È iniziato l’abbattimento di circa 70 strutture abusive costruite sulla
spiaggia. Vianello (Municipalità): «Assurdo agire così». Il Comune: «Sono
illegali»
Tra le proteste dei residenti è iniziata ieri la “pulizia” della
spiaggia di Pellestrina con le rimozione delle strutture abusive -
capanne e piccole baracche di legno - costruite e usate dagli abitanti
dell’isola per trascorrere l’estate. Un intervento coordinato dalla
polizia municipale su iniziativa della magistratura alla quale nei mesi
scorsi era stata inviata una segnalazione su 125 strutture abusive
realizzata sulla spiaggia dell’isola.
La decisione è stata
applicata dall’ufficio Edilizia privata, dopo una conferenza dei servizi
cui ha partecipato anche il Demanio. A distanza di oltre un anno da
quel censimento realizzato dai vigili urbani è partito quindi
l’abbattimento delle strutture in legno, che tra mareggiate rimozioni
volontarie nel frattempo sono rimaste poco più di 70. Sono i luoghi dove
gli abitanti dell’isola sono soliti trascorrere gran parte delle
giornate d’estate, una consuetudine che dura da decenni. Ieri ne sono
state abbattute e rimosse circa venti: l’intervento, affidato in appalto
a una ditta specializzata, proseguirà nella giornata di oggi, e se
servirà anche domani. «Molte famiglie dell’isola sono contrarie», sbotta
Francesco Ballarin, della cooperativa di pesca Laguna Viva, «perché
questo intervento dovrebbe essere abbinato alla riqualificazione della
spiaggia. Sono due i fattori che possono aiutare Pellestrina a rivivere:
il turismo e i prodotti tipici locali della pesca, ma la spiaggia è
senza infrastrutture, nessuno se ne prende cura, e adesso ci tolgono
anche la possibilità di stare un po’ in spiaggia in compagnia».
All’oscuro dell’intervento anche il presidente della Municipalità,
Giorgio Vianello, che per tutto il giorno ha cercato di capire cose
stesse accadendo.
«Gli abitanti dell’isola raccolgono i pali che
arrivano dal mare, e li usano per dare delle piccole cabine, delle
piccole casette, ma è anche un modo per ripulire la spiaggia, visto che
la legna viene raccolta e portata più a monte, e che non ha dato mai
fastidio a nessuno, anche perché i pochi turisti che vengono qui le
possono usare senza problemi», spiega Vianello, che sbotta: «Non è
questo il modo di fare. Da quel che mi risulta neppure il magistrato
alle acque è stato informato. Bisognerebbe pensare alla riqualificazione
della spiaggia, invece che intervenire contro abitudini che non
disturbavano nessuno».
Contrariato anche il consigliere di
Municipalità Natale Nini Vianello: «Una decisione esagerata. In altri
casi si è operato rinviando le demolizioni, qui per una manciata di
tende il Comune è intervenuto subito, senza avvisare nessuno». «Se
qualcuno della Municipalità, compreso il presidente, vuol difendere gli
abusi lo faccia pure», dice l’assessore all’Urbanistica Andrea Ferrazzi,
«ma questi sono interventi del tutto abusivi, realizzati sul demanio
pubblico. Gli uffici avevano l’obbligo di intervenire, e lo hanno fatto
con le specifiche ordinanze di demolizione per opere che non hanno
nessun elemento di legittimità, tanto più che risultano senza
proprietari, perché nessuno si è fatto avanti per rivendicarle».
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