lunedì 24 giugno 2013
Orsoni boccia Costa: «Fantasia estiva»
Il dibattito sulle grandi navi diventa incandescente. A mettere pepe
nell’annosa questione che sta dividendo la città e l’opinione
pubblica è a proposta lanciata dal presidente dell’Autorità portuale
Paolo Costa il quale, dopo aver sostenuto la necessità dello scavo
di un nuovo canale, il Contorta Sant'Angelo, per permettere l'accesso
delle grandi navi passando da Malamocco, ieri ha cambiato idea
rilanciando l’idea della Marittima a Santa Maria del Mare, dove
adesso si costruiscono i cassoni del Mose. Una proposta che non ha
mancato di suscitare reazioni, a incominciare da quelle del sindaco
Giorgio Orsoni che si è sempre battuto per quella che definisce
«l'unica alternativa realizzabile in tempi brevi» e cioè Marghera,
dove la banchina dell'ex Syndial potrebbe essere attrezzata a ricevere
le navi da crociera, scavando soltanto l'area di evoluzione e
utilizzano il già profondo canale Malamocco-Marghera. «La proposta
della Marittima a Santa Maria del Mare fa parte della fantasia di Costa,
fantasia che tutti gli riconosciamo. Del resto siamo in estate,
periodo in cui la fantasia galoppa», commenta Orsoni. «Una proposta,
oltre che fantasiosa, anche di ardua concretizzazione. Non si
capisce, infatti, come si possa arrivare a Santa Maria del Mare». «Lo
stesso Costa sostiene che per collegare l’isola al resto della
città c’è bisogno di fare la sublagunare», continua il sindaco. «Ma
se non siamo riusciti a fare una piccola sublagunare fino alle
Fondamente Nuove figuriamoci se riusciamo a fare un sublagunare
fino a Pellestrina. Un’opera del genere significa lanciare una palla in
avanti in 20 anni. Questo, infatti, sarebbe il tempo necessario per
la sua realizzazione. E nel frattempo? Inoltre, una volta che si
costruisce un porto di quelle dimensioni si devasta un luogo
piccolo, delicato, che ha anche un notevole pregio ambientale. Già ci
sono state proteste per la darsena ipotizzata a a San Nicolò.
Figuriamoci per una struttura che sarebbe molto, ma molto più
grande». Reazioni immediate anche da parte del Comitato No Grandi Navi
che arrivano a pochi giorni dalla clamorosa protesta contro i
“mostri” del mare. «Anche Costa comincia a capire che le navi vanno
estromesse dalla laguna. E questo è già un primo passo. La
soluzione che prospetta, cioè quella di realizzare la Marittima a Santa
Maria del Mare, è però poco praticabile perché Pellestrina è
un’isola e dunque si pone il problema di come portare le merci e i
turisti da lì a Venezia. Costa rilancia l’ipotesi della sublagunare?
L’ipotesi è inaccettabile», commenta il portavoce del comitato,
Silvio Testa. «È evidente, comunque, che qualsiasi porto dentro la
laguna ha gli anni contati a causa dell’innalzamento del mare, del
crescente gigantismo delle navi, non solo quelle da crociera ma
anche delle petroliere e delle navi container, e del Mose. Se si vuole
salvare il porto e con il porto il lavoro che ci gira intorno, è
indispensabile portare le navi fuori dalla laguna». Ma ci sono anche
altre ipotesi alternative, come quella lanciata da Cesare De
Piccoli (il terminal a Punta Sabbioni, davanti al Mose), o l'ipotesi di
tenere le navi fuori della laguna, in mare aperto. O, ancora, chi
propone il terminal a Sant'Erasmo, come l'ex capo dei piloti Ferruccio
Falconi.(m.pi.)
domenica 23 giugno 2013
Torna l’ipotesi della Marittima a Santa Maria del Mare
Costa, nel braccio di ferro con Orsoni, rilancia la proposta che comprende anche la realizzazione della sublagunare
Grandi navi fuori dalla laguna. Ma a patto di allestire una nuova Marittima a Santa Maria del Mare, dove adesso si costruiscono i cassoni del Mose, e di realizzare la sublagunare per portare turisti e merci da Tessera e Fusina all’isola di Pellestrina. Paolo Costa rilancia, com’è suo stile. E per rispondere alla polemica con il sindaco Orsoni punta in alto. Punzecchia il sindaco avvocato («Gli avvocati e i Tar potranno discutere a lungo ma questo non ci aiuta»). Ricorda che per lui il Porto ha piena sovranità nei suoi territori, e che il Pat in fondo ancora non è stato approvato. E lancia la provocazione. In realtà la sublagunare è il suo vecchio pallino, lanciata quando era sindaco nel 2000 e poi accantonata. Anche la Marittima a Santa Maria del Mare è una proposta lanciata un anno e mezzo fa. Come fare per togliere le navi da San Marco? Subito un grande canale in mezzo alla laguna (il Contorta Sant’Angelo, progetto già inviato al ministero). E il progetto a lungo termine: utilizzando gli ettari di spiaggia cementificati dal Consorzio Venezia Nuova per costruirci i grandi cassoni del Mose. Nel 2016, a lavori conclusi, la spiaggia dovrebbe essere ripristinata a spese del Consorzio. Invece, dice Costa, si si potrebbe pensare alla nuova Marittima. Ma «a patto che si ripensi l’intero sistema dei trasporti». La proposta - contenuta nell’articolo di Costa pubblicato a pagina 34 - è destinata a far scoppiare nuove polemiche. Uno scenario che potrebbe trasformare in pochi anni la laguna in una “nuova Rotterdam”, banchine portuali al posto delle barene, canali profondi al posto di ghebbi e velme. Il disegno delle grandi opere non è una novità nelle proposte di Costa. Proponente del Mose, quand’era ministro dei Lavori pubblici e prima ancora tra i cinque esperti nominati dal ministro Baratta per dare un parere sull’opera, aveva approvato da sindaco i famosi dieci punti da realizzare insieme alle dighe. Tra cui la conca di navigazione a Malamocco. Per far entrare le grandi navi e «separare la salvaguardia dalla portualità». Proposta degli ambientalisti che era presto diventata un nuovo progetto da centinaia di milioni di euro. Ma ci si è presto accorti che la conca non basta più. Capace di contenere navi fino a 250 metri (le nuove navi passeggeri sono oltre 330, le portacontainer ancora più grandi). Ecco allora il porto off shore, progetto preliminare già depositato e firmato da Mantovani e Tethis, finanziato in parte dal Magistrato alle Acque con i soldi della Legge Speciale. (a.v.)
Grandi navi fuori dalla laguna. Ma a patto di allestire una nuova Marittima a Santa Maria del Mare, dove adesso si costruiscono i cassoni del Mose, e di realizzare la sublagunare per portare turisti e merci da Tessera e Fusina all’isola di Pellestrina. Paolo Costa rilancia, com’è suo stile. E per rispondere alla polemica con il sindaco Orsoni punta in alto. Punzecchia il sindaco avvocato («Gli avvocati e i Tar potranno discutere a lungo ma questo non ci aiuta»). Ricorda che per lui il Porto ha piena sovranità nei suoi territori, e che il Pat in fondo ancora non è stato approvato. E lancia la provocazione. In realtà la sublagunare è il suo vecchio pallino, lanciata quando era sindaco nel 2000 e poi accantonata. Anche la Marittima a Santa Maria del Mare è una proposta lanciata un anno e mezzo fa. Come fare per togliere le navi da San Marco? Subito un grande canale in mezzo alla laguna (il Contorta Sant’Angelo, progetto già inviato al ministero). E il progetto a lungo termine: utilizzando gli ettari di spiaggia cementificati dal Consorzio Venezia Nuova per costruirci i grandi cassoni del Mose. Nel 2016, a lavori conclusi, la spiaggia dovrebbe essere ripristinata a spese del Consorzio. Invece, dice Costa, si si potrebbe pensare alla nuova Marittima. Ma «a patto che si ripensi l’intero sistema dei trasporti». La proposta - contenuta nell’articolo di Costa pubblicato a pagina 34 - è destinata a far scoppiare nuove polemiche. Uno scenario che potrebbe trasformare in pochi anni la laguna in una “nuova Rotterdam”, banchine portuali al posto delle barene, canali profondi al posto di ghebbi e velme. Il disegno delle grandi opere non è una novità nelle proposte di Costa. Proponente del Mose, quand’era ministro dei Lavori pubblici e prima ancora tra i cinque esperti nominati dal ministro Baratta per dare un parere sull’opera, aveva approvato da sindaco i famosi dieci punti da realizzare insieme alle dighe. Tra cui la conca di navigazione a Malamocco. Per far entrare le grandi navi e «separare la salvaguardia dalla portualità». Proposta degli ambientalisti che era presto diventata un nuovo progetto da centinaia di milioni di euro. Ma ci si è presto accorti che la conca non basta più. Capace di contenere navi fino a 250 metri (le nuove navi passeggeri sono oltre 330, le portacontainer ancora più grandi). Ecco allora il porto off shore, progetto preliminare già depositato e firmato da Mantovani e Tethis, finanziato in parte dal Magistrato alle Acque con i soldi della Legge Speciale. (a.v.)
venerdì 21 giugno 2013
Festa di San Pietro - 2013
Domenica 23 Giugno
ore 20.45 Concerto del Coro Gospel "VOCI IN ACCORDO"
Lunedì 24 Giugno
ore 16.00 Torneo di Madrasso e Briscola
Martedì 25 Giugno
ore 16.00 Torneo di Madrasso e Briscola
ore 21.00 in Santuario, S. Messa della “Stella” animata dalla comunità e dal coro di S. Pietro
Mercoledì 26 Giugno
ore 16.00 Torneo di Madrasso e Briscola
ore 21.00 Incontro-testimonianza con l'attrice Beatrice Fazi
Giovedì 27 Giugno
ore 21.00 Commedia dialettale "El morto in casa" (in Piazza)
Venerdì 28 Giugno
ore 18.15 In chiesa, Preghiera dei Primi Vespri e processione
ore 21.00 Serata musicale con "Radio PiterPan"
Sabato 29 Giugno
ore 10.00 Manifestazione sportiva Duathlon
ore 17.30 S. Messa nella solennità dei SS. Pietro e Paolo
ore 21.00 Serata danzante in piazza con l’Orchestra “Souvenir”
Domenica 30 Giugno
ore 9.00 Santa Messa
ore 21.00 Serata danzante in piazza con l'orchestra "Nuova Origine"
ore 23.50 Estrazione numeri vincenti della Lotteria
Stand gastronomico aperto: giovedì sera (solo bar)
venerdì, sabato e domenica (pranzo e cena)
giovedì 20 giugno 2013
Pellestrina, via il relitto greco e pulizia spiaggia garantita
Le spiagge di Pellestrina e San Piero in Volta si preparano ai mesi
principali della stagione estiva con una ripulita generale,
auspicata da alcuni anni, la rimozione dei piccoli e grandi relitti e
l’individuazione di nuove aree destinate alle nidificazioni delle
specie tipiche della laguna. In seguito all’interpellanza presentata dal
consigliere comunale Alessandro Scarpa al sindaco Orsoni e
all'assessore Bettin, è arrivato l'ok del Magistrato alle Acque, che si è
fatto carico della spesa per la pulizia della spiaggia di
Pellestrina, in particolare al riguardo della rimozione del relitto
della nave greca che si incagliò sugli scogli dell’isola nel 1978. «Lo
scorso inverno», spiega il consigliere Scarpa, «a causa
dell’erosione della spiaggia sotto i colpi delle mareggiate, sono
riemersi i resti di parte dello scafo della nave greca,
completamente arrugginito che si credevano già rimosse». Dopo le
proteste, finalmente una collaborazione tra Magistrato, Consorzio
Venezia Nuova, Comune e Veritas ha permesso la partenza dei lavori per
mettere in sicurezza il tratto d’arenile. Oltre alla pulizia, sono
state inoltre individuate in località La Mara alcune aree adatte
per la nidificazione del fratino e fraticello. (ma.to.)
mercoledì 19 giugno 2013
«Bisogna velocizzare i tempi per il ferry sostitutivo»
Dopo l’avaria che lo scorso 29 maggio ha visto gli utenti, (tra i quali
numerosi lavoratori, mamme con bambini, persone anziane), aspettare
agli Alberoni Faro Rocchetta dalle 19 per più di due ore l'arrivo di un
mezzo di supporto in seguito ai problemi che avevano bloccato il
Ferry Ammiana, l’isola di Pellestrina si mobilita tramite il consigiere
comunale Alessandro Scarpa perché una situazione simile non si
debba più verificare, cambiando l’attuale regolamento Actv per le
emergenze. «Il ferry sostitutivo», spiega Scarpa, «per regolamento deve
partire dal Tronchetto e, ora che venga trovato un equipaggio
disponibile e il mezzo compia il tragitto, possono passare più di due
ore. Inoltre, invece di sbarcare al pontile di emergenza di S.
Pietro in Volta che viene usato in questi casi da Actv , si è costretti
a raggiungere l'imbarcadero di Pellestrina che porta a Chioggia,
perchè il pontile di S. Pietro non è stato ripristinato». Il
consigliere Scarpa ha chiesto di convocare in Commissione Consiliare i
vertici di Actv perché relazionino sull’accaduto e di attivarsi
urgentemente, come chiesto più volte, per avviare un piano di emergenza
di Actv. (ma.to.)
Allevamento distrutto due anni senza risarcimenti
La cooperativa “Laguna Viva” nel gennaio del 2011 ha subìto danni per
quasi due milioni a causa di una nave russa. Si attende la sentenza,
famiglie sul lastrico
Una vita di lavoro e sacrifici e il destino di dieci famiglie travolti da una nave russa. Case, auto e poche altre cose messe insieme in anni e anni passati a raccogliere pesce in laguna o in mare, destinate ad essere strappate a queste persone perché la giustizia arriva tardi. Una giustizia che dovrebbe stabilire, domani o il 28 giugno in Tribunale a Venezia, quanto l’assicurazione della nave dovrà pagare alla cooperativa “Laguna Viva” per i danni causati all’allevamento di “peoci” realizzato in mare. Allevamento andato distrutto con danni che superano il milione e 700mila euro.
Il 22 gennaio 2011 un grande impianto per l’allevamento di “peoci” che occupava un’area di 500x1000 metri, veniva devastato da una nave che vi entrava. L’impianto si trovava nei pressi della bocca di porto degli Alberoni.
Quando i soci della cooperativa “Laguna Viva” scoprono il disastro sospettano che si sia trattato del passaggio di una nave. Non poteva essere stato il maltempo. In quel mezzo chilometro quadrato che il giorno prima era un labirinto di cime e corpi morti e dove c’erano diversi quintali di “peoci” pronti per la raccolta, non esisteva più nulla. Per capire cosa fosse successo si affidano al capitano Sante Bigon, una vita a navigare in mezzo mondo e tra i più preparati periti in materia di incidenti in mare. Allo scopo Bigon verifica i tracciati satellitari delle navi in transito in quei giorni. Risulta che un solo mezzo, tra quelli in transito in quei paraggi tra i giorni 21-22, che ha attraversato la concessione. Si tratta della motonave “Capitan Korchin”. Lo conferma anche la Capitaneria di Porto, tra le altre cose la nave esce in mare nonostante le condizioni meteo lo vietassero. “Laguna viva”, perde 700 tonnellate di “peoci”. Complessivamente i danni ammontano a circa 1 milione e 700 mila euro. Fino ad ora nessun anticipo di rimborso, anche se è evidente che il danno lo ha causato quella nave.
Ora la situazione economica e finanziaria della cooperativa risulta essere sempre più difficile e al limite del collasso. Laguna Viva è formata da una decina di soci che si sono messi assieme in conseguenza delle nuove e limitative condizioni imposte dalla Comunità Europea. Sono stati costretti ad abbandonare l’attività di pesca che facevano prima e per sopravvivere hanno iniziato una nuova attività sulla coltivazione e vendita dei “peoci”. Per fare questo hanno dovuto ipotecare le loro abitazioni e quelle dei loro familiari allo scopo di accedere ad un mutuo per realizzare un vivaio. Il mutuo però è stato utilizzato per fare il vivaio ora distrutto. Ma ora non sanno più come fare per poter vivere. Ora rischiano di perdere le abitazioni ma anche quelle dei loro parenti. In attesa della giustizia.
Una vita di lavoro e sacrifici e il destino di dieci famiglie travolti da una nave russa. Case, auto e poche altre cose messe insieme in anni e anni passati a raccogliere pesce in laguna o in mare, destinate ad essere strappate a queste persone perché la giustizia arriva tardi. Una giustizia che dovrebbe stabilire, domani o il 28 giugno in Tribunale a Venezia, quanto l’assicurazione della nave dovrà pagare alla cooperativa “Laguna Viva” per i danni causati all’allevamento di “peoci” realizzato in mare. Allevamento andato distrutto con danni che superano il milione e 700mila euro.
Il 22 gennaio 2011 un grande impianto per l’allevamento di “peoci” che occupava un’area di 500x1000 metri, veniva devastato da una nave che vi entrava. L’impianto si trovava nei pressi della bocca di porto degli Alberoni.
Quando i soci della cooperativa “Laguna Viva” scoprono il disastro sospettano che si sia trattato del passaggio di una nave. Non poteva essere stato il maltempo. In quel mezzo chilometro quadrato che il giorno prima era un labirinto di cime e corpi morti e dove c’erano diversi quintali di “peoci” pronti per la raccolta, non esisteva più nulla. Per capire cosa fosse successo si affidano al capitano Sante Bigon, una vita a navigare in mezzo mondo e tra i più preparati periti in materia di incidenti in mare. Allo scopo Bigon verifica i tracciati satellitari delle navi in transito in quei giorni. Risulta che un solo mezzo, tra quelli in transito in quei paraggi tra i giorni 21-22, che ha attraversato la concessione. Si tratta della motonave “Capitan Korchin”. Lo conferma anche la Capitaneria di Porto, tra le altre cose la nave esce in mare nonostante le condizioni meteo lo vietassero. “Laguna viva”, perde 700 tonnellate di “peoci”. Complessivamente i danni ammontano a circa 1 milione e 700 mila euro. Fino ad ora nessun anticipo di rimborso, anche se è evidente che il danno lo ha causato quella nave.
Ora la situazione economica e finanziaria della cooperativa risulta essere sempre più difficile e al limite del collasso. Laguna Viva è formata da una decina di soci che si sono messi assieme in conseguenza delle nuove e limitative condizioni imposte dalla Comunità Europea. Sono stati costretti ad abbandonare l’attività di pesca che facevano prima e per sopravvivere hanno iniziato una nuova attività sulla coltivazione e vendita dei “peoci”. Per fare questo hanno dovuto ipotecare le loro abitazioni e quelle dei loro familiari allo scopo di accedere ad un mutuo per realizzare un vivaio. Il mutuo però è stato utilizzato per fare il vivaio ora distrutto. Ma ora non sanno più come fare per poter vivere. Ora rischiano di perdere le abitazioni ma anche quelle dei loro parenti. In attesa della giustizia.
venerdì 14 giugno 2013
Muore su un pontone a 53 anni
Aveva le cuffie sulle orecchie e probabilmente è morto ascoltando la
musica senza accorgersi di ciò che gli stava accadendo. Così è
deceduto Maurizio Zorich, 53enne chioggiotto, mentre lavorava: faceva
il custode su un pontone vicino all’Ottagono di Ca’ Roman, in laguna a
due passi da Pellestrina: teneva d’occhio gli allevamenti di
molluschi delle cooperative per cui lavorava. A constatare la morte,
senza poter fare ormai più nulla, il medico del Suem immediatamente
arrivato con l’ambulanza sul luogo, dopo che l’equipaggio della Guardia
di finanza intervenuto aveva dato l’allarme. Il pubblico ministero
di Venezia Angela Masiello ha inviato un medico legale per esaminare
il corpo ed è probabile che già oggi possa dare il nulla osta per i
funerali, ritenendo inutile compiere l’autopsia: la causa del
decesso di Zorich, infatti, potrebbe essere naturale, dovuta ad un grave
attacco cardiaco. Ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati
i suoi colleghi, arrivati sul pontone poco prima delle 7 di ieri come
ogni mattina. Zorich aveva concluso il turno di notte che spesso
faceva, ma questa volta i colleghi l’hanno trovato quasi si fosse
addormentato, però non respirava più e aveva la musica che andava
ulle cuffie, ancora appoggiate alle orecchie. Hanno dato l’allarme e
sul posto è intervenuto un equipaggio della Guardia di finanza della
Sezione operativa navale, che a sua volta ha chiesto l’intervento
del Suem. Il medico, però, non ha potuto che registrare il decesso del
53enne chioggiotto. Sul corpo nessun segno di violenza, sul pontone
ormeggiato vicino all’Ottagono tutto in ordine, nulla che possa far
pensare ad un intervento esterno, ma il magistrato veneziano ha
voluto spazzare via qualsiasi dubbio, visto che, interpellata la
famiglia, aveva saputo che le condizioni di salute di Zorich erano
buone, che non soffriva di evidenti malformazioni o malattie. Il
medico legale che ha esaminato il corpo avrebbe già confermato che nulla
può far pensare ad una morte violenta, ma sarà solo oggi che dirà
l’ultima parola con la sua relazione. E solo allora, il pubblico
ministero scioglierà la riserva sull’autopsia, firmando
presumibilmente già stamane il nulla osta perché il corpo sia restituito
ai familiari.
lunedì 10 giugno 2013
“Estuario Sud”, la festa dei pulcini a San Pietro
Con il torneo Estuario Sud riservato ai giovani calciatori della
categoria pulcini, si è chiusa l’attività sportiva 2012-2013 per il
Nuovo Calcio San Pietro. Attivissima sotto il profilo dell’attività
giovanile, la società ha organizzato domenica scorsa un torneo che
ha coinvolto, oltre a due sue formazioni, Albignasego, Laguna Venezia
2011, Junior Chioggia e due squadre del Lido di Venezia. In tutto
sono state disputate 21 partite senza classifica e con la volontà
di puntare soprattutto all’attività ludico-didattica. Dopo il gioco, con
il torneo patrocinato dal Comune di Venezia, e le premiazioni per i
giovani partecipanti da parte del presidente del Consiglio comunale,
Roberto Turetta e del consigliere comunale, Alessandro Scarpa
Marta, nella piena tradizione del Nuovo Calcio San Pietro è stata
organizzata per calciatori e dirigenti una visita al locale museo
della laguna, quindi il pranzo con le specialità del posto a base di
pesce. Per la società di Marco Ghezzo, che conta ora un settore
giovanile con 40 bambini dai 5 ai 13 anni, una nuova opportunità
per unire sport, fair play e cultura. (s.b.)
domenica 9 giugno 2013
Pista ciclabile «Prima i lavori a la Mara»
«Priorità ai lavori nel tratto di pista ciclabile di zona La Mara,
perché in questi ultimi mesi in troppi sono caduti in bicicletta,
facendosi anche male, a causa del terreno sconnesso sull’argine
lagunare». Il consigliere comunale Alessandro Scarpa interviene sul
tema del Biciplan di Pellestrina, presentato nei giorni scorsi in
Municipalità dall’assessore Ugo Bergamo. Un progetto dettagliato, che si
suddividerà in più lotti con i lavori al via entro poche settimane
dietro il cimitero e la conclusione prevista entro la fine del 2014. Se
dietro il cimitero e fino al Murazzo che porta a Ca’ Roman,
interverranno direttamente le ditte del Mose, tra Santa Maria del Mare e
Pellestrina saranno impegnati più soggetti. «Ben venga il
Biciplan», aggiunge il consigliere comunale, «ma basterebbe poco
per rendere pienamente sicuro il tratto di zona La Mare. Se con le piste
ciclabili si evitano i pericoli delle strade, e quelle di
Pellestrina di problemi ne hanno, almeno le buche dei percorsi già
esistenti vanno sistemate. Credo che non sia un intervento
dispendioso, ma almeno si potrebbe utilizzare subito in sicurezza, già
questa estate, un fetta cospicua di percorso ciclabile per
residenti e turisti”. (s.b.)
venerdì 7 giugno 2013
Stop da Bettin ai cantieri Actv a Pellestrina
L’assessore scrive alla Salvaguardia chiedendo di fermare il progetto che doveva andare al voto ieri
Il Comune ferma clamorosamente il trasferimento dei cantieri Actv dal bacino Piccolo dell’Arsenale a Pellestrina, nell’area acquisita dall’azienda dai cantieri De Poli. Proprio ieri la Commissione di Salvaguardia doveva votare sul progetto presentato dal Magistrato alle Acque che prevede non, come inizialmente presentato «scavo e adeguamento ai fini idrogeologici del canale di Pellestrina», ma interventi per la realizzazione di una nuova darsena Actv di fronte all'ex cantiere De Poli, con un collegamento fisso tra cantiere e darsena a la chiusura di quel tratto del canale di Pellestrina. E sul tavolo ieri la Salvaguardia si è trovata una lettera dell’assessore comunale all’Ambiente Gianfranco Bettin, che invitava la Commissione a riprensare la sua decisione sul progetto, visto che le trasformazioni andrebbero a insistere su un’area Sic di pregio ambientale e all’Assessorato all’Ambiente - che si dichiara all’oscuro del progetto - non risulta che esso sia stato sottoposto, come dovrebbe essere per aree che rientrano nelle competenze del Palav, il Piano ambientale per la laguna veneta, a Valutazione di impatto ambientale. Lo stesso Magistrato alle Acque allora, ha preso atto della posizione del Comune e ha fermato l’approvazione del progetto. Una presa di posizione, quella di Bettin, che riapre tutta la questione, oltre a innestare, probabilmente, una frizione anche all’interno della Giunta comunae, visto che uno degli «sponsor» dichiaratio del trasferimento dei cantieri Actv a Pellestrina lasciando libero l’Arsenale, è l’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo.
Anche i comitati civici di difesa dell’Arsenale bei giorni scorsi avevano espresso la loro contraroietà all’avvandono di Actv del cantiere dell’Arsenale, che cederebbe al Consorzio Venezia Nuova l'uso del bacino di carenaggio più piccolo dei tre dell'Arsenale Nord. Gli altri due, il grande e il medio, sono già in concessione per trent'anni al Consorzio per la manutenzione delle paratoie del Mose. In questo modo, è stato spiegato nella riunione dei Comitati, il Consorzio Venezia Nuova oltre alla concessione di alcune Tese della Novissima, che danno sulla Darsena Grande, occuperebbe anche lo spazio del Bacino, a ridosso della Torre di Porta Nuova e del nuovo ponte di collegamento con l'isola delle Vergini. Che potrebbe essere finanziato proprio dal Consorzio con due milioni di euro. E sempre a proposito dell’Arsenale Nord ieri in Salvaguardia è stato approvato il piano per la sua protezione antisismica, ma con criteri - evidenziati anche dalla Soprintendenza - che tengano conto della natura monumentale del complesso, senza stravolgerlo nei materiali.
Enrico Tantucci
Il Comune ferma clamorosamente il trasferimento dei cantieri Actv dal bacino Piccolo dell’Arsenale a Pellestrina, nell’area acquisita dall’azienda dai cantieri De Poli. Proprio ieri la Commissione di Salvaguardia doveva votare sul progetto presentato dal Magistrato alle Acque che prevede non, come inizialmente presentato «scavo e adeguamento ai fini idrogeologici del canale di Pellestrina», ma interventi per la realizzazione di una nuova darsena Actv di fronte all'ex cantiere De Poli, con un collegamento fisso tra cantiere e darsena a la chiusura di quel tratto del canale di Pellestrina. E sul tavolo ieri la Salvaguardia si è trovata una lettera dell’assessore comunale all’Ambiente Gianfranco Bettin, che invitava la Commissione a riprensare la sua decisione sul progetto, visto che le trasformazioni andrebbero a insistere su un’area Sic di pregio ambientale e all’Assessorato all’Ambiente - che si dichiara all’oscuro del progetto - non risulta che esso sia stato sottoposto, come dovrebbe essere per aree che rientrano nelle competenze del Palav, il Piano ambientale per la laguna veneta, a Valutazione di impatto ambientale. Lo stesso Magistrato alle Acque allora, ha preso atto della posizione del Comune e ha fermato l’approvazione del progetto. Una presa di posizione, quella di Bettin, che riapre tutta la questione, oltre a innestare, probabilmente, una frizione anche all’interno della Giunta comunae, visto che uno degli «sponsor» dichiaratio del trasferimento dei cantieri Actv a Pellestrina lasciando libero l’Arsenale, è l’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo.
Anche i comitati civici di difesa dell’Arsenale bei giorni scorsi avevano espresso la loro contraroietà all’avvandono di Actv del cantiere dell’Arsenale, che cederebbe al Consorzio Venezia Nuova l'uso del bacino di carenaggio più piccolo dei tre dell'Arsenale Nord. Gli altri due, il grande e il medio, sono già in concessione per trent'anni al Consorzio per la manutenzione delle paratoie del Mose. In questo modo, è stato spiegato nella riunione dei Comitati, il Consorzio Venezia Nuova oltre alla concessione di alcune Tese della Novissima, che danno sulla Darsena Grande, occuperebbe anche lo spazio del Bacino, a ridosso della Torre di Porta Nuova e del nuovo ponte di collegamento con l'isola delle Vergini. Che potrebbe essere finanziato proprio dal Consorzio con due milioni di euro. E sempre a proposito dell’Arsenale Nord ieri in Salvaguardia è stato approvato il piano per la sua protezione antisismica, ma con criteri - evidenziati anche dalla Soprintendenza - che tengano conto della natura monumentale del complesso, senza stravolgerlo nei materiali.
Enrico Tantucci
lunedì 3 giugno 2013
Il Pellestrina scivola in Terza
I trionfi di Passarella e Maerne, che dopo la promozione festeggiano il
titolo regionale di categoria, la delusione del Pellestrina, sceso in
Terza. Eccole alcune istantanee di questa domenica calcistica ricca di
verdetti. In Prima categoria il Passarella trionfa nella finale
per il titolo regionale battendo ai calci di rigore (5-3) il Monteforte
dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi 2-2. Penalty fatali,
invece, per la Fossaltese, superata (4-5) dal Lovispresiano nel terzo
turno dei playoff: i neroverdi, comunque, tornano in campo domenica
prossima. In Seconda categoria titolo regionale per il Maerne,
che nella finalissima si impone (5-4 dopo i rigori) sul San Giovanni
Lupatoto. Nei playoff accede al quinto turno la Salese (1-0 al Bagnoli),
nei playout invece restano ancora vive le speranze di Cesarolo e
Fossalta Piave: i primi hanno battuto 2-0 il Cessalto, il Fossalta 1-0
il Feletto e ora si incontreranno nel quarto e ultimo turno, nel quale
chi perde retrocede in Terza. Categoria nella quale è già sceso il Pellestrina, battuto ai rigori (3-4) dalla Santangiolese. (m.t.)
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