mercoledì 24 settembre 2008

Incontro con gli abitanti sui progetti di Insula

 

Nell'ambito dello sviluppo progettuale del recupero dei più importanti spazi pubblici di Pellestrina , la Municipalità di Lido Pellestrina continua la serie d'incontri, organizzati in collaborazione con Insula. L'obiettivo è di far partecipare gli abitanti nella formulazione del progetto di riqualificazione. Il primo incontro del mese di settembre è previsto per oggi dalle 18 alle 20, presso piazza San Pietro Apostolo a San Pietro in Volta. Lunedì 29 settembre, invece, l'appuntamento sarà presso la piazza di Portosecco, sempre a partire dalle ore 18.

mercoledì 17 settembre 2008

A Pellestrina si corre troppo nonostante i limiti

 


Sono oriundo di S. Pietro in Volta (Pellestrina ) dove ho vissuto fino a 27 anni e dove torno volentieri a visitare genitori e parenti e a passare le ferie estive con la famiglia. Desidero intervenire in merito alla morte violenta della giovane veronese travolta da un'auto lo scorso venerdì 5 settembre. Ero in isola e ho potuto osservare con attenzione il luogo dell'incidente: si vede chiaramente che il corpo è stato trascinato per almeno trenta metri lungo i quali non si osserva alcun segno di frenata. In un certo senso si tratta di una "morte annunciata": il punto è che in isola, si corre troppo, nonostante esista un limite massimo di velocità di 50 km/h che assai pochi rispettano. Il lungo rettilineo che costeggia i murazzi si presta ad assurde gare di velocità con auto e moto che sfrecciano a 150-200 km/h, alle quali io stesso ho assistito, magari per arrivare in tempo al traghetto e non perdere la corsa. I controlli di polizia e carabinieri sono pochi, sporadici e vanificati dal passa-parola. Evidentemente le cose non possono andare avanti così se non si vogliono aggiungere altri nomi alla lista (peraltro già lunga per una popolazione che non arriva alle 5000 unità) delle morti per incidenti in auto o moto. Una soluzione potrebbe essere quella adottata in molti centri cittadini dell'entroterra: dotare la strada di rallentatori a cunetta per costringere la gente a moderare la velocità ed evitare altre tragedie.

Loriano Ballarin

Padova

domenica 7 settembre 2008

Profonda commozione ha destato a Pellestrina la morte di Elena Girotti

 

(L.M.) Profonda commozione ha destato a Pellestrina la morte di Elena Girotti, la trentaduenne veronese investita da un'auto venerdì, alle 13.40, alle porte di San Pietro in Volta, mentre stava attraversando la strada per raggiungere i Murazzi, dopo essere scesa dall'autobus Actv di linea 11. I carabinieri della Compagna di Chioggia e i vigili urbani dell'isola, sono al lavoro per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente: l'inchiesta è coordinata dal pm Giuseppe Pastore. A quanto pare la donna stava attraversando la strada appena al di fuori dalle strisce pedonali, ma la Fiat Punto, guidata da N.B., giovane di 24 anni residente a Pellestrina , in auto con la fidanzata, pare viaggiasse a velocità sostenuta oltre al limite previsto di 50 chilometri all'ora. L'automobilista è stato sottoposto ad alcool test: non aveva bevuto. La vittima, nativa di Bussolengo, è stata sbalzata ad almeno trenta metri dal punto dell'incidente.

Tutti chiedono rimedi drastici per ridurre la velocità e aumentare la sicurezza stradale per automobilisti e pedoni. «I passaggi pedonali scrive Paolo Bonafè - devono essere visibili a qualsiasi ora del giorno e della notte e quindi segnalati da cartelli fotoluminescenti, da segnalatori catarifrangenti e da una colorazione del manto stradale ben riconoscibile, grazieaspeciali e caratteristiche vernici. Agli incroci e ai passaggi pedonali vi deve essere una illuminazione congrua a renderli visibili sia di notte che sotto la pioggia. Agli incroci e lungo i passaggi pedonali di strade particolarmente strette,vanno posizionati specchi parabolici per garantire la corretta visuale sia al pedone che al conducente. Contemporaneamente, si rende necessario l'allargamento della carreggiata del tratto della strada che porta al terminal di Santa Maria del mare particolarmente pericolosa per le auto che sopraggiungonoa velocitàsostenutaverso l'ingresso del ferry boat».

Quattordici ragazzi sotto accusa per il raid vandalico di inizio agosto

 





(L.M.) Quattordici giovani, tutti residenti a Pellestrina , sono stati denunciati a piede libero dai carabinieri del Lido per danneggiamento aggravato, a seguito di un raid vandalico commesso, per le strade del Lido, nella notte tra l'8 e il 9 agosto scorso, al ritorno da una serata in discoteca. Delle quattordici persone denunciate, sei sono minorenni e tutti hanno un'età compresa tra i 16 e i 35 anni.

Si è conclusa così l'indagine avviata dai militari dell'Arma. Come si ricorderà, verso le 4 all'uscita dalla discoteca, alcuni ragazzi avevano messo a soqquadro strade e vie del Lido con una serie di atti vandalici. Il gruppo aveva trascorso una notte del secondo fine settimana di agosto alla discoteca Pachuka di San Nicolò: evidentemente i giovani avevano alzato decisamente troppo il gomito e, prima di tornare a casa, si sono scatenati in via Klinger, Lungomare D'Annunzio e Gran Viale. Sotto i fumi dell'alcol i ragazzi avevano rovesciato bidoni della spazzatura, scaraventato a terra, danneggiandoli, cicli e motorini; divelto sedie e tavoli di bar e chioschi del lungomare. Le loro azioni, però, non sono passate inosservate, considerata anche la rumorosità del loro passaggio, e alcuni residenti della zona avevano subito chiesto l'intervento del "112". La scorribanda si era conclusa con l'arrivo dei carabinieri e alcuni giovani furono subito fermati ed identificati. Così è iniziata la fase delle indagini, conclusa, dopo circa un mese di lavoro, con quattordici denunce. Tra queste è più "pesante" la posizione degli otto maggiorenni, che, tra i vari reati contestati, hanno anche quello di aver indotto in questo comportamento i minorenni.

In una seconda operazione, invece, i carabinieri di piazzale Roma, hanno arrestato un uomo di 56 anni, G.B., veneziano, entrato in escandescenze perché dopo aver smarrito il proprio bagaglio pretendeva di ritirarlo nel deposito Actv, senza esibire un documento di identità.

sabato 6 settembre 2008

Scende dal bus e viene travolta da un'auto


 




Incidente mortale a Pellestrina. La vittima è una turista di Bussolengo investita da un giovane dell’isola


Stava probabilmente andando a fare il bagno a Pellestrina
, arrivata dal Lido. Ma la gita in laguna per Elena Girotti, nata a
Bussolengo e residente a Verona in vicolo Croce Verde 9, si è
trasformata in tragedia.Il 14 settembre avrebbe compiuto 32 anni.
Appena scesa dall'autobus Actv di linea 11 a Pellestrina
lo schianto contro un'auto con un terribile volo che l'ha trascinata ad
almeno una trentina di metri dal punto dell'impatto. Elena Girotti è
morta sul colpo, investita verso le 13,40 di ieri da un'auto alle porte
di San Pietro in Volta, mentre stava attraversando la strada per
raggiungere i Murazzi, in località Carizzada Belvedere. Inutile
l'intervento dell'elicottero del 118 arrivato dall'aeroporto Nicelli.
Sul posto, per i rilievi di legge, sono intervenuti i carabinieri di Pellestrina
, della Compagnia di Chioggia, e la polizia municipale dell'isola, con
il supporto di due vigili urbani del Lido. Elena Girotti, traduttrice
laureata in lingue, era in vacanza a Venezia ospite di un'amica,
compagna di studi universitari. Lascia il padre e due fratelli.Secondo
una prima ricostruzione della tragedia, ancora in fase di accertamento,
Elena Girotti era appena smontata dall'11 partito dal Lido e diretto a
Chioggia. Scesa alla fermata di Carizzada Belvedere, la ragazza ha
deciso di attraversare la strada, in prossimità delle strisce pedonali,
sbucando tra i due autobus, uno davanti e uno dietro, che erano in
servizio. Era quasi riuscita ad arrivare sul lato opposto della
carreggiata, quando è stata travolta da una Fiat Punto proveniente
dalla direzione opposta e diretta verso Santa Maria del Mare. La
vettura era guidata da N.B., di 24 anni, residente a Pellestrina
nel Sestiere Vianelli che si trovava in auto con la fidanzata. L'urto è
stato tremendo, tanto che sull'asfalto non sembrerebbero esserci tracce
particolari di frenata. Elena Girotti, che aveva addosso il costume ed
in mano una bottiglietta d'acqua, come se stesse per recarsi in
spiaggia, è sbalzata a circa trenta metri di distanza. I carabinieri
stanno acquisendo alcune testimonianze, tra cui quella dell'autista
Actv, alla guida del secondo autobus, che ha visto tutta la scena.

Il
traffico nell'isola è stato interrotto per quasi due ore, fino alle
15.30 circa, sostituito da un servizio di spola con il ferry boat di
linea 11 e poi è ripreso regolarmente. Si tratta del terzo incidente
mortale dall'inizio del 2008 nel territorio della municipalità del Lido
e Pellestrina .

Lorenzo Mayer



Operai di nuovo al lavoro nei cantieri De Poli. E al Tar va avanti il ricorso

 





(f.f. - pl.t.) Di nuovo al lavoro. I cantieri navali De Poli di Pellestrina hanno riaperto ieri i cancelli dopo lo stop forzato di due giorni dovuto alla revoca della concessione disposta lunedì sera dal Magistrato alle acque. Un blocco rientrato giovedì sera, in seguito alla mobilitazione dei trecento lavoratori che, tra mercoledì e giovedì, avevano prima bloccato l'isola di Pellestrina e poi manifestato a Ca' Farsetti.

Ieri gli operai sono tornati sulle grandi navi in costruzione sulla banchina del cantiere, dopo un'assemblea nella quale è stata ridefinita l'organizzazione del lavoro per contenere quei rumori al di sopra dei limiti di legge che avevano condotto al blocco dell'attività. In pratica, le lavorazioni verranno stoppate dopo le 17,30 e nei giorni festivi (con una riduzione degli straordinari), almeno nella parte della banchina più vicina alla riva, quella cioè più vicina alle abitazioni confinanti con il cantiere.

Ma intanto, nelle aule del Tribunale amministrativo regionale, il ricorso presentato dai cantieri De Poli contro il primo provvedimento del Magistrato alle acque (la revoca della concessione) andrà comunque avanti. Nonostante la ripresa dell'attività, il procedimento di fronte ai giudici amministrativi proseguirà fino all'udienza di merito. Difeso dagli avvocati Roberto Longanesi Cattani, Alessandro Veronese e Matteo Munarin, il cantiere navale di Pellestrina ha presentato ricorso contro il blocco delle sue linee di produzione a seguito della denuncia di una famiglia del vicinato. Il ricorso era motivato da incompetenza del Magistrato alle Acque, da violazione di legge ed eccesso di potere. Ed ora, anche se nel frattempo il Magistrato ha ritirato il provvedimento di blocco delle attività e quindi, in sede di sospensiva, è scontato che i giudici della terza sezione del Tar considereranno venute meno le ragioni che sottintendevano il ricorso, il procedimento andrà comunque avanti fino all'udienza di merito che potrebbe arrivare anche fra anni.

venerdì 5 settembre 2008

Pellestrina, i cantieri De Poli riprendono l'attività

Gli operai manifestano a Ca’ Farsetti e il Magistrato alle acque revoca il provvedimento di sospensione di due giorni fa

 

Altro che cantiere rumoroso. Davanti a Ca' Farsetti, tra fischi, megafoni e urla, hanno fatto un'iradiddio per un paio d'ore che, se le cose non si fossero sistemate, poteva davvero finire male. Ma i 300 dipendenti dei cantieri navali De Poli (operai con due braccia grosse così, ma anche alcune donne) sono riusciti ad ottenere la riapertura dell'impresa di Pellestrina per due giorni bloccata dalla decisione del Magistrato alle acque perché troppo rumorosa. E oggi tutti torneranno al lavoro, anche se l'azienda dovrà adottare tutti i provvedimenti possibili per rendere sopportabile la convivenza del cantiere con i "vicini di casa".

Sono arrivati in massa davanti al municipio, dopo aver bloccato per mezza giornata, mercoledì mattina, l'isola di Pellestrina . Talmente infuriati come possono esserlo solo coloro che vogliono difendere con i denti il proprio posto di lavoro. Subito una delegazione è stata ricevuta dal sindaco Massimo Cacciari, che ha alzato il telefono per chiamare il Magistrato e strappare la revoca della revoca della concessione, firmata già nel primo pomeriggio dall'ingegner Giampietro Mayerle. Un provvedimento con il quale si giustifica la precedente sospensione con la richiesta formulata dal dipartimento delle Politiche territoriali dello stesso Comune di Venezia (ma del quale il sindaco non sapeva nulla), e con una non chiarissima "necessità di garantire l'incolumità dei funzionari e del personale del Magistrato alle acque". «Sono stati i Vianello, quelli che abitano di fronte al cantiere, a "costringere" il Magistrato ad emettere quel provvedimento - sbottano gli operai -. E noi ci abbiamo rimesso la paga di due giorni di lavoro». «Calmi, questa è una guerra che va avanti da vent'anni - cerca di placare gli animi Giorgio Molin, segretario della Fiom Cgil - Dobbiamo evitare la contrapposizione con gli abitanti di Pellestrina , e ricordarci tutti che le condizioni di lavoro all'interno dei cantieri navali non sono un paradiso. Bisogna creare le condizioni per rendere compatibili le lavorazioni con la realtà locale e la salute dei dipendenti».

Massimo Cacciari difende gli uffici dell'Ecologia: «È l'Arpav che ha rilevato gli sforamenti del tetto sull'inquinamento acustico - afferma il sindaco - I nostri uffici dovevano procedere, sennò si sarebbe trattato di omissione di atti d'ufficio». «Già, però mi sembra ci sia stato un eccesso di zelo da parte dell'Ecologia contro un'azienda che dà lavoro a centinaia di persone - gli fa eco Michele Zuin di Forza Italia, unico consigliere comunale presente all'incontro - Possibile che tutto ciò rientri in soli due giorni? Bisognava pensarci prima di revocare la concessione e, comunque, oggi abbiamo avuto la prova che si potevano già adottare misure per contrastare il rumore». Già, perché l'azienda terminerà entro ottobre una nave chimichiera da 129 metri (con un'altra in lavorazione lunga altri 104 metri), concentrando in futuro le lavorazioni più rumorose lontano dalla riva, e comunque entro le 17.30 e mai nei giorni festivi.

I legali delle famiglie Ballarin e Vianello, promotrici delle iniziative in ambito civile e penale ritengono però che il provvedimento che farà riaprire il cantiere De Poli sia carente: «Non considera che la revoca della sospensione è stata emessa per salvaguardare l'incolumità del personale del Magistrato alle acque dall'invasione della sede da parte delle maestranze dei cantieri De Poli - afferma l'avvocato Antonella Pietrobon - Soggetti certamente più temibili di cinque bambine e dei loro genitori, guardati a vista da dieci agenti tra polizia e carabinieri».Infine, Alberto Mazzonetto della Lega Nord stigmatizza la protesta degli operai: «L'isola di Pellestrina non può essere trasformata in un cantiere. Si trovi al cantiere una collocazione alternativa, magari a Marghera, più consona al ritmo ed alla consistenza delle commesse».

Fulvio Fenzo

giovedì 4 settembre 2008

Operai contro residenti a Pellestrina

 


Operai contro residenti a Pellestrina , la lunga e stretta isola di pescatori abitata da poco più di 4mila persone, che divide la laguna sud di Venezia dal mare. Oggetto del contendere sono i cantieri navali De Poli, 350 dipendenti, la più importante realtà produttiva dell'isola, da lunedì sera bloccata dal Magistrato alle acque perchè troppo rumorosa, dopo la denuncia presentata da una famiglia che abita al confine con l'azienda e che lamenta una situazione non più sopportabile.

Ieri, dalle 9 alle 12, gli operai dei cantieri navali sono scesi in strada per difendere l'azienda e protestare contro il provvedimento di sospensione dell'attività, prendendosela con la famiglia Vianello, colpevole ai loro occhi di mettere a rischio attività e posti di lavoro. La manifestazione pacifica, con cartelli, volantinaggio e cori di protesta, ha reso difficoltosi per un paio di ore gli spostamenti sull'isola, percorsa da una sola strada principale che costeggia per oltre 10 chilometri i cosiddetti Murazzi, la difesa di pietre e cemento che la difende dal mare. Il ferry di linea 11, che collega Pellestrina a Lido-Alberoni, ha accumulato un ritardo di circa mezz'ora.

Oggi la manifestazione si sposterà a Venezia: gli operai hanno annunciato una protesta davanti alla sede della Capitaneria di Porto. A loro avviso la sospensione dell'attività è senza motivo: i limiti di rumore sarebbero rispettati, tanto che il Tribunale ha dato recentemente ragione ai cantieri, respingendo il ricorso d'urgenza della famiglia Vianello. «Chiediamo solo che i lavori sulle navi in costruzione possano riprendere al più presto, altrimenti il cantiere rischia la chiusura spiega Alessio Boscolo, uno dei lavoratori dei De Poli Lavoriamo in circa 350 in questo cantiere. Dopo i due blocchi per gli incidenti mortali siamo già in ritardo: questa ulteriore frenata rischia di far saltare tutto. Proprio non ci voleva».

«Vogliamo solo lavorare come abbiamo sempre fatto aggiunge Bortolo Serramondi, un altro operaio Su queste navi ho lavorato anche la settimana di Ferragosto, ed è stato un supplizio. Il problema sono i rapporti con il vicinato: al minimo rumore chiamavano i carabinieri, la polizia municipale. Eppure recentemente sono state fatte delle verifiche che hanno confermato che la situazione non è preoccupante o pericolosa. Una famiglia non può bloccare l'intera attività di un cantiere!».Per oggi è previsto anche un comunicato stampa dell'azienda, che ieri ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione, in attesa che i suoi legali decidano le iniziative più efficaci per opporsi al provvedimento di sospensione delle attività lavorative ordinate dal Magistrato alle acque negli specchi d'aqua e nei terreni demaniali dati in concessione ai De Poli. A questo provvedimento, firmato dal dirigente dell'Ispettorato, l'ingegner Giampietro Mayerle, e notificato martedì pomeriggio, si è aggiunto ieri mattina l'avviso di avvio di un procedimento per l'inibizione delle attività cantieristiche rumorose da parte della Direzione Ambiente e sicurezza del territorio del Comune di Venezia. Il documento, a firma del direttore Luigi Penzo, fa riferimento a relazioni di Ulss e Arpav che hanno evidenziato il superamento dei limiti di legge, e il conseguente pericolo per la salute pubblica in relazione all'eccessivo rumore. Entro 7 giorni i cantieri De Poli sono stati invitati a presentare al Comune eventuali memorie e documentazione sulla vicenda.

La famiglia Vianello è in "guerra" con i cantieri navali da circa 15 anni, lamentando l'eccessiva rumorisità dell'attività, ma anche l'aria resa irrespirabile dalle vernici utilizzate per le navi in costruzione. Una prima tregua era stata raggiunta con la sigla di un accordo transattivo, con il quale i De Poli si impegnavano a non superare il livello di 70 decibel di giorno e di 60 la notte. Ma la famiglia Vianello sostiene che questi livelli sono sempre violati, di almeno 5 decibel, e ha riaperto le "ostilità". La situazione sarebbe decisamente peggiorata da quando l'azienda, finita in parte sotto sequestro penale alcuni mesi fa a seguito di due incidenti costati la vita ad altrettanti operai, ha ripreso l'attività a pieno ritmo, lavorado contemporaneamente a tre navi, una delle quali praticamente di fronte all'abitazione dei Vianello. Gli avvocati dei Vianello, Elio Zaffalon e Antonella Pietrobon, hanno presentato anche una denuncia penale segnalando, tra l'altro un asserito aumenti di casi di tumore nella zona.

Gianluca Amadori

Lorenzo Mayer

mercoledì 3 settembre 2008

Cantieri De Poli rumorosi, attività sospesa

Provvedimento del Magistrato alle acque su istanza della famiglia Vianello che vive a fianco e che ieri ha occupato pacificamente gli uffici di Rialto per protesta

 

Una famiglia di Pellestrina ha "occupato" pacificamente la sede del Magistrato alle acque di Rialto, ieri mattina dalle 9 del mattino, per protestare contro i rumori molesti dei cantieri De Poli, al cui confine si trova la loro abitazione. E se n'è andata soltanto a metà pomeriggio, dopo essere stata ricevuta dalla presidente Giovanna Maria Piva e aver ottenuto l'emissione di un provvedimento che dispone la sospensione dell'attività del cantiere nell'area in concessione pubblica, ovvero lo specchio d'acqua lagunare, in attesa di approfondimenti e ulteriori verifiche in relazione al superamento dei limiti di legge per le emissioni acustiche, già rilevato dagli ispettori della Ulss. Per i cantieri De Poli ciò potrebbe significare il blocco dei lavori sulle navi attualmente in corso di realizzazione.

La famiglia Vianello vive a fianco dei cantieri De Poli, al confine sud, e da una quindicina di anni ha aperto un contenzioso, lamentando l'eccessiva rumorisità dell'attività, ma anche l'aria resa irrespirabile dalle vernici utilizzate per le navi in costruzione. Una prima tregua era stata raggiunta con la sigla di un accordo transattivo, con il quale i cantieri si impegnavano a non superare il livello di 70 decibel di giorno e di 60 la notte. Ma la famiglia Vianello sostiene che questi livelli sono sempre violati, di almeno 5 decibel, giorno e notte, e ha riaperto le "ostilità". E la situazione sarebbe decisamente peggiorata da quando l'azienda ha ripreso l'attività dopo il sequestro penale conseguente all'incidente mortale verificatosi all'interno dell'azienda: attualmente, lamenta Giovanni Vianello, le navi in costruzione sono tre, una delle quali praticamente di fronte alla loro abitazione. «Una situazione non più sopportabile», dichiara.

I legali della famiglia, gli avvocati Elio Zaffalon e Antonella Pietrobon, hanno quindi presentato una denuncia penale al pm Giorgio Gava, segnalando, tra l'altro un asserito aumenti di casi di tumore nella zona. E, sul fronte civilistico, hanno depositato un ricorso d'urgenza chiedendo al Tribunale di ordinare ai cantieri di rispettare le prescrizioni. Il ricorso è stato rigettato dal giudice ed è pendente reclamo. Ma i Vianello non si sono arresi e, dopo aver sollecitato un intervento dell'Ufficio Ambiente del Comune, si sono presentati al Magistrato alle acque, l'ente da cui dipende la concessione per lo spazio acqueo utilizzati dai De Poli.