Prelevati campioni dalle cucine dopo che nove persone erano finite al Pronto soccorso
Il personale ispettivo del Dipartimento
di prevenzione dell’Asl 12 ha già effettuato un controllo nei locali del
ristorante «Ai Pescatori» di Pellestrina, dove si era recata, sabato
scorso, una comitiva di chioggiotti alcuni dei quali, nove, il giorno
dopo, erano finiti al pronto soccorso per una «verosimile tossinfezione
alimentare», come riporta il referto medico.
I sanitari hanno
prelevato dei campioni nelle cucine del ristorante e verificato il
rispetto delle norme igieniche, sia per quanto riguarda la preparazione
che la conservazione dei cibi. Il risultato dell’ispezione, e delle
analisi in particolare, non è ancora noto perché il procedimento è
ancora in corso e, comunque, i risultati dei campionamenti nel
ristorante andranno incrociati con quelli dei prelievi eseguiti sui
pazienti, alla ricerca di una eventuale corrispondenza di agenti
patogeni. Il controllo è scattato, in automatico, dopo che nove persone,
sulle 19 di cui era composto il gruppo di amici, nella serata di
domenica, si sono presentate al Pronto soccorso dell’ospedale di
Chioggia lamentando dolori addominali, febbre, vomito e diarrea. Tre di
loro, lunedì mattina, erano ancora in osservazione ma sono stati, poi,
dimessi senza particolari problemi. I nove intossicati hanno riferito il
nome del ristorante in cui si erano recati a cena e hanno anche
indicato quale delle portate, secondo loro, ne era stata la causa,
ovvero le uova di seppia che avevano «un odore strano». Sulla base della
segnalazione di questi nove pazienti, l’Asl 14 ha avvertito i colleghi
della Asl 12 che hanno provveduto all’ispezione. Il titolare del
ristorante, Domenico Gavagnin, ritiene che il suo locale non abbia
alcune responsabilità del malessere dei chioggiotti. «Abbiamo servito
250 coperti, quella sera» dice «qualcun altro avrà mangiato uova di
seppia, ma solo loro hanno lamentato disturbi. E poi bisogna
vedere cosa hanno mangiato o bevuto altrove quel giorno o il giorno
dopo. In trent’anni di lavoro solo un’altra volta dei clienti si erano
lamentati di qualcosa di simile ma, dopo i controlli, è risultato che la
causa del loro malessere era un’altra. E ci hanno chiesto scusa».(d.deg.)
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