Con i primi caldi e l’estate alle porte a Pellestrina sono ripresi
gli incendi di matrice quasi sicuramente dolosa. Campi semi abbandonati,
canneti e sterpaglie i luoghi presi di mira ancora una volta.
In molti sono convinti sull’isola che tutti i roghi degli ultimi quattro
anni siano opera della stessa persona, che il presidente della
Municipalità, Giorgio Vianello, non esita a definire un mitomane. «Da
quattro anni c’è questo problema, e non si tratta di una questione di
poco conto», dice il presidente del decentramento. «Finora è sempre
andata bene, non sono state danneggiate case o attività. Ma i rischi ci
sono stati, specie nell’ultimo episodio della scorsa settimana in zona
La Mara, quella più colpita. Siamo fiduciosi nel fatto che i Carabinieri
riescano a scoprire di chi si tratta, ma la preoccupazione c’è ed è
logica».
Gli incendi sono cominciati quattro anni fa: ogni anno
almeno due o tre sono stati appiccati in zona La Mara, una vasta area
ricoperta da canneto e sterpaglie. Poi è toccato anche alla zona Dei
Botta, all’area caratterizzata dalla curva lungo la strada che
attraversa Santa Maria del Mare, quindi Ca’ Roman a ridosso dell’oasi
naturale gestita dalla Lipu. Oltre una decina di incendi che stanno
allarmando la comunità di Pellestrina.
«Per fortuna c’è stato
l’accordo tra Vigili del fuoco e nucleo locale di Protezione civile,
così da garantire un pronto intervento sul territorio», aggiunge
Vianello, «ma chi persevera nell’appiccare questi incendi deve avercela
con quest’isola». (s.b.)
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