Mezzo secolo dalla grande paura. Ruota attorno alla messa solenne presieduta dal patriarca Francesco Moraglia, che si terrà il 4 novembre alle 18 in Basilica di San Marco, il calendario, organizzato dal comitato presieduto dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per il cinquantesimo dell'Aqua granda, l'alluvione che mise in ginocchio la città nel 1966.
Il calendario di mostre, convegni ed eventi, partirà mercoledì 19 ottobre con la mostra, che sarà aperta fino al 30 ottobre al Centro Candiani. Ricca, tra le altre mostre, anche quella alla Biblioteca Nazionale Marciana (28 ottobre-27 novembre), così come quelle alla Fondazione Bevilacqua La Masa (31 ottobre-14 novembre), al Museo Correr (3 novembre-31 dicembre), al Negozio Olivetti di Piazza San Marco (4 novembre-8 gennaio), al Piccolo Museo della Laguna sud di Pellestrina (16 dicembre-8 gennaio), a Ca' Farsetti-Ca' Loredan (22 novembre-11 dicembre) e al Teatro La Fenice (2 novembre-20 novembre), che inaugurerà la propria stagione lirica il 4 novembre proprio con l'opera 'Aquagranda'.
Tra gli eventi, coinvolti ancora il Teatro La Fenice,
la Fondazione Querini Stampalia e l'Ateneo Veneto, oltre al laboratorio
itinerante dedicato a studenti e cittadinanza, a cura del Comune e del
Consorzio Venezia Nuova. I convegni, infine, inizieranno il 21 ottobre a
Palazzo Ducale (pomeriggio dedicato alla legislazione speciale per Venezia), per proseguire a Ca' Giustinian, sede della Biennale, (25 ottobre), Teatro La Fenice (27 ottobre), Arsenale (29 ottobre), Consorzio di Bonifica del Veneto Orientale di San Donà di Piave (3 e 4 novembre) e Palazzo Labia, sede della Rai del Veneto, il 10 e l'11 novembre.
"Queste celebrazioni non devono essere solo un ricordo: al Governo dico
che penso che sia il momento di ricordarsi anche di Venezia". Il
sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, lo ha sottolineato durante la
presentazione del calendario. Il sindaco ha voluto subito rimarcare il
carattere “di terraferma” della sua azione: «Mi fa piacere - ha
introdotto Brugnaro - trovare tante istituzioni e
veneziani raccolti attorno al Comune e all'idea di città. Ognuno sta
facendo il suo per descrivere un evento così grande che, voglio
ricordare, ha coinvolto il Centro storico, ma anche tutto il territorio metropolitano".
"Quel che interessa al Comune e deve
interessare a tutti - ha rilevato - è spiegare cosa successo, in seguito
all'Aqua granda. In cinquant'anni, si fatto tanto lavoro e, grazie
soprattutto a un giornalista come Giorgio Lago, si raccontata a
tutt'Italia l'importanza di Venezia, creando un senso di solidarietà
e aiuto che ha portato alla creazione di una legge speciale per la
città ed è durato fino a dieci anni fa. Poi, per la presunzione di
alcuni, è passato invece il concetto che questa città non ha bisogno di
nessuno".
Ma la legge speciale, ha chiarito, "c'è ancora ed esiste ancora il dovere da parte dello Stato di finanziarla.
E non basta pensare ai singoli edifici o alle singole istituzioni, che
pure continuano a vivere anche per l'aiuto dello Stato, perch la città
nel suo insieme è molto più complessa e anche le manutenzioni ordinarie
diventano straordinarie. Oggi stiamo vivendo più o meno la situazione di
allora: ci mancano i finanziamenti e c'è quindi bisogno di rifinanziare
la legge speciale".
Brugnaro poi tornato sulla polemica con l'Unesco, che
ha inserito Venezia tra le città a rischio a causa dei flussi turistici
incontrollati. "La loro lettera - ha detto Brugnaro - non ha quasi
riconosciuto quanto è stato fatto, attaccando in primis dallo Stato
italiano, che non è vero che non ha fatto niente - ha concluso - Pur
riconoscendo la situazione difficile, quel che sto cercando di spiegare
allo Stato è solo l'importanza di questa città per il rilancio
dell'intera economia italiana".
"La legge speciale fa il paio con il Mose, che per me è una grande
opera di ingegneria, ma può piacere o non piacere. Adesso non sappiamo
esattamente quando finiranno i lavori, ma vorrei ricordare soprattutto
che c'è un preciso patto politico e sociale stretto tra la città e il
Governo di allora: il dovere di garantire l'accessibilità al porto ed è per questo che è stata realizzata la conca di navigazione a Malamocco".
"La realtà è che il mondo cambia e la conca, così com'è, non garantisce
questa accessibilità: è per questo che l'Autorità portuale ha chiesto
di realizzare il porto offshore - ha chiarito - per il quale chiediamo
si arrivi al più presto al Cipe per il finanziamento. Il Mose va finito e va anche ridato alla città il ruolo che le compete nella gestione delle acque".
"Le città del mondo - ha concluso il sindaco - ci guardano: non
vogliamo elemosine, ma abbiamo costi veramente speciali. Venezia è un
patrimonio dell'umanità, ma soprattutto dell'Italia: le polemiche tra
noi non convengono al futuro di questa città e dei suoi bambini, per cui
dobbiamo smettere di farne".
Nessun commento:
Posta un commento