giovedì 24 maggio 2007

De Poli, gli operai vogliono tornare al lavoro

Mercoledì, 23 Maggio 2007



Grande preoccupazione dopo il blocco dell’attività produttiva, provocato dall’incidente mortale di sabato, che interessa centinaia di famiglie

Si teme che la chiusura amministrativa, disposta dall’Ulss, possa protrarsi anche nella prossima settimana. Proseguono i controlli



«Vogliamo tornare a produrre nel cantiere. Ci sono tante famiglie che hanno bisogno di riprendere a lavorare».

Sono centinaia i lavoratori, interni ed esterni, che attendono con ansia la ripresa della produzione al cantiere navale De Poli di Pellestrina . Tra i metalmeccanici, dopo il drammatico incidente nel quale, sabato, è morto il romeno Valentin Jancu, cresce di giorno in giorno la preoccupazione per il futuro. Come già affermato dalla Fiom nei giorni scorsi, infatti, per tutta la settimana il cantiere navale rimarrà chiuso per consentire al Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (Spisal) di concludere i necessari accertamenti. «Speriamo che dalla prossima settimana si possa tornare a pieno regime - dicono gli operai - perchè ci sono molte famiglie in attesa».A Pellestrina lavorano 75 dipendenti della De Poli e 400 operai di ditte esterne. Al momento, ricordano i sindacati, l'unica cosa certa è un incontro, fissato per domani, tra le rappresentanze sindacali e la direzione aziendale.

Che la possibile riapertura del cantiere non sia imminente lo conferma il lavoro dello Spisal, che terminerà le proprie verifiche soltanto venerdì prossimo. Quasi sicuramente il blocco dell'attività potrebbe protrarsi anche per la prossima settimana e questo non fa che aumentare la preoccupazione degli operai. Lo Spisal, infatti, ha disposto il fermo amministrativo del cantiere: al termine delle verifiche in corso, gli ispettori dell'Ulss ordineranno alla De Poli di adottare una serie di prescrizioni in materia di sicurezza. Successivamente saranno effettuati controlli per verificare se l'azienda ha ottemperato alle indicazioni dello Spisal: soltanto in caso affermativo il cantiere potrà definitivamente riaprire.

Anche che dopo la morte dell'operaio croato, avvenuta lo scorso febbraio, l'azienda era stata obbligata ad adeguarsi ad una serie di prescrizioni in materia di sicurezza. Misure che, a quanto pare, non erano state adottate, però, nell'area del cantiere dove si è verificato l'ultimo incidente mortale.

G.P.B.

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