C'è la concreta possibilità che le
seppie tornino a popolare la laguna. Da almeno 15 anni, infatti, la
produzione di questi cefalopodi registra una tendenza negativa che, come
estrema conseguenza, potrebbe portare alla scomparsa di questa specie
che si può considerare autoctona nell'alto Adriatico e nell'ambiente
lagunare, di grande importanza per l'economia locale e che, dal 2014, è
stata inserita nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari
tradizionali. La seppia è stata, quindi, sottoposta a un progetto di
ripopolamento condotto dal servizio veterinario dell’Asl 14 che si è
concluso con risultati estremamente positivi.
Il progetto di
ripopolamento, curato da un punto di vista scientifico dai veterinari
Luciano Boffo e Patrizia Buratti, e condotto con la collaborazione dei
pescatori professionisti locali impegnati nella pesca stagionale con
attrezzi, prevedeva il trasferimento delle uova di seppia dalle
postazioni con nasse, in corrispondenza delle quali le uova di seppia si
ritrovano adese alle reti, a un’area “incubatrice” della laguna al fine
di monitorarne il tasso di schiusa e sopravvivenza. Il sito
sperimentale per la schiusa, assegnato dal Magistrato alle Acque, è
stato individuato a Pellestrina. L’attività, iniziata
nell’aprile 2014, ha richiesto un monitoraggio continuo dei parametri di
sviluppo e benessere delle seppie e si è conclusa in luglio quando
tutte le uova giunte a maturazione si sono schiuse con un tasso di
sopravvivenza intorno all'82%. (d.deg.)
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