venerdì 30 settembre 2016

Raccolti 2.500 euro per i terremotati

Complessivamente 2.500 gli euro raccolti durante la Festa di fine estate organizzata a Pellestrina due settimane fa. Verranno interamente destinati agli sfollati di Amatrice a seguito del terremoto.

mercoledì 28 settembre 2016

Video sui forti, primo posto per la Loredan

Gli studenti dell’istituto si sono imposti al concorso “Le scuole adottano i monumenti” 

 La scuola media Loredan ha primeggiato al Concorso nazionale “Le scuole adottano i monumenti della nostra Italia”, indetto dalla Fondazione Napoli Novantanove, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione e dell’università e con quello dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Il concorso era aperto a scuole di ogni ordine e grado, e l'Istituto comprensivo di Lido e Pellestrina ha ottenuto il primo posto nella sua categoria, grazie agli alunni della Loredan, bravi nel realizzare un video dedicato ai vecchi forti della loro isola. Strutture come Forte Santo Stefano e Forte Ca' Roman, e gli ottagoni lagunari, che sono stati anche filmati dall'alto grazie ai droni messi a disposizione dall'Istituto italiano dei Castelli, da tempo impegnato per il recupero e l’utilizzo delle vecchie fortificazioni veneziane (ha già organizzato visite guidate in più siti veneziani). L'idea dei promotori del concorso era quella di invitare le scuole a scegliere un monumento del proprio territorio da studiare e valorizzare, per certi versi anche adottare, con un percorso che magari in futuro ne possa permettere pure un recupero a fini didattici e culturali per la popolazione.
I video raccolti andranno a costituire il museo virtuale Arte Cultura Ambiente: l'itinerario delle meraviglie italiane adottate dalle scuole di ogni ordine e grado. Un concorso tra l'altro patrocinato dall'Associazione nazionale dei comuni italiani. La vittoria è stata accolta con grande entusiasmo da Gabriella Marinaro, dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo di Lido e Pellestrina. E adesso verranno di sicuro promosse iniziative per condividerlo con gli altri studenti delle due isole in attesa del 28 ottobre,
giorno nel quale gli studenti della media Loredan dovranno recarsi a Roma, in Campidoglio (sede dell’amministrazione comunale) per ricevere il premio per il loro video sui vecchi forti di Pellestrina, alcuni dei quali con la necessità di interventi a causa dell’abbandono. Simone Bianchi

martedì 20 settembre 2016

Pescatori di moeche volano nel Maine per salvare le coste

In America le acque sono infestate dai voraci “green crab”. Da Pellestrina arriva la risposta: i granchi finiscono in cucina  


 Le moeche potrebbero aiutare il Maine a riprendersi da un momento nero. Le acque dello Stato americano si stanno infatti scaldando repentinamente e le coste paludose vengono letteralmente mangiate dai granchi che stanno prolificando senza più controllo. Fino ad adesso gli esperti hanno provato di tutto, ma niente ha fermato una delle specie più voraci esistenti, il “green crab”. Fino ad adesso, appunto. Eh sì, perché ad aprire uno spiraglio di salvezza per il futuro del Maine potrebbero essere proprio i pescatori veneziani che, con la loro tradizionale conoscenza, sanno riconoscere a vista d’occhio quando un granchio sta per diventare moeca, ovvero quando sta per perdere il carapace. Una capacità per nulla scontata che non si apprende dai libri, ma dall’esperienza sul campo e dai segreti che vengono tramandati di generazione in generazione.
Di recente il pescatore di Pellestrina Paolo Tagliapietra è andato a Georgetown in missione speciale: lo attendeva Jonathan Taggart, uno storico dell’arte innamorato di Venezia che per primo nel 2002 ha avuto l’intuizione che potrebbe rappresentare una svolta per l’economia. «Avremmo bisogno di qualche sponsor che creda in questo progetto», racconta il giovane Tagliapietra, perché se la comunità scientifica non è ancora convinta, è anche vero che quando sono stato là ogni volta che ho avvistato un granchio e ho detto che sarebbe diventato moeca, è stato davvero così»
 Riconoscere quel momento è difficilissimo, ma i pescatori di Pellestrina, di Burano e della Giudecca possono addirittura vedere se il granchio diventerà moeca in un mese o se è già spiantano, cioè se diventa moeca in un paio di giorni.
Nell’ultimo anno la notizia era uscita sul Boston Globe come ipotesi, ma di recente è apparsa anche sul Portland Press Herald con i nomi dei protagonisti e come una strada da dover essere presa in considerazione. Taggart, che non ha mai smesso di crederci, ne è ancora convinto, ma nel frattempo anche una biologa americana, Marissa McMahan, si è rimboccata le maniche per dimostrare ai colleghi più scettici come i voracissimi granchi potrebbero trasformarsi in gustosissimi bocconcini. «Sarebbe bello», commenta Tagliapietra, «se ci potesse essere uno scambio culturale tra noi e i pescatori del Maine. Qualche società che si occupa di cibo ha accolto con entusiasmo l’idea, ma per adesso di contributi effettivi non ce ne sono».
 Intanto però la questione nel Maine ha assunto una certa dimensione, tanto da diventare una sfida anche tra gli scienziati. Se l’Università del Maine ha detto che la specie americana non sembra attraversare la fase della muta, la Northeastern University ha deciso di approfondire la questione, incaricando la biologa McMahan di andare fino in fondo. «Tutto è cominciato tanti anni fa durante una cena a Venezia», racconta Taggart, «ero con Nicolò Zen, il veneziano che si occupa di restaurare barche tradizionali e ho conosciuto Fabio Carrera del Venice Project Center di Boston che ha parlato di moeche, sorprendendomi». Tornato nel Maine, Taggart inizia a documentarsi per capire quali differenze ci siano tra le specie veneziane e quelle americane, parlandone alla biologa McMahan, fino a quando decide di invitare Tagliepietra: «So l’inglese», spiega il pescatore, «ed ero curioso anch’io di vedere da vicino questi granchi. È stata una bella esperienza, adesso vediamo come si svilupperà».

Il motore del battello era in avaria

Il comandante Actv spiega perché ha invaso il campo di gara offshore 

 «Tutta colpa di un’avaria al motore». Ha fatto scalpore l’episodio del battello di linea dell’Actv che aveva invaso, sabato pomeriggio, l’area di gara del campionato mondiale offshore: quale poteva essere la ragione di un simile “sconfinamento”, potenzialmente pericoloso per i passeggeri del battello, i concorrenti della gara e gli spettatori?
A spiegarlo è lo stesso comandante Actv protagonista dell’episodio, che assicura «il mio comportamento è stato dettato proprio dalla necessità di garantire la sicurezza di tutti». Il battello della linea 11, Chioggia-Pellestrina, era diretto a Chioggia ma «avevo un motore in avaria e due allarmi sul quadro comandi» spiega il comandante «il percorso che avrei dovuto seguire, diverso da quello abituale, in quel momento, in cui non c’erano gare in corso, era intasato da barche e barchini degli spettatori in attesa. Oltretutto, a causa del cambio di marea, c’era una forte corrente e sarebbe stato pericoloso passare vicino alle barche con un motore in avaria e uno funzionante: avrei rischiato sia l’incolumità dei miei passeggeri, che quella degli spettatori. Così ho dovuto seguire la rotta abituale che, però, passava per il campo di gara. Quando ho fatto questa manovra, la Capitaneria mi è venuta incontro per farmi allontanare, cosa che ho fatto appena mi è stato possibile e, con la poppa del battello ho “toccato” la boa del percorso, ma non l’ho affatto strappata, anche se qualcuno può averlo pensato. È rimasta al suo posto, anche perché, altrimenti, avrebbero dovuto interrompere
la gara». Alla fine, comunque, tutto è filato liscio: nessuno si è fatto male, nessun danno al battello, tranne che per il motore in avaria (ma non a causa della manovra del comandante) e le gare di offshore, anche dopo “l’invasione di campo” si sono svolte regolarmente. Diego Degan

lunedì 19 settembre 2016

Battello Actv invade il campo di gara offshore

Il pilota della linea 11 è finito sulla catena di una boa che si è poi anche agganciata all’elica 

 «Ma cos’è? Anche l’Actv partecipa al campionato mondiale offshore?». Sabato pomeriggio, verso le 15.40, quando gli spettatori che stavano sulla diga hanno visto il battello Actv della linea 11, Chioggia Pellestrina, entrare nel campo di gara, hanno strabuzzato gli occhi. Qualcuno ha fatto la battuta riportata qui sopra ma, in realtà tutti hanno capito che si trattava di un errore di manovra. Cosa che è stata resa ancor più manifesta dall’immediato intervento della Capitaneria di porto. Ma, per restare sui fatti, il battello del servizio pubblico aveva violato lo spazio riservato alle gare in un momento in cui, però, nessuno dei potenti motoscafi era impegnato in competizioni o prove.
Dunque nessuno si è fatto male ma, comunque, il pilota del battello doveva uscire da quella zona e, in tutta fretta,ha cominciato a manovrare per togliersi di mezzo. Ma la sfortuna ci ha messo lo zampino anche lì e, nel tentativo di uscire dalla zona di gara, il battello ha incappato in una delle boe di segnalazione del percorso, prendendo, probabilmente, con l’elica la catena che agganciava la boa al corpo morto sul fondo e tranciandola.
La catena, a sua volta, deve aver impedito al battello di manovrare correttamente, cosicché l’imbarcazione è sembrata, per pochi lunghissimi minuti, andare alla deriva verso la diga di San Felice, fermandosi poco prima. A quel punto è stata raggiunta dalla guardia costiera che, come prassi, era uscita a controllare. Nulla di grave, come si diceva, grazie al fatto che, in quel momento, non c’era gara. Ora, però, il comandante
del battello di linea dovrà presentare, al più presto, in Capitaneria un rapporto su quello che è accaduto (potrebbe aver avuto un guasto, ad esempio) e, in base alla sua relazione e agli accertamenti compiuti dai militari, potrà essere, o meno, sanzionato per l’errore di percorso. 
Diego Degan

venerdì 16 settembre 2016

Lido, via libera in Municipalità al primo Consiglio dei ragazzi

Via libera definitivo al consiglio dei ragazzi, strumento che diventerà operativo nelle prossime settimane con l'apporto degli studenti medi dell'istituto comprensivo di Lido e Pellestrina. Il consiglio municipale, riunitosi dopo otto anni a Pellestrina, ha dato l'ok alla creazione e attivazione di uno strumento ritenuto molto prezioso per capire anche il punto di vista dei cittadini più giovani. «In provincia di Venezia ci sono svariati esempi, ma nel nostro Comune siamo i primi», sottolinea il presidente municipale Danny Carella. «I ragazzi potranno riunirsi, discutere ed elaborare richieste che poi noi e il Comune valuteremo. Ciò permetterà di capire le esigenze dei più giovani per provare poi a dare delle risposte concrete. Ci auguriamo che l'assessore Simone Venturini sostenga il progetto. Noi non abbiamo fondi, ma il Comune potrebbe aiutare in futuro la realizzazione
di alcune delle proposte che arriveranno dagli studenti medi delle due isole». Il consiglio municipale ha poi rinviato in commissione la proposta di intitolare a Hugo Pratt il lungo laguna di Malamocco e a Lino Toffolo il parco accanto l'ex casinò in via Lungomare Marconi. (s.b.)

giovedì 15 settembre 2016

Ex ospedale, l’asta va deserta

Nelle prossime settimane si attende una nuova asta per la vendita dell'ex ospedale di Pellestrina. Dopo che la prima è andata deserta, ora l'Asl 12 dovrà fare un secondo tentativo, e nel caso si ripetesse la stessa situazione, anche un terzo con la possibilità di un eventuale ribasso del prezzo. Si tratta tuttavia della procedura standard prevista per legge in queste situazioni e con beni immobili pubblici che vengono alienati. Dopo il via libera della Regione, l'Azienda sanitaria veneziana si era mossa subito per vendere spazi da tempo inutilizzati. La base d'asta era di poco superiore ai tre milioni e 101 mila euro, per volumi situati in sestiere Scarpa e che attualmente non sono nelle condizioni di essere utilizzati. Tanto più a scopo sanitario. Una vendita che non va a intaccare per nulla il sistema di servizi sanitari a disposizione di Pellestrina, ma che più volte dalla stessa Asl 12 hanno indicato come strada per poter anzi incrementare l'offerta verso la cittadinanza, grazie all'eventuale introito economico derivato dalla alienazione. Nella somma individuata da Regione e Asl 12 quale valore dell'ex complesso ospedaliero di Pellestrina si comprendono 11.268 metri quadrati di spazi che vanno dal vecchio ospedale al garage e agli spazi adibiti ad abitazione. Qualora tutte e due le prossime aste dovessero concludersi con un nulla di fatto, allora si potrebbe aprire la porta anche a una trattativa privata, ma tutto dipenderà dai prossimi passaggi previsti dai regolamenti. Di sicuro l'ex ospedale di Pellestrina avrà bisogno di restauri cospicui per poter essere recuperato ed utilizzato in qualche altra forma, specie se lo si volesse inquadrare in una ottica di alloggi privati oppure di albergo. L'Asl non alienerà invece un terreno che si trova a ridosso dell'ex ospedale, e che rimarrà ancora tra i beni a disposizione dell'azienda. (s.b.)

domenica 11 settembre 2016

Festa di fine estate a Pellestrina raccolti fondi per Amatrice

Quando si tratta di aiutare il prossimo la popolazione di Pellestrina e San Pietro in Volta è sempre in prima fila. E così gli incassi della Festa di fine estate organizzata venerdì verranno devoluti ai terremotati di Amatrice, una delle località più colpite dall'ultimo sisma del centro Italia. Una festa che ha visto coinvolte numerose associazioni sportive e culturali dell'isola, e alla quale è intervenuto telefonicamente lo stesso sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.
Pirozzi ha ringraziato gli abitanti dell'isola per quanto stanno facendo, e per i fondi che giungeranno ai terremotati. Gente che ha perso tutto, non solo la casa, ma anche parenti e amici rimasti sotto le macerie. La Festa si è svolta all'aperto, sfruttando l'area antistante la laguna e il centro sportivo di San Pietro in Volta e Portosecco. Ci sono stati musica, divertimenti
e gonfiabili per i bambini, e la possibilità di ristoro mangiando pasta all'amatriciana. Sono state raccolte alcune migliaia di euro grazie anche a numerose offerte aggiunte dai cittadini al ricavato degli stand. La raccolta fondi proseguirà ancora per alcuni giorni. (s.b.)

martedì 6 settembre 2016

Incendio nella notte nell'area La Mara

Ci sono volute oltre quattro ore per spegnere le fiamme divampate in zona La Mara la scorsa notte. Protezione civile di Pellestrina e vigili del fuoco di Venezia sono intervenuti attorno alle 2 di ieri e solo verso le 6.30 sono riusciti a spegnere il rogo, di origine probabilmente dolosa, sul quale ora stanno indagando i carabinieri. Circa 300 i metri quadrati di canneti e sterpaglie andati in fumo, senza per fortuna il coinvolgimento di abitazioni nelle vicinanze. Non è la prima volta che la zona viene interessata da roghi.

sabato 3 settembre 2016

Cercansi fanatici della rete per ripopolare Venezia


Cercasi disperatamente nerd, smanettoni e fanatici della rete per ripopolare Venezia. A lanciare l’appello è il professore Fabio Carrera: per lui la notizia dello spopolamento non è una novità. Non a caso il Venice Project Center ha già in cantiere alcune soluzioni, tutte Made in Venice. Il principio di fondo è utilizzare i cervelli veneziani per portare avanti delle intelligenti start up che potrebbero poi essere esportate. «In una città complessa come Venezia i veneziani stessi hanno meglio di chiunque altro la capacità di trovare delle soluzioni», spiega il prof che vive tra Venezia e Boston. «Bisogna valorizzare e stimolare i giovani fin dalla scuola a sentirsi partecipi della città e quindi a rimanere qui. La nostra idea è creare realtà produttive nel campo delle smart city, assumendo e addestrando solo veneziani».
L’esperimento è già stato avviato in alcune scuole superiori veneziane, grazie a dei giovani particolarmente brillanti per tutto quello che riguarda la rete. Per esempio, il lidense Giacomo Giugie e l’arsenalotto Mattia Fusaro dell’Istituto Fermi di Venezia stanno aggiornando la cartografia di Jacopo de’ Barbari che si trova sul sito, aggiungendo informazioni su com’è stata rappresentata la città nei secoli. A breve, altri due studenti di Pellestrina e Murano inizieranno a lavorare a un progetto sulla sicurezza che prevede l’uso di lampioni intelligenti che si autoregolano in base al passaggio delle persone e ad altri segnali da definire che possono essere inseriti nella start up, sfruttando la rete wifi della città. Il primo prodotto commercializzabile appena realizzato, che dovrebbe entrare in vigore a fine anno, si chiama daaab.it ed è un’applicazione per l’Atvo (azienda trasporti Veneto orientale), ideata dai giovani veneziani Tomaso Minelli e Piero Toffolo, con a capo Paolo Corposanto, un ragazzo esperto di trasportistica del Lido. «Lanciamo un appello», annuncia Carrera, «a tutti i giovani veneziani patiti di informatica e di elettronica affinché ci contattino (carrera@wpi.edu) perché abbiamo in cantiere un’altra decina di start up da sviluppare. Ci serve manovalanza giovane che vuole restare a Venezia lavorando su questi prodotti immateriali». Il ricavato dell’applicazione sui trasporti è come quello che riceverebbe un tabaccaio vendendo i biglietti. Carrera e i suoi studenti hanno una serie di soluzioni per sfruttare le migliaia di stanze su Airbnb al fine di creare un fondo per i
giovani che hanno bisogno di soldi per acquistare una casa, ma questi sono solo alcuni dei tanti esempi che attendono di essere sviluppati dai veneziani per i veneziani. È tutto pronto, basta partecipare e credere che sia ancora possibile una Venezia a misura di veneziano. (v.m.)

venerdì 2 settembre 2016

Ai Vignotto il celeste a Bertoldini il bianco


Estratti ieri i colori dei gondolini. I ruoli della Regata Storica 2016, in programma domenica 4 settembre, sono adesso completati.
Ieri alla Salute è stata la volta dei campioni, che hanno ricevuto in consegna le imbarcazioni restaurate. Campioni in divisa hanno accompagnato il loro gondolino fin sulla Riva, dove è stato messo in acqua a mano.
Il sindaco Luigi Brugnaro ha seguito personalmente il varo, congratulandosi con i maestri d’ascia e con i campioni. Un clima da grande evento sportivo, applausi e un po’ di commozione tra i vecchi del remo.
Il colore bianco è toccato ad Andrea Bertoldini e Martino Vianello, affiatata coppia di Pellestrina che quest’anno punta a sfatare la tradizione che li vuole sempre terzi. Qualche possibilità in più arriva anche dall’assenza di Giampaolo D’Este e Ivo Tezzat, squalificati lo scorso anno dalla giuria – per aver stretto sottoriva i cugini Vignotto, poi risultati vincitori – e adesso ritirati dalle competizioni.
Assenti anche i fratelli Roberto e Renato Busetto, altro equipaggio da bandiera, dopo la squalifica rimediata per le proteste alla Regata del Redentore.
Il gondolino canarin è toccato ai pellestrinotti Fabio Donà e Luca Ballarin, tornati alla ribalta dopo la sfortunata stagione di tre anni fa, quando avevano perso la bandiera a pochi metri dal traguardo, ostacolati dal barchino della giuria. Viola agli esordienti fratelli Jacopo e Mattia Colombi, che vengono dal canottaggio e hanno disputato molte edizioni
del Palio su galeoni. Rosso Alessandro Secco e Gaetano Bregantin, verde Alvise D’Este e Maurizio Rossi «Sustin», arancio Roberto Angelin e Fabio Barzaghi, rosa Alberto Garlato e Luigino Lombardo, marron Andrea Ortica e Damiano Allegretto. (a.v.)