domenica 18 gennaio 2009

De Poli, inchiesta sull’utilizzo di fondi europei

Blitz dei carabinieri ai cantieri di Pellestrina, ma anche la Finanza ha acquisito la documentazione sui bilanci

 

La Procura della Repubblica di Venezia ha aperto un’inchiesta per verificare la legittimità dell’utilizzo di fondi dell’Unione Europea per la costruzione di alcune navi ai cantieri De Poli di Pellestrina.
      A far scattare le indagini è stata la segnalazione di un avvocato veneziano, formalizzata ancora nel marzo dello scorso anno. L’atto, vista la crisi in cui versa in quest’ultimo periodo il cantiere di Pellestrina, proprio in questi giorni è tornato alla ribalta ed di stretta attualità.
      Per questo motivo guardia di finanza e carabinieri che, da mesi stavano lavorando dietro le quinte, sono usciti allo scoperto acquisendo varia documentazione riguardante la contabilità dell’azienda. Non solo: contemporaneamente sono state anche acquisite alcune testimonianze. Interpellati a vario titolo dalle forze dell’ordine sono stati anche alcuni residenti dell’isola, ed ora le indagini, avvolte da uno stretto riserbo, proseguono.
      L’obiettivo degli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Carlo Mastelloni e dal sostituto procuratore Gianni Pipeschi è quello di verificare se i finanziamenti pubblici siano stati utilizzati per la costruzione di navi idonee a quelle per le quali è prevista l’erogazione di fondi della Comunità Europea. Il 27 giugno 2002, infatti, dal Consiglio dell’Unione Europea è stata istituita una norma che consente l’erogazione di contributi speciali per la costruzione di navi per il trasporto di gas naturale liquefatto. Un provvedimento che intendeva favorire la produzione europea e superare così la concorrenza, definita sleale, di altri stati, come ad esempio la Corea, verso i cantieri europei.
      In Italia il provvedimento è stato recepito, nel 2005 dal Ministero infrastrutture con un decreto attuativo del regolamento per la concessione ed erogazione di un contributo , firmato dal ministro Lunardi. Per accedere a questo finanziamento le navi devono essere classificate dal Rina come navi chimichere adibite al trasporto di gas naturale e non gasiere (gas da petrolio), quest’ultime non soggette al contributo.
      Le navi, per le quali la De Poli ha percepito il contributo (fino a 1,5 milioni di euro per ciascuna nave) che sono finite oggetto dell’esposto depositato in Procura potrebbero essere, secondo quanto segnalato, non pienamente conformi ha questa distinzione e già rivendute, in passato, come gasiere, ancor prima del varo.
      Complessivamente, oggetto degli accertamenti sarebbero finiti stanziamenti europei per circa cinque milioni di euro. La Procura della Repubblica sta conducendo verifiche anche sul fronte di eventuali reati anche di carattere fiscale.
      Lorenzo Mayer

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