente padre e madre di Igor Vignotto, hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato e il giudice per l’udienza preliminare Giuliana Galasso ha fissato la discussione del caso per l’estate. A chiedere il loro rinvio a giudizio è stato il sostituto procuratore Giorgio Gava il quale, a conclusione delle indagini sull’episodio, si è convinto che il motoscafo condotto da Bruno Vignotto urtò volutamente l’imbarcazione dei due campioni del remo, facendo volare in acqua Tezzat. A raccontarlo sono stati alcuni testimoni, i quali hanno riferito agli investigatori che sarebbe stata la signora Zanella ad istigare il marito allo speronamento, dopo che tra i componenti delle due imbarcazioni, incrociatesi nel tratto di laguna di fronte a Pellestrina, erano volati pesanti insulti. Quel giorno si erano vissuti di grande tensione durante la regata, culminata nella squalifica della coppia SuperD’Este-Tezzat, ritenuti colpevoli di aver ostacolato in maniera irregolare il pupparino dei cugini Vignotto, Igor e Rudy.
      Nell’udienza di ieri mattina D’Este e Tezzat si sono costituiti parte civile con l’avvocato Maurizio Visconti, con l’obiettivo di ottenere il risarcimento dei danni subiti. Tezzat raccontò di essere stato sfiorato dall’elica del motoscafo di Bruno Vignotto mentre si trovava in acqua, e dopo essere stato tratto in salvo fu portato in ospedale: l’ancora lo colpì sullo sterno, provocandogli una frattura.
      Il difensore dei due imputati, l’avvocato Francesco Schioppa, ha prodotto al giudice una consulenza dell’ingegner Massimo Magrini che fornisce una diversa ricostruzione dei fatti: secondo il tecnico, infatti, il motoscafo di Vignotto si sarebbe avvicinato lateralmente al pupparino dei campioni del remo, colpendolo senza volerlo su un lato, forse a causa di un’onda. Versione confermata da alcuni testimoni ascoltati dalla stessa difesa, le cui deposizioni sono state consegnate al gup.
      Nei giorni scorsi la Procura di Venezia ha chiuso le indagini in relazione ad un altro episodio che dimostra le forti tensioni vissute dal mondo della voga: Igor Vignotto è accusato di ingiurie e minacce a pubblico ufficiale per una telefonata ricevuta nel dicembre del 2007 dal responsabile dell’ufficio regate del Comune di Venezia, Ferruccio Kleut: «Non occuparti più delle regate, impiegatuccio da quattro soldi altrimenti finirai il resto dei tuoi giorni in sedia a rotelle».

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