mercoledì 16 maggio 2007

An: «Municipalità anche per le isole»

Raffica di emendamenti per il regolamento

 

Martedì, 15 Maggio 2007
 

La creazione di due municipalità in più (della laguna nord, da un lato, e di Pellestrina , dall'altro), ma anche l'abolizione di un paio di articoli proposti per il nuovo regolamento del decentramento: uno perché limita la possibilità dei consiglieri ad avere accesso alle delibere di giunta, l'altro perché introduce «vaghe modifiche riferite al genere» che altro non sarebbero che «demagogia». Così An vorrebbe cambiare il regolamento, ma anche lo statuto del decentramento. L'occasione si presenterà lunedì prossimo, quando, dopo tanti rinvii, il Consiglio comunale dovrebbe prendere in esame le modifiche al regolamento delle municipalità. Modifiche minori, nelle intenzioni della maggioranza, in vista di una revisione più sostanziale, che incida anche sullo statuto, da varare prima della nuova tornata amministrativa. Ma An non ci sta e, con il suo il capogruppo, Raffaele Speranzon, ha pronti 13 emendamenti. Ieri sono stati illustrati in una conferenza stampa dallo stesso Speranzon e dal capogruppo in municipalità, Pietro Bortoluzzi. Prima questione: gli ambiti territoriali definiti dallo statuto. «A fronte dell'ipertrofia di un Consiglio di municipalità di Venezia con 43 membri, le isole sono state lasciate in un terribile stato di abbandono - ha accusato Bortoluzzi -. Per fare un esempio: Pellestrina vive di pesca, tema che non interessa affatto alla municipalità del Lido». «E nella nostra provincia ci sono comuni che hanno meno dei 4.500 abitanti di Pellestrina - ha aggiunto Speranzon -, mentre non sono tanti quelli che superano i 9.500 di Murano-Burano». Ed ecco la proposta di riorganizzare le municipalità, mantenendo il totale dei consiglieri (192), ma ridistribuendoli in proporzione agli abitanti in modo da scorporare Pellestrina dal Lido e Murano e Burano (l'ipotizzata municipalità della laguna nord) da Venezia.

Altro tema: l'abolizione dell'articolo 17 che introdurrebbe una logica discrezionale da parte degli uffici negli atti da fornire ai consiglieri. «Un problema per cui siamo finiti davanti al difensore civico, segretario e direttore generale - ha riferito Speranzon -. La logica della municipalità è ormai quella di fare delibere quadro che danno mandato alla giunta di decidere del merito, ad esempio, per l'assegnazione dei fondi alle associazioni. Il nostro consigliere di Favaro aveva chiesto di vedere quattro di queste delibere, non gliele volevano dare. Ora glielo hanno ordinato. Ma con questo articolo vorrebbero mettere un limite a questa possibilità». Infine c'è la questione delle donne. «Qui siamo nel campo del ridicolo. Hanno inserito delle proposte generiche e assurde, come quella di tener conto del genere per gli orari delle convocazione. Cosa vuol dire? É demagogia».

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