Silvano Baseggio e Luca Zanella impegnati per una settimana nella difesa dei boschi
A caccia di incendi sui pendii del Gargano per conto del Servizio
Forestale. Sono due volontari della Protezione civile di Pellestrina,
Silvano Baseggio e Luca Zanella, che ieri hanno chiuso la loro
esperienza dopo una dura settimana, impegnati nella difesa dei boschi
pugliesi dalle fiamme. I due erano scesi in virtù della loro
collaborazione con il Servizio Forestale di Treviso, dal momento che
hanno grande esperienza nello spegnimento di incendi boschivi lavorando
spesso nelle oasi di Lido e Pellestrina. Una esperienza formativa, che
li ha visti impegnati in squadra, alternandosi con due colleghi
trevigiani lungo quattro differenti percorsi. «Non è stata una
passeggiata», spiega Silvano Baseggio. «Mediamente ogni giorno ci siamo
trovati davanti 2-3 incendi di varia dimensione. In un caso siamo
rimasti impegnati dalle 16 alle 23.30, ed è stato necessario anche
l’intervento di un Canadair per il lancio di acqua dal cielo. Ora non so
dire se tutti siano stati di natura dolosa, ma c’è una probabilità
molto alta. La notte si usciva con le maniche lunghe, faceva freddo,
quindi è dura che da soli si possano innescare degli incendi in quelle
condizioni specifiche». Con il loro mezzo trasferito da Pellestrina, un
Modulo A-B con disponibilità fino a 600 litri di acqua, i due volontari
hanno pattugliato ogni giorno un percorso differente, scoprendo nuovi
scenari nei quali mettersi alla prova, e facendo utili esperienze da
poter poi sfruttare, se necessario, una volta rientrati a Venezia.
Baseggio, dipendente dell’ospedale San Camillo, e Zanella, in servizio
per una società nell’ambito nautico, sono stati precettati per questo
servizio specifico a Vitto sul Gargano, rimanendo ospiti per una
settimana della caserma dell’Aeronautica Militare “Iacopo Tenente”. «Le
giornate sono trascorse percorrendo a volte anche 200 chilometri alla
caccia degli incendi», conclude Silvano Baseggio. «Per me si trattava
della seconda esperienza del genere dopo quella vissuta ad Orvieto, la
prima invece per il mio collega. Un modo ulteriore per rendersi utili e
difendere il patrimonio boschivo del nostro Paese».
Simone Bianchi
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