Caduto dall’impalcatura della nave in costruzione alla ex De Poli di
Pellestrina La pm Franceschetti ha chiesto la condanna di tre imputati
per omicidio colposo
In tre mesi erano morti in due, entrambi
operai delle ditte che lavoravano in subappalto all’interno del
cantiere De Poli di Pellestrina, ora acquisito dall’Actv. Ditte che
della velocità dell’esecuzione dei lavori facevano il loro principale
obiettivo e che imponevano ai dipendenti ritmi spesso insopportabili.
Ieri, nell’udienza per l’omicidio colposo di Marijan Panic, la pubblico
ministero Carlotta Franceschetti ha chiesto la condanna a un anno di
reclusione per l’ex dirigente del cantiere, Massimo Iuris, per il
responsabile del servizio prevenzione Marco Cappon e per il capo dei
carpentieri Gianluca Pagan, i cui difensori (gli avvocati Luigi
Ravagnan, Alessandro Rampinelli e Andrea Galli hanno chiesto il rito
abbreviato). Mentre i titolari della ditta di cui era dipendente Panic, i
fratelli croati Damir e Marian Peranovic) hanno raggiunto l’accordo con
la rappresentante della Procura per patteggiare un anno.
Il
giudice ha rinviato l’udienza al 7 febbraio per la sentenza. L’avvocato
Piero Pozzan, che rappresentava i familiari della vittima, non si è
costituito parte civile perché la famiglia è stata risarcita.
I
fatti sono del lontano 7 febbraio 2007. Tre mesi dopo, nello stesso
cantiere, sarebbe deceduto un altro operaio, questa volta di origini
romene. Panic era un carpentiere e mentre gli altri dipendenti erano in
mensa a mangiare lui era sulle impalcature a lavorare, stava svolgendo
lavori di carpenteria sulla nuova nave che i De Poli stavano costruendo.
Stando alla pubblico ministero, che ieri ha tenuto la sua requisitoria
nei confronti dei tre imputati italiani, la vittima sarebbe caduto in
sala macchine da un’impalcatura da un’altezza tra i cinque e i sei
metri, battendo la testa e spirando quasi subito a causa di un
gravissimo trauma cranico. La difesa, invece, sostiene, utilizzando
anche le conclusioni alle quali sarebbe giunto il medico legale, che il
decesso sarebbe stato causato sì dal trauma cranico, che però non
sarebbe stato provocato dalla caduta ma da un pesante oggetto che
avrebbe sfondato il cranio mentre Panic si trovava a terra. Il medico
legale, infatti, sostiene che se l’operaio croato fosse caduto da sei
metri avrebbe riportato anche fratture in altre parti del corpo, cosa
che non è accaduta.
Ora, toccherà al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Venezia Roberta Marchiori soppesare le richieste
della rappresentante dell’accusa e quelle dei tre agguerriti difensori,
che puntano ad una assoluzione o comunque ad una condanna meno pesante.
Tra l’altro Iuris ha già patteggiato una pena di oltre un anno per la
morte dell’operaio romeno.Giorgio Cecchetti
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