«Con grande soddisfazione Italia Nostra
vede confermata da un’ordinanza del Tar del Veneto la propria tesi in
merito al villaggio turistico che la società Ca’ Roman srl vuole
costruire a Ca’ Roman, nell’ex colonia marina che era stata costruita a
fini filantropici e ora è di proprietà della stessa società». Così, in
un comunicato, la presidente della sezione veneziana dell’associazione
Lidia Fersuoch commenta l’esito della decisione del Tar che ha stabilito
che sarà la Corte di giustizia dell'Unione europea ad occuparsi del
caso delle villette che la società Ca' Roman vorrebbe realizzare
nell'area protetta di Pellestrina, sospendendo il loro giudizio in
attesa dell'indicazione europea.
Per Fersuoch «i giudici
amministrativi, preliminarmente, ritengono fondate le doglianze di
Italia Nostra. La Variante del Piano regolatore generale per l’isola di
Pellestrina prevede nell’area solo «interventi di ristrutturazione
edilizia con abbattimento degli edifici e ricostruzione». L’intervento
della società invece comporta interventi di demolizione,
ristrutturazione edilizia e nuova costruzione (84 unità abitative
distribuite in 42 villette) su sedimi sostanzialmente diversi da quelli
prima occupati. Si tratta dunque - sostengono i giudici - di «interventi
di nuova edificazione» e non interventi di ristrutturazione, unici
previsti dal piano regolatore».
Italia Nostra, con i suoi avvocati Francesca e Paolo Mantovan, aveva lamentato
che il piano di Ca’ Roman non era stato sottoposto a valutazione
ambientale strategica, obbligatoria per legge. Per i giudici
amministrativi la questione «merita un più approfondito esame», ed è da
rinviarsi alla Corte di Giustizia europea, sottoponendo tre quesiti
specifici sulla questione.
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