giovedì 12 luglio 2007

«La sublagunare deve raggiungere Pellestrina»

Attraverso il
consigliere Alfonso Saetta l’Udc chiede ufficialmente la convocazione
di una seduta straordinaria dell’assemblea di Ca’ Farsetti per
discutere il progetto
Piccolo: «L’opera è fondamentale per la città, non può essere solo un "tubo" per collegare l’aeroporto con Fondamenta Nuove»

Il "tubo" non può limitarsi a collegare l'aeroporto con Fondamenta Nuove. Il "tubo" deve arrivare fino al Lido. Fino a Pellestrina
. Ne va della salvezza della città. È quanto afferma Francesco Piccolo,
segretario provinciale dell'Udc, partito che, attraverso il consigliere
comunale Alfonso Saetta, ha chiesto la convocazione di una seduta
straordinaria dell'assemblea di Ca' Farsetti per discutere il progetto
della sublagunare, alla luce soprattutto del parere favorevole dato
dalla commissione regionale Via (Valutazione impatto ambientale). «La
riapertura del dibattito sulla sublagunare che sta animando in questi
giorni la politica veneziana - dice Francesco Piccolo - impone un
percorso e un metodo lineare e trasparente, per evitare che accada come
per il Mose, dove a distanza di anni, per i tira e molla tra i vari
livelli decisionali e istituzionali e tra le diverse posizioni tecnico
scientifiche, la sua realizzazione prosegue a fatica e i costi
lievitati negli anni sono tutti a carico della cittadinanza». Secondo
il consigliere regionale e segretario provinciale dell'Udc, «la classe
politica deve assumersi la responsabilità di essere chiara e precisa
nell'indicare la fattibilità dell'opera. La scelta è, e deve essere,
una scelta politica supportata dalle più autorevoli analisi tecnico
scientifiche. Il gioco del rimpiattino o del rinvio, già visto sul
Mose, non deve riproporsi sulle future decisioni per la Sublagunare».

Resta
il fatto che l'Udc ritiene «strategica» la realizzazione della
sublagunare per la città di Venezia, «una città - dice Piccolo - che
vede sempre più ridurre il numero di abitanti e la cui politica per la
casa ormai non è più a favore dei cittadini residenti ma dei milionari
italiani e stranieri. Una città, la cui prevalente attività è ormai
orientata a un turismo internazionale con esigenze, tempi, fruibilità
calibrati in funzione delle grandi masse. La classe politica veneziana
- rincara Piccolo - deve porsi prioritariamente il problema se
restituire Venezia ai veneziani, alle attività, del proprio territorio,
a un turismo e a un commercio di qualità nel rispetto della sua valenza
architettonica e storica, che solo questa città possiede o se lasciarla
al proprio destino di "città museo" o Disneyland lagunare. Noi dell'Udc
riteniamo che il progetto della sublagunare deve rappresentare uno dei
grandi progetti per Venezia e per il Paese in grado di proporre una
fruibilità e una mobilità della città che prioritariamente permetta di
bloccare l'esodo e di incentivare invece l'insediamento abitativo e
produttivo, oltre che una migliore fruizione dei flussi turistici».

Ma
con quale percorso? «Non un semplice tunnel di collegamento tra
aeroporto e Fondamenta Nuove, come qualcuno sembra vorrebbe far passare
- dice Piccolo - perché la sublagunare deve collegare i punti
nevralgici della città, non ultimo il Lido e Pellestrina
». Di qui la richiesta di convocare un consiglio comunale straordinario
per affrontare la questione e «mettere le forze politiche di fronte
alle proprie responsabilità su uno degli argomenti strategici per il
futuro della città».

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