Venerdi' 12 Dicembre 2008
Giorgio Molin, il segretario della Fiom, lunedì mattina sarà a Pellestrina
per incontrare i lavoratori. Intanto punta il dito contro il management
di un cantiere che ha rifiutato il confronto con il sindacato: «È da
mesi che chiediamo incontri, senza risultato. Ora arriva questa
procedura di cassa integrazione così rapida e anomala. Ma per
ottenerla, prima devono vedere il sindacato. E sarà l'occasione per
affrontare i problemi nodali di questo cantiere». Che cominciano,
secondo Molin, da un cambio di dirigenza e di strategia avvenuto
qualche anno fa alla De Poli: «La scelta della proprietà di dedicarsi
molto al settore armatoriale ha indebolito il cantiere. Il
trasferimento della società armatoriale Arcoin in Olanda ha portato ad
un progressivo disimpegno a Pellestrina
. Questo aspetto va approfondito. Così come non è accettabile che non
si paghino per mesi i fornitori in un cantiere che vive di questi
appalti. Ora le ditte se ne sono andate un po' alla volta e l'ultima,
ieri, è stata quella che gestiva la mensa». Il segretario della Fiom
non crede ad una soluzione facile per gennaio: «Tutto, a questo punto,
è legato al credito. Ma allora mi si deve spiegare perché le banche
daranno a metà gennaio quello che non danno adesso. Che cosa accadrà? É
evidente che le banche, che già sono esposte, stanno valutando la
situazione con attenzione. Potrebbero decidere di perdere i loro
investimenti oppure di fare un piano di rientro, ma a certe condizioni.
Questo non garantisce il futuro del cantiere: 2 o 3 commesse non
bastano, la partita è più ampia». Per questo Molin non si accontenta di
un confronto con un management («che non è più credibile»), ma chiede
un confronto con la proprietà ad un tavolo istituzionale da cercare al
più presto: «Vogliamo capire come si è arrivati a questo punto. Questo
è un cantiere solido che ha lavorato tanto. Dove è andata a finire la
ricchezza prodotta in tanti anni? C'è un problema di trasparenza».
Giorgio Molin, il segretario della Fiom, lunedì mattina sarà a Pellestrina
per incontrare i lavoratori. Intanto punta il dito contro il management
di un cantiere che ha rifiutato il confronto con il sindacato: «È da
mesi che chiediamo incontri, senza risultato. Ora arriva questa
procedura di cassa integrazione così rapida e anomala. Ma per
ottenerla, prima devono vedere il sindacato. E sarà l'occasione per
affrontare i problemi nodali di questo cantiere». Che cominciano,
secondo Molin, da un cambio di dirigenza e di strategia avvenuto
qualche anno fa alla De Poli: «La scelta della proprietà di dedicarsi
molto al settore armatoriale ha indebolito il cantiere. Il
trasferimento della società armatoriale Arcoin in Olanda ha portato ad
un progressivo disimpegno a Pellestrina
. Questo aspetto va approfondito. Così come non è accettabile che non
si paghino per mesi i fornitori in un cantiere che vive di questi
appalti. Ora le ditte se ne sono andate un po' alla volta e l'ultima,
ieri, è stata quella che gestiva la mensa». Il segretario della Fiom
non crede ad una soluzione facile per gennaio: «Tutto, a questo punto,
è legato al credito. Ma allora mi si deve spiegare perché le banche
daranno a metà gennaio quello che non danno adesso. Che cosa accadrà? É
evidente che le banche, che già sono esposte, stanno valutando la
situazione con attenzione. Potrebbero decidere di perdere i loro
investimenti oppure di fare un piano di rientro, ma a certe condizioni.
Questo non garantisce il futuro del cantiere: 2 o 3 commesse non
bastano, la partita è più ampia». Per questo Molin non si accontenta di
un confronto con un management («che non è più credibile»), ma chiede
un confronto con la proprietà ad un tavolo istituzionale da cercare al
più presto: «Vogliamo capire come si è arrivati a questo punto. Questo
è un cantiere solido che ha lavorato tanto. Dove è andata a finire la
ricchezza prodotta in tanti anni? C'è un problema di trasparenza».
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