Il primo nel pomeriggio, il secondo nella notte, a fuoco zone incolte. Potrebbero essere tutti di origine dolosa
Torna l’incubo incendi a Pellestrina. Due, in meno di mezza giornata,
quelli che hanno interessato la medesima area di terreni incolti in
zona La Mara. Il primo era stato notato attorno alle 18 di lunedì. A
prendere fuoco sono state alcune centinaia di metri quadrati di
canneti e sterpaglie su terreno privato. Per domare le fiamme, vigili
del fuoco giunti dal comando provinciale di Venezia e volontari
della Protezione civile dell’isola hanno lavorato due ore. Il problema
si è però riproposto attorno alla mezzanotte, con un nuovo incendio
che ha interessato la stessa area, solo a duecento metri circa di
distanza. Questa volta il lavoro di pompieri e volontari è stato più
complesso e si è prolungato per quattro ore. Il principale disagio è
stato legato al buio della notte e ai materiali presenti tra i canneti:
lavatrici, cavi di acciaio, rifiuti vari e naturalmente rovi che
hanno reso tutto più difficile. Sono stati utilizzati dei gruppi
elettrogeni e delle torri con fari per illuminare la zona e cercare nel
più breve tempo possibile di domare le fiamme. La Protezione civile
ha poi informato Veritas e Insula dell’accaduto, perché il fuoco era
arrivato a lambire una centralina di sollevamento delle acque, ma
fortunatamente non sono stati registrati danni. Sulla vicenda è
intervenuto ieri il presidente della Municipalità Giorgio Vianello.
«C’è preoccupazione, è normale, anche se gli incendi hanno
interessato terreni di proprietà privata e per fortuna non a ridosso di
abitazioni. La situazione è rimasta sempre sotto controllo, ma non
trovo normale che questo accada. Non credo che si tratti di
autocombustione, piuttosto sospetto che siano atti dolosi. Dispiace
anche se non se ne capisce il motivo. Dopo quanto accaduto lo scorso
anno, siamo riusciti a far installare due idranti a Pellestrina e
altri due speriamo che siano messi a breve a San Pietro In Volta».
Il 27 agosto dello scorso anno, un altro rogo, ma molto più esteso,
interessò la stessa zona. Non essendoci idranti, i vigili del fuoco
non potevano riempire nuovamente le autobotti, e si arrivò anche a
chiudere per sicurezza Strada dei Murazzi, dividendo di fatto in
due l’isola per ore.
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