Gli studenti dell’istituto si sono imposti al concorso “Le scuole adottano i monumenti”
La scuola media Loredan ha primeggiato
al Concorso nazionale “Le scuole adottano i monumenti della nostra
Italia”, indetto dalla Fondazione Napoli Novantanove, in collaborazione
con il Ministero dell’istruzione e dell’università e con quello dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo.
Il concorso era aperto
a scuole di ogni ordine e grado, e l'Istituto comprensivo di Lido e
Pellestrina ha ottenuto il primo posto nella sua categoria, grazie agli
alunni della Loredan, bravi nel realizzare un video dedicato ai vecchi
forti della loro isola. Strutture come Forte Santo Stefano e Forte Ca'
Roman, e gli ottagoni lagunari, che sono stati anche filmati dall'alto
grazie ai droni messi a disposizione dall'Istituto italiano dei
Castelli, da tempo impegnato per il recupero e l’utilizzo delle vecchie
fortificazioni veneziane (ha già organizzato visite guidate in più siti
veneziani). L'idea dei promotori del concorso era quella di invitare le
scuole a scegliere un monumento del proprio territorio da studiare e
valorizzare, per certi versi anche adottare, con un percorso che magari
in futuro ne possa permettere pure un recupero a fini didattici e
culturali per la popolazione.
I video raccolti andranno a
costituire il museo virtuale Arte Cultura Ambiente: l'itinerario delle
meraviglie italiane adottate dalle scuole di ogni ordine e grado. Un
concorso tra l'altro patrocinato dall'Associazione nazionale dei comuni
italiani. La vittoria è stata accolta con grande entusiasmo da Gabriella
Marinaro, dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo di Lido e
Pellestrina. E adesso verranno di sicuro promosse iniziative per
condividerlo con gli altri studenti delle due isole in attesa del 28
ottobre,
giorno nel quale gli studenti della media Loredan dovranno recarsi a
Roma, in Campidoglio (sede dell’amministrazione comunale) per ricevere
il premio per il loro video sui vecchi forti di Pellestrina, alcuni dei
quali con la necessità di interventi a causa dell’abbandono. Simone Bianchi
Nessun commento:
Posta un commento