domenica 31 marzo 2013
Sequestrata la marijuana denunciato un operaio
Teneva hashish e marijuana nascoste in un garage che gli serviva anche
da capanno, ma i carabinieri hanno scoperto la droga e proceduto al
suo sequestro. Così P.V. 41enne operaio, l'altro giorno, si è trovato
denunciato, in stato di libertà, per detenzione ai fini di spaccio
di sostanza stupefacente. L'uomo, incensurato e residente a Pellestrina,
era stato notato dai militari, verso le 23 del 26 marzo, mentre
compiva strani movimenti attorno all'edificio, in sestiere Scarpa,
che usa come magazzino e rimessa. A quel punto sono iniziati i
controlli, prima con l'identificazione dell'operaio, poi con la
perquisizione del capanno e quella personale dell'uomo. In breve sono
saltati fuori 32 grammi di marijuana e un grammo di hashish.
Quantità, tutto sommato modeste, ma accompagnate dal rinvenimento di due
bilancini di precisione e strumenti per il confezionamento e
taglio della sostanza stupefacente. E sono stati soprattutto queste
ulteriori scoperte a configurare l'ipotesi di spaccio a carico del
41enne operaio che, ora, dovrà difendersi dalle accuse dinanzi a un
giudice. Diego Degan
giovedì 28 marzo 2013
Pellestrina, il “fratino” si prende la rivincita sul Mose
Per poco, qualche anno fa, i loro nidi non avevano fermato i
cantieri del Mose. L’Unione Europea che protegge gli uccelli acquatici
aveva aperto una procedura di infrazione contro il governo
italiano, il Magistrato alle Acque e il Consorzio Venezia Nuova per i
cantieri «abusivi» aperti a Ca’ Roman, San Nicolò e Santa Maria del
Mare. Adesso fratino e fraticello, uccelli rari svernanti in laguna, si
prendono la loro rivincita. Il Magistrato alle Acque ha annunciato
un progetto di tutela con aree protette nella spiaggia di Pellestrina.
Per difendere la nidificazione delle due specie rare, minacciate
dall’urbanizzazione. «L’idea è quella di riservare ai nidi del
fratino alcune aree della spiaggia», dice Alfredo Caielli, ingegnere
dell’Ufficio Salvaguardia, «da proteggere con una leggera
recinzione in legno, ben segnalata con i cartelloni». Anche l’ufficio
delle Infrastrutture dunque riscopre la tutela delle specie
protette. Eppure, non molti anni fa, la polemica sui fratini aveva
raggiunto livelli infuocati. Il ricorso all’Europa lo avevano
presentato le associazioni ambientaliste, in testa la Lipu (Lega
italiana per la protezione uccelli) e Italia Nostra. Il Comune aveva
dato una mano, allora il sindaco Cacciari tentava di far passare
l’esame di alternative meno costose e impattanti al Mose. Strali e prese
in giro da parte dell’allora presidente della Regione – oggi
deputato del Pdl – Giancarlo Galan. «Non vorremo fermare un’opera del
genere perché il Comune difende quattro uccelletti?». E i quattro
uccelletti adesso si riprendono il territorio, pur in parte
compromesso dai grandi cantieri delle dighe mobili. Il fratino, ordine
Charadriforme, famiglia Charadridae, è un piccolo e ormai raro
uccellino limicolo dalle zampe sottili e lunghe, che nidifica nei
litorali sabbiosi. Il fraticello, detto anche rondine di mare
minore, ha le stesse abitudini. La loro specie era messa a repentaglio
dall’avanzare delle attività umane, e adesso dai cantieri del Mose e
dai rumori per la produzione dei cassoni. Sono entrambi protetti dalla
Direttiva «Uccelli», e per questo l’Ue aveva aperto il
procedimento, poi archiviato pur con prescrizioni, Adesso arrivani
le aree protette.
Ca’ Roman, arriva lo stop ai lavori
Stop ai lavori per le nuove villette a Ca’ Roman. Il Consiglio di Stato
ribalta la sentenza del Tar veneziano e accoglie il ricorso
presentato da Italia Nostra e dalle associazioni ambientaliste che
chiedeva la sospensione d’urgenza dei lavori. «La richiesta di
appello appare fondata», scrive nella sentenza il presidente della
Quarta sezione giurisdizionale Marzio Branca. Dunque, scrivono i
giudici, «appare opportuna la non intervenuta modificazione dei luoghi
tale da non compromettere l’interesse del quale l’associazione è
portatrice». Dunque, non si tocca nulla. Si dovrà attendere adesso
la sentenza di merito. Ma il fatto che i giudici amministrativi di
secondo grado abbiano accolto l’istanza di sospendere i lavori già
autorizzati è un punto importante a favore dei ricorrenti. «Una svolta»,
commentano le associazioni. Soddisfatti anche i consiglieri
comunali che avevano votato contro la delibera, proposta
dall’assessorato all’Urbanistica e votata qualche mese fa dal
Consiglio comunale e dalla Muncipalità. «Avevamo ragione», dicono
Nicola Funari e Renzo Scarpa del Gruppo Misto, Sebastiano Bonzio della
Sinistra. Adesso si dovrà attendere la sentenza definitiva, e per
l’impresa padovana che ha avviato l’investimento si tratta invece di un
duro colpo. Il progetto, elaborato dallo studio Mar, prevedeva di
realizzare 42 nuove villette nell’area verde degli «ex Orti»,
occupata fino a qualche anno fa da una colonia delle suore. Spazi
dismessi e ora destinati a diventare un centro turistico. Nuove
edificazioni nel verde, rispettose del’ambiente, dicono i progettisti.
Ma la sollevazione degli abitanti dell’isola e i ricorsi delle
associazioni alla fine hanno prodotto un effetto. Il nodo del contendere
è se fosse necessaria la Valutazione ambientale strategica per
modificare luoghi sottoposti a vincoli in laguna. Secondo l’Urbanistica
era sufficiente la Vinca (Valutazione di Incidenza ambientale». I
giudici hanno per ora dato ragione alla prima ipotesi.(a.v.)
Aggredisce l’arbitro, stop di un anno
Un anno di squalifica per tentata aggressione all'arbitro. È questa la
sanzione inflitta a Federico Busetto, giocatore del Nuovo San
Pietro (Seconda categoria), espulso domenica nel corso della gara
giocata contro l'Esedra. Busetto è stato fermato fino al 31 marzo
del 2014 perchè dopo un gol segnato dagli avversari si dirigeva verso
l'arbitro «urlando insulti, agitando le braccia e minacciandolo di
morte. Giunto vicino all'arbitro, gli veniva segnalato il provvedimento
di espulsione, che suscitava una reazione ancor più violenta,
manifestando la volontà di colpire il direttore di gara, trattenuto
a stento dal capitano e dai compagni di squadra. Si tratteneva nel
terreno di gioco per oltre un minuto, continuando a inveire e
cercando di sottrarsi al controllo dei compagni per raggiungere
nuovamente l'arbitro. Difatti riusciva a svincolarsi e, raggiunto
il direttore di gara, tentava di colpirlo con uno schiaffo al viso,
evitato con un tempestivo spostamento. Veniva, quindi, costretto ad
allontanarsi, trascinato di peso dai compagni. Si sottraeva nuovamente
al controllo, afferrava una manciata di fango e la scagliava contro
l'arbitro, raggiungendolo alla mano e allo stomaco. Questo
comportamento ritardava la ripresa del gioco per oltre due minuti.
Ancora nello spogliatoio, a fine gara, ha cercato il contatto fisico con
il direttore di gara, evitato per l'intervento dei compagni». Da
parte sua Marco Ghezzo, presidente del Nuovo San Pietro, afferma
che la società, multata di 100 euro, non farà ricorso. Questa, tra
l'altro, è la seconda squalifica di un anno a un giocatore del club
isolano, visto che già Devi Vianello è stato bloccato fino al prossimo
25 novembre».
mercoledì 20 marzo 2013
Sono previsti attracchi da Fusina a Pellestrina
I nuovi «punti ormeggio» individuati dal progetto sono una trentina.
Hanno lo scopo, si legge nello studio, «di soddisfare una domanda
di mobilità acquea finora inevasa o affidata a un «fai da te
inadeguato». Succede infatti che per scendere a terra molti
conducenti di barche occupassero posti barca già assegnati a
concessionari. Oppure venissero multati dai vigili per aver
lasciato il «natante incustodito. In Punta San Giuliano i posti barca
per l’ormeggio sono 19. A Fusina, davanti al terminal e vicino alla
fermata del vaporetto soltanto sei. Una decina i posti in fondamenta
delle Zattere, davanti ai Magazzini del Sale, altrettanti alle
Zattere davanti all’ex sede dell’Autorità portuale. Un pettine con
venti posti dovrebbe essere installato a Sacca Fisola, altri 19 alla
Junghans verso la laguna centrale. A Murano altri 19 posti dov’è la
Scuola Abate Zanetti, all’isola della Certosa (lato nord) altri 17.
Infine alcuni approdi saranno ricavati anche dove sono le darsene
esistenti, come alla Darsena della Misericordia, al Tronchetto e
alla Celestia. Numerose le nuove realizzazioni nell’estuario e nelle
isole maggiori. Tre alla Giudecca, sei al Lido (tra cui San Nicolò e
i porti rifugio già realizzati per il Mose agli Alberoni e Punta
Sabbioni), e poi a Sant’Erasmo (Torre Massimiliana) e poi
pellestrina e San Pietro in Volta, Forte Marghera, Fusina e Parco San
Giuliano. In terraferma sarà possibile approdare anche in via
Torino, e perfino all’aeroporto Marco Polo, traffico e onde dei taxi
permettendo. In totale trenta ormeggi a pagamento, sul modello dei
parcheggi in terraferma.(a.v.)
martedì 19 marzo 2013
Parte il conto alla rovescia per la riapertura del palasport
Il palasport di Portosecco è sempre più vicino all’essere riutilizzato
dopo i problemi vissuti negli ultimi due anni a causa dell’ennesimo
danno causato dal vento al tetto. Per festeggiare, in un certo senso,
la prossima riapertura alle attività sportive, la Municipalità ha
promosso uno spettacolo teatrale che andrà in scena sabato 30 marzo
alle 16. L’ingresso per il pubblico sarà libero. Nei giorni scorsi il
Comune ha terminato i lavori per quanto concerne la messa a norma
della copertura del palasport, ora mancano alcuni interventi per quel
che riguarda infissi e sanitari, poi l’impianto potrà essere
nuovamente affidato alle società sportive dell’isola che ne
vorranno fare uso. E sono molte, dalla pallavolo alle arti marziali,
passando per il calcio, la cui squadra del Nuovo San Pietro in
Volta necessiterebbe degli spogliatoi per non utilizzare più il
container esterno che ormai è in pessime condizioni. Un palasport
quanto mai necessario alle attività di giovani e meno giovani che non
trovano altri impianti dove potersi allenare. (s.b.)
Auto bruciate, l’Arma a caccia di testimoni
Non sono ancora finiti gli accertamenti tecnici dei vigili del fuoco che
stanno indagando sull’incendio che ha distrutto a Pellestrina le
tre auto, due delle quali utilizzate dagli operai della Mantovani Spa
per spostarsi sull’isola, nel parcheggio del ferryboat di Santa
Maria del Mare. Le indagini sono condotte dai carabinieri della
compagnia di Chioggia. Si tratta degli operai impegnati nella
realizzazione del Mose. Le fiamme hanno distrutto i due veicoli usati
dagli operai che lavorano al Mose e una terza di proprietà di Luca
Ballarin, dipendente di una società di rimorchiatori e regatante
che ha partecipato alla Storica. È il concorrente che nell’edizione
dello scorso anno è finito, per errore, contro la barca della
giuria. Per il momento non è semplice per gli investigatori ricostruire
quanto accaduto. Infatti quando le fiamme si sono sviluppate non
c’erano testimoni. Le tre auto, una è un piccolo furgoncino, erano ferme
nel parcheggio da parecchie ore. Tutto, quindi, fa pensare ad un
incendio doloso. Sul luogo, comunque, non sono stati trovati
contenitori di liquido infiammabile. Quando è scattato l’allarme il
fuoco aveva già avvolto, e parecchio, i tre veicoli. Quando sono
arrivati sul posto i vigili del fuoco, partiti da Venezia, per le auto
c’era ben poco da fare. In pratica quando le fiamme sono state
spente dei veicoli restava solo la carcassa e le ruote. Ora sono in
corso le analisi dei reperti presi dai vigili del fuoco sul luogo
dell’incendio. La pioggia non rende facile questo lavoro. Si
cercano eventuali testimoni che abbiano notato o sentito qualche cosa di
strano poco prima che l’incendio si sviluppasse. In questa
stagione a Pellestrina e a quell’ora c’è ben poca gente in giro. Ai
cantieri del Mose non ci sono mai stati attentati veri e propri,
nemmeno all’inizio dei lavori quando la contestazione dell’intervento
era molto più forte di adesso. A volte sono state sorprese persone a
rubare materiale all’interno dei vari cantieri. In una circostanza
chi contesta il sistema di dighe mobile ha occupato l’area del cantiere
del Lido nel periodo della mostra del Cinema.(c.m.)
lunedì 18 marzo 2013
Mantovani, rogo di auto vicino al cantiere
Distrutti da un incendio doloso due automezzi della Mantovani che
vengono impiegati dagli operai che lavorano nel cantiere del Mose
alla bocca di Porto di Malamocco. Le fiamme hanno coinvolto anche l’auto
di un residente. L’incendio è avvenuto sabato sera, poco prima
delle 23, nel parcheggio dell’imbarcadero di Santa Maria del Mare,
dove parte il ferryboat che collega l’isola con Punta Sabbioni.
Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri della compagnia di
Chioggia. Tutte le ipotesi sono aperte, compreso un eventuale
collegamento con la vicenda dell’arresto dell’ex presidente della
Mantovani Spa Piergiorgio Baita. A dare l’allarme è stato un passante
che ha visto alzarsi le fiamme. Allertati i vigili del fuoco, da
Venezia sono partite due squadre. I pompieri sono arrivati sul posto nel
giro di una decina di minuti. Purtroppo le fiamme avevano già
avvolto tre automezzi: un Fiat Doblò, un’Audi Sw e una Fiat Punto. I
vigili hanno potuto fare ben poco per salvare gli automezzi che sono
andati praticamente distrutti. Da quanto raccontato da alcuni
testimoni le fiamme sarebbero partite dal Doblò e dall’Audi. Sul posto
sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Pellestrina.
Quasi certamente si tratta di un incendio doloso anche se bisogna
attendere gli esiti degli accertamenti svolti dai vigili del fuoco
per stabilirlo senza ombra di dubbio. Nel frattempo, i veicoli e
l’area sono stati sequestrati. I primi due mezzi andati a fuoco
appartengono alla Mantovani e vengono utilizzati dagli operai che
lavorano al Mose per spostarsi dal cantiere in bocca di porto di
Malamocco all’imbarcadero del ferryboat. Auto e furgoncini della
ditta, inoltre, vengono parcheggiati anche nella zona antistante
l’imbarcadero del ferry per Chioggia. In questo momento nessuna
pista viene tralasciata, tantomeno il possibile collegamento
dell’incendio con quanto sta emergendo dalle indagini dopo
l’arresto di Piergiorgio Baita. Anche se al momento non si riesce a
capire quale possibile legame ci possa essere. Contemporaneamente
non viene tralasciata l’ipotesi che sia stato il gesto di qualcuno che
contesta la realizzazione del sistema di dighe mobili, anche se va
detto che ormai la gran parte dei lavori è stata ultimata.
giovedì 14 marzo 2013
Invalido a 11 anni, l’Inps non risponde
Da quattro mesi attendono le carte dall’Inps che permettono al figlio di
vedersi riconosciuta la disabilità, ma la cassetta della posta è
sempre inesorabilmente vuota. È la vicenda che sta vivendo una famiglia
di Pellestrina, il cui figlio undicenne è affetto da un ritardo
psicomotorio dalla nascita, che lo costringe su una sedia a rotelle.
Il 19 novembre scorso, nella sede di distretto dell’isola, i genitori
avevano accompagnato il figlio per sottoporlo alle visite di rito
che deve fare ogni cinque anni, per vedersi riconosciuta e confermata la
disabilità e conseguente invalidità. «Il problema è che a quelle
visite non hanno fatto seguito i verbali inviati per posta dall’Inps»,
spiega Margareta, la madre del ragazzo. «La revisione è un obbligo
cui dobbiamo sottoporre nostro figlio per poter far fronte alle
regole imposte dalla Legge 104 e per il riconoscimento della sua
invalidità. Ma nostro figlio non è ovviamente un falso invalido, e
lo si capisce anche senza sottoporlo alle visite, e senza quei documenti
rischia di perdere tutti gli aiuti di cui può godere, compresa la
maestra di sostegno a scuola». Il ragazzo frequenta la quarta elementare
a Pellestrina, ma la patologia plurima che lo affligge richiede
degli aiuti che sono fondamentali anche per la famiglia. «Non
parliamo di denaro», aggiunge la madre, «ma nel caso di mio marito dei
tre giorni mensili di cui può disporre per seguire direttamente il
figlio. C’è poi la questione dell’esenzione dei ticket sanitari, il pass
dell’auto per la Ztl quando abbiamo bisogno di accompagnarlo a
qualche visita e appunto la questione scolastica, che riteniamo un
aspetto fondamentale per la sua crescita. Senza insegnante di
sostegno sarebbe tutto molto più difficile». Ma da quattro mesi
tutto tace sul fronte della documentazione. «Abbiamo solo un certificato
che ci è stato rilasciato all’atto della visita, ma che non vale
nulla, così come ormai non vale niente la documentazione relativa alla
visita precedente che era stata fatta nel 2007», prosegue la madre
del ragazzo. «In pratica, è come se lui non avesse nessun problema e
non gli fosse stata riconosciuta l’invalidità in passato. È assurda
tutta questa situazione, e noi ci troviamo in grande difficoltà.
Stiamo parlando di elementi che sono un diritto per nostro figlio, non
stiamo rubando nulla ne chiedendo qualcosa di più di quanto non sia
già previsto dalla legge. Il nostro è un appello all’Inps perché
faccia in fretta». Simone Bianchi
«Gral, Ca’ Farsetti non c’entra»
A chiedere la chiusura del Gral nelle scorse settimane erano state in
primis le stesse cooperative lagunari, poi è toccato al sindaco
Orsoni criticare l’ente. Ieri la Provincia è scesa in campo e la
presidente Zaccariotto ha replicato al primo cittadino veneziano
senza tanti giri di parole. «A quale titolo si è espresso sul Gral il
sindaco Orsoni? Mi chiedo, dov’era il Comune di Venezia quando si
trattava di fare squadra per partecipare all’operazione di salvataggio
e rilancio della pesca, uno dei settori di massimo rilievo
nell’economia locale? Quelli che hanno avanzato proposte, e hanno
presentato un programma assolutamente innovativo, con idee concrete per
rispondere alle richieste dei pescatori siamo stati noi, con il
supporto di Veneto Agricoltura, che aveva proposto anche il
potenziamento dell’incubatrice per il seme a Pellestrina. Ma
nessuno ci ha seguiti in questa progettualità. In fondo nessuno ci ha
creduto davvero, e adesso troviamo nuovamente i pescatori che
protestano per la carenza di seme». E ancora: «Dove sono le proposte del
Sindaco per risolvere questa situazione? Quello che è certo è che
il Comune di Venezia non c’entra più nulla con il Gral, da quando
ha deciso di uscire dalla compartecipazione societaria. Chi ha risanato
il Gral, tagliando già nel 2010 oltre 210 mila euro di costi di
struttura, non sono certo stati i soggetti più direttamente interessati
alla pesca in laguna, i Comuni di Venezia e Chioggia, è stata
invece la Provincia di Venezia. E nel 2012 il bilancio della
società Gral ha finalmente chiuso in utile, con un aumento di 40 mila
euro dei ricavi derivanti dalle concessioni delle aree lagunari,
pur a fronte di una complessiva diminuzione del valore della produzione,
pari a 112 mila euro l’anno». «Prima di esprimere giudizi»,
conclude la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, «occorre
vedere come trovare ulteriori soluzioni percorribili per rispondere
in modo costruttivo alle esigenze dei rappresentanti del settore
della pesca». (s.b.)
martedì 12 marzo 2013
Pesca, fumata grigia Il sindaco chiede l’abolizione del Gral
Fino a qualche anno fa lo chiamavano «l’oro della laguna». Molluschi
bivalvi molto richiesti e soprattutto presenti in massa nei fondali
lagunari. Il tapes philipinarum, specie importata di vongole veraci
aveva presto soppiantato la specie autoctona, la Tapes Decussatus.
Guadagni facili, in certi casi, ricchezza improvvisa, con qualche danno
alla laguna provocato da mezzi non adatti e pescatori senza regole.
Adesso la ricchezza non c’è più. E tutto torna in discussione. Abolire il Gral e ampliare le aree di
pesca in laguna. E’ la proposta avanzata ieri dalle cooperative dei
pescatori di Pellestrina e Burano, al termine di un lungo incontro in
commissione consiliare, alla presenza del sindaco Giorgio Orsoni e
dell’assessore provinciale alla pesca Fabrizio Zulian. Richiesta
appoggiata dal sindaco, che si è espresso a favore di una
«semplificazione dell’iter burocratico per rilanciare l’attività di
pesca». Seduta durata più di tre ore, toni molto accesi. Domenico
Gorin, presidente della cooperativa Piccola Pesca e Luigi Vidal per
i pescatori di Burano hanno illustrato la drammatica situazione in cui
versa il settore della pesca lagunare. Calo di fatturato, molluschi
semore più rari, aree vietate, costi ormai insostenibili. Famiglie in
crisi. «perché non si esce più, facciamo la fame», denunciano i
pescatori. le emergenze sono tante. A cominciare da quella ambientale.
La misteriosa morìa di vongole registrata due anni fa nell’area di
Chioggia si è estesa anche ad altre zone della laguna. Perfino in
mare sono sempre più rare le vongole di mare, le pregiate bevarasse in
calo anche la quantità di pesce tipico lagunare, come i go, i
bisati, i passerini. «Siamo stanchi delle promesse», hanno detto i
presidenti Gorin e Vidal, «ci siamo trovati qui in novembre e in
quattro mesi non è successo nulla». «I pescatori hanno ragione», ha
detto il sindaco Orsoni, «il Comune farà la sua parte, anche se non ha
la competenza di governo delle sue acque. Mi pare che il Gral, la
struttura di gestione delle aree demaniali che dipende dalla Provincia,
non abbia portato quella semplificazione che ci si aspettava.
Dunque bisogna ridiscutere, affidando direttamente al Magistrato
alle Acque la gestione delle aree e la gestione della pesca». Un’accusa
ribadita dai pescatori quella che il Gral abbia in questi anni
aumentato i costi, senza peraltro garantire controlli e sviluppo
dell’attività di pesca. «Al Gral le aree costano 36 euro», spiega
il consigliere comunale della lista civica (ex Pdl) Alessandro Scarpa
«Marta», «e le mette a disposizione per 360 euro, dieci volte
tanto. E’ un assurdo, e i pescatori non ce la fanno più». La
prossima settimana nuovo incontro, anche alla presenza del presidente
del Magistrato alle Acque Ciriaco D’Alessio, ieri rappresentato da
un suo dirigente. «Speriamo ci siano soluzioni concrete, occasioni di
lavoro», dicono i pescatori. Che annunciano manifestazioni
clamorose se ancora una volta non ci saranno decisioni concrete in
difesa della pesca. «La crisi colpisce duro, ed è ora di fare
qualcosa», hanno detto i pescatori.
lunedì 11 marzo 2013
Arrivano i pescatori di Pellestrina
Arrivano i pescatori di Pellestrina, questa mattina alle 9.30, in
Comune, per denunciare la crisi gravissima che affligge il settore.
La riunione congiunta delle commissioni comunali IX e X, si trasformerà
così in un’assemblea pubblica sull’emergenza-pesca, alla presenza
del sindaco Giorgio Orsoni e del presidente del Magistrato alle Acque
Ciriaco D'Alessio, invitati anche gli assessori regionale e
provinciale alla Pesca . All’ordine del giorno, come affrontare la crisi
ormai irreversibile della pesca in laguna. In questi mesi, più
volte i pescatori della laguna hanno denunciato come gli scavi e
l'inquinamento abbiano prodotto la quasi scomparsa dei molluschi in
alcune zone della laguna. Morti a milioni i «semi» che avrebbero
dovuto garantire l'avvio della politica di allevamento. I pescatori non
raccolgono più molluschi, ma anche il pesce è diminuito. «Abbiamo
solo debiti, e i controlli asfissianti», dicono i pescatori, che
provengono da un’isola che ha perso anche il polo cantieristico De
Poli, non ancora sostituito dall’annunciato cantiere Actv lontano
dal divenire. E gli isolani adesso chiedono interventi concreti.
venerdì 8 marzo 2013
La pesca a Ca’ Loredan
Lunedì incontro con sindaco e Magistrato
L’emergenza pesca occupa Ca’ Loredan. Grande assemblea in commissione comunale, lunedì, per le cooperative di pescatori di Pellestrina. Pesce non ce n’è più, e la mancanza di lavoro sta portando disperazione tra gli abitanti dell’isola. Per lunedì è stato convocato un incontro alla presenza del sindaco Giorgio Orsoni e del presidente del Magistrato alle Acque Ciriaco D’Alessio. Si dovrà discutere della crisi ormai irreversibile della pesca in laguna. Gli scavi e l’inquinamento hanno prodotto la quasi scomparsa dei molluschi in alcune zone della laguna. Morti a milioni i «semi» che avrebbero dovuto garantire l’avvio della politica di allevamento. I pescatori non raccolgono più molluschi, ma anche il pesce è diminuito. «Abbiamo solo debiti, e i controlli asfissianti», dicono. Così, da isola felice e sogno di ricchezza, Pellestrina si è trasformata in area di crisi. Ha chiuso il cantiere De Poli, chiudono le piccole ditte di pescatori. E gli isolani adesso chiedono interventi concreti per aiutare il settore e l’isola. «Altrimenti», dicono, «la pesca in laguna morirà».(a.v.)
L’emergenza pesca occupa Ca’ Loredan. Grande assemblea in commissione comunale, lunedì, per le cooperative di pescatori di Pellestrina. Pesce non ce n’è più, e la mancanza di lavoro sta portando disperazione tra gli abitanti dell’isola. Per lunedì è stato convocato un incontro alla presenza del sindaco Giorgio Orsoni e del presidente del Magistrato alle Acque Ciriaco D’Alessio. Si dovrà discutere della crisi ormai irreversibile della pesca in laguna. Gli scavi e l’inquinamento hanno prodotto la quasi scomparsa dei molluschi in alcune zone della laguna. Morti a milioni i «semi» che avrebbero dovuto garantire l’avvio della politica di allevamento. I pescatori non raccolgono più molluschi, ma anche il pesce è diminuito. «Abbiamo solo debiti, e i controlli asfissianti», dicono. Così, da isola felice e sogno di ricchezza, Pellestrina si è trasformata in area di crisi. Ha chiuso il cantiere De Poli, chiudono le piccole ditte di pescatori. E gli isolani adesso chiedono interventi concreti per aiutare il settore e l’isola. «Altrimenti», dicono, «la pesca in laguna morirà».(a.v.)
Bus Actv, d’estate si cambia linea
Trasporti ma anche marciapiedi, piste ciclabili, palacinema e lavori di
restyling di Piazzale Santa Maria Elisabetta e Gran Viale. Il Lido
in queste settimane è al centro di molteplici discussioni e polemiche.
Entro due settimane, ad esempio, la municipalità convocherà un
consiglio straordinario a cui verranno invitati gli assessori comunali
ai Lavori pubblici e alla Mobilità per affrontare di nuovo la
questione di Santa Maria Elisabetta. Un confronto atteso, al quale
prenderanno parte di sicuro comitati, associazioni ambientaliste,
categorie economiche e cittadini. A richiederlo è stata la
minoranza, con le firme depositate da Pd, Udc e IdV. Atto siglato il 28
febbraio scorso. La maggioranza vorrebbe però che prendessero parte
al consiglio straordinario anche gli assessori alle Attività produttive
e all’Ambiente per completare il confronto sui temi anche dei
plateatici e del verde pubblico. (s.b.) LIDO L’assessore Ugo Bergamo
ha inviato alla Municipalità le proposte per i servizi automobilistici
estivi garantiti da Actv al Lido e a Pellestrina. Si sono concluse
le rilevazione chieste dal Comune all’azienda per verificare
problematiche o vantaggi per quanto riguarda il complesso di
variazione apportate alla rete automobilistica delle due isole dopo il
17 dicembre scorso. Molte erano state le proteste da parte dei
residenti di zone specifiche come i lungomari, ma erano poi arrivate
anche petizioni, comprese quelle dei pellestrinotti per le
modifiche apportate alla linea 11 che collega Lido e Pellestrina.
L’assessore Bergamo ha preso atto che le fermate aggiuntive della
linea 11 a via Alvisopoli non sembra abbiano avuto gli esisti sperati,
con pochissimi passeggeri che vi salgono. Mentre per ciò che
riguarda quelle aggiunte in Lungomare Marconi nei giorni festivi, viene
valutato positivamente il mantenimento. In-fine, in merito alla
riduzione da due a una vettura della corsa delle 16.05 e 18.35 in
partenza da Santa Maria Elisabetta, il numero di passeggeri imbarcati
nel periodo di rilevazione ne giustificherebbe anche in questo caso
una soltanto. Dal momento che nel corso del mese di marzo Actv dovrà
definire i nuovi servizi estivi anche per la rete automobilistica
di Lido e Pellestrina, alla luce di quello che sarà l’incremento
inevitabile di passeggeri per l’apertura delle spiagge e poi la
Mostra del Cinema, Bergamo ha riproposto il modello che era stato
applicato lo scorso anno nel medesimo periodo con un servizio
invariato per la linea 11, una frequenza ogni 20 minuti per la linea A
che collega Santa Maria Elisabetta al faro Rocchetta degli
Alberoni. Stesso dicasi per la B che da via Klinger a San Nicolò
raggiunge la spiaggia degli Alberoni attraversando le vie Gallo e
Malamocco. La CA e la CO da Piazzale Santa Maria Elisabetta e
ritorno attraverso i lungomari per servire le spiagge avranno una
cadenza anch’esse ogni venti minuti, e lo stesso dicasi per la G
che da via Klinger a San Nicolò al centro dell’isola non subirà
variazioni nel servizio serale. La Linea N notturna effettuerà il
medesimo servizio attuale, mentre la V da San Nicolò a via Colombo avrà
una cadenza ogni 20 minuti con possibilità di prolungamenti fino a
via Parri a Malamocco. «Dal momento che la A e la B in estate
garantirebbero una frequenza di sei corse l’ora dal centro del Lido agli
Alberoni», osserva Bergamo, «ritengo che si possa pensare di
sospendere le fermate che la linea 11 fa ora agli Alberoni, Stella Maris
e San Camillo nella modalità di salita in direzione Lido e discesa
in direzione Pellestrina. E questo in considerazione del maggior
utilizzo della linea anche da parte dei turisti non presenti in altre
stagioni». Ora Bergamo rimarrà in attesa delle valutazioni da parte
della Municipalità, che dovrà affrontare la questione in commissione
Trasporti e probabilmente anche in Consiglio. Poi si vedrà anche se
le modifiche apportate alla linea 11, con eventuale sospensione delle
fermate agli ospedali e in via Alvisopoli, saranno gradite ai
comitati dei pendolari di Pellestrina. Simone Bianchi
giovedì 7 marzo 2013
Non è ancora la rivolta, ma la crisi avanza
Non è ancora la rivolta. Ma la crisi avanza, e colpisce duro settori fino
a pochi anni fa di eccellenza nell’economia veneziana. A
Pellestrina, alle ultime Politiche di febbraio, la lista Cinquestelle ha
ottenuto 527 voti su poco meno di duemila. Primo partito e quasi
record nazionale, staccando di due punti il Pdl, da sempre primo
nell’isola, distruggendo la Lega, confinando il Pd al 17 per cento.
Segno evidente della rabbia. Il dramma dell’isola si chiama lavoro. E
dopo anni di vacche grasse, adesso l’unica possibilità si chiama
Actv, o il pubblico impiego negli ospedali. Il cantiere De Poli ha
chiuso, l’agricoltura non è mai decollata. E la pesca è in crisi
profonda. Un tam tam giunto anche ai palazzi veneziani. Lunedì a
Ca’ Farsetti si terrà un’assemblea di tutti i pescatori dell’isola
insieme al sindaco Giorgio Orsoni e al presidente del Magistrato alle
Acque Luigi D’Alessio. Iniziativa organizzata dal consigliere
dell’isola Alessandro Scarpa Marta, che ha parlato l’altro giorno con i
pescatori. «Non ce la facciamo più», sbotta Francesco Ballarin
detto «Skardi», presidente di una delle due cooperative di pesca
sopravvissute. La «morìa» non riguarda negli ultimi anni soltanto le
preziose vongole veraci, ma anche le attività economiche e le
partite Iva. Una decina di anni fa Pellestrina era diventata famosa per
l’alto numero di banche aperte. Quattro istituti di credito per
quattromila abitanti, una densità da far invidia alla City e ai
quartieri ricchi delle capitali europee. Fuoristrada e macchine di
lusso, tenore di vita elevato. I caparossoli, i Tapes philippinarum
impiantati negli anni Ottanta, avevano portato velocemente ricchezza
nell’isola, prima abituata alla più artigianale pesca con le reti,
con i pescherecci e le seragie, reti da laguna. Una specie che si
sviluppa nelle acque calde e anche inquinate, turbosoffianti
all’opera e danni ambientali alla laguna. Cronaca e leggenda, guadagni
stimati fino a 100 mila euro a pescatore. Ma adesso i tempi sono
cambiati. Caparozzoli non ce ne sono più, il progetto dell’allevamento
del Gral segna il passo, anche per i danni ambientali provocati
dagli scavi e l’inquinamento. Il pesce scarseggia, e in laguna non
si vedono più bisati, passerini e go, i pregiati ghiozzi un tempo
numerosi nei bassi fondali. Restano dalla parte del mare le vongole
bevarasse, più chiare e morbide delle vongole veraci. E qui si
concentrano i pochi pescherecci sopravvissuti, che spesso incappano
nella rete della Capitaneria di porto o della Finanza perché pescano
sottocosta, in area vietata. Ma l’emergenza è grande. Lavoro non ce
n’è, i figli dei pescatori vanno a studiare in terraferma o all’estero.
Cambiano lavoro. «Siamo l’ultima generazione di pescatori, poi è
finita», dice Ballarin, «una vita dura, lavorare di notte, rischi e
giadagno ormai ridotto a niente». La pesca sta morendo, e Pellestrina
lancia l’allarme. «Ci sono molte case acquistate con il mutuo oggi
all’asta, perché le famiglie non hanno più i soldi per pagare le
rate alle banche», denuncia Scarpa, «una situazione che peggiora
sempre». Non è solo questione di lavoro, ma anche di servizi. I
collegamenti via ferry boat sono abbastanza efficienti. «Ma anche i
servizi sanitari sono stati ridotti, e l’ospedale più vicino è a
Chioggia o all’Angelo. Speriamo di non averne bisogno».
Pellestrina, il disastro: si ferma la pesca
Il futuro si chiama turismo sostenibile. Ittiturismo, piccoli alberghi
galleggianti in laguna, spiagge attrezzate. Un’alternativa alla
pesca esiste, e qualche imprenditore illuminato dell’isola da anni
propone progetti. «Dal 1996», racconta Francesco Ballarin,
presidente di una delle due cooperative dell’isola – l’altra è
quella di Domenico Borin – «chiedo un’autorizzazione per attrezzare in
laguna una piattaforma da adibire a ristorante galleggiante. Niente
da fare, nessuno mi ascolta». Eppure, spiega Ballarin, «quale luogo al
mondo sarebbe più adatto della laguna a ospitare un turismo di
questo tipo?» Acque calme e pericoli inesistente per i bassi fondali,
pesce fresco a disposizione. E la possibilità di attirare un turismo
«slow», amante dei luoghi naturali e rispettoso dell’ambiente.
Secondo filone, l’ospitalità. A Pellestrina e San Pietro in Volta non
esistono alberghi. Anche l’attività ricettiva si limita agli
affitti di qualche casa privata a chi sceglie per rilassarsi un luogo
rimasto lontano dalla modernità. «Ma noi abbiamo pensato a piccoli
hotel galleggianti, in barca», continua Ballarin, «siamo a due
passi dalla bocca di porto e da Fusina, il ferry boat collega con il
Lido, la motonave con Chioggia. La pesca sta morendo, è il momento
di pensare a soluzioni di lavoro alternative e adatte a questo
ambiente». Un’isola che adesso fa i conti con la crisi della pesca e
della cantieristica, fino a pochi anni fa il traino dell’economia
cittadina. «Qui vicino passano le navi», conclude Ballarin,
«portano ricchezza ma non a noi. Con una piccola tassa potremmo
dare servizi all’isola e alla città, a cominciare dalla sanità. Basta
volerlo». (a.v.)
mercoledì 6 marzo 2013
La pulizia degli arenili partirà in aprile
Con il mese di aprile inizieranno gli interventi programmati
dall’assessorato all’Ambiente per la pulizia straordinaria degli
arenili di Lido e Pellestrina. Ieri mattina c’è stato l’atteso incontro
tra l’assessore Bettin e i tecnici, che hanno pianificato la prima
fase dei lavori per la raccolta e asporto di tutti i rifiuti e le
ramaglie giunte a riva nel corso dell’inverno e, in particolare,
quanto ancora è avanzato con le mareggiate di novembre e dicembre.
«Nelle zone sottoposte a concessioni balneari parte del lavoro sarà
svolto in accordo e assieme agli stessi gestori, poi l’intervento
di Veritas per la raccolta e trasferimento in discarica», anticipa
Gianfranco Bettin. Nelle aree invece libere, come Pellestrina e San
Nicolò, Murazzi e Alberoni al Lido lavorerà Veritas assieme alle
cooperative che collaborano in queste specifiche attività. L’impegno è
quello di rendere sicuri e fruibili i tratti di spiaggia prima che
inizi la stagione balneare: maggio con i primi caldi nei tratti liberi e
per alcuni degli stabilimenti come Venezia Spiagge, giugno per
tutti gli altri. «Per quanto concerne il relitto emerso dalla sabbia a
Pellestrina, stiamo ancora definendo i dettagli per la sua
rimozione», aggiunge Bettin. «L’augurio è che non saltino fuori
altre brutte sorprese. Così come prosegue l’indagine per capire di chi
sia la colpa di questo episodio incredibile risalente a molti anni
fa. In merito invece alla necessità di ripascimento dei nostri arenili,
mi conforta vedere come anche altre località si siano mosse nei
confronti della Regione e del Magistrato alle Acque. Il problema è
reale, la stessa presenza dei resti del relitto dimostra come la
spiaggia di Pellestrina abbia subito una erosione fuori dal normale.
Quindi aspettiamo fiduciosi che si possano ripristinare le cose il
prima possibile». (s.b.)
Cimitero, al via i lavori per la bonifica
Sono iniziati finalmente i lavori per la bonifica della discarica
abusiva che si trova dietro il cimitero di Pellestrina. Non è la
prima volta che quest’area viene interessata da un fenomeno simile,
perché già in passato, più volte, era diventata oggetto di
abbandono di inerti, parti meccaniche e resti derivati da manutenzioni
edili. Ora la situazione è però ben più complessa, perché su decine
di metri quadrati di terreno in stato di abbandono, a ridosso del
murazzo e del cimitero, vi sono state trovate ingenti quantità di
amianto. Non è ben chiaro da dove arrivino, fatto sta che anche la
Procura veneziana si è interessata al caso, e sono in corso indagini,
mentre si è resa necessaria la recinzione della zona per evitare
pericoli e soprattutto che qualcuno possa venire a contatto con le
sostanze tossiche. In queste ultime ore ne è anche cominciata la
raccolta, e ci sono già numerosi sacchi speciali che attendono di
essere portati in discarica con materiali inquinanti e porzioni di
terreno ormai mescolato all’amianto. Un episodio sul quale si era
mosso il consigliere comunale Alessandro Scarpa Marta. «Ho fatto una
segnalazione urgente al sindaco e all’assessore all’Ambiente»,
commenta, «i quali mi hanno poi contattato, spiegandomi che su ordine
della Procura, il Comune con delle ditte specializzate è intervenuto
per fare un lavoro di pulizia e di recinzione. I lavori veri e
propri inizieranno tra 10-15 giorni; poi serviranno altre due settimane
per riordinare e mettere in sicurezza la zona. L’operazione è molto
costosa perché si tratta di rifiuti speciali. Da notare che non è una
novità, per quel tratto di Pellestrina. È pur vero che se si sono
verificati episodi di questo tipo la colpa è di qualche maleducato o
di chi cerca di fare il furbo, ma è anche vero che gli enti competenti
devono trovare una soluzione perché il problema non si ripeta, e
l’unica opportunità è quella di creare un piccolo ecocentro a
Pellestrina. O, in alternativa, ipotizzare che magari una o due
volte al mese, Veritas porti una chiatta nella quale scaricare i rifiuti
e gli inerti. Ciò eviterebbe il proliferare di discariche
abusive». Simone Bianchi
martedì 5 marzo 2013
Linea 11: «Basta con le fermate aggiuntive»
Fronte comune tra Municipalità e comitati di Pellestrina. Ieri l’incontro con l’assessore Bergamo
«Non ha senso, dati alla mano, che la linea 11 continui a fare delle fermate aggiuntive dopo le modifiche imposte il 17 dicembre scorso». Tutti d’accordo: Municipalità, comitati dell’isola e il consigliere comunale Scarpa, che ieri hanno incontrato l’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo e i tecnici di Actv. «Dai dati fornitici dalla verifica a campione fatta dall’azienda, risulta che sono pochissime le persone che usufruiscono della Linea 11 in Lungomare nelle fermate aggiuntive inserite lungo il percorso del Lido, per sopperire ad altri tagli», commenta il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello. «E questo perchè l’11 arriva assieme, o subito dopo, alla A o alla B, sovrapponendosi. Cosa che non ha senso. Il Comune e l’Actv devono semmai trovare alternative, ma ne discuteremo non appena ci saranno spedite le osservazioni dell’assessore, e potremo così parlarne in commissione al Lido». Il 17 dicembre scorso erano state apportate delle modifiche alle linee automobilistiche di Lido e Pellestrina, dopo le proteste dei residenti a seguito dei tagli del mese di settembre. «Ho chiesto che siano fatte verifiche ulteriori anche per via Gallo, dove comunque ci sono altre fermate aggiunte alla 11 e che ritengo non abbiano senso», fa notare il consigliere comunale Alessandro Scarpa. «Giovedì in commissione al Lido ci saranno anche i rappresentanti dei comitati, ma la richiesta che tutta Pellestrina fa è quella di ritornare alle condizioni antecedenti alle modifiche del 17 dicembre scorso. L’11 marzo aspetterò poi la risposta dell’assessore Bergamo anche alla mia interpellanza in commissione Trasporti a Ca’ Farsetti. E mi auguro che si tenga conto anche della necessità di rinforzare invece certe corse della 11 in alcune fasce orarie della giornata».(s.b.)
«Non ha senso, dati alla mano, che la linea 11 continui a fare delle fermate aggiuntive dopo le modifiche imposte il 17 dicembre scorso». Tutti d’accordo: Municipalità, comitati dell’isola e il consigliere comunale Scarpa, che ieri hanno incontrato l’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo e i tecnici di Actv. «Dai dati fornitici dalla verifica a campione fatta dall’azienda, risulta che sono pochissime le persone che usufruiscono della Linea 11 in Lungomare nelle fermate aggiuntive inserite lungo il percorso del Lido, per sopperire ad altri tagli», commenta il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello. «E questo perchè l’11 arriva assieme, o subito dopo, alla A o alla B, sovrapponendosi. Cosa che non ha senso. Il Comune e l’Actv devono semmai trovare alternative, ma ne discuteremo non appena ci saranno spedite le osservazioni dell’assessore, e potremo così parlarne in commissione al Lido». Il 17 dicembre scorso erano state apportate delle modifiche alle linee automobilistiche di Lido e Pellestrina, dopo le proteste dei residenti a seguito dei tagli del mese di settembre. «Ho chiesto che siano fatte verifiche ulteriori anche per via Gallo, dove comunque ci sono altre fermate aggiunte alla 11 e che ritengo non abbiano senso», fa notare il consigliere comunale Alessandro Scarpa. «Giovedì in commissione al Lido ci saranno anche i rappresentanti dei comitati, ma la richiesta che tutta Pellestrina fa è quella di ritornare alle condizioni antecedenti alle modifiche del 17 dicembre scorso. L’11 marzo aspetterò poi la risposta dell’assessore Bergamo anche alla mia interpellanza in commissione Trasporti a Ca’ Farsetti. E mi auguro che si tenga conto anche della necessità di rinforzare invece certe corse della 11 in alcune fasce orarie della giornata».(s.b.)
domenica 3 marzo 2013
Leone Ballarin un pezzo di storia
Martedì 19 febbraio all’età di 92 anni si è spento il paesano Leone
Ballarin, cavaliere della repubblica per meriti di guerra: quindi solo
lui poteva spiegare certi valori passati alla storia, soprattutto
la pesca naturale delle reti “tremaglie” e non solo. Così se n’é andato
un pezzo di storia vivente dell’isola: una persona speciale, in
particolare nel settore della pesca. Per queste sue doti di bravura
quando stavo scrivendo il libro “I racconti di un pescatore” alcune
informazioni di carattere tecnico sul contenuto me le ha date lui,
compreso le date su per giù della nascita delle 56 specie dei pesci:
tanto che il suo nome è scritto sulla pagina dei ringraziamenti.
Quando ti incontravo per le vie dell’isola e non solo, ti salutava e
tu facevi altrettanto: «Ciao», eri abituato a dirmi e da qui iniziava
il nostro dialogo. Mi raccontavi del tuo tempo passato, compreso il
militare in guerra, ma soprattutto della pesca, il suo mestiere
professionale. Sei stato uno dei miei maestri: nessun libro poteva
insegnarmi ciò che ho imparato da te. Bravo! Mi hai raccontato che
durante la guerra del 1940-1945 per un certo periodo di tempo sei
stato militare assieme al sottotenente Sandro Pertini, poi diventato
presidente della Repubblica, dicevi che era un piacere ascoltarlo
quando parlava. Anch’io, Leone, quando parlavi provavo attenzione
ad ascoltarti. La vita dell’uomo è strana, poco tempo prima della tua
morte osservavo che la vecchiaia giorno dopo giorno voleva portarti
via come alla fine è stato; allora mi chiedevo perché, prima di morire,
l’uomo deve ridursi così? Poi, devo dirti la verità: negli ultimi
tempi, considerato che avevo un bel dialogo con te ma non potevo
più farlo, quando ti incontravo accompagnato con un’altra persona ti
salutavo con il segno con la mano. Certo, che se l’uomo in genere
dovesse parlare di più della vecchiaia che lo attende, sicuramente
diventerebbe più consapevole di quello che lo aspetta, forse anche
più buono e meno offensivo. Infatti, Leone, con questa tua
sofferenza di vecchiaia hai voluto dirci: il bene dobbiamo farlo fino a
quando siamo in tempo, durante questo breve passaggio della vita,
con il vantaggio di vivere serenamente. Ancora grazie, amico Leone, per
tutto quello che hai saputo insegnarmi. Ripeto: «Ciao», proprio
com’era il tuo saluto.
Gianfranco Vianello
Gianfranco Vianello
venerdì 1 marzo 2013
Riapre il museo della Laguna Sud
Dal primo aprile prossimo è stata ufficializzata la riapertura del
Piccolo museo della Laguna Sud che ha sede all’ex scuola Goldoni di
San Pietro in Volta. Le giornate garantite per le visite saranno il
sabato e la domenica dalle 10 alle 12. Informazioni e prenotazioni
al 333.6143976.
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