Lo hanno salutato ricordando la sua
passione per il mare e la sua capacità di aver trasformato una piccola
isola in una grande isola. Ieri, oltre 600 persone sono arrivate nella
Chiesa di Ognissanti a Pellestrina per il funerale dell’imprenditore e
maestro d’ascia Davino De Poli, mancato all’età di 81 anni. La messa è
stata celebrata dal monsignor Damiano, parroco di Pellestrina, e dal
frate padre Roberto , che gli è stato vicino nell’ultimo periodo. Una
commovente lettera è stata letta dalla sorella Giannina a nome dei
fratelli Lea, Gianni e Giancarlo e, nei ricordi, anche dei due già
defunti Ardito e Liliana. Insieme a loro le famiglie delle figlie Eva e
Chiara che hanno portato avanti la passione del padre. Eva nella
Fondazione Bucintoro e Chiara in Olanda con tre società di navigazione.
«Dicevi», ha letto la sorella, «che nella vita bisogna avere spirito di
sacrificio, costanza e passione. Eri un vero esempio». Parole d’affetto
sono giunte nel discorso del comandante Ferruccio Falconi: «Un grande
marinaio», ha ricordato, «con ideali di venezianità. Aveva una spiccata
manualità che ha messo al servizio della navi diventando un uomo di
mare. Una mente globalizzatrice che apriva i cancelli a tutti e un
grande esempio di coesione familiare, sabotato dal Comune per non
avergli concesso di varare navi più grandi». Dissapori del passato. La
presenza dell’assessore Paolo Romor in veste di prosindaco è stata un
segno di riconoscimento da parte dell’amministrazione. Lo hanno anche
ricordato l’amico Ledio e Paolo Mameli della Fondazione
Bucintoro. Mameli ha letto un pensiero del presidente Giorgio Paternò
ricordando la partecipazione di De Poli alla realizzazione della storica
imbarcazione: «Quando il Bucintoro sarà realizzato lo avvolgerà una
brezza: sarà Davino che abbraccerà il suo sogno divenuto realtà». (v.m.)
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