Un sindaco che rivendica la sua indipendenza ma è alleato con il
centrodestra e alle presidenze della Municipalità, cinque presidenti su
sei del centrosinistra, quello uscito sconfitto dal ballottaggio di
domenica. Tra Comune e Municipalità si profila una stagione all'insegna
del conflitto? I presidenti eletti dal centrosinistra, tutti targati Pd,
che, dopo il voto del 31 maggio, sono chiamati a governare Venezia,
Mestre Carpenedo, Marghera, Chirignago Zelarino e Lido Pellestrina
rivendicano la loro autonomia ma aprono al confronto, tutti, con Luigi
Brugnaro. «È tempo di rimboccarsi le maniche per rilanciare le
Muncipalità, nel rispetto dei ruoli. Le Municipalità hanno bisogno di
vedere rispettato il loro ruolo e di avere funzioni e personale
adeguato. E avere fondi sufficienti per l'ordinaria manutenzione della
città. Istanze che non hanno colore ma che riguardano il bene di tutti»,
spiega Vincenzo Conte, neo presidente di Mestre Carpenedo. «Nessuno
scontro a priori, quindi. Piuttosto un ampio dialogo, collaborando anche
con Bellato, il presidente di Favaro. Perché se una scala è rotta lo è
sia guardandola da sinistra che da destra». Anche Giovanni Andrea
Martini, presidente di Venezia-Murano-Burano vuole un confronto con il
nuovo sindaco: «Andare a scontri frontali è inutile. Piuttosto serve un
confronto e lavorare per il mantenimento di settori che per noi sono dei
capisaldi: penso alle politiche sociali, agli aiuti alle fasce più
deboli della popolazione, alla scuola, alla manutenzione della città.
Sulle deleghe alle Municipalità occorre un confronto con il sindaco.
Anche perché di decentramento e Municipalità, lui in campagna elettorale
ha parlato poco». Danny Carella, nuovo e giovane presidente di Lido
Pellestrina, su Facebook la sua volontà di dialogo l'ha già esplicitata,
senza nascondere l'amicizia che lo lega a nuovi consiglieri della
maggioranza di Brugnaro, come Alessandro Scarpa. «In passato ho visto le
difficoltà che causa il fatto che una Municipalità sia di segno opposto
alla giunta comunale», dice Carella, «e penso che sia più proficuo per i
territori che rappresentiamo e hanno tanti problemi e necessità,
concentrarci sul dialogo con il nuovo sindaco. Dal 2010 i fondi per le
Municipalità sono drasticamente calati fino al crollo totale del 2014 e
credo che solo con un dialogo possiamo ottenere nuovi fondi per svolgere
il ruolo di organismi che sono i più vicini alla cittadinanza. Penso
alle manutenzioni ma anche alla cultura. Le Municipalità non possono
essere esclusivamente dei "parerifici" che danno pareri non vincolanti».
Gianluca Trabucco, ex consigliere comunale Pd e ora alla presidenza di
Chirignago Zelarino è pronto al confronto sul decentramento con Brugnaro
e la sua giunta di centrodestra. «Una giunta che dovrebbe avere come
componenti esponenti del centrodestra come Speranzon, la Lega o la
Zaccariotto francamente non può non definirsi se non di centrodestra,
ovvio. Ma è evidente che noi presidenti non vediamo l'ora di andare al
confronto con Brugnaro. I rapporti istituzionali sono importanti,
occorre dialogare per risolvere problemi importanti. E poi c'è da
chiarirci sulla questione della separazione della città. Il sindaco ha
detto di essere favorevole al referendum e con noi presidenti di
centrosinistra questo è un punto importante su cui misurarci . La legge
sulla città metropolitana una strada la indica e se si vuole l'elezione
diretta del sindaco metropolitano occorre separare il Comune in più
Municipi. L'importante è per noi poter fare e fare bene. Se invece la
questione del confronto si mette sulla contrapposizione politica,
ovviamente noi ci faremo sentire». Anche per Trabucco è essenziale
garantire alle Municipalità risorse per lavorare: «Nel 2010 c'erano 210
mila euro per la cultura. Ora ho verificato con gli uffici che in cassa
non abbiamo più di settemila euro da spendere per questo settore. O
arrivano risorse e funzioni oppure Brugnaro ci dica che preferisce
chiudere le Municipalità».
Mitia Chiarin
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