mercoledì 22 agosto 2012
CA’ ROMAN È una variante non un piano attuativo
Con amara attenzione ho letto gli articoli del 12 e del 14 agosto
scorsi relativi al “cemento a Ca’ Roman - Comune a favore” e subito ho
ricordato le battaglie che io e Alessandro Scarpa detto Marta
abbiamo intrapreso per bloccare il cemento di Ca’ Roman, o almeno
ridurlo il più possibile al fine di tutelare il territorio, per
difendere gli interessi dei residenti dell’isola di Pellestrina e a
tutela dei diritti/doveri dei consiglieri comunali. Un’errata
interpretazione da parte della giunta comunale della legge urbanistica
ha tolto dalla competenza del consiglio comunale l’approvazione del
piano di recupero di Ca’ Roman, obbligando undici consiglieri
comunali a richiedere e a ottenere un pubblico dibattito in commissione
consiliare e poi in consiglio comunale; ma la maggioranza che
governa Venezia (Pd-Udc-Idv-Verdi-Psi-Prc) con l'astensione del Pdl
hanno bocciato la modifica richiesta: non urbanizzare la “zona
degli orti” ove in base alla scheda urbanistica vigente n. 19 sono
consentiti esclusivamente interventi manutentivi sulla vegetazione
esistente, e richiedere un parere alla Provincia di Venezia (competente
in materia). Sono ancora convinto oggi che trattasi di una variante
e non di un piano attuativo e quindi di esclusiva competenza del
consiglio comunale. Vista la posizione intransigente della giunta
comunale, io e Alessandro Scarpa abbiamo operato per aiutare gli
abitanti di Pellestrina. Quindi abbiamo richiesto la concessione
del beneficio pubblico in quanto, essendo stata considerata una
variante, i costi urbanistici a carico della società proponente
sono molto ridotti. In base alla convenzione stipulata dal Comune
di Venezia, l’articolo 4 inerente l’esecuzione delle opere di
urbanizzazione e specificamente al comma 2 bis prevede che la parte
attuatrice si impegna a realizzare cinque opere di urbanizzazione
aggiuntive, prevalentemente fuori ambito, funzionali all’accesso al
villaggio e alle zone di servizio di Pellestrina, quantificate in
preventivo per euro 202.540,00. Siamo per ultimo rimasti
meravigliati che sia stato realizzato un pontile a Ca’ Roman dalla ditta
attuatrice senza alcuna autorizzazione formale e sostanziale del
Magistrato alle Acque, esistendo solo un vecchio nulla osta preventivo a
favore dell'Istituto delle Figlie della Carità: che fine ha fatto
il pontile, si chiedono i pellestrinotti che per ogni piccola modifica
delle loro abitazioni ricevono avvisi giudiziari? Nicola Funari
consigliere comunale gruppo misto
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