I vertici Figc si appellano a società e famiglie
Al momento attuale, infatti, il presidente dello Stra Riviera del Brenta ha annunciato che avrebbe rifiutato in futuro di incontrare le formazioni del Pellestrina, e già sabato scorso la squadra dei pulcini rivieraschi non si è presentata nell’isola per disputare l’incontro di campionato. «Quando ci sarà l’incontro di ritorno - prosegue il delegato provinciale della Figc - con il presidente regionale andremo a Pellestrina per cercare una riappacificazione fra le società. In questi casi peraltro colpe e responsabilità sono spesso condivise».
Al di là dell’episodio, però, la Federcalcio provinciale è preoccupata per l’escalation degli episodi di violenza nei campionati minori e giovanili, dentro e fuori dal campo. È di pochi giorni fa il caso di un giocatore colpito da un pugno durante l’incontro fra Meolo e San Stino del campionato Allievi. «Ne ho parlato alle società all’assemblea annuale di mercoledì - continua Scarpa - Di questo passo rischiamo di ritrovarci a giocarci le partite non più in campo ma davanti ai giudici. Sono sempre più frequenti gli episodi di violenza e i ricorsi, con il coinvolgimento di avvocati e tribunali». Cosa che, con i bilanci societari sempre più risicati, ha un peso anche in senso economico. «Oltre a tutto - insiste Scarpa - le discussioni non nascono quasi mai da incidenti di gioco ma da scontri verbali nei quali i dirigenti, ma anche i genitori e le mamme in particolare, hanno un ruolo spesso decisivo. È successo anche che alcuni familiari abbiano aspettato fuori dal campo i giocatori avversari per vendicarsi di episodi avvenuti in campo».
Senza voler assolvere il mondo dello sport, per Scarpa il fenomeno va inquadrato in modo più ampio: «Ho l’impressione che il calcio rispecchi le tensioni in atto nella società civile, per questo non bastano iniziative come l’auto-arbitraggio nelle partite dei pulcini. È necessario che ciascuno, dai genitori ai dirigenti, faccia la propria parte per far prevalere lo sport sui campi di gioco».
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