mercoledì 28 novembre 2007

Pellestrina. Quando l'attesa di un'idroambulanza è infinita

 

Da qualche giorno avvertiva dolore ad una gamba, che si era pure gonfiata. Il sabato non ha retto più, e si è recato in distretto a Pellestrina , da dove gli operatori, dopo avergli fatto un'iniezione per una sospetta trombosi, hanno richiesto l'arrivo dell'idroambulanza.

Erano le 20.30; alle 22.15 gli operatori del Suem dell'isola, che l'avevano in carico, sono stati avvisati che l'idroambulanza non sarebbe mai arrivata perché era in avaria. All'uomo è stato riferito quindi di recarsi a casa e di presentarsi in distretto il mattino dopo, domenica, alle 7.30.

L'uomo arriva puntuale, ancora dolorante e con la gamba gonfia, sperando che l'idro arrivi subito. E, invece, beffa nella beffa, attende altre tre ore, fino alle 10.30, prima di imbarcarsi sul mezzo che lo porterà nel nosocomio veneziano, dov'è ricoverato oggi, ormai non più per un sospetto, ma per una trombosi.

Perchè tre ore di ritardo? La famiglia racconta di un'idroambulanza con una maniglia danneggiata, che non permetteva l'entrata del malato, e di un altro mezzo partito senza aver effettuano il pieno di carburante.

E allora? Naturalmente questo caso non era un codice rosso, certo che, nonostante tutti i discorsi e le rassicurazioni sulla sicurezza e bontà della sanità veneziana, Pellestrina non può certamente stare tranquilla.

«Sono venuto a conoscenza del caso - dichiara il consigliere di Municipalità Alessandro Scarpa Marta - e devo dire che sono rimasto disgustato. Avevamo prodotto in commissione un documento in cui si facevano precise richieste all'Ulss per la nostra isola. Come sempre, perché non ci sono interessi per una popolazione di poco meno di 5.000 anime, non si è mosso nulla. Devo dire che la situazione è grave, perché questo raccontato è soltanto uno dei tanti episodi che accadono senza che nessuno sappia nulla, per paura e timore di non so che cosa. Chi deve intervenire - conclude - aspetta a farlo quando ci scappa il morto? Pellestrina chiede risposte».

Annalisa Busetto

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