lunedì 31 dicembre 2012
Raccolta di firme per l’autobus 11
Prosegue la raccolta di firme promossa tra i pendolari di
Pellestrina per opporsi alle modifiche del numero di fermate della
linea 11 di Actv. Il tutto a seguito delle variazioni impostate il 17
dicembre scorso dal Comune di Venezia e concertate con la
Municipalità di Lido e Pellestrina. I residenti, da sempre, chiedono
collegamenti più efficienti.
giovedì 20 dicembre 2012
Protesta dei pendolari
Lunedì sono entrate in vigore le modifiche apportate da Comune e Actv
alle linee di trasporto automobilistiche per il Lido, e da
Pellestrina ieri si è sollevata la protesta dei pendolari che utilizzano
la linea 11. Come è noto, per sopperire alla reintroduzione della
linea V per il lungomare Marconi e ad alcuni prolungamenti fino a via
Parri a Malamocco, sono stati necessariamente ridotti altri
servizi. Alla linea 11, che collega Santa Maria Elisabetta al centro di
Pellestrina e viceversa, invece, sono state aggiunte alcune
fermate. In pratica in determinate fasce orarie, sarà proprio la linea
11 a garantire il servizio laddove manca. Elemento imprescindibile
per l’assessorato alla Mobilità, in caso di modifiche dopo i tagli
del 12 settembre scorso, era quello di non aumentare i chilometri
percorsi. E così è stato fatto dopo le richieste dei lidensi, la
petizione con 800 firme e il voto in Municipalità. (s.b.)
giovedì 13 dicembre 2012
Non ha avuto successo il reclamo del Nuovo San Pietro
Non ha avuto successo il reclamo del Nuovo San Pietro (Seconda
categoria), società che a seguito di fatti avvenuti nei minuti
finali della gara giocata il 25 novembre contro il Patavina Polverara
(gara sospesa sullo 0-2) si era vista punita con lo 0-3 a tavolino,
una multa di 150 euro e tutta una serie di squalifiche per alcuni
giocatori, tra le quali spiccava quella fino al 25 novembre del
2013 per Devid Vianello. Nel comunicato ufficiale uscito ieri sono state
rese note le decisioni della Commissione Disciplinare, che ha
rigettato in toto il ricorso del Nuovo San Pietro, che tra l'altro
riguardava anche 150 euro di multa relativi a un recupero di campionato
giocato il 21 novembre. Tutte confermate le decisioni prese dal
Giudice Sportivo il 28 novembre, senza nessuno sconto per i giocatori
Michele Scarpa (quattro giornate) e Nicola Zennaro (tre giornate
complessivamente). Da parte sua, la Commissione Disciplinare, avendo
sentito l'arbitro della gara, ha deciso di evidenziare “ il
principio secondo cui nel giudizio sportivo il rapporto di gara ha
valore di prova piena e privilegiata”. In teoria il Nuovo San
Pietro potrebbe continuare a opporsi alla sentenza, ma lo stesso
presidente Marco Ghezzo fa capire che così non sarà. «Siamo
amareggiati», afferma il presidente, «ma, pur sapendo che sarebbe
nel nostro diritto, non ricorreremo ulteriormente». (m.t.)
giovedì 6 dicembre 2012
Stessa auto, ma ferry boat più caro
A volte la differenza la possono fare anche solo 59 millimetri, ed è
quello che è accaduto a un residente di Pellestrina che si è visto
passare l’abbonamento del ferry boat Actv da 85 a 123 euro. Questo
perché ha cambiato la propria autovettura, acquistando lo stesso
identico modello ma di nuova produzione, e qui emerge la differenza
di neppure sei centimetri di lunghezza, tale da far cambiare categoria
all’auto e al prezzo del carnet da 10 corse per raggiungere il Lido
e poi il Tronchetto. Antonio Gavagnin, socio di Adico (Associazione
Difesa Consumatori), si è rivolto subito agli uffici mestrini per
chiedere giustizia. La sua nuova Renault Megane Station Wagon monta
infatti dei sensori di parcheggio in retromarcia, aspetto per il
quale Gavagnin neppure ci aveva fatto caso, ma che poi ha inciso sulla
tipologia di abbonamento Actv per il ferry boat. «Una volta
arrivato al Lido per il rinnovo del carnet, all’improvviso scopro
che la mia station wagon è diventata un camion», ironizza Gavagnin, «Sì,
perché a causa dei sensori di parcheggio la mia auto non misura
più 4,5 metri bensì 4,559 metri, e sforando di 59 millimetri il limite
di lunghezza previsto per la categoria C, ecco che la mia auto
passa in categoria D, quella dei camion, che prevede per il carnet di 10
corse un pagamento di 123 euro contro gli 85 che pagavo prima: 38
euro in più per 6 centimetri scarsi mi sembrano davvero
un’assurdità». Così Gavagnin ha scritto una lettera ad Actv, culminante
in una proposta molto precisa: «Per rendere giustizia a tutti i
consumatori che come me utilizzano il ferry boat, Actv deve riservare le
prime tre categorie (A, B e C) alle sole autovetture, alzando il
limite di lunghezza di 4,50 metri della categoria C in modo da includere
tutte le autovetture in commercio, e destinare alla categoria D i
camion e i pullman che misurano ben più di una station wagon».
Carlo Garofolini, presidente di Adico aggiunge: «Si tratta dell’ennesimo
abuso creato da una burocrazia non solo miope, ma pure poco
aggiornata. E il trionfo della negazione del buon senso». (s.b.)
mercoledì 5 dicembre 2012
Pellestrina chiede ospitalità a Chioggia in caso di emergenza
Una delegazione di residenti di Pellestrina guidata dal consigliere
comunale veneziano Alessandro Scarpa Marta, è stata ricevuta ieri
dal sindaco Giuseppe Casson per discutere dei servizi sanitari di
emergenza-urgenza. A Pellestrina tiene banco da tempo la questione
sanità e trasporti in caso di emergenza. L’isola ricade sotto l’Asl 12
veneziana, ma per raggiungere l’ospedale civile Santi Giovanni e
Paolo con l’idroambulanza i tempi sono lunghi. Per arrivare a
Chioggia basterebbe invece solo un quarto d’ora. Forti delle firme
raccolte e dell’appoggio dell’associazione “Tra mare e laguna” i
residenti hanno chiesto aiuto al sindaco di Chioggia. «La metà dei
bambini di Pellestrina nasce a Chioggia, e il 90 per cento dei
pellestrinotti si cura e fa visitare in questo ospedale», sottolinea
il consigliere Scarpa Marta. «Ringrazio il sindaco Casson per la
disponibilità nell’ascoltare le nostre richieste. Noi non chiediamo
di cambiare Asl, chiediamo solo di poter essere serviti in caso di
emergenza da Chioggia. Il sindaco ci ha detto che farà il possibile
per aiutarci e farsi tramite con i vertici ospedalieri di Chioggia per
capire se sia fattibile questa soluzione per aiutarci».
Naturalmente non si potrà prescindere dall’accordo con l’Asl 12. (s.b.)
giovedì 29 novembre 2012
Stangata sul Nuovo San Pietro. Un anno di squalifica a Vianello
Un giocatore squalificato per un anno, uno per quattro giornate, un
altro paio fuori per due turni, partita persa 0-3 a tavolino. Sono
solo alcune delle sanzioni comminate al Nuovo San Pietro (Seconda
categoria, girone L) in relazione al turbolento finale della gara
giocata domenica contro il Patavina Polverara, incontro sospeso a pochi
minuti dal termine dall'arbitro Cecchin di Castelfranco sul
risultato di 0-2, visto che il direttore di gara non riteneva ci fossero
le condizioni per continuare. La risposta del giudice sportivo è
arrivata ieri, con la sanzione più severa a Devid Vianello, squalificato
fino al 25 novembre 2013 perché dopo l'espulsione per somma di
ammonizioni “afferrava ripetutamente l'arbitro al petto,
scuotendolo e spingendolo all'indietro di qualche metro, accompagnando
il gesto con bestemmie e minacce, veniva trattenuto a fatica dai
compagni di squadra”, come recita il comunicato che aggiunge come
“l'episodio di violenza induceva l'arbitro a sospendere la gara al
42' del 2° tempo, riferendo nel referto, di trovarsi incondizione
psicologica non compatibile con il sereno svolgimento delle sue
funzioni”. E non è finita, visto che nel conto ci sono anche le quattro
giornate a Michele Scarpa, due per l'espulsione e due per avere
insultato l'arbitro, le due a Nicola Zennaro e Cristian Bonora,
quest'ultimo per frasi minacciose che avrebbe rivolto al direttore
di gara rientrando negli spogliatoi, e il turno di stop incassato da
Marco Vianello e Daniel Scarpa. La giustizia sportiva ha deciso poi
non solo per lo 0-3 a tavolino ma ha anche inflitto al Nuovo San
Pietro un'ammenda di 150 euro per “insistenti insulti e minacce
all'arbitro durante tutta la gara da parte dei propri sostenitori,
nonchè per la presenza, nei pressi degli spogliatoi, di due persone non
autorizzate che minacciavano l'arbitro al termine dell’incontro”.
Multa che fa il paio con quella incassata per il recupero di campionato
(risultato, 0-2) giocato mercoledì scorso con il Ferri. Una botta
notevole con il club gialloblù però per nulla disposto ad accettare
passivamente le decisioni della Giustizia Sportiva. «Sto già
presentando il ricorso da inoltrare in federazione», spiegava nel
tardo pomeriggio di ieri Marco Ghezzo, presidente del Nuovo San Pietro,
raggiunto telefonicamente pochi minuti dopo le decisioni del
giudice sportivo, «intanto posso già ribadire che a fine gara al massimo
può essere volato qualche insulto verso l'arbitro ma che nessuno
dei nostri giocatori si è sognato di venire a contatto fisico con
l'arbitro. Non siamo disposti ad accettare questa sentenza, ci
attiveremo perché venga fatta chiarezza. Mi sono sentito con il
presidente del Patavina Polverara e mi ha confermato che la gara è
sempre rimasta nei binari della correttezza».
Maurizio Toso
Maurizio Toso
martedì 27 novembre 2012
«Solo proteste» Il San Pietro (partita sospesa) prepara il ricorso
Gara sospesa, rischio di sconfitta a tavolino, polemiche per la
direzione di gara dell'arbitro. Per il Nuovo San Pietro (Seconda
categoria, girone L) la partita dell’altro ieri contro la Patavina
Polverara è finita male. Anzi, non è proprio finita. Al 44' del
secondo tempo, infatti, l'arbitro Cecchin di Castelfranco l’ha sospesa
per incidenti, ritenendo che non ci fossero più le condizioni per
continuare serenamente. In quel momento il risultato era di 2-0 per
i padovani e il San Pietro stava giocando in sette - vale a dire il
numero minimo di giocatore perchè una partita continui - causa
l'espulsione di quattro dei suoi giocatori. Dopo essersi visto fischiare
contro due rigori, uno dei quali realizzato, il club gialloblù si è
visto punito per la terza volta con un tiro dagli undici metri, e la
decisione ha scatenato le proteste del Nuovo San Pietro. Da qui
l'arbitro a sua volta ha ritenuto di sospendere la sfida. Mossa che
la dirigenza gialloblù contesta vivacemente. «Ma sì, sarà volata
qualche parola grossa da parte di qualche nostro giocatore»
commenta Marco Ghezzo, presidente del Nuovo San Pietro, «ma non c'era
motivo per sospendere la partita, la reazione dei nostri ragazzi è
anche stata motivata dalla direzione dell'arbitro, che è riuscito a
espellere quatto nostri giocatori, ad ammonirne quindici e assegnarci
contro due calci di rigore prima dell'episodio allo scadere, con un
ennesimo penalty a nostro sfavore. Noi non ci stiamo, non abbiamo
responsabilità, semmai è stata la direzione di gara a essere
sbagliata, praticamente a senso unico». Ora bisogna attendere le
decisioni del giudice sportivo, ma la vicenda non finirà così.
«Esatto, stiamo preparando il ricorso da inviare alla federazione
per chiarire l'intera vicenda» conclude Ghezzo, «e c'è anche di più,
visto che gli stessi giocatori e dirigenti della Patavina
Polverara, quasi allibiti per l'accaduto, sono pronti a testimoniare a
nostro favore».
Maurizio Toso
Maurizio Toso
giovedì 22 novembre 2012
Il mistero del Cason dei sette morti
Festival dei Mistero Ingresso è libero fino a esaurimento posti Tel.
041.2748290 Domenica alle 15.30, nella sala Perla di Pellestrina
(nella foto una veduta aerea), si terrà la rievocazione filmata,
realizzata da Musica Nova, dell'antica leggenda “I misteri della
Laguna, El Cason dei sette morti.” Il film racconta un'antica leggenda
lagunare. Sette pescatori duri di cuore una notte non diedero da
mangiare a un bambino affamato ma anzi si presero gioco di lui e un
morto, tornato dall'aldilà li castigò. Ancora oggi suoni e grida
terribili si possono sentire passando accanto al Cason dei sette
morti a qualsiasi ora. L'iniziativa che fa parte del Festival del
Mistero dedicato ai luoghi leggendari e misteriosi di Venezia,
delle sua laguna .
martedì 20 novembre 2012
Primarie del centrosinistra si preparano i seggi
Anche Lido e Pellestrina si preparano alle operazioni di voto per le
primarie in seno al centrosinistra. Per votare domenica prossima
saranno allestiti tre seggi: nella sede della Municipalità del Lido di
via Gallo (seggio 1), alla scuola Giovanni XXIII di via Malamocco
(seggio 2) e alla scuola Loredan di Pellestrina in sestiere Scarpa
(seggio 3). Basterà presentarsi con la tessera elettorale, un
documento di identità valido, versando poi 2 euro a titolo di contributo
spese. Per velocizzare le operazioni di voto, da giovedì a sabato
in Municipalità al Lido si potrà ritirare il certificato di elettore
della coalizione del centrosinistra, cosa che potrà comunque essere
fatta lo stesso anche nei seggi domenica. Il gruppo del Partito
democratico della Municipalità di Lido e Pellestrina ha fatto intanto
già sapere il proprio orientamento. I consiglieri Angelo Ghezzo,
Paolo Povolato, Fabio De Battisti e Danny Carella hanno scelto il
candidato Renzi, segnalando che la medesima scelta è stata fatta
anche da tutti i giovani del circolo Pd delle due isole, e che sono
coordinati da Marco Michieli. (s.b.)
Percorsi ciclabili polemiche per l’asfaltatura
L’asfaltatura del percorso ciclabile in Zona La Mara è ancora al centro
di discussioni. L’opera, attesa dai residenti di Pellestrina e San
Pietro in Volta, è stata oggetto di una lettera che il consigliere
comunale Scarpa ha inviato all’assessore alla Mobilità, Ugo
Bergamo. In essa vi è la richiesta di verifica dei tempi per i
lavori. L’ultima volta che se n’è discusso, è stato il 29 maggio scorso
in commissione a Ca’ Farsetti. Prima dei lavori era necessario uno
studio di fattibilità, ma al momento non è ancora arrivata la
tempistica. La necessità di asfaltare il percorso ciclabile, ora
anche sconnesso, nasce dalla esigenza di evitare cadute e incidenti
ai ciclisti che ne usufruiscono quotidianamente. (s.b.)
In Regata Storica è quello che ha vinto di più...
Quattordici bandiere rosse, record di sempre. Ma non è soltanto un
grande campione della voga. Sergio Tagliapietra “Ciaci” è ancora oggi, a
77 anni compiuti, un grande atleta dal fisico d’ acciaio e dal
cuore buono. Una vita passata a vogare e a pesca, e ora la scuola di
voga per i giovanissimi di Pellestrina. Esce adesso una ristampa
aggiornata di una edizione Cierre. Curato dallo studioso Antonio
Padovan. «Una vita per il remo, storie di voga alla veneta, di
canottaggio e di pesca in laguna». Sintesi perfetta del mondo di Ciaci.
Un mondo che in parte è stato violentato e modificato
dall'invasione delle barche a motore, dal moto ondoso e dal canale
dei petroli, dai grandi lavori per la costruzione del Mose. La vita di
Ciaci viene raccontata dal protagonista. «Mi sono limitato a
trascrivere il racconto del campione», dice Padovan, «ho cercato di
conservare la vivacità, la freschezza del racconto orale», scrive
Padovan nell'introduzione, «lavorando sulla punteggiatura e mantenendo
molte espressioni dialettali. Suggerisco di provare a leggere
queste storie immaginando di sentirle raccontare dal re del remo Ciaci,
nella sua casa di Pellestrina. Eccole le imprese sportive. E prima
ancora l'infanzia del piccolo Sergio, che va in barca prima ancora
di andare a scuola, a imparare la pesca e l'arte della voga alla veneta
dal padre Albino. Sergio ha nove fratelli - uno, Mario detto
Ciaceti, vincerà con lui un'edizione della Regata Storica dei gondolini -
trascorre la giovinezza a Burano, poi va ad abitare a Pellestrina,
estremo opposto della laguna. E' anche un olimpionico di canottaggio e
partecipa alle finali olimpiche di Tokio e Melbourne, vince nel
galeone del Palio, record nelle regate a un remo di Murano, dov'era
davvero imbattibile. L'ultima bandiera rossa nei gondolini la
conquista nel 1988 a cinquant’anni suonati con Palmiro Fongher, Re del
Remo come lui. La coppia del secolo si ritira dalle gare il giorno
dopo. Resta il mito del grande Ciaci e una marea di ricordi,
curiosità e storie del periodo d'oro della voga. Da leggere.
Alberto Vitucci
Alberto Vitucci
martedì 13 novembre 2012
Petizione per curarsi a Chioggia
Hanno raccolto centinaia di firme e ottenuto un incontro con il sindaco e
il primario di pronto soccorso dell’ospedale di Chioggia. Sono i
volontari della associazione “Tra mare e laguna” che da tempo si battono
per i problemi vissuti sull’isola di Pellestrina, e stavolta sono
impegnati sul fronte della sanità. In ballo ci sono i servizi sanitari
offerti ai residenti, e soprattutto le difficoltà nei trasporti via
acqua fino all’ospedale Civile di Venezia. «Non si può andare
avanti in questo modo», fa notare Lorenza Vianello dall’associazione di
Pellestrina, «in tanti, ormai, non si curano più a Venezia ma si
rivolgono direttamente alle strutture chioggiotte. E non potrebbe
essere altrimenti, per andare a Chioggia ci impieghiamo se è tanto
mezzora, per arrivare al Civile di ore ne servono almeno un paio. E
se qualcuno sta male e c’è una emergenza, in idroambulanza si deve
attraversa la laguna, e magari capita anche con le intemperie. Non
si può andare avanti in questo modo, da qui la richiesta di soluzioni».
Se non è un vero e proprio tentativo di “scissione” sotto il
profilo sanitario, poco ci manca, ma quello che i residenti di
Pellestrina chiedono è di potersi far curare con meno disagi. «I
trasporti sono un problema non da poco per noi nel cercare di
raggiungere Venezia, ma comunque poco cambia anche per andare al
Monoblocco del Lido», aggiunge Lorenza Vianello. «Speriamo che il
sindaco di Chioggia ci ascolti e si trovino soluzioni adeguate a
semplificarci la vita e a curarci con meno difficoltà». (s.b.)
domenica 11 novembre 2012
I residenti chiedono chiarezza sul maxi porto offshore
Il progetto del porto offshore al largo della bocca di porto di
Malamocco non preoccupa solo i consiglieri comunali che lo hanno
potuto visionare a Ca’ Farsetti, ma anche i residenti di Pellestrina. A
raccogliere il malumore di molti di essi, in queste ore è stato il
consigliere comunale Alessandro Scarpa “Marta”, cittadino della medesima
isola e che quindi conosce bene le dinamiche sociali ed economiche
del posto. «Non vogliamo il solito pacco che cade dall’alto»,
sottolinea Scarpa. «Si tratta di un mega progetto da due miliardi e
mezzo di euro, quindi non noccioline, e serve concertazione,
confronto con i residenti e le associazioni locali. E non dimentichiamo
la realtà della pesca, perché questo mea progetto si inserisce
nell’ecosistema con la sua fauna marina e le correnti, e potrebbe
anche incidere non poco in un mondo che vive già un momento
difficilissimo, con un’isola come Pellestrina che storicamente è
legata alla pesca». Il consigliere Scarpa poi precisa: «Non sono
contrario a priori alla realizzazione di questa opera, ma credo che
se dovrà essere fatta, andrà adattata nei minimi dettagli alla realtà
del luogo. Serve per questo un confronto tra Amministrazione e
territorio. A Venezia non esiste solo la problematica della chimica di
Marghera, perché anche la pesca è sofferente, quindi servono nel
caso soluzioni alternative che permettano di mantenere in vita uno
sei settori più tradizionali dell’economia lagunare, garantendo ai
pescatori e alle cooperative di poter lavorare». (s.b.)
L’invasione dei rifiuti Pulizia e polemiche dopo la mareggiata
Danni per migliaia di euro, non meno di 50-60 mila solo al Consorzio
Alberghi, dune artificiali rase al suolo e rifiuti ovunque tra
capanne rotte e arredi sparsi per l’arenile. La mareggiata che ha
colpito il Lido due settimane fa ha portato via metri di arenile e
tonnellate di sabbia, ma ha lasciato il segno anche a Pellestrina dove
tantissimi rifiuti e alghe si sono spiaggiati, con le onde che
lambivano ormai il vecchio murazzo Zendrini dopo essersi “mangiate” gran
parte della spiaggia. Al Lido, danni e acqua anche all’Hotel
Excelsior, dove le onde sono penetrate fino al ristorante sulla
spiaggia, allagando i sotterranei e scaricandosi poi addirittura
sul lato laguna in darsena, costringendo il personale a un duro lavoro
per asciugare i locali. (s.b.) LIDO I gestori degli stabilimenti
balneari lidensi sono corsi ai ripari, dopo i danni per la
mareggiata della scorsa settimana, e in gran parte sono già state
ripristinate le dune artificiali di protezione, così come sono
stati rimossi rifiuti, alghe, legno, tonnellate di conchiglie e capanne
rotte dalle onde. Un lavoro che di certo i gestori non si
aspettavano di dover affrontare, tanto più in questa fase della
stagione, visto che solo un mese e mezzo fa si era conclusa quella
balneare. Intanto, per quanto accaduto lungo il litorale di Lido e
Pellestrina, è arrivata la richiesta di stato di calamità naturale.
Con una interpellanza rivolta al sindaco, il consigliere Alessandro
Scarpa ha fatto il punto sui danni subiti dagli arenili delle due
isole, in particolare sotto il profilo della grave erosione del
litorale, chiedendo oltre a interventi di ripascimento, anche verifiche
sulla necessità di nuove opere di difesa che evitino in futuro il
ripetersi di situazioni come quelle vissute due settimane fa. «Visto che
queste opere importanti svolgono un’azione di protezione a mare,
sia per la laguna che per la città di Venezia, e visti i danni arrecati
alla spiaggia del Lido e a quella di Pellestrina», sostiene Scarpa,
«chiedo al sindaco che si faccia tramite per ottenere il
riconoscimento dello stato di calamità naturale. Oltre ai danni subiti
dagli stabilimenti balneari li- densi, vanno rimarcati quelli
all’arenile di Pellestrina dove, con l’ultima mareggiata, nelle zone dei
pennelli 16 e 17 del Sestier Busetti, e in altre zone centrali
dell’isola, la spiaggia è quasi del tutto scomparsa, con il mare
che lambisce ormai pericolosamente i vecchi Murazzi del Zendrini a pochi
metri dalle case». La Municipalità di Lido e Pellestrina, proprio
in queste ore, sta sperando in una risposta dalla Regione dopo la
richiesta di poter disporre di nuovi fondi per migliorare le difese
a mare delle due isole. Il presidente Giorgio Vianello si era mosso
ancora una decina di giorni fa, prima che la mareggiata colpisse
gli stabilimenti balneari del Lido. Intanto, anche la sezione dell’Udc
di Pellestrina si è mossa su questo fronte. «Vogliamo portare
all’attenzione degli enti competenti il gravoso problema dell'erosione
del nostro litorale», scrive il segretario Vincenzo Vianello. «La
spiaggia è stata pensata e progettata per difendere l’isola ma
anche Venezia e la sua laguna, visto che la posizione strategica di
Pellestrina fa da scudo alla città in caso di forti mareggiate». Da
parte del Comune, l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin si è
detto da subito «disponibile a incontrare i gestori delle spiagge per
affrontare assieme il problema e poi poter fare le dovute richieste
a Regione e Magistrato alle Acque». (s.b.)
sabato 3 novembre 2012
Nuovo San Pietro serve un’ulteriore data per la sfida con il Ferri
Verrà stabilita nei prossimi giorni la data dell’ulteriore recupero
Nuovo San Pietro - Ferri (Seconda categoria, girone L). Partita
valida per la settima giornata di andata, la sfida era già saltata
domenica a causa del maltempo. Rinviata al 1° novembre, data
individuata dalla Figc veneta sfruttando la festività religiosa,
anche giovedì scorso non c'è stata la possibilità di giocare vista
l'eccezionale acqua alta che ha colpito Venezia e le sue isole.
Altro rinvio, in attesa del recupero... del recupero. (m.t.)
venerdì 2 novembre 2012
Stop al cantiere Actv a Pellestrina
La Salvaguardia blocca la nuova “piastra” con darsena per la manutenzione dei vaporetti
La Commissione di Salvaguardia blocca la nuova “piastra” con darsena per la manutenzione dei vaporetti che l’Actv vorrebbe realizzare a Pellestrina, nell’area dei cantieri De Poli, deviando, per realizzarla, il corso del canale principale dell’isola che corre accanto ad essa, per realizzare così un’ansa che ne consenta la realizzazione.
Lo stop della Commissione riguarda in realtà il progetto presentato dal Magistrato alle Acque che riguarda solo la deviazione del canale, giustificandola ufficialmente con motivi di idraulica lagunare. Il progetto dell’Actv infatti sui tavoli della Salvaguardia non arriverà mai, da quando il Comune ha stabilito di non inviare più i propri progetti alla Commissione - in polemica con il suo operato - ritenendo di aver già completato la propria pianificazione urbanistica anche sul piano paesaggistico e ambientale.
Sta di fatto però che se non viene approvato il progetto del Magistrato alle Acque - che, come organo dello Stato, è invece ancora tenuto a inviare i suoi piani in Salvaguardia - per la deviazione del canale di Pellestrina, non può neanche essere realizzato l’intervento dell’Actv, che prevede in pratica uno spostamento in avanti verso la laguna dell’intero Cantiere de Poli, acquisito dall’azienda di trasporto acqueo.
La nuova “piastra”, di ingenti dimensioni, sarebbe destinata all’ormeggio dei mezzi con vere e proprie corsie di parcheggio, per comnsentire di tirare in secca quelli destinati alla manutenzione. Ma è prevista anche una darsena vera e propria per la sosta di alcuni di essi. Le perplessità della Salvaguardia - che ha richiesto al Magistrato alle Acque - un supplemento di studi idraulici e ambientali riguardano l’effettiva necessità della deviazione di un canale che ha da sempre quella conformazione, ma riguardano indirettamente anche l’impatto del nuovo cantiere Actv.
L’azienda ha già stabilito di lasciare il cantiere di Sant’Elena per trasferire le manutenzioni dei suoi mezzi al Tronchetto e a Pellestrina Nel primo verranno eseguite le manutenzioni e le riparazioni di guasti programmate a 12 e 36 mesi, nell'isola le manutenzioni previste ogni cinque anni. A Pellestrina, tra l'altro, si potrà compiere la manutenzione anche sul grande ferry «Lido di Venezia». Per questo ha necessità di maggiori spazi rispetto a quelli previsti dall’attuale cantiere De Poli.
Per la realizzazione dell’intervento è previsto circa un anno di lavori, ma tutto è legato alla decisione finale che prenderà la Commissione di Salvaguardia sulla deviazione del canale di Pellestrina, la cui unica ragione sarebbe pertanto quella di consentire i nuovi lavori dell’Actv. Ci vorranno invece dai 18 ai 24 mesi per portare a termine i lavori di riorganizzazione del Tronchetto, che ospiterà i cantieri per il pronto intervento e la manutenzione spicciola.
L’azienda ha acquistato per 12 milioni e 330 mila l’area De poli e si è presa sia i due ettari e mezzo del cantiere di terra sia il bacino galleggiante.(e.t.)
La Commissione di Salvaguardia blocca la nuova “piastra” con darsena per la manutenzione dei vaporetti che l’Actv vorrebbe realizzare a Pellestrina, nell’area dei cantieri De Poli, deviando, per realizzarla, il corso del canale principale dell’isola che corre accanto ad essa, per realizzare così un’ansa che ne consenta la realizzazione.
Lo stop della Commissione riguarda in realtà il progetto presentato dal Magistrato alle Acque che riguarda solo la deviazione del canale, giustificandola ufficialmente con motivi di idraulica lagunare. Il progetto dell’Actv infatti sui tavoli della Salvaguardia non arriverà mai, da quando il Comune ha stabilito di non inviare più i propri progetti alla Commissione - in polemica con il suo operato - ritenendo di aver già completato la propria pianificazione urbanistica anche sul piano paesaggistico e ambientale.
Sta di fatto però che se non viene approvato il progetto del Magistrato alle Acque - che, come organo dello Stato, è invece ancora tenuto a inviare i suoi piani in Salvaguardia - per la deviazione del canale di Pellestrina, non può neanche essere realizzato l’intervento dell’Actv, che prevede in pratica uno spostamento in avanti verso la laguna dell’intero Cantiere de Poli, acquisito dall’azienda di trasporto acqueo.
La nuova “piastra”, di ingenti dimensioni, sarebbe destinata all’ormeggio dei mezzi con vere e proprie corsie di parcheggio, per comnsentire di tirare in secca quelli destinati alla manutenzione. Ma è prevista anche una darsena vera e propria per la sosta di alcuni di essi. Le perplessità della Salvaguardia - che ha richiesto al Magistrato alle Acque - un supplemento di studi idraulici e ambientali riguardano l’effettiva necessità della deviazione di un canale che ha da sempre quella conformazione, ma riguardano indirettamente anche l’impatto del nuovo cantiere Actv.
L’azienda ha già stabilito di lasciare il cantiere di Sant’Elena per trasferire le manutenzioni dei suoi mezzi al Tronchetto e a Pellestrina Nel primo verranno eseguite le manutenzioni e le riparazioni di guasti programmate a 12 e 36 mesi, nell'isola le manutenzioni previste ogni cinque anni. A Pellestrina, tra l'altro, si potrà compiere la manutenzione anche sul grande ferry «Lido di Venezia». Per questo ha necessità di maggiori spazi rispetto a quelli previsti dall’attuale cantiere De Poli.
Per la realizzazione dell’intervento è previsto circa un anno di lavori, ma tutto è legato alla decisione finale che prenderà la Commissione di Salvaguardia sulla deviazione del canale di Pellestrina, la cui unica ragione sarebbe pertanto quella di consentire i nuovi lavori dell’Actv. Ci vorranno invece dai 18 ai 24 mesi per portare a termine i lavori di riorganizzazione del Tronchetto, che ospiterà i cantieri per il pronto intervento e la manutenzione spicciola.
L’azienda ha acquistato per 12 milioni e 330 mila l’area De poli e si è presa sia i due ettari e mezzo del cantiere di terra sia il bacino galleggiante.(e.t.)
giovedì 1 novembre 2012
Dune di protezione già spazzate via dalle onde del mare
Appello della Municipalità alla Regione per finanziare i lavori di ripascimento della spiaggia a Lido e Pellestrina
Dune di protezione, che in certi punti del litorale sono state già spazzate via dalle onde del mare invernale, erosione continua e la preoccupazione dei gestori degli stabilimenti balneari che si fa sempre più concreta in vista delle mareggiate che di sicuro si vedranno nelle settimane venture. Da qui l’appello lanciato dalla Municipalità di Lido e Pellestrina verso la Regione, chiedendo fondi per eseguire interventi di ripascimento e non solo. «Vediamo da tempo come molte zone del Lido si sono trovate particolarmente in difficoltà sotto questo profilo», commenta il presidente della Municipalità Giorgio Vianello. «In particolare gli stabilimenti balneari a ridosso dei Murazzi, oppure quello degli Alberoni. Senza dimenticare quanto sta avvenendo da tempo anche a Pellestrina, con tratti di arenile che sono letteralmente scomparsi. Decine di metri di spiaggia mangiati dal mare, con le onde che hanno demolito anche parte delle dune abbattendo pure i tamerici. E questo praticamente sotto il muro del murazzo a protezione del centro abitato di Pellestrina. Alla Regione chiediamo che si concedano fondi alle due isole, così come avviene per altre località del litorale veneziano. Penso Cavallino piuttosto che Jesolo o Bibione. Il Lido ha una spiaggia molto particolare e famosa in tutto il mondo, qualcosa deve essere fatto per tutelarla maggiormente». Davanti agli stabilimenti lidensi sono state innalzate nei giorni scorsi le dune artificiali a protezione delle capanne ricoverate per i mesi invernali. Ma nel week end in alcuni tratti di spiaggia le onde del mare le hanno già in parte demolite. E il timore dei gestori è che le prossime ore, con l’alta marea e il vento previsto, la situazione possa peggiorare ulteriormente. «Da tempo andiamo dicendo queste cose», fa notare Mario Campagnaro, presidente del Consorzio balneari lidensi. «Io ad esempio gestisco lo stabilimento Kuyaba, e ho pochissimo spazio tra la terrazza del ristorante e il mare. Questione di qualche metro. L’erosione in questi ultimi tempi è stata evidente». In tutto il tratto antistante i Murazzi è stata realizzata in passato una soffolta (una sorta di diga sottomarina, ndr) che ha avuto il pregio di ridurre l’incidenza delle onde sulle difese a mare, e anche la conseguente erosione. «Sarebbe bastato proseguire quell’opera di altri 5-600 metri verso nord e i nostri stabilimenti. Non sappiamo se non è stato fatto per mancanza di soldi, ma la speranza è che la Regione ci pensi e intervenga. Questi sono i mesi in cui si può pensare di fare qualcosa, e ne va anche della qualità degli arenili che poi i bagnanti si trovano a frequentare. Problemi comuni anche a Sorriso, Miramare oppure Consorzio Alberghi».
Simone Bianchi
Dune di protezione, che in certi punti del litorale sono state già spazzate via dalle onde del mare invernale, erosione continua e la preoccupazione dei gestori degli stabilimenti balneari che si fa sempre più concreta in vista delle mareggiate che di sicuro si vedranno nelle settimane venture. Da qui l’appello lanciato dalla Municipalità di Lido e Pellestrina verso la Regione, chiedendo fondi per eseguire interventi di ripascimento e non solo. «Vediamo da tempo come molte zone del Lido si sono trovate particolarmente in difficoltà sotto questo profilo», commenta il presidente della Municipalità Giorgio Vianello. «In particolare gli stabilimenti balneari a ridosso dei Murazzi, oppure quello degli Alberoni. Senza dimenticare quanto sta avvenendo da tempo anche a Pellestrina, con tratti di arenile che sono letteralmente scomparsi. Decine di metri di spiaggia mangiati dal mare, con le onde che hanno demolito anche parte delle dune abbattendo pure i tamerici. E questo praticamente sotto il muro del murazzo a protezione del centro abitato di Pellestrina. Alla Regione chiediamo che si concedano fondi alle due isole, così come avviene per altre località del litorale veneziano. Penso Cavallino piuttosto che Jesolo o Bibione. Il Lido ha una spiaggia molto particolare e famosa in tutto il mondo, qualcosa deve essere fatto per tutelarla maggiormente». Davanti agli stabilimenti lidensi sono state innalzate nei giorni scorsi le dune artificiali a protezione delle capanne ricoverate per i mesi invernali. Ma nel week end in alcuni tratti di spiaggia le onde del mare le hanno già in parte demolite. E il timore dei gestori è che le prossime ore, con l’alta marea e il vento previsto, la situazione possa peggiorare ulteriormente. «Da tempo andiamo dicendo queste cose», fa notare Mario Campagnaro, presidente del Consorzio balneari lidensi. «Io ad esempio gestisco lo stabilimento Kuyaba, e ho pochissimo spazio tra la terrazza del ristorante e il mare. Questione di qualche metro. L’erosione in questi ultimi tempi è stata evidente». In tutto il tratto antistante i Murazzi è stata realizzata in passato una soffolta (una sorta di diga sottomarina, ndr) che ha avuto il pregio di ridurre l’incidenza delle onde sulle difese a mare, e anche la conseguente erosione. «Sarebbe bastato proseguire quell’opera di altri 5-600 metri verso nord e i nostri stabilimenti. Non sappiamo se non è stato fatto per mancanza di soldi, ma la speranza è che la Regione ci pensi e intervenga. Questi sono i mesi in cui si può pensare di fare qualcosa, e ne va anche della qualità degli arenili che poi i bagnanti si trovano a frequentare. Problemi comuni anche a Sorriso, Miramare oppure Consorzio Alberghi».
Simone Bianchi
In ricordo di Giorgio De Gaspari
Ciao Giorgio” e lui “Ciao bello”. Così nei nostri incontri iniziava
il dialogo che in genere era rivolto alla natura, soprattutto il mare e
la laguna, se non c’ era nulla di personale. Infatti lui ricordava
bene come aveva trovato l’isola ancora naturale, tanto che vi si è
subito innamorato comprandosi tra l’altro una barca che per lungo
tempo, è stata la sua “ casa” ormeggiata alla fermata del pontile
di Ca’ Roman; poi nel tempo si è costruito un casone in mezzo alla
laguna. Una strana persona a cui piaceva vivere l’ isolamento:
infatti lui parlava con le persona e non viceversa. Oltre ad essere un
pittore era anche uno scrittore , però non ha mai voluto mettersi
in mostra, anzi si nascondeva dal grande artista che era. Non gli
interessava nulla del denaro o del potere, ma di essere se stesso,
apprezzando l’ umiltà e la libertà senza nessuna presunzione. Era
dotato di un a intelligenza infinita; voleva infatti, in base alla
persona che aveva davanti, istaurare un discorso di carattere
facile per farsi capire; sapeva trovare parole più semplici possibili.
Faceva dei viaggi anche di quattro sei o più mesi in giro per il
mondo, appunto per scoprire luoghi isolati da tutto, immersi dalla
natura; ma poi ritornava ormai nella sua amata isola. “ Sono
scappato da Milano, perché non ero capace di sopportare l’ industria!
Ecco perché mi sono subito innamorato di pellestrina” . Spesso mi
diceva di avere anche la sensazione che qualche istituzione
culturale dovesse scoprirlo; infatti faceva di tutto per essere isolato,
nascosto per scrivere e fare opere in santa pace, immerso nel
silenzi. Dicevo, che per lungo tempo ha vissuto a bordo di una barca, ma
poi un forte temporale, l’ ha distrutta. Ecco perché si è
costruito un casone in mezzo alla laguna. Giorgio aveva un solo difetto :
condurre la vita da barbone; forse lo ha fatto, per non farsi
scoprire: ma quello che conta di noi stessi è cosa sai fare, quindi
conta l’ interno della persona. Questo era Giorgio. Comunque
pellestrina culturalmente ha perso un grande personaggio. Ciao
Giorgio, da tutta la comunità dell’ isola. Ormai eri diventato uno di
noi pellestrinotti.
Lettera firmata
Pellestrina
Lettera firmata
Pellestrina
sabato 27 ottobre 2012
Ca’ Roman diventerà riserva naturale
L’Oasi di Ca’ Roman diventerà una riserva naturale. L’annuncio è stato
dato ieri nel corso di un convegno promosso per festeggiare i vent’anni
di gestione dell’oasi da parte della Lipu. Una collaborazione, quella
tra Comune e Lipu, che si fa sempre più concreta guardando al futuro.
«Siamo impegnati a sviluppare l’oasi e a farne una riserva naturale», ha
detto ieri mattina l’assessore Gianfranco Bettin. «Siamo impegnati a
difenderla anche da progetti di investimento che, pur legittimati da
leggi, devono a nostro parere essere sottoposti a vincoli e prescrizioni
che ne riducano l’impatto». (s.b.)
giovedì 25 ottobre 2012
L’Oasi festeggia i primi 20 anni Nido perfetto di fratini e fraticelli
L’Oasi di Ca’ Roman compie vent’anni e sono previsti incontri e visite
guidate a partire da domani e per tutto il fine settimana, che
saranno coordinate dalla Lipu. Si tratta di una delle due sole oasi
presenti nell’area del centro storico e isole, l’altra è quella
degli Alberoni, gestita però dal Wwf locale. Nel corso degli anni
l’Oasi di Ca’ Roman ha acquisito sempre maggior importanza,
dimostrandosi un luogo unico e particolarmente favorevole per la
nidificazione degli uccelli migratori, ma anche per le specie stanziali.
Di notevole rilevanza il ritorno di fratini e fraticelli che,
negli anni, erano quasi scomparsi a causa della antropizzazione dei
luoghi. Ecco che i festeggiamenti per questo ventesimo anniversario
della convenzione tra la Lipu e il Comune di Venezia diventano un
traguardo importante che l’associazione animalista e ambientalista
desidera condividere con la popolazione. Domani dalle 9 alle 13 è
previsto un convegno a Ca’ Farsetti con il saluto delle autorità e
interventi tecnici delle figure gestionali che hanno collaborato
allo sviluppo dell’area in questo ventennio. Sabato e domenica, invece,
ci saranno due giorni di attività all’interno dell’oasi per bambini
e famiglie, con laboratori e sorprese. Inoltre chi si iscriverà alla
Lipu in questa occasione, potrà prenotare la guida degli uccelli
Svensson (la migliore guida ornitologica sul mercato, per la prima
volta in edizione italiana) e ottenerla con uno sconto superiore al 50
per cento. Anche chi è già socio Lipu potrà comunque usufruire del
vantaggio. In caso di maltempo, le attività del fine settimana si
svolgeranno nell’aula magna della scuola media Loredan di
Pellestrina. Se invece le condizioni lo permetteranno, ci sarà per
molti la possibilità di vedere da vicino molte specie di uccelli, anche
rari.
Simone Bianchi
Simone Bianchi
lunedì 22 ottobre 2012
Addio al Foresto. Raccontò a colori la nostra storia
di Anna Sandri Si dice che vivesse in solitudine e in un altrove anche
quando la sua casa e il suo lavoro erano a Milano, e i suoi colori
raccontavano la nostra storia brillando dalle copertine della “Domenica
del Corriere”. Chi lo conosceva parla di come già allora fosse
capace di sparire, agli altri e a se stesso, senza porsi troppi problemi
se questo comportava un ritardo insanabile nella consegna di un
lavoro, perché si sa che la cronaca non aspetta. Da Milano infine
se n’era andato; aveva girato un po’ il mondo, infine era approdato a
Pellestrina e lì davvero era riuscito a scomparire. È morto in un
modo che suscita pena in chi rimane, ma che è quello che lui voleva e
aveva perseguito per la vita; un nome come un altro su una cartella
clinica del reparto di geriatria dell’Ospedale di Venezia, nessuna
traccia e nessuna commemorazione per giorni e giorni fin quando un
amico e collega degli anni giovanili, Viviano Domenici, non
racconta -più che una morte, una vita - sulle pagine del “Corriere della
Sera”. De Gaspari Giorgio, Milano 1927- Venezia 2012. Dietro quel
nome c’è una lunga storia di talento, una lunga vita a suo modo
avventurosa, se per avventura si intendono anche tortuosi viaggi
dentro se stessi, il coraggio e la coerenza di vivere davvero come si
vuole, senza aver mai paura di pentirsi quando è troppo tardi.
Giorgio De Gaspari è stato uno dei più grandi illustratori italiani
del Novecento; tra gli anni Cinquanta e Sessanta, probabilmente il più
grande. Ha firmato numerose copertine per la “Domenica del
Corriere”, ispirate a veri fatti di cronaca e ad altri assai ricamati,
come allora usava. Lavorava con Dino Buzzati, al quale era legato
da amicizia, ma anche per case editrici e per altre riviste, alle quali
consegnava tavole che vibravano di colore e di modernità. La
decisione di mollare tutto e di andarsene non l’ha mai spiegata.
Forse se n’è andato in giro per il mondo per qualche anno, come
riportano le più recenti (benché datate e comunque necessariamente
stringate) note biografiche che lo riguardano; poi l’approdo a
Pellestrina, luogo incantato nel quale puoi vivere bene e isolarti
quanto vuoi. Se anche si venisse a sapere dove sei, per gli altri
sarebbe un viaggio raggiungerti. Quarant’anni senza contatti con il
mondo, meno che mai con le case editrici. Fino a lui era arrivata
qualche anno fa la curatrice di una mostra che prevedeva ampio
materiale suo: l’aveva invitata ad andarsene senza nemmeno aprire
la porta; e alla rassegna di Lucca, lo scorso anno si raccontava di
identica sorte toccata a un altro curatore, impegnato a organizzare
una personale su di lui. Chi lo conosceva, e l’aveva anzi conosciuto
prima che scegliesse un mondo solo suo, dice che vivesse di
ritratti ai turisti in Piazza San Marco, quando e se ne aveva voglia,
firmati come “el foresto”; perennemente schivo, la matita unico
mezzo che avrebbe potuto far riconoscere, dietro il viso scavato di un
vecchio, l’uomo di fascino che era stato, e di cui resta scarna
documentazione fotografica. Se n’è andato come aveva scelto di
vivere: anche la solitudine ha un suo colore.
venerdì 19 ottobre 2012
«La morìa di vongole? colpa dell’estate torrida»
Il Magistrato alle acque D’Alessio respinge le accuse al Mose, ma
Bettin rilancia «I pescatori di Burano mi hanno confermato che
l’equilibrio lagunare si è rotto»
«È vero. L’equilibrio della laguna è cambiato, le correnti si sono modificate e il mondo della pesca lagunare è in grande difficoltà». L’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin conferma l’allarme lanciato dai pescatori di Burano, Chioggia e Pellestrina. «Li ho incontrati la settimana scorsa», dice, «e mi hanno sottoposto la nuova emergenza». A Chioggia e Pellestrina 70 cooperative sono rimaste quasi senza lavoro. La semina dei caparozzoli non dà frutti, il prodotto è scomparso. I pescatori hanno dato mandato a un legale, l’avvocato Gianfranco Jacobelli, di presentare una denuncia alla Procura contro il Magistrato alle Acque. «Da due anni denunciamo questa situazione», dicono, «le risposte sono arrivate con grande ritardo. A noi risulta che la qualità dell’acqua è stata modificata dai lavori del Mose e dagli scavi in laguna».
«Li incontrerò presto, anche il Comune mi ha chiesto di partecipare e a un incontro e lo farò volentieri», risponde Ciriaco D’Alessio, da un anno presidente del Magistrato alle Acque, «ma voglio dire chiaramente che per quello che ci risulta la morìa di vongole registrata non dipende dai nostri lavori. Non ci sono stati sversamenti di materiali, avvelenamenti. Forse la situazione è stata determinata dal caldo eccezionale di quest’estate. Purtroppo i tagli ai finanziamenti e il vincolo di legge di spendere i soldi del Cipe solo per il Mose ci lega ulteriormente le mani». Ma i pescatori non ci stanno. «Noi non molliamo», insiste Emanuela Naso, portavoce dei pescatori, «Bisogna fare chiarezza sui questa vicenda, emblematica per quanto riguarda il potere delle grandi lobby e dei poteri forti. Chi darà da mangiare alle famiglie?» Le cooperative hanno avviato studi e perizie per dimostrare che la scomparsa del seme del Tapes piliphinarum, il tipo di vongola verace più diffuso in laguna non è certo dovuta al clima ma al cambiamento della qualità dell’acqua. Sedimenti che si sollevano, compresi quelli inquinanti depositati sui fondali dei canali portuali. «Qualcuno ci deve dare una risposta», dicono i pescatori, che hanno scritto anche all’Europa e al presidente della Repubblica, «perchè noi restiamo senza lavoro per colpa dello Stato e non della crisi». Vicenda scoppiata due anni fa dopo la denuncia della cooperativa Acquamarina dei fratelli Doria. Poi approdata a Report, emersa di nuovo in questi giorni, dopo che la morìa dell’agosto 2012 ha coinvolto decine di aziende e di cooperative. «Una cosa è certa», dice Bettin, «la laguna è oggi squilibrata. Forse un nuovo equilibrio arriverà, ma ci vogliono tempi lunghi».
«È vero. L’equilibrio della laguna è cambiato, le correnti si sono modificate e il mondo della pesca lagunare è in grande difficoltà». L’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin conferma l’allarme lanciato dai pescatori di Burano, Chioggia e Pellestrina. «Li ho incontrati la settimana scorsa», dice, «e mi hanno sottoposto la nuova emergenza». A Chioggia e Pellestrina 70 cooperative sono rimaste quasi senza lavoro. La semina dei caparozzoli non dà frutti, il prodotto è scomparso. I pescatori hanno dato mandato a un legale, l’avvocato Gianfranco Jacobelli, di presentare una denuncia alla Procura contro il Magistrato alle Acque. «Da due anni denunciamo questa situazione», dicono, «le risposte sono arrivate con grande ritardo. A noi risulta che la qualità dell’acqua è stata modificata dai lavori del Mose e dagli scavi in laguna».
«Li incontrerò presto, anche il Comune mi ha chiesto di partecipare e a un incontro e lo farò volentieri», risponde Ciriaco D’Alessio, da un anno presidente del Magistrato alle Acque, «ma voglio dire chiaramente che per quello che ci risulta la morìa di vongole registrata non dipende dai nostri lavori. Non ci sono stati sversamenti di materiali, avvelenamenti. Forse la situazione è stata determinata dal caldo eccezionale di quest’estate. Purtroppo i tagli ai finanziamenti e il vincolo di legge di spendere i soldi del Cipe solo per il Mose ci lega ulteriormente le mani». Ma i pescatori non ci stanno. «Noi non molliamo», insiste Emanuela Naso, portavoce dei pescatori, «Bisogna fare chiarezza sui questa vicenda, emblematica per quanto riguarda il potere delle grandi lobby e dei poteri forti. Chi darà da mangiare alle famiglie?» Le cooperative hanno avviato studi e perizie per dimostrare che la scomparsa del seme del Tapes piliphinarum, il tipo di vongola verace più diffuso in laguna non è certo dovuta al clima ma al cambiamento della qualità dell’acqua. Sedimenti che si sollevano, compresi quelli inquinanti depositati sui fondali dei canali portuali. «Qualcuno ci deve dare una risposta», dicono i pescatori, che hanno scritto anche all’Europa e al presidente della Repubblica, «perchè noi restiamo senza lavoro per colpa dello Stato e non della crisi». Vicenda scoppiata due anni fa dopo la denuncia della cooperativa Acquamarina dei fratelli Doria. Poi approdata a Report, emersa di nuovo in questi giorni, dopo che la morìa dell’agosto 2012 ha coinvolto decine di aziende e di cooperative. «Una cosa è certa», dice Bettin, «la laguna è oggi squilibrata. Forse un nuovo equilibrio arriverà, ma ci vogliono tempi lunghi».
giovedì 18 ottobre 2012
Una crisi che colpisce centinaia di famiglie
Grido d’allarme lanciato dai presidenti delle cooperative di pesca di
Pellestrina Rossano Gorin e di Burano, Domenico Vidal. Il pesce
scarseggia, i costi aumentano. E in tanti non ce la fanno più, si
indebitano con le banche e sono costretti a vendere la casa. Eppure la
laguna dovrebbe essere il luogo ideale per sviluppare attività di
pesca controllata e allevamento. Progetti di cui si parla da decenni,
mai decollati. Negli anni Novanta era stato introdotta in laguna
una specie di caporozzoli, i Tapes philipinarum, che crescevano
rapidamente e offrivano grandi quantità di moluschi ai pescatori.
Rapidamente i caparozzoli importanti avevano colonizzato la laguna,
rendendo quasi introvabili quelli autoctoni, i Tapes decussatus.
L’assalto alla laguna e il danno ambientale aveva convinto a
regolamentare la pesca e a puntare sull’allevamento. Zone assegnate alle
cooperative, coltivazione delle sementi. Ma adesso è arrivata la
morìa.(a.v.)
Morìa di vongole, scatta l’esposto contro il Magistrato alle acque
di Alberto Vitucci Vongole avvelenate dai lavori in laguna. La morìa si
allarga, e le cooperative denunciano il Magistrato alle Acque e
scrivono una lettera-esposto all’Unione europea. Una infuocata assemblea
di pescatori ha dato mandato all’avvocato romano Gianfranco
Jacobelli di presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Per
danno ambientale ma anche per il risarcimento dei danni provocati.
Milioni di euro per una settantina di cooperative che hanno perso quasi
interamente il loro prodotto ittico. «Hanno aderito una trentina di
consorzi, decine di cooperative», dice Emanuela Naso, che da tempo
sostiene la lotta dei pescatori di Chioggia e Pellestrina, «si
sentono presi in giro perché le loro denunce non trovano ascolto.
Ma adesso vogliamo andare fino in fondo». «Dal punto di vista tecnico»,
spiega l’avvocato, «siamo in presenza di un danno ambientale e
patrimoniale enorme. I fatti sono successi alla fine di agosto, le
autorità hanno dato la colpa al caldo e all’anossìa. Ma noi ci
sentiamo di escludere che tutto questo sia successo per il caldo».
Dunque? «Riteniamo si tratti dell’influsso dei vicini lavori di scavo
legati al Mose». Con i pescatori e alcuni periti di parte,
l’avvocato ha compiuto un lungo sopralluogo nel tratto di laguna
incriminato. «Allo stato», dice, «ci sentiamo di escludere che la
causa di quel disastro sia dovuta al caldo. Anche perché in anni
precedenti i periodi di caldo sono stati più lunghi e intensi, e
nulla di tutto questo era mai successo». Riesplode dunque la
battaglia per le vongole. Due anni fa era stata una cooperativa di
Chioggia, l’Acquamarina dei fratelli Doria, a denunciare per prima
la strana morìa che si verificava in corrispondenza dei grandi lavori
del Mose. Acqua torbida, sedimenti fuori della norma. E i
caporozzoli distrutti. La questione approda anche a Report, la
trasmissione di Raitre di Milena Gabanelli. Sotto accusa allora è
il presidente del Magistrato alle Acque, Patrizio Cuccioletta. Da cui,
accusano i pescatori, dipendono le concessioni per la pesca e la
tutela della laguna. Ma anche i lavori del Mose che sarebbero alla base
della grande morìa. Il Magistrato alle Acque smentisce che vi sia
una correlazione diretta tra i due eventi. Ma l’estate scorsa il
fenomeno si ripresenta. Adesso le aree interessate sono diverse
decine di ettari. «Ci vogliono mandar via», dicono i pescatori, «in
laguna non c’è più posto per la pesca». La cooperativa scrive anche al
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Il presidente è
l’unico che ci ha risposto», dice la signora Naso, «gli altri
tacciono». Ma adesso i pescatori sono decisi a dare battaglia. E alzano
il tiro. Naso e l’avvocato Jacobelli hanno anche fondato un
movimento (Mvb, movimento Base Italia) e si sono rivolti all’Europa.
«Questi lavoratori», dicono, «stanno perdendo il lavoro non a causa
della crisi ma oer colpa degli enti di Stato. Che non hanno vigilato a
sufficienza sulla qualità delle acque lagunari». Nelle prossime
ore, dice l’avvocato, «presenteremo alla Procura la documentazione e
l’esposto. Avvenimenti che coprono gli ultimi due anni. E che dopo la
morìa del 2011 non hanno mai ricevuto risposte convincenti da parte
degli enti». L’allarme lanciato dai pescatori che chiedevano
analisi sulla torbidità delle acque, spiegano le cooperative, è stato
raccolto con molte settimane di ritardo. Anche il sopralluogo del
Magistrato alle Acque è avvenuto a distanza di sei mesi. E la nuova
gestione guidata da Ciriaco D’Alessio, continuano, «non pare aver
modificato granché». Ed ecco la richiesta alla magistratura. «Non
vogliamo perdere il lavoro per colpa dello Stato».
giovedì 4 ottobre 2012
Case all’asta e pesca, la crisi peggiora
Pellestrina Una dozzina di famiglie che si sono già viste finire
all’asta la propria abitazione e una crisi della pesca che si fa
sempre più sentire. Questi i temi finiti venerdì sul tavolo della IX
commissione di Ca’ Farsetti, per discutere del futuro del settore e
in particolare per gli addetti di Pellestrina e Burano. Nei giorni
scorsi il grido d’allarme delle cooperative delle due isole era già
stato portato all’attenzione della commissione Attività produttive
del Comune, dal presidente della Piccola coop di Pellestrina, Domenico
Gorin, e da Luigi Vidal in rappresentanza dei pescatori di Burano.
Molte le problematiche e gli oneri che caratterizzano il settore. Si
parla infatti di 400 euro all’anno da riconoscere al Gral per
ciascun ettaro di laguna utilizzata dai pescatori, oltre ai costi
aggiuntivi derivati dall’aumento del gasolio per il funzionamento
delle imbarcazioni utilizzate, e non da meno sono le difficoltà emerse
di recente con la moria di molluschi che ha colpito una parte della
laguna. In una lettera inviata dal presidente del Consiglio comunale
Roberto Turetta, al presidente della IX commissione Ennio Fortuna e
all’assessore alle Attività produttive Antonio Paruzzolo, si chiede
quindi di monitorare la situazione, a fronte delle grosse difficoltà
che molti pescatori si trovano di fronte in questo momento,
compreso il rischio di riduzione del reddito e anche perdita della casa
per chi aveva acceso mutui con gli istituti di credito. Il tutto,
anche nel tentativo di garantire posti di lavoro e la professionalità di
un settore in cui la produzione eccelle, e da sempre è un punto di
riferimento nella economia cittadina che ruota attorno al pescato
tra le attività svolte in laguna e quelle in mare. Nella nuova riunione
della commissione che si è svolta a Ca’ Farsetti, il consigliere
Alessandro Scarpa “Marta” ha chiesto al presidente Ennio Fortuna la
convocazione in tempi brevissimi di Regione, Provincia e Magistrato
alle Acque per discutere della situazione e per trovare soluzioni in
favore degli addetti del settore, evitando che possano ripetersi
situazioni di grande disagio per numerosi addetti del mondo della
pesca. (s.b.)
Palasport di Pellestrina lite tra Comune e Demanio
È battaglia legale tra il Comune di Venezia e l’Agenzia del Demanio che
pretende da Ca’ Farsetti il pagamento entro un mese di circa 250
mila euro per l’indennità di occupazione dell’ex Batteria “Daniele
Manin” a Pellestrina, un’area di proprietà demaniale che
l’Amministrazione occupa da decenni e dove ha realizzato un
palazzetto dello sport. Una battaglia che si trascina da anni, da
quando, nel 2004 il Comune era stato chiamato in giudizio in
Tribunale dall’Agenzia del Demanio che pretendeva il pagamento di oltre
520 mila euro da parte dell’ente locale per l’occupazione senza
averne diritto dell’area dell’ex Batteria Manin. Il Tribunale, con una
sentenza di circa due anni più tardi, accogliendo le eccezioni del
Comune, dichiara prescritto ogni diritto del Demanio all’indennità
di occupazione per i periodi precedenti al 15 dicembre 1999. Su questa
base, l’Agenzia chiedeva al Comune il pagamento di circa 176 mila
euro di indennità di occupazione dall’aprile del ’99 alla fine del
dicembre 2003, poi lievemente ridotto, mentre il Comune liquidava
circa 170 mila euro al Demanio per il periodo compreso tra il 2004 e
l’ottobre 2011. Per lo stesso periodo però l’ente demaniale
richiedeva l’ulteriore pagamento di altri 90 mila euro di diritti
di occupazione dell’area. Il totale di quanto l’Agenzia recalama ancora
dal Comune è perciò di circa 250 mila euro, che però Ca’Farsetti
non vuole pagare, almeno in questa misura. Secondo la Giunta - che ha
autorizzato il sindaco a promuovere un’azione di accertamento
negativo nei confronti dell’Agenzia del Demanio per la pretesa di
pagamento - la richiesta sarebbe ingiusta ed esagerata perché
parametrata ai canoni di mercato per aree analoghe, mentre l’uso
pubblico che il Comune ha fatto dell’ex Batteria Manin - facendovi
sorgere un palazzetto dello sport - prevederebbe un forte
abbattimento dei canoni di mercato. Di qui l’opposizione di Ca’
Farsetti, che contesta anche la legittimità di una parte del
pagamento perché riferito a periodi precedenti a cinque anni fa, che
sarebbero caduti in prescrizione. Il palazzetto dello sport di
Pellestrina è una struttura moderna, costruita dal Comune con fondi
della Legge Speciale, la cui copertura era stata fortemente danneggiata
dalla tronba d’aria che ha colpito l’isola di Pellestrina circa
due anni fa. Una struttura fondamentale per la comunità ma sui cui il
Comune deve ancora lottare per i costi dell’area. (e.t.)
Tutti nell’oasi per osservare gli uccelli
Eurobirdwatch è uno degli appuntamenti più attesi nel corso dell’anno
dalla Lega italiana per la protezione degli uccelli. Questa
settimanale oasi di Ca’ Roman a Pellestrina e di Gaggio a Marcon
vivranno di due momenti dedicati al pubblico, appassionati o
curiosi di natura che siano. Per l’oasi di Ca’ Roman l'evento prevede
un'escursione dopodomani alle 10.30. Il personale Lipu darà un
cannocchiale per l'osservazione a distanza degli uccelli. Stesso
programma domenica dalle 10 nell’oasi di Gaggio. (s.b.)
giovedì 27 settembre 2012
Undici mesi di reclusione
Undici mesi di reclusione: ha patteggiato con il pubblico ministero il
24enne di Pellestrina Daniele Scarpa che nel maggio scorso era
stato arrestato dopo aver5 aggredito e sfregiato il padre durante una
lite in casa. Quattro mesi da, due giorni dopo i fatti, davanti al
giudice si era scusato e si era dimostrato mortificato. Tra i due le
liti erano continue soprattutto per gli orari del ragazzo: il padre
lo redarguiva spesso e quella sera Daniele aveva impugnato un coltello e
aveva colpito il genitore in faccia. Era difeso dall’avvocato
Tiziana Nordio.
mercoledì 26 settembre 2012
Appartamenti sfitti Vetri in frantumi per il maltempo
Appartamenti pubblici sfitti in balia del maltempo con le finestre
spalancate e i vetri in frantumi. È quanto hanno constatato Vigili
del fuoco, Protezione civile di Pellestrina e Polizia municipale in
Carrizzada San Vito e Modesto. Intervenuti per un muro perimetrale
del tempio che era crollato sotto la spinta del vento, lunedì sera si
sono accorti dei vetri caduti dai piani alti della palazzina. Le
finestre di alcuni alloggi sfitti erano spalancate, e i vetri andavano
continuamente in frantumi. I vigili del fuoco hanno liberato gli
infissi dai vetri sporgenti e li hanno fissati in modo che non
potessero subire altri danni. In tutto sono sette gli alloggi non
affittati tra quelli di proprietà del Comune e quelli dell’Ater,
distribuiti nelle tre palazzine che si trovano in quella zona. Da tempo
la Municipalità chiede attenzione verso le famiglie più bisognose.
«Per quello che ci riguarda», spiega l’assessore alle Politiche
abitative, Bruno Filippini, «parte delle case sono destinate ai bandi e
parte devono essere ristrutturate. Il problema dei fondi è però
reale, perché non sono facili da reperire per eseguire poi i lavori di
sistemazione per rendere quegli appartamenti pienamente abitabili e
sicuri. Ma l’attenzione da parte dei nostri uffici non manca».(s.b.)
martedì 25 settembre 2012
Pellestrina, cede un muretto Intonaco cade in Ruga Giufa
Danni causati dal maltempo anche nel centro storico veneziano. A
Pellestrina, il forte vento che ha spostato le grandi piante di
oleandro di Carrizzada S.Vito e Modesto nel sestiere Buselli ha
provocato la caduta del muretto vicino al tempio: due metri cubi di
mattoni hanno invaso il collegamento tra laguna e mare. Oggi la
Protezione civile con la Municipalità dovrà decidere come
intervenire per la rimozione dei detriti e la messa in sicurezza del
muretto, forse pericolante. Un albero è caduto al Lido di Venezia
nel Lungomare D’Annunzio. Dieci centimetri d’acqua in Lungomare Sandro
Gallo a causa della pioggia che non è riuscita a fluire attraverso
le caditoie della strada, ostruite e mal manutentate. I vigili del
fuoco sono stati chiamati per interventi di messa in sicurezza anche in
un lunapark dell’isola e su una torretta della spiaggia. Problemi
anche in centro storico con un intervento di messa in sicurezza per
pezzo di intonaco caduto, dopo il temporale, dal palazzo Malipiero
di Ruga Giufa.
sabato 8 settembre 2012
Ecco come si è bruciato l’ambiente
Mi piace mangiare le verdure della mia terra, il problema che dei
circa 350 ortolani che c’erano a Pellestrina ne sono rimasti così pochi
che è difficile trovare il prodotto che cerco. Comunque qui a San
Pietro ne sono rimasti due: i fratelli Campolonghi, quello da cui io mi
reco si chiama “Ice” che mi ha detto che, nel mese di giugno, ha
constatato un fenomeno mai visto prima: se toccava la terra gli
bruciavano le mani, quindi la terra era diventata cenere. Colpa del
caldo senza precedenti. Cosa dovevo rispondere se non la verità di
come osservo e penso il futuro di questo ambiente? Il fenomeno più
potente da affrontare per sopravvivere nel futuro sarà proprio il
sole, perché i suoi raggi raggiungono violentemente la terra, quindi non
riscaldano più come una volta ma bruciano l’ambiente: questo è il
fattore del troppo caldo. L’ozono, che proteggeva la terra dai
raggi del sole, in larga parte è stato distrutto e i risultati sono
stati devastanti. Gianfranco Vianello
domenica 2 settembre 2012
Super D’Este e i Vignotto eterno duello tra campioni
Grande attesa per la gara dei gondolini (18.20). Partenza spostata
all’Arsenale L’incognita della boa. Luisella favorita tra le donne,
Rosada e Ballarin tra i giovani
Vignotto-D’Este. Riparte l’eterna sfida tra il Gigante e i due cugini. Burano contro Sant’Erasmo, la potenza di Giampaolo “Super D’Este” contro la tecnica e l’affiatamento di Rudi e Igor, cresciuti insieme a pane e voga. Due anni senza di loro hanno lasciato il segno. Spettacolo a senso unico, niente veleni e niente agonismo. Troppo forti rispetto agli altri. Rieccoli a contendersi una bandiera rossa che nel mondo del remo ha ancora un valore quasi mitico. Dieci ne ha vinte D’Este (l’ultima nel 2011), dieci i due Vignotto. Ormai entrambi a sole quattro lunghezze dal record, i 14 primi di Albino Dei Rossi «Strigheta», Sergio Tagliapietra «Ciaci» e Bepi Fongher. D’Este ha vogato negli anni con Franco e Bruno Strigheta, quest’anno per la prima volta assenti dalle gare. Adesso con Ivo Redolfi Tezzat, gondoliere muranese che di Storiche ne ha vinte 5. Celeste (Vignotto) contro rosso (D’Este e Tezzat). Celeste che ha vinto nel 2011 (D’Este), dopo la squalifica del 2010 e il rovesciamento del 2009. Sfida a due, dunque. Attenzione agli impassi e alle scorrettezze. Possibili in fase di partenza, ma anche all’entrata in Canal Grande, resa quest’anno più «stretta» perché tutti i gondolini partiranno cento metri più avanti, verso l’Arsenale, e dovranno passare tenendo a destra la grande boa del Bacino San Marco. Due barche avanti a tutti. Ma bisognerà tener d’occhio anche gli eterni terzi, i pellestrinotti Andrea Bertoldini e Martino Vianello, il rientrato Roberto Busetto, vincitore di una Storica vent’anni fa. Corrono per una bandiera anche Zane e De Poli, i giovani Angelin e Barzaghi, quarti nel 2011, i buranelli Ciaceti e Suste.
Tra le donne le favoritissme Luisella Schiavon e Giorgia Ragazzi, sulla mascareta rosa, sfidano la rientrata Gloria Rogliani con Romina Catanzaro sul celeste e le sorprese della stagione 2011, lamaestra d’ascia Silvia Scaramuzza e Debora Scarpa sul viola. In grande forma anche Elisabetta Nordio (seconda a Murano, quarta nel 2011) che punta a una bandiera con la nuova compagna Luigina Davanzo. Tra i giovanissimi si annuncia l’ennesima gara dominata dai due pellestrinotti Nicola Ballarin e Andrea Rosada, dominatori quest’anno, favoritissimi della vigilia sul pupparino rosso. A insidiare il loro primato gli altri pellestrinotti Roberto Ballarin e Davide Vianello, i buranelli Matteo Zane e Vittorio Bacciolo. Infine gara spettacolare tra le caorline dei sestieri. Favoriti ancora una volta Burano, Pellestrina e Jesolo, mentre sono ben tre le barche in gara per il litorale del Cavallino. (a.v.)
Vignotto-D’Este. Riparte l’eterna sfida tra il Gigante e i due cugini. Burano contro Sant’Erasmo, la potenza di Giampaolo “Super D’Este” contro la tecnica e l’affiatamento di Rudi e Igor, cresciuti insieme a pane e voga. Due anni senza di loro hanno lasciato il segno. Spettacolo a senso unico, niente veleni e niente agonismo. Troppo forti rispetto agli altri. Rieccoli a contendersi una bandiera rossa che nel mondo del remo ha ancora un valore quasi mitico. Dieci ne ha vinte D’Este (l’ultima nel 2011), dieci i due Vignotto. Ormai entrambi a sole quattro lunghezze dal record, i 14 primi di Albino Dei Rossi «Strigheta», Sergio Tagliapietra «Ciaci» e Bepi Fongher. D’Este ha vogato negli anni con Franco e Bruno Strigheta, quest’anno per la prima volta assenti dalle gare. Adesso con Ivo Redolfi Tezzat, gondoliere muranese che di Storiche ne ha vinte 5. Celeste (Vignotto) contro rosso (D’Este e Tezzat). Celeste che ha vinto nel 2011 (D’Este), dopo la squalifica del 2010 e il rovesciamento del 2009. Sfida a due, dunque. Attenzione agli impassi e alle scorrettezze. Possibili in fase di partenza, ma anche all’entrata in Canal Grande, resa quest’anno più «stretta» perché tutti i gondolini partiranno cento metri più avanti, verso l’Arsenale, e dovranno passare tenendo a destra la grande boa del Bacino San Marco. Due barche avanti a tutti. Ma bisognerà tener d’occhio anche gli eterni terzi, i pellestrinotti Andrea Bertoldini e Martino Vianello, il rientrato Roberto Busetto, vincitore di una Storica vent’anni fa. Corrono per una bandiera anche Zane e De Poli, i giovani Angelin e Barzaghi, quarti nel 2011, i buranelli Ciaceti e Suste.
Tra le donne le favoritissme Luisella Schiavon e Giorgia Ragazzi, sulla mascareta rosa, sfidano la rientrata Gloria Rogliani con Romina Catanzaro sul celeste e le sorprese della stagione 2011, lamaestra d’ascia Silvia Scaramuzza e Debora Scarpa sul viola. In grande forma anche Elisabetta Nordio (seconda a Murano, quarta nel 2011) che punta a una bandiera con la nuova compagna Luigina Davanzo. Tra i giovanissimi si annuncia l’ennesima gara dominata dai due pellestrinotti Nicola Ballarin e Andrea Rosada, dominatori quest’anno, favoritissimi della vigilia sul pupparino rosso. A insidiare il loro primato gli altri pellestrinotti Roberto Ballarin e Davide Vianello, i buranelli Matteo Zane e Vittorio Bacciolo. Infine gara spettacolare tra le caorline dei sestieri. Favoriti ancora una volta Burano, Pellestrina e Jesolo, mentre sono ben tre le barche in gara per il litorale del Cavallino. (a.v.)
giovedì 30 agosto 2012
Pesca abusiva, sequestrate tre barche
Tre imbarcazioni da pesca professionali, armate con rastrelli vibranti,
sono state poste sotto sequestro dai militari della sezione
operativa di Chioggia del reparto aeronavale della Guardia di Finanza di
Venezia per aver svolto attività di pesca abusiva. L’operazione è
avvenuta l’altra notte, in laguna sud, nei pressi del canale di Porto
Secco dell’isola di Pellestrina. L’unità navale delle Fiamme Gialle
si trovava in servizio di pattugliamento a tutela delle risorse
biologiche delle acque marine e per contrasto alla pesca abusiva nella
laguna e sul litorale veneto. I finanzieri che, sulla base di
movimenti sospetti notati nei giorni precedenti, si erano appostati
nella zona di Porto Secco, hanno visto, ad una certa ora della
notte, le tre imbarcazioni in questione, pronte per l’attività di pesca,
che si aggiravano nei canali lagunari. Presumibilmente i pescatori
si stavano “guardando attorno” prima di mettere in funzione gli
attrezzi vibranti. Tuttavia, tenendo conto dell’ora sospetta per
movimentare un’imbarcazione da pesca con quel tipo di attrezzo e
riferendosi alle norme del regolamento della Provincia di Venezia,
secondo le quali soffermarsi lungo corsi o specchi d’acqua con
attrezzi da pesca immediatamente pronti all’uso è considerata comunque
attività di pesca, i finanzieri della sezione operativa navale di
Chioggia hanno fermato i tre equipaggi e provveduto al sequestro
delle imbarcazioni e degli attrezzi. I responsabili delle violazioni
contestate saranno segnalati agli uffici competenti della Provincia
di Venezia per l’eventuale sospensione delle licenze professionali di
pesca e la confisca degli attrezzi utilizzati. Diego Degan
sabato 25 agosto 2012
No al cemento sulla mia isola
Mai come in questo periodo leggo sulla stampa il fatto di Ca’ Roman, la
mia isola, così anch’io sento il dovere di esprimere il mio
pensiero per il bene di quel verde ancora rimasto. Ai politici di turno
dico: non trasformate quel suolo di verde in cemento. Se la
maggioranza dei cittadini di Pellestrina è contraria alla
costruzione delle villette, perché non volete ascoltarla? Sorge il
dubbio che tutto questo venga fatto a scopo di interesse,
altrimenti si potrebbe tranquillamente mettere una pietra sopra alla
progettazione. Queste villette quale interesse darebbero all’isola
se non quella di portare via il verde? Mi rivolgo alle persone elette
dai cittadini, che sono in quei posti per tutelare il fabbisogno e
l’ambiente: perché non svolgete il vostro compito? La voce del popolo
non è forse sovrana? Oppure lo è solo quando fa comodo alla
politica? Se così fosse, come può andare d’accordo la cittadinanza
con la politica? Ovvio che, in queste condizioni, ci sarà sempre un
certo attrito: di sicuro vincerà il più forte fregandosene dei
danni causati all’ambiente. Questa gente che comanda, non si rende conto
che deve tutelare la natura che è vita? Se noi non diamo la
possibilità alle nuove generazioni di vivere bene, come sarà il
loro futuro? Perché non si cercano dei mezzi per lanciare un’economia
“naturale”, sfruttando la terra e il mare? Quanto verde è stato
strappato via per la costruzione del Mose, e per cosa fare? Fermare
l’acqua alta per Venezia? Sognatevelo. E vogliamo parlare del
canale nuovo, quello dei “petroli” che ha rovinato la laguna?
Sappiate che più viene danneggiata la natura peggio sarà per l’uomo,
quindi Ca’ Roman lasciatela stare così com’è. Gianfranco Vianello
mercoledì 22 agosto 2012
CA’ ROMAN È una variante non un piano attuativo
Con amara attenzione ho letto gli articoli del 12 e del 14 agosto
scorsi relativi al “cemento a Ca’ Roman - Comune a favore” e subito ho
ricordato le battaglie che io e Alessandro Scarpa detto Marta
abbiamo intrapreso per bloccare il cemento di Ca’ Roman, o almeno
ridurlo il più possibile al fine di tutelare il territorio, per
difendere gli interessi dei residenti dell’isola di Pellestrina e a
tutela dei diritti/doveri dei consiglieri comunali. Un’errata
interpretazione da parte della giunta comunale della legge urbanistica
ha tolto dalla competenza del consiglio comunale l’approvazione del
piano di recupero di Ca’ Roman, obbligando undici consiglieri
comunali a richiedere e a ottenere un pubblico dibattito in commissione
consiliare e poi in consiglio comunale; ma la maggioranza che
governa Venezia (Pd-Udc-Idv-Verdi-Psi-Prc) con l'astensione del Pdl
hanno bocciato la modifica richiesta: non urbanizzare la “zona
degli orti” ove in base alla scheda urbanistica vigente n. 19 sono
consentiti esclusivamente interventi manutentivi sulla vegetazione
esistente, e richiedere un parere alla Provincia di Venezia (competente
in materia). Sono ancora convinto oggi che trattasi di una variante
e non di un piano attuativo e quindi di esclusiva competenza del
consiglio comunale. Vista la posizione intransigente della giunta
comunale, io e Alessandro Scarpa abbiamo operato per aiutare gli
abitanti di Pellestrina. Quindi abbiamo richiesto la concessione
del beneficio pubblico in quanto, essendo stata considerata una
variante, i costi urbanistici a carico della società proponente
sono molto ridotti. In base alla convenzione stipulata dal Comune
di Venezia, l’articolo 4 inerente l’esecuzione delle opere di
urbanizzazione e specificamente al comma 2 bis prevede che la parte
attuatrice si impegna a realizzare cinque opere di urbanizzazione
aggiuntive, prevalentemente fuori ambito, funzionali all’accesso al
villaggio e alle zone di servizio di Pellestrina, quantificate in
preventivo per euro 202.540,00. Siamo per ultimo rimasti
meravigliati che sia stato realizzato un pontile a Ca’ Roman dalla ditta
attuatrice senza alcuna autorizzazione formale e sostanziale del
Magistrato alle Acque, esistendo solo un vecchio nulla osta preventivo a
favore dell'Istituto delle Figlie della Carità: che fine ha fatto
il pontile, si chiedono i pellestrinotti che per ogni piccola modifica
delle loro abitazioni ricevono avvisi giudiziari? Nicola Funari
consigliere comunale gruppo misto
martedì 21 agosto 2012
Pellestrina, allarme roghi «Un problema da risolvere»
«A breve riprenderanno le attività istituzionali della Municipalità, e
subito sottoporrò all’attenzione dei colleghi il problema incendi
che si sta evidenziando a Pellestrina». Il presidente della
Municipalità, Giorgio Vianello, vuole vederci chiaro dopo i tre
incendi in meno di una settimana che hanno colpito zona La Mara,
costringendo i volontari di Protezione civile e i Vigili del fuoco a
interventi impegnativi. «Sembra, chiaro, soprattutto nel caso di
domenica, che c’è il dolo», aggiunge Vianello, «con i colleghi valuterò
quindi se sia il caso di fare un esposto alle forze dell’ordine per
cercare di capire cosa sta accadendo in quella zona di Pellestrina».
(s.b.)
Stop ai lavori delle villette di Ca’ Roman
di Alberto Vitucci Sospendere la delibera, e dunque l’avvio dei lavori
delle villette di Ca’ Roman. In attesa della Valutazione
dell’impatto della nuova edificazione sul territorio (Vas). La Direzione
Ambiente del Comune ha scritto ieri una lettera all’Urbanistica
del Comune e della Regione. Chiedendo «anche ai fini dell’autotutela»
la sospensione del procedimento e della delibera in attesa
dell’approvazione della Vas regionale. Un brusco stop per il
progetto del nuovo insediamento a Ca’ Roman, dove al posto del convento
delle Canossiane dovrebbero nascere 84 villette nel bosco, 24 mila
metri cubi di nuovi edifici. Il via libera è arrivato dal Consiglio
comunale, nonostante le proteste delle associazioni ambientaliste e
della Lipu, che gestisce a pochi metri dall’area di progetto uno dei
siti di ripopolazione più pregiati d’Europa. Succede che adesso il
ministero per l’Ambiente, retto dal «veneziano» Corrado Clini, ha
dato ragione a chi sosteneva l’obbligo della Valutazione strategica.
Smentendo così la Regione e anche l’Urbanistica comunale, che
dicevano il contrario. Così si va profilando un conflitto tra
l’assessorato all’Ambiente di Gianfranco Bettin, e l’Urbanistica di
Ezio Micelli. nei giorni scorsi Lega Ambiente ha duramente criticato
l’operazione, assegnando la maglia nera delle coste italiane di
Goletta verde proprio a Ca’ Roman. E adesso l’Ambiente passa al
contrattacco. In base alle nuove norme ambientali (la legge 106 del
2011) tutti gli strumenti attuativi dei Piani urbanistici vanno
sottoposti alla verifica di Impatto ambientale allargata. Senza quella,
non può essere rilasciato alcun permesso. Uno smacco per
l’assessorato all’Urbanistica, un punto a favore dell’assessorato
all’Ambiente e di Bettin, negli ultimi tempi un pio’ nel mirino
delle associazioni per la questione Ca’ Roman. «Ma in questo caso
la nostra posizione coincide con quella del coordinamento delle
associazioni ambientaliste del Lido», dice l’assessore, «una
posizione che risulta rafforzata dall’indirizzo del ministero per
l’Ambiente e dal fatto che il governo abbia deciso di impugnare
davanti alla Corte costituzionale la norma della Regione Veneto che di
fatto esclude l’obbligo della Valutazione per operazioni di questo
tipo». Adesso l’intero procedimento dovrà essere sospeso. Per evitare,
dopo il conflitto istituzionale tra ministero dell’Ambiente e
Regione, anche quello tra due assessorati dello stesso Comune.
«Sospendere l’iter della delibera», ha scritto la Direzione Ambiente di
Ca’ Farsetti. Altra frenata per un progetto ormai pronto, che fa
discutere. Il timore delle associazioni e degli abitanti è che adesso al
Lido e a Pellestrina si faccia strada la cementificazione di un
luogo naturale unico al mondo, tra mare e laguna. Il progetto Ca’
Roman, con darsena annessa – curato dallo studio Mar – è sul tappeto da
qualche anno. In fase di approvazione dal 2010, Ma altri progetti
sono in discussione al Lido. Le 32 nuove villette al Forte di Malamocco
(Est Capital) E poi le nuove villette agli Alberoni (con darsena)
della società dei De Col. Per non parlare del grande insediamento
nell’ex Ospedale al Mare (Est Capital) e della darsena di San Nicolò da
mille posti barca (Est Capital, Mantovani, Condotte, Fincosit). «Ma
per dare il via alle autorizzazioni», ribadiscono a Ca’ Farsetti,
«occorre ora aspettare l’esito della Valutazione strategica»
lunedì 20 agosto 2012
Ca’ Roman utilizzato in documenti ufficiali
Il 18 agosto, nella lettera “Più rispetto per il nome storico”,
pubblicata sulla Nuova, l’assessore all’Ambiente del Comune di
Venezia Gianfranco Bettin sostiene che, per indicare la località a
sud di Pellestrina, la grafia storicamente usata è Caroman e non Ca’
Roman. A sostegno di questa tesi cita diverse mappe storiche del
1800 e documenti del Magistrato alle Acque, di cui alcuni abbastanza
recenti. In effetti, il termine Ca’ Roman si fa strada dalla metà
del ‘900. Oggi, con qualche eccezione, è universalmente utilizzato in
documenti ufficiali del Magistrato alle Acque (Nuovi interventi per
la salvaguardia di Venezia – 2004), del Comune di Venezia e dello
stesso Assessorato all’Ambiente ( Valutazione di incidenza ambientale
per il piano di recupero dell’ex colonia di Ca’ Roman – 2011).
L’Assessore, quindi, utilizza non un termine sbagliato ma arcaico. Se
dovessimo seguire il suo criterio, dovremmo darci da fare per
ribattezzare tutta la toponomastica, chiamando, ad esempio “Chioza”
(come ai tempi del Sabbadino) l’attuale Chioggia e “Pelestrina” (come
indicato nella mappa del Dénaix, 1809-1811) l’attuale Pellestrina.
La topologia è come la lingua: cambia nel corso del tempo. A chiudere la
questione ci pensa, in ogni caso, l’autorevole Lorenzetti (1926)
che chiarisce come Caroman sia la corruzione di Ca’ Romani. La
moderna versione è, quindi, quella più fedele al nome originale del
sito. Ritengo che, più che su sterili disquisizioni toponomastiche,
l’attenzione e il tempo dell’assessore dovrebbero concentrarsi in
concrete azioni per tutelare un habitat oggi fortemente minacciato
da un progetto di “recupero”. Le occasioni non dovrebbero mancargli.
Federico Antinori
domenica 19 agosto 2012
A riva in barca, raffica di multe
Altra raffica di multe della Capitaneria di Porto contro chi raggiunge
in barca la riva della spiaggia di Pellestrina. Ieri pomeriggio i
militari sono entrati in azione per l’ennesima volta lungo l’arenile
dell’isola, sanzionando tutti i proprietari delle imbarcazioni che
avevano violato le norme di legge. Da anni, infatti, sono previsti nelle
ordinanze limiti precisi che impongono alle barche di mantenere
una distanza dalla riva di 500 metri, fatto salva la presenza di
corridoi con boe che portano fino alla riva stessa. Cosa che però a
Pellestrina non c’è, e quindi le multe sono state inevitabili. Un
aspetto, quello dei controlli, che nel maggio scorso la Capitaneria
aveva garantito proprio per evitare incidenti o problemi nelle
spiagge libere come quelle di Pellestrina. «È un aspetto che accogliamo
con estremo favore, quello delle multe», ha sottolineato ieri il
presidente della Municipalità, Giorgio Vianello, sul posto mentre i
militari sanzionavano i proprietari delle barche. «Le regole ci
sono e vanno rispettate, soprattutto quando si rischia di creare un
pericolo». Intanto Veritas ha posizionato numerose boe, su indicazione
del Comune, al largo dell’isola, proprio per indicare alle
imbarcazioni il limite da non oltrepassare. Un intervento seguito
all’interpellanza presentata al sindaco dal consigliere comunale di
Pellestrina, Alessandro Scarpa “Marta”. «Ieri si è dimostrato che
neppure le boe servono da sole a garantire il rispetto delle regole», ha
aggiunto il presidente della Municipalità. (s.b.)
sabato 18 agosto 2012
Ca’ Roman? No, caroman Più rispetto per il nome storico
Il correttore automatico, immagino, ha modificato in una mia
lettera alla “Nuova Venezia” pubblicata ieri il nome Caroman, da me
utilizzato, in Ca’ Roman, come spesso accade. Preciso che la grafia
storicamente usata (ad esempio: mappa del Sabbadino, 1556; Dénaix,
1809-1811; De Bernardi, 1843; Genio Civile Venezia, 1901;
Magistrato alle Acque Venezia 1932, 1971, 2003) costantemente riporta la
versione Caroman. Non per eccesso d’acribia lo sottolineo, ma la
necessaria fedeltà ai luoghi che implica anche il rispetto del loro
nome storico. Grazie. Gianfranco Bettin Assessore all'Ambiente
mercoledì 15 agosto 2012
Pellestrina, due incendi in un giorno
Il primo nel pomeriggio, il secondo nella notte, a fuoco zone incolte. Potrebbero essere tutti di origine dolosa
martedì 14 agosto 2012
«Ca’ Roman, Comune a favore»
«Non risulta proprio che tra gli amministratori del Comune di Venezia
qualcuno abbia chiesto con forza la Vas, la valutazione ambientale
strategica per il Piano di Recupero di Ca' Roman. La deliberazione di
giunta che ha approvato il progetto nega anzi la necessità di Vas,
con la contro deduzione all'osservazione 2/A del Coordinamento delle
associazioni ambientaliste del Lido, che lamentava la mancanza
della Vas». Lo scandisce forte e chiaro l’architetto Marco Zanetti - a
nome delle associazioni ambientali mobilitate da mesi contro il
progetto, bocciato anche dalla Municipalità - in risposta
all’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin. Bettin, infatti - nel
commentare la “bandiera nera” attribuita da Legambiente al progetto
per realizzare accanto all’oasi di Ca’ Roman 42 villette bifamiliari -
aveva rivendicato al Comune la richiesta di Vas negata dalla
Regione Veneto e ora disposta dal ministero. «Se il ministero
dell'Ambiente ha ribadito la necessità di Vas», chiarisce Zanetti, «lo
ha fatto proprio sulla base di un quesito del Coordinamento delle
associazioni ambientaliste del Lido. Lo stesso Coordinamento ha
presentato venerdì 11 agosto una formale istanza di annullamento
del piano di recupero alla Provincia di Venezia.La relativa
documentazione è pubblicata sul sito www.unaltrolido.com, dove c’è
pure la lettera al sindaco e al direttore generale, con invito a
prendere misure in autotutela. Se Legambiente ha ritenuto di
assegnare la bandiera nera al "cemento di Ca' Roman", sul podio
dovrebbero salire ex equo sia la società proprietaria, sia
l'amministrazione». (r.d.r.)
Incendio di canneti. Il secondo nella zona
Un incendio ha mandato in fumo ieri pomeriggio canneti e rovi che
occupavano alcune centinaia di metri quadrati di terreno in zona La
Mara a Pellestrina. A far scattare l’allarme alcuni passanti che hanno
chiesto soccorso ai vigili del fuoco segnalando il rogo attorno
alle 18. Sul posto sono arrivati cinque volontari della Protezione
civile di Pellestrina e una squadra dei vigili del fuoco partita da
Venezia e arrivata con un motoscafo. I volontari, con il supporto di
una autobotte da 600 litri d’acqua hanno iniziato subito le
operazioni da terra, mentre i pompieri che hanno fatto altrettanto
usufruendo degli idranti e delle apparecchiature di bordo sul lato
laguna. L’intervento non è stato facile, e ha impiegato gli uomini
sul campo per oltre due ore. Non si registrano danni a cose o persone,
dal momento che le abitazioni dell’area si trovavano comunque a
debita distanza. Ora i vigili del fuoco stanno cercando di stabilire la
natura del rogo. A insospettire è il fatto che lo scorso anno, il
27 agosto, un altro rogo aveva bruciato canneti sempre nello stesso
punto.
domenica 12 agosto 2012
Bandiera nera al cemento di Ca’ Roman
di Roberta De Rossi Dopo averne fregiato nel 2011 il commissario
straordinario Spaziante per l’autorizzazione al mega progetto di
darsena a San Nicoletto, quest’anno Legambiente pianta la bandiera dei
pirati a Ca’ Roman, bocciando l’insediamento turistico che vedrà
spuntare 42 villette bifamiliari a ridosso dell’oasi ambientale: questo
“l’omaggio” di Legambiente in occasione della presenza di Goletta
Verde in laguna, occasione per sondare non solo lo stato di salute
del mare lungo i litorali, ma anche quello delle coste, puntando i
riflettori «contro la bramosia del ciclo del cemento». «Questo
intervento, per quanto legittimo dal punto di vista delle
autorizzazioni», commenta Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente
Veneto, «è un ennesimo attentato all’integrità ecologica del
territorio: camuffato da progetto di risanamento e ristrutturazione,
comporterebbe inutili colate di nuovo cemento in un’area dove in
passato sorgeva una colonia estiva gestita dalle suore Canossiane e ora
verte in completo abbandono». Un luogo - si rileva - che ricade
nell’ultima area selvaggia della laguna veneta, l’oasi Lipu di Ca’
Roman, in cui trovano asilo 170 specie di uccelli e alcuni insetti
unici al mondo, tra cui i coleotteri Phaletia bimaculata e Scarites
laevigatus, caratteristici degli ambienti dunali e in via di
estinzione. «Tutte le associazioni ambientaliste si sono
mobilitare», aggiunge ancora Luigi Lazzaro, «e Legambiente è da sempre
contraria a progetti di cementificazione delle coste e non possiamo
che puntare il dito contro quest’ennesima violenza su un territorio
bello quanto fragile. Il progetto è oggetto di vari ricorsi: se
pensato diversamente avrebbe potuto riqualificare la zona. La bandiera
nera non è un accusa: vuol essere un monito alla riflessione di
proprietà e amministrazione, nel considerare le conseguenze di
progetti che non fanno che aggravare le problematiche di consumo di
suolo e cementificazione della costa: diciamo un secco no a questo
progetto come a quello della darsena degli Alberoni». Nei giorni scorsi,
il ministero per l’Ambiente ha indicato per il progetto la
necessità di una Valutazione ambientale strategica. «In questo paese c’è
la falsa convinzione che con il cemento si faccia sviluppo»,
commenta l’assessore all’Ambiente, Gianfranco bettin, «il caso di
Ca’ Roman è diverso: i progettisti hanno cercato un impatto poco
invasivo e il Comune non ha potuto altro che dare prescrizioni,
chiedendo però con forza la Vas, che dipende dalla Regione. La vera
soluzione sarebbe stata ampliare l’oasi Lipu, ma non dipende da
noi. Il rischio peggiore deriverà semmai dalla baracconata
indecente della nuova darsena di San Nicoletto, sulla quale dobbiamo
vigiliare per l’impatto sull’ambiente». Un caso, quello delle 42
villette, oggetto di interrogazioni del Gruppo misto e denunce delle
associazioni ambientaliste, che hanno chiesto alla Provincia la
revoca dell’autorizzazione del piano di recupero. Ieri, Libera e
Legambiente hanno anche assegnato il Premio Ambiente e Legalità
2012: tra i sette premiati, anche luogotenente Fabio Liborio Lagattolla,
comandante del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di
Venezia.
venerdì 10 agosto 2012
Notte di San Lorenzo all’oasi della Lipu
Oasi di Ca’ Roman Pellestrina oasi.caroman@lipu.it - 347-4977129 Doppio
appuntamento per la notte di San Lorenzo e le stelle cadenti oggi
all’oasi Ca’ Roman a Pellestrina, con la Lipu, che gestisce l’oasi, e il
Servizio educazione ambientale del Comune, il Circolo Astrofili di
Marghera. Alle 20.15 i volontari della Lipu accompagnano in una visita
guidata per ascoltare e riconoscere i canti degli uccelli notturni,
soprattutto civette, gufi e allocchi, che popolano l’oasi. Alle 22
invece inizia l’osservazione del cielo stellato sotto la guida degli
astrofili. La visita si concluderà verso le 23.30 e sarà annullata
in caso di pioggia. L’oasi è raggiungibile con la linea 11 Actv da
Chioggia e dal Lido.
giovedì 9 agosto 2012
Sagra di Portosecco - 2012
Sabato 11 agosto
ore 17.45 Quadrangolare Pallacanestro in piazza.
ore 21.00 Serata danzante “Happy Days”
Domenica 12 agosto
ore 09.00 Gara di pesca
ore 10.30 Messa Solenne con la partecipazione del coro di San Pietro in Volta.
ore 18.45 Vespro
ore 19.15 Processione accompagnata dalle bande Isolane .
ore 21.30 Serata danzante con l’orchestra ”Serena Valle.”
Martedì 14 agosto
ore 21.00 Serata danzante con “Filadelfia.”
Mercoledì 15 agosto
ore 10.00 Pedalando per i Murazzi
ore 10.30 Santa Messa della Solennità dell’Assunzione di Maria
In collaborazione con il Coordinamento delle remiere, si organizza 4 regate
“Voga alla Veneta”
ore 15.30 Regata su Mascarete “Schile”
ore 16.30 Regata su Mascarete “Maciarele”
ore 17.15 Regata su Mascarete “Senior”
ore 18.00 Regata su Gondole a 4 remi
ore 21.00 Serata danzante con l’orchestra “Spazio Zero Band”
ore 23.45 Lotteria a Premi.
Sarà allestito uno stand gastronomico nelle giornate “11-12- 14- 15 ”, nella piazzola antistante il Ristorante da Memo.
mercoledì 8 agosto 2012
Chioggia protesta per il corso trasferito a Venezia
Su 15 ragazzi di Chioggia e Pellestrina che vorrebbero iscriversi alla
quarta classe del corso “Tecnico del mare” dell'istituto Giorgio
Cini, solo due sono disposti a trasferirsi a Venezia (i due
pellestrinotti, ndr) ma anche loro preferirebbero Chioggia. È il
risultato del “sondaggio” che il dirigente scolastico, Gianni Colombo,
ha condotto lunedì tra le famiglie dei ragazzi coinvolti e che
dovrebbe essere trasmesso all'ufficio scolastico provinciale per
sollecitare un ripensamento della programmazione che vuole la quarta
classe collocata nella sede veneziana dell'istituto, o niente. Ma,
in questa fase “calda” della programmazione scolastica il dirigente
dell'ufficio scolastico provinciale, Domenico Martino, «è in ferie»
dice l'assessore all'istruzione di Chioggia, Silvia Vianello. «Ma il
problema vero», aggiunge, «è che con gli uffici scolastici preposti
non siamo mai riusciti a dialogare. Una lettera, firmata da me e
dal sindaco Casson, spedita il 25 luglio, all'Ust di Venezia, in cui
facevamo presente l'importanza, per una città come Chioggia, della
presenza di quel corso d'istruzione e del diritto, per i ragazzi, di
completarlo, è rimasta senza risposta, come pure altre proposte
alternative che, tramite il dirigente Colombo, erano state prospettate
agli uffici scolastici provinciale e regionale. È un comportamento
vergognoso, di fronte al quale non staremo certo a guardare».
(d.deg.)
martedì 7 agosto 2012
“Apparizione”, festa record
L’edizione 2012 della Festa della Madonna della Apparizione è stata
quella dei record. Per il pubblico presente, in primo luogo, con
una affluenza che anche nel week end ha visto migliaia di persone
partecipare ai riti religiosi in ricordo dell’apparizione che nel
1716 ebbe il piccolo Natalino Scarpa Dei Muti. Una festa che è nella
tradizione dell’isola, e che ha visto moltissimi turisti arrivare a
Pellestrina anche da Chioggia, con i mezzi Actv di linea 31 spesso
pieni. Ma non sono mancati residenti dal Lido e dal centro storico, che
hanno voluto assaggiare le specialità culinarie, seguire gli
eventi culturali e musicali, fino alla consueta e combattuta regata dei
campioni di voga alla veneta. E mentre sull’isola si smontano
palchi e stand, già c’è chi guarda molto in là, all’edizione del
2016, quando si festeggeranno i tre secoli di questa festa molto
sentita. (s.b.)
In barca fino alla spiaggia raffica di multe sul litorale
Sulle spiagge degli Alberoni, di San Pietro in Volta e di Pellestrina,
ma accade anche a Punta Sabbioni, soprattutto nei fine settimana,
arrivano le barche, che si avvicinano pericolosamente alla riva con il
motore acceso, spesso, nonostante vi siano i bagnanti, si fermano
addirittura sul bagnasciuga. Un rischio grave per tutti coloro che
stanno in acqua per un bagno:Più volte la situazione è stata
segnalata e sabato e domenica scorsi la Guardia costiera ha fatto
scattare i controlli con due unità e, in due giorni, sono fioccate
ben 42 sanzioni amministrative ad altrettante imbarcazioni perché
avevano superato la fascia di sicurezza. In tanti hanno protestato,
sostenendo di non essere a conoscenza della norma, altri hanno
cercato di convincere gli uomini della Capitaneria di porto che non
sarebbe più accaduto, infine altri ancora hanno protestato meno
gentilmente. Tutti, però, hanno dovuto sborsare 172 euro per aver
violato le norme sulla sicurezza della balneazione, una cifra che
di questi tempi è un peso notevole sborsare. La norma, basta leggerla, è
chiara: afferma che la navigazione per tutte le imbarcazioni a
motore è interdetta entro la fascia dei 500 metri dalla costa.
Naturalmente, l’imbarcazione può avvicinarsi alla riva, ma dai 500 metri
in poi il motore deve essere spento e l’avvicinamento, facendo
grande attenzione, deve avvenire soltanto con i remi. Accade, però, che
spesso i remi in barca non ci sono, anche se farebbero parte della
dotazione obbligatoria di bordo, altri li hanno ma sono piuttosto corti
e utilizzarli comporta un’enorme fatica soprattutto se c’è da
percorrere una grande distanza, ci sono poi quelli che proprio non
si preoccupano e vanno dritti. Stando agli uomini della Guardia
costiera, la maggior parte di coloro che tra sabato e domenica sono
stati sanzionati provengono dalla terraferma, sono delle province di
Padova e Venezia, della Riviera del Brenta. «I veneziani», spiega
uno di quelli che ha operato nel weekend, «frequentano di più la
laguna, si mettono dietro l’isola di Poveglia o vanno sul bacan, di
fronte all’isola di Sant’Erasmo, mentre chi arriva in spiaggia agli
Alberoni o a Pellestrina parte da Chioggia o dalle cavane sulla
Riviera». Un tempo, all’esterno della diga degli Alberoni c’era un
specie di quadrato con un corridoio fino alla spiaggia, delimitato
da numerose boe. Grazie a quelle, la gente sapeva che lì non poteva
inoltrarsi a nuotare e le barche potevano avvicinarsi alla riva
senza pericolo per chi stava in acqua. Da qualche tempo non c’è più e
quindi lungo le due isole, quelle del Lido e di Pellestrina, non
c’è uno spazio per chi con la barca voglia raggiungere la spiaggia.
Nelle scorse settimane, la Capitaneria di porto ha chiesto al
Comune di occuparsene, di ripristinare almeno un corridoio agli Alberoni
o a Pellestrina, in modo da permettere alle imbarcazioni di
avvicinarsi alla riva, senza rischiare di colpire o addirittura
affettare i bagnanti. E senza rischiare di essere «pizzicati» dalla
Guardia costiera e di dover pagare una multa piuttosto salata.
lunedì 6 agosto 2012
Trionfo dei Vignotto nella sfida su pupparini
Regata Storica alle porte. Archiviata Pellestrina, si aprono nei
prossimi giorni le iscrizioni per le quattro regate della Storica,
in programma il 2 settembre. I pupparini dei giovanissimi, le caorline
dei sestieri a sei remi, le mascarete donne. E i gondolini dei
campioni. Grande attesa per il rientro di Giampaolo D’Este (nove
bandiere rosse al suo attivo in Canal Grande) e Ivo Redolfi Tezzat
(5). Quest’anno non hanno partecipato ad alcuna regata comunale
preferendo concentrarsi sui gondolini. Sarà una sfida appassionante
quella con i Vignotto (dieci bandiere rosse), che nella stagione 2012
hanno vinto quasi tutto.(a.v.) di Alberto Vitucci Ancora Vignotto.
Rudi e Igor si aggiudicano senza fatica (caldo a parte) anche la
regata su pupparini di Pellestrina, ultima prima della Regata Storica.
Applausi per loro al traguardo, applausi anche per la sorpresa Luca
Quintavalle e Gaetano Bregantin, giunti secondi. Qualche attimo di
apprensione per un malore occorso a Tiberio Sabbadin. Il pupparino
arancio era al terzo posto, a 150 metri dal traguardo, quando il prviere
si è sentito male e ha perso il remo. Immediati i soccorsi e
conseguenze per fortuna lievi. Gesto di grande sportività al traguardo
da parte dei beniamini locali Andrea Bertoldini e Martino Vianello,
giunti terzi per l’abbandono dell’arancio. «La mia bandiera la
regalo a Tiberio», ha annunciato Vianello. Fair play che fa ben sperare,
in una stagione finora corretta ed esemplare. Grande spettacolo
anche ieri nell’isola. Tutti in bici lungo le rive e in barca per
seguire le tre regate. Tra le donne ancora un successo di Luisella
Schiavon e Giorgia Ragazzi, davanti alle sempre più in forma Silvia
Scaramuzza e Debora Scarpa. Per la cronaca, il celeste è stato ieri
il colore superfortunato. Tutti e tre gli equipaggi vincitori di
campioni, donne e giovanissimi hanno infatti sorteggiato la barca
celeste e la corsia 1. Campioni che si preparano alla Storica,
dunque. Con un dominio nella stagione 2012 dei cugini di Sant’Erasmo
Rudi e Igor Vignotto. Gara senza problemi per loro, che nel 2012
hanno vinto quasi tutte le regate comunali, Redentore e Murano su
gondole a un remo (primo e secondo). Tra le donne riecco la
Schiavon, a che lei candidata al vincere la Storica sulle mascarete.
Grande sorpresa Scaramuzza, un po’ di delusione per il settimo
posto di Gloria Rogliani al rientro con la
nuova compagna Romina
Cartanzaro. Ottimo il terzo posto di Luigina Davanzo e Elisabetta
Nordio. Tra i giovanissimi vittoria netta dei due beniamoni di casa,
Nicola Ballarin e Andrea Rosada sul celeste. Dominatori della
stagione 2012 favoriti per la Storica di settembre. Un malore per il
caldo con intervento dell’ambulanza ma nessuna conseguenza per Simone
Costantini, poppiere dell’arancio. Gondole campioni: 1) celeste
Rudi e Igor Vignotto; 2) rosa Luca Quintavalle e Gaetano Bregantin; 3)
viola Andrea bertoldini e Martino Vianello; 4) rosso Fabio Zane e
Alessandro De Poli; 5) canarin Fabio Donà e Luca Ballarin; 6) marron
Alberto Garlato e Alessandro De Pol; 7) verde Stefano Tagliapietra e
Maurizio Rossi; 8) bianco Roberto Angelin e Fabio Barzahi; ritirato
Alessandro secco e Tiberio Sabbadin. Mascarete donne: 1) celeste
Luisella Schiavon e Giorgia Ragazzi; 2) marron Silvia Scaramuzza e
Debora Scarpa; 3) bianco Luigina Davanzo e Elisabetta Nordio; 4)
verde Elena e Valentina Tosi; 5) viola Giulia Tagliapietra e Erika
Zane; 6) rosso Nausicaa Cimarosto e Chiara Curto; 7) canarin Gloria
Rogliani e Romina Catanzaro; 8) arancio Rossana Scarpa e Giovanna
Zennaro; 9) rosa Maria Cristina Vianello e Francesca Brotto. Pupparini
giovanissimi: 1) celeste Nicola Ballarin e Andrea Rosada; 2) marron
Roberto Ballarin e Davide Vianello; 3) bianco Matteo Zane e Vittorio
Bacciolo; 4) canarin Simone Bertotto e Daniele Salvadori.
domenica 5 agosto 2012
Regata di Pellestrina, vittoria senza troppa fatica per i Vignotto nell’ultima competizione prima della regata Storica
Igor e Rudi conquistano la bandiera senza difficoltà (caldo a parte).
Tra le donne su mascarete si impongono Luisella Schiavon e Giorgia
Ragazzi
Ancora Vignotto. Applausi per loro all’arrivo nella regata su
pupparini di Pellestrina, ultimo appuntamento prima della Regata
Storica. Applausi anche per la sorpresa Luca Quintavalle e Gaetano
Bregantin, arrivati secondi. Tra i giovanissimi si impongono Nicola
Ballarin e Andrea Rosada. Momenti di apprensione per un malore occorso a
Tiberio Sabbadin, sul pupparino arancio.
Un bel gesto: Vianello della barca viola, arrivato terzo, dopo il
ritiro dell’arancio, decide di regalare la bandiera a Sabbadin.
Si sente male, causa il caldo, anche il poppiere Simone Costantini.
Grande, come sempre, lo spettacolo per l’isola di Pellestrina con
tantissima gente sulle rive e pure in bicicletta a seguire le sfide in
acqua delle tre regate.
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