Giudice sportivo. Mano pesante per l’episodio della scorsa settimana a Saccolongo
Il giocatore non ci sta «Gli ho solo detto una parolaccia Il resto è inventato»
PELLESTRINA. Prima un intervento duro da espulsione,
poi lo sputo in faccia all’arbitro, infine uno «strip» tutt’altro che
apprezzato da pubblico e giustizia sportiva. Williams Busetto,
giocatore del Pellestrina (Seconda categoria), assicura di non aver
fatto nulla, ma ora deve fare i conti con una squalifica di tre anni,
fino al 2 giugno del 2010, sanzione comminatagli per quanto successo
nel secondo tempo supplementare della sfida playout tra Saccolongo e
Pellestrina, giocata sabato scorso e conclusasi 3-1 per i padovani,
risultato che ha condannato alla Terza categoria la squadra isolana.
La
motivazione riportata nel comunicato ufficiale pubblicato ieri spiega
che il giocatore del Pellestrina «colpiva violentemente ed
intenzionalmente un avversario con un calcio ad una gamba,
procurandogli un grosso ematoma. Alla notifica del provvedimento di
espulsione, sputava in faccia all’arbitro, colpendolo al volto.
Condotto fuori dal campo a forza dai compagni, si calava i calzoncini
ed esibiva il sedere al pubblico in segno di scherno». E non è tutto,
perchè alla fine della partita «ostacolava il rientro negli spogliatoi
degli ufficiali di gara, minacciandoli verbalmente ed offendendoli,
desistendo solo per l’intervento del capitano e dell’allenatore».
Visto
quanto è successo, il giudice sportivo ha deciso di squalificare
Williams Busetto fino al 2 giugno 2010. Ora il Pellestrina, dopo il
boccone amaro della retrocessione, deve fare i conti anche con questo
caso. «In campo c’era molta confusione - è la spiegazione del
presidente Teresino Vianello - non abbiamo visto bene quello che
succedeva. Il sedere mostrato al pubblico? Mi pare che Williams si sia
solo aggiustato la maglietta, niente di più. Vista la situazione, però,
anche noi vogliamo fare chiarezza. Se è vero quanto è stato riportato
nel comunicato ufficiale, la società prenderà provvedimenti. E saranno
molto severi». Va aggiunto che Teresino Vianello accusa di scarsa
sportività il pubblico di Saccolongo. «In campo c’era un clima
intimidatorio - spiega - una cosa pazzesca».
Chi ha visto qualcosa
di più è Cosimo Scialpi, che in panchina sostituiva Marino Scarpa,
l’allenatore titolare squalificato. «Sì, ho visto lo sputo - afferma -
ma non so se ha centrato l’arbitro al volto».
E Williams Busetto?
Detto che sabato scorso a Saccolongo rientrava dopo due anni da un
grave infortunio, il ventunenne del Pellestrina rigetta in toto la
versione dei fatti contenuta nella sentenza del giudice sportivo. «Non
ho fatto nessuna di quelle cose - dice - altro che fallo violento, il
mio intervento non era nemmeno da espulsione. Lo sputo in faccia? Anche
questa è una bugia, dopo avermi espulso l’arbitro mi ha dato subito le
spalle, era impossibile quindi che lo centrassi al volto. Lo stesso
discorso vale per i pantaloncini abbassati. Le offese? A fine gara sono
andato incontro all’arbitro - conclude Busetto - e gli ho detto che
aveva rovinato la partita, e in effetti ho aggiunto una parolaccia».
Maurizio Toso
la Nuova Venezia
Il giocatore non ci sta «Gli ho solo detto una parolaccia Il resto è inventato»
PELLESTRINA. Prima un intervento duro da espulsione,
poi lo sputo in faccia all’arbitro, infine uno «strip» tutt’altro che
apprezzato da pubblico e giustizia sportiva. Williams Busetto,
giocatore del Pellestrina (Seconda categoria), assicura di non aver
fatto nulla, ma ora deve fare i conti con una squalifica di tre anni,
fino al 2 giugno del 2010, sanzione comminatagli per quanto successo
nel secondo tempo supplementare della sfida playout tra Saccolongo e
Pellestrina, giocata sabato scorso e conclusasi 3-1 per i padovani,
risultato che ha condannato alla Terza categoria la squadra isolana.
La
motivazione riportata nel comunicato ufficiale pubblicato ieri spiega
che il giocatore del Pellestrina «colpiva violentemente ed
intenzionalmente un avversario con un calcio ad una gamba,
procurandogli un grosso ematoma. Alla notifica del provvedimento di
espulsione, sputava in faccia all’arbitro, colpendolo al volto.
Condotto fuori dal campo a forza dai compagni, si calava i calzoncini
ed esibiva il sedere al pubblico in segno di scherno». E non è tutto,
perchè alla fine della partita «ostacolava il rientro negli spogliatoi
degli ufficiali di gara, minacciandoli verbalmente ed offendendoli,
desistendo solo per l’intervento del capitano e dell’allenatore».
Visto
quanto è successo, il giudice sportivo ha deciso di squalificare
Williams Busetto fino al 2 giugno 2010. Ora il Pellestrina, dopo il
boccone amaro della retrocessione, deve fare i conti anche con questo
caso. «In campo c’era molta confusione - è la spiegazione del
presidente Teresino Vianello - non abbiamo visto bene quello che
succedeva. Il sedere mostrato al pubblico? Mi pare che Williams si sia
solo aggiustato la maglietta, niente di più. Vista la situazione, però,
anche noi vogliamo fare chiarezza. Se è vero quanto è stato riportato
nel comunicato ufficiale, la società prenderà provvedimenti. E saranno
molto severi». Va aggiunto che Teresino Vianello accusa di scarsa
sportività il pubblico di Saccolongo. «In campo c’era un clima
intimidatorio - spiega - una cosa pazzesca».
Chi ha visto qualcosa
di più è Cosimo Scialpi, che in panchina sostituiva Marino Scarpa,
l’allenatore titolare squalificato. «Sì, ho visto lo sputo - afferma -
ma non so se ha centrato l’arbitro al volto».
E Williams Busetto?
Detto che sabato scorso a Saccolongo rientrava dopo due anni da un
grave infortunio, il ventunenne del Pellestrina rigetta in toto la
versione dei fatti contenuta nella sentenza del giudice sportivo. «Non
ho fatto nessuna di quelle cose - dice - altro che fallo violento, il
mio intervento non era nemmeno da espulsione. Lo sputo in faccia? Anche
questa è una bugia, dopo avermi espulso l’arbitro mi ha dato subito le
spalle, era impossibile quindi che lo centrassi al volto. Lo stesso
discorso vale per i pantaloncini abbassati. Le offese? A fine gara sono
andato incontro all’arbitro - conclude Busetto - e gli ho detto che
aveva rovinato la partita, e in effetti ho aggiunto una parolaccia».
Maurizio Toso
la Nuova Venezia
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