sabato 28 gennaio 2012

«Cani, una vicenda per cercare visibilità»

L’animalista Debora Scarpa: «Era meglio parlare di persona»
Claudia Ponara: «Ora un incontro di chiarimento con i pescatori»

700-2.jpg Non si è ancora spenta l'eco prodotta in isola dall'ordinanza del sindaco, che intimava ai proprietari dei cani sui casoni da pesca di riportarli a terra, che si torna nuovamente sull'argomento. A fare alcune precisazioni oggi, Claudia Ponara, della Protezione animali di Padova, che per prima aveva denunciato la situazione. Attaccata da un pescatore, che affermava di aver cercato di parlarle, ma di avere trovato soltanto freddezza ed incomunicabilità, ribadisce dicendo «che il signore aveva erroneamente interpretato la situazione».
      In sintesi Ponara afferma di non aver mai utilizzato parole pesanti contro i pescatori proprietari dei cani, ma di aver soltanto:" fatto per iscritto una segnalazione, indirizzata fra gli altri enti anche alla Provincia, affinchè venisse effettuato un sopralluogo. «Chiediamo ora - continua Ponara - alla luce degli sviluppi della situazione, degli incontri in loco con le rappresentanze dei pescatori di Pellestrina e di Chioggia, e se possibile anche alla presenza del Presidente della Municipalità e di rappresentanti dell'Assessorato all'Ambiente dei due Comuni o della Polizia Locale, come era stato auspicato anche nei contatti telefonici intercorsi tra i pescatori di Chioggia e di Pellestrina con i componenti della nostra associazione per parlare a voce dei nostri vari punti di vista e, come abbiamo già ribadito ufficialmente più volte, richiedendo almeno una visita per un saluto da parte nostra ai cani che ora finalmente si trovano presso le loro famiglie». A dissentire sul modo in cui è stata trattata tutta la faccenda, Debora Scarpa, campionessa isolana del remo e grande anima animalista. «Una storia che poteva essere affrontata parlando civilmente è stata invece trattata soltanto per ottenere visibilità. Stampa, televisione, gran clamore. Uno schifo. E tutta la disponibilità ad adottare i cani? Mi risulta che l'unico prelevato per essere curato, è depositato in un canile. Io amo gli animali» La Scarpa è una gattara, da anni provvede a sfamare e a far curare i gatti isolani «ma con chi sbraita soltanto con i poteri forti, senza prima tentare una discussione civile con gli interessati, non mi riconosco».

Scarpa: «La popolazione deve essere coinvolta»

«Il porto off-shore può essere un’occasione di sviluppo, il Mose non lo è stato»

(a.b.) Continua a Pellestrina il dibattito sulla proposta del presidente dell'autorità portuale, Paolo Costa, di realizzare, nel 2017, un porto per l'imbarco e lo sbarco delle grandi navi da crociera. Il luogo individuato, S.Maria del Mare, dove si stanno realizzando i cassoni per il Mose. Tra la gente perplessità e possibilismo. A dar voce a questi pensieri, il consigliere di municipalità Danny Carella: «La realizzazione del porto a Pellestrina potrebbe rappresentare una irripetibile opportunità di sviluppo per il territorio, sia a livello occupazionale che turistico-ricettivo. Tuttavia se tale idea dovesse concretizzarsi è essenziale che la popolazione sia coinvolta nel progetto e che si facciano prima le considerazioni su un eventuale impatto ambientale e sui rischi di inquinamento che tale progetto potrebbe portare». La stessa argomentazione è espressa in un'interpellanza, presentata dal consigliere comunale Alessandro Scarpa al sindaco. Si chiede "se legata a quest'operazione esista un progetto di sviluppo per l'isola tenendo conto che con i cantieri del Mose (a Pellestrina ne sono presenti due, uno a S.Maria del Mare, l'altro a Cà Roman) fin dall'inizio si parlava di grandi opportunità occupazionali, di lavoro per l'isola, di un positivo ritorno nell'indotto, ma che a tutt'oggi non si è constatato nessun beneficio". E soprattutto «di tener conto della fragilità del litorale dell'isola, in particolare della morfologia della zona interessata dal futuro porto di S. Maria del Mare, lembo di terra emersa che in alcuni punti è di soli 200 metri di larghezza che si erge a dividere il Mar Adriatico dalla Laguna di Venezia». 

venerdì 27 gennaio 2012

Villette di Ca’ Roman Chiesto il dibattito a Ca’ Farsetti

752-1.jpg (L.M.) Discutere in consiglio comunale del piano di recupero di iniziativa privata che vuole trasformare l'ex colonia di Ca’ Roman a Pellestrina in ottanta villette con nuovi insediamenti abitativi. L'intervento è già stato adottato dalla giunta comunale, che quindi ha espresso il suo benestare, scatenando, come si ricorderà una raffica di osservazioni e critiche dalle associazioni ambientaliste, che considerano l'area da salvaguardare, e non cementificare, visto il pregio naturalistico. Il progetto, secondo la giunta comunale, è conforme al Pat e quindi non è necessario il passaggio in consiglio (è stato illustrato in comissione consiliare senza andare al voto).
      Ieri undici consiglieri comunali, con Nicola Funari (gruppo misto ex IdV) e Alessandro Scarpa «Marta» lista «Impegno per Venezia», insieme ad altri colleghi sia del centrosinistra che del centrodestra, hanno sottoscritto la richiesta di inserimento dell'ordine del giorno, in un consiglio comunale, affinchè il piano possa essere dibattuto e votato. «Non lo riteniamo conforme al Pat - spiega Funari - e dunque di pertinenza del consiglio comunale che ha il diritto-dovere di esprimersi sul tema. Il passaggio in consiglio comunale è l'unico modo per tentare di fermare l'intervento».

giovedì 26 gennaio 2012

Il tunnel sotto il mare

Leggendo dell'ipotesi lanciata alla grande dall'autorità di porto di Venezia di utilizzare i lavori del MoSE per collegare via auto Pellestrina e raggiungere la nuova stazione crocieristica da costruire utilizzando l'attuale struttura "provvisoria" costruita per la realizzazione dei moduli del MoSE, resto basito, ricordando a me stesso il coro di "impossibile" e di no ideologici che mi sommerse quando fui io (a nome dell'allora AN di Venezia) a proporre il collegamento dei litorali sfruttando i lavori del MoSE e a chiedere di ripensare un utilizzo compatibile per la nuova isola artificiale di Pellestrina. E ancor piú amaro in bocca mi resta per i tentativi fatti in extremis negli ultimi anni da consigliere provinciale del PDL per cogliere l'occasione dei sottopassaggi del MoSE per collegamenti anche civili, tutti sistematicamente osteggiati. Ora forse cambierà il vento? Attendo, turbato e curioso, il dipanarsi degli eventi...
      Pietro Bortoluzzi
          
Consigliere Provincia
          
municipale PDL di Venezia

Uno dei cani delle palafitte cerca padrone

Dopo le ordinanze dei Comuni di Venezia e Chioggia che hanno imposto il divieto di lasciare cani sulle palafitte lagunari, ieri è giunto a un veterinario del Lido il primo animale in cerca di casa. Succede che non tutti i proprietari delle palafitte hanno evidentemente ora la possibilità di tenersi il cane in casa oppure non hanno il giardino. Di fatto, ieri mattina un meticcio maschio di tre anni è stato visitato dopo che era stato lasciato in affido due giorni fa alle volontarie di Pellestrina. “E’ in buone condizioni di salute, molto intimidito non essendo stato mai abituato a restare sulla terraferma e in mezzo alle persone, e ora cerca casa” ha spiegato il medico, rassicurando sulle condizioni del cane. Peggio, era andata a un pastore tedesco che il servizio veterinario dell’Asl aveva raccolto da una delle palafitte _ nel corso dei primi controlli effettuati alcuni mesi fa _ per affidarlo al canile di San Giuliano e quindi sottoporlo alle cure del caso visto che stava tutt’altro che bene ed era malato e deperito. Ora, le persone che stanno accudendo il giovane meticcio vorrebbero evitare di farlo andare in canile, e quindi si cerca una famiglia disposta ad adottarlo. Già nei giorni scorsi, le volontarie dell’associazione Canili Veneti onlus si erano dette disposte a intervenire in tutti quei casi in cui i cani fossero rimasti senza padrone dopo il ritorno sulla terraferma. Ma anche tante altre associazioni ed enti animalisti avevano fatto sentire la propria voce per far trovare una casa agli animali. (s.b.)

mercoledì 25 gennaio 2012

400 mila euro per lavori di manutenzioni

La Municipalità potrà usufruire di tre finanziamenti deliberati dal Comune nelle ultime ore per far fronte ad altrettanti progetti più volte sollecitati dallo stesso decentramento. Si tratta dei 400 mila euro destinati a Insula per eseguire tutta una serie di manutenzioni che riguardano più punti dell’isola di Pellestrina, compresa la possibilità di realizzare anche i bagni pubblici che tuttora mancano. Di 100 mila euro per la viabilità necessari alla realizzazione dei passaggi pedonali rialzati al Lido e dei 25 mila per le emergenze in caso di neve e ghiaccio. Il finanziamento per la viabilità permetterà la copertura di spesa per i sei passaggi pedonali rialzati previsti in prossimità di altrettante scuole medie, elementari e materne lidensi. Questo a fronte della necessità di mettere in sicurezza punti della viabilità dove in passato ci sono stati anche incidenti con investimenti di pedoni, o quantomeno dove i passaggi zebrati necessitano di maggiore visibilità. Il secondo finanziamento per il Lido _ partendo dal presupposto che Pellestrina è già coperta tramite un altro progetto simile che coinvolgeva anche in questo caso Insula _ permetterà alla Municipalità di appaltare eventuali interventi in caso di neve o ghiaccio, così da garantire la viabilità ed evitare cadute rovinose sui marciapiedi ai passanti. Problemi che in passato si erano già verificati con incidenti o infortuni. Ora il decentramento potrà garantire interven-ti immediati qualora si rendessero necessari nelle prossime settimane. (s.b.)

Le fermate Actv cambiano volto

La società Insula dà il via ai lavori di messa in sicurezza
 Saranno realizzate nuove piazzole di sosta protette 

La società Insula ha iniziato i lavori per la messa in sicurezza della strada dei Murazzi. Si tratta di un primo stralcio di lavori, della durata di 4 mesi, che prevede la sistemazione delle fermate Actv Zendrini e Loredan a Pellestrina, ritenuti di alta priorità in quanto utilizzate da molte persone. La fermata Scuola Loredan verrà ricollocata nell’originaria posizione (la fermata era stata spostata proprio per consentire i lavori), creando – per entrambi gli interventi – una piazzola di sosta protetta, mediante la risagomatura della scarpata e la formazione del marciapiede.
      La riorganizzazione rientra nel progetto “Stai e vai - spazi pubblici e mobilità a Pellestrina”, il piano degli interventi di riqualificazione degli spazi pubblici nell’isola, a cura dello Studio Tamassociati e del Laboratorio Ombrello Iuav, che ha coinvolto anche la cittadinanza.
      Il progetto complessivo per la messa in sicurezza della strada dei Murazzi – oltre a una serie di interventi localizzati di rallentamento del traffico veicolare già realizzati – prevede la sistemazione di tutte le 16 fermate Actv.
      Per ogni fermata sono previsti una serie di interventi che si concluderanno con la posa in opera di cordoli e pavimentazioni in masselli autobloccanti tipo “sasso piano” (già utilizzati in numerosi interventi a Pellestrina) e l’inserimento da parte di Actv di pensiline per l’attesa dei bus.
      Nei mesi scorsi è stata spostata la fermata delle Poste, utilizzando un’area di sosta protetta, ma Insula precisa che si tratta di lavori provvisori, in attesa che siano disponibili i finanziamenti per la messa in sicurezza definitiva che ha già ottenuto l’approvazione di tutti gli enti competenti.

martedì 24 gennaio 2012

Palasport, restauro al via

(L.M.) Al via i lavori di sistemazione di due strutture sportive di Pellestrina: il palasport di Portosecco, scoperchiato due volte dal vento, e la vicina remiera. La giunta comunale, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici, Alessandro Maggioni, d’intesa con la municipalità, ha approvato un finanziamento di 20.000 euro. L’appalto è stato affidato alla ditta Vianello, i lavori partiranno in settimana per concludere in un paio di mesi. Il palasport è chiuso dal fortunale del luglio 2010. Quanto alla remiera, verrà rifatto parte del muro di cinta, sistemati infissi e grondaie. (l. m.)

Strada dei Murazzi, quattro mesi di lavori

Insula ha avviato gli interventi per il primo stralcio di lavori destinati alla messa in sicurezza di Strada comunale dei Murazzi. Dureranno quattro mesi, realizzando le fermate per l’autobus Actv di linea 11 in prossimità delle scuole Zendrini e Loredan a Pellestrina. Con tali lavori, la fermata Scuola Loredan verrà ricollocata nell’originaria posizione ma creando una piazzola di sosta protetta con la risagomatura della scarpata e la costruzione del marciapiedi. Il progetto complessivo per la messa in sicurezza della strada dei Murazzi, oltre a una serie di interventi per creare un rallentamento del traffico che sono stati già realizzati, prevede comunque la sistemazione di tutte le sedici fermate Actv, a seconda delle necessità e delle varie situazioni rilevate. Per ogni fermata sono previsti l’infissione di una palancolata necessaria a consentire la realizzazione degli interventi in sicurezza; lo scavo del profilo del Murazzo; il getto della soletta in cemento armato; quello del muro di contenimento; l’inserimento sulla sommità del muro di una rete necessaria a prevenire il pericolo di crollo del camminamento del Murazzo; la posa di cordoli e pavimentazioni in masselli autobloccanti già utilizzati in numerosi interventi a Pellestrina e il montaggio da parte di Actv di pensiline per l’attesa dei bus. Nei mesi scorsi, invece, è stata spostata la fermata delle Poste, utilizzando un’area di sosta protetta. Ma in questo caso si tratta comunque di lavori provvisori in attesa che siano disponibili i finanziamenti per la messa in sicurezza definitiva. (s.b.)

Acqua alta, nuove sirene a Malamocco e a Pellestrina

Con l’installazione dei nuovi diffusori di segnali acustici a Malamocco, San Pietro in Volta e Pellestrina, il Centro Previsioni e Segnalazioni Maree ha completato la realizzazione dell’innovativo sistema di allertamento sonoro in caso di acqua alta. Dopo i quindici installati nella città storica nel 2007 e quelli nelle isole di Murano, Burano, Lido nel 2010, la rete ora può dirsi completa. Il collaudo delle nuove sirene, peraltro già attive e funzionanti, è in programma domani alla chiesa di Ognissanti e alla scuola Zendrini di Pellestrina, e alla chiesa di San Pietro in Volta. Giovedì sarà la volta degli impianti installati a Malamocco in corrispondenza della chiesa di Santa Maria Assunta, e nella stessa giornata saranno effettuate nuove prove anche a Burano. Il Centro Maree, in collaborazione con la Municipalità di Lido e Pellestrina, ha divulgato in queste ore la notizia dei nuovi segnali con la distribuzione di un migliaio di volantini pieghevoli ai residenti, mentre altri possono comunque ancora essere ritirati nelle sedi della Municipalità presenti sulle due isole. Il tutto per evitare inutili allarmismi tra la popolazione nel momento in cui verranno testate le nuove apparecchiature nel corso dei prossimi giorni. (s.b.)

lunedì 23 gennaio 2012

Protezione civile, Zuanich sollecita i lavori di restauro

Sollecito dell’Udc affinché siano svolti celermente i lavori di ristrutturazione della sede della Protezione civile di Pellestrina. Il consigliere comunale Marco Zuanich ha presentato in merito una interrogazione sottolineando la valenza dei volontari in isola. «Il Comune vuole far partire i lavori per i danni causati dalla tromba d’aria di un anno e mezzo fa - afferma Zuanich - ma si parla solo della ristrutturazione del palasport di Portosecco e non invece della sede della Protezione civile, che è elemento fondamentale visto che dopo le 16 nessun corpo di polizia è operativo per la sicurezza in isola, e ci vuole quasi mezzora perchè arrivino i vigili del fuoco in caso di emergenza. Ci sono decine di volontari in difficoltà, senza un luogo dove potersi cambiare o fare riunioni, quindi il gruppo va aiutato e va sistemata al più presto la sede ora dichiarata in gran parte inagibile. Tutto è importante ma ci devono essere delle priorità». (s.b.)

Nuovo porto, l'isola si scopre fragile

Fa discutere il progetto di un terminal crociere alla bocca di porto di Malamocco
Preoccupati soprattutto i pescatori: «Il Mose cambia le correnti, cosa accadrà con le navi?»

701.jpg  Che ci fosse qualcosa da dire o da dissentire era inevitabile. Non era prevedibile invece il polverone di polemiche e le arrabbiature della gente di Pellestrina, dopo la proposta del presidente dell'autorità portuale Paolo Costa, che per dare un futuro alla crocieristica veneziana, all'indomani del naufragio della Costa Concordia e dopo le innumerevoli proteste che da tempo caratterizzano il transito delle grandi navi nel fragile bacino di San Marco, ha ipotizzato il 2trasferimento" del Porto a Malamocco, ed un tunnel sotto il Mose.
      Malamocco è solo il nome dello spazio acqueo; in realtà, il tutto verrebbe realizzato a Santa Maria del Mare, dove attualmente vi è il cantiere dove si realizzano i cassoni per il Mose. In questa zona, per permettere le lavorazioni, e per ospitare tutte le strutture, è stata interrata e cementificata una porzione di mare di circa 250 metri di larghezza per 450 metri di lunghezza, che sarebbe dovuta tornare allo stato originale dopo il compimento dell'opera. Ecco però che ora, questa immensa piattaforma, risulterebbe contenere lo spazio giusto per ospitare e far attraccare almeno cinque navi da crociera, e per realizzare tutto ciò che serve, a livello di magazzini e servizi logistici, a un porto come quello veneziano. Il tutto per il 2017, a Mose ultimato e in funzione. E in questo modo, si rilancia pure il tunnel stradale sommerso, di cui si discute da prima dell'inizio dei lavori per il Mose, che, transitando sotto la bocca di Malamocco, permetterebbe il collegamento diretto con il Lido.
      «Premesso che non ho intenzione di disquisire sulla bontà o meno della proposta - commenta I.V., 50enne operaio - dissento subito sul come viene presentata e sul fatto che venga scaricato, su un'isola così fragile e particolare, una mole di traffico, anche umano, così intenso».
      «Sono decenni che si parla del tunnel sotterraneo - afferma B.P. insegnante - serve, non serve? L'indecisione della politica ha allontanato questo progetto che avrebbe fatto "respirare" l'isola. Ora ce lo pongono come possibile, ma a fronte della realizzazione di un porto».
      «Quando sono iniziati i lavori del Mose, l'isola era già in sofferenza economica e sociale - fa eco B.P., impiegato - ed era stato chiesto che venissero assunti per i lavori, operai isolani. Forse, nel corso di questi anni, sono una decina i pellestrinotti che hanno lavorato e lavorano in cantiere. Quindi, io mi chiedo: pensiamo ad una possibile realizzazione di questo progetto. Che cosa porterà all'isola? Convenienza in termini di lavoro, indotto e ripresa sociale, oppure rimarrà esclusa da questo business? Vogliamo risposte ed impegni certi». «La stiamo "appesantendo" troppo - afferma M.V. 80enne pescatore - Pellestrina è delicata, fragile. E invece qui fanno di tutto. Il Mose cambierà la destinazione delle correnti marine, con ricaduta sulla pesca. Le grandi navi inquineranno l'acqua e contribuiranno a spezzare definitivamente il fragile ecosistema di questa isola, che noi amiamo, ma che è considerata da tutti soltanto un pozzo da cui attingere per i loro bisogni» e conclude «ricordiamoci però che l'acqua nei pozzi, metaforicamente, può finire».
Annalisa Busetto

domenica 22 gennaio 2012

Arrivano le sirene per "annunciare" l’acqua alta

Allertamento sonoro, in caso di acqua alta, anche a Pellestrina. L'Istituzione Centro Previsioni e Segnalazioni Maree ha completato la realizzazione dell'innovativo sistema di allertamento sonoro in caso di acqua alta, con l'installazione di nuovi diffusori di segnali acustici sia a Pellestrina e San Pietro in Volta, che a Malamocco, le uniche zone in cui mancavano, dopo i quindici installati nella città storica, a Venezia, nel 2007 e quelli nelle isole di Murano, Burano e Lido nel 2010.
      Il collaudo dei nuovi diffusori, peraltro già attivi e funzionanti, avverrà mercoledì 25 gennaio, per quelli collocati sulla chiesa di Ognissanti, alla scuola Zendrini a Pellestrina (unica parte dell'isola dove già esisteva un allarme di questo tipo), e sulla chiesa di San Pietro in Volta.
      Giovedì 26 gennaio, toccherà invece a Malamocco, alla chiesa di Santa Maria Assunta. Nella stessa giornata inoltre, saranno effettuate nuove prove anche a Burano. Il Centro Maree, in collaborazione con la Municipalità di Lido-Pellestrina, ha divulgato la notizia dei nuovi segnali con la distribuzione di un migliaio di pieghevoli, che possono comunque ancora essere ritirati nella sede della Municipalità del Lido e del Palazzo Comunale a Pellestrina.
      Da tempo gli abitanti dell’isola attendevano l’allargamento del sistema di allarme anche in questa parte della striscia di Pellestrina.
      Annalisa Busetto

«Ma ora bisogna vigilare: non siano solo promesse»

Intanto la Corte dei conti ha aperto un fascicolo sui danni che le grandi navi potrebbero aver provocato alla città

 Il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa ritiene che la soluzione da lui prospettata (nuovo canale e porto esterno) possa far cessare le polemiche. Per il comitato "No grandi navi" le cose non stanno proprio così, nel senso che la "fame" di dati certi è ancora molta.
      «Le grandi navi - spiega il portavoce del Comitato, il giornalista Silvio Testa - devono venire estromesse dalla laguna, perchè solo così sarà possibile avviarne il risanamento, e il Comitato No Grandi Navi farà di tutto perchè ciò avvenga. È comunque difficile immaginare che abbia davvero vita breve una proposta come quella dello scavo del canale Contorta Sant'Angelo il quale comporterà procedure lunghissime, interventi onerosi, costi elevatissimi, e non vorremmo che il presentare una seconda soluzione a lungo termine sia oggi solo lo zuccherino offerto all'opinione pubblica per farle ingoiare un boccone amaro».
      Il Comitato ne ha anche per il porto in mare aperto, da costruire sulla piattaforma utilizzata per il Mose.
      «Anche l'idea di incardinare a più lungo termine il porto crocieristico sulla piattaforma logistica a Malamocco lascia perplessi - aggiunge Testa - perchè Pellestrina è un'isola e anche lì si presenterà il problema di trasportare a terra i passeggeri esattamente come se si trattasse di un attracco in mare. Restiamo in attesa di capire meglio, perchè non vorremmo che l'unica ragione per preferire Malamocco a un'altra soluzione per estromettere le grandi navi dalla laguna sia il risparmio degli enormi costi previsti per lo smantellamento della piattaforma una volta conclusi i lavori del Mose».
      Intanto, il Procuratore regionale presso la Corte dei conti, Carmine Scarano, ha aperto un fascicolo sui possibili danni all'erario derivanti dal passaggio delle grandi navi in bacino San Marco. Al centro delle possibili indagini, l'eventuale correlazione che potrebbe esserci, allo stato solo sul piano dell'ipotesi, tra lo spostamento di ingenti masse d'acqua da parte dei "condomini del mare" e l'erosione riscontrata sulle rive del bacino e del canale della Giudecca per la cui manutenzione sono stati spesi in questi anni soldi pubblici.
      «Tra gli elementi da valutare - conclude Scarano, specificando che l’inchiesta era stata aperta lo scorso anno - anche le vibrazioni sonore subacquee, forse in via d'ipotesi ancor più dannose degli spostamenti delle masse d'acqua».

«Grandi navi in Bacino: dal 2014 definitivo stop»

Paolo Costa, presidente del Porto: «Una volta scavato il canale entrata e uscita saranno da Malamocco. Il costo è 30 milioni, martedì primo incontro operativo»

610.jpg
 Il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa azzarda: entro il 2013 fine dei passaggi in bacino, entro il 2017 una Marittima 2 a Santa Maria del Mare, là dove oggi si trova il cantiere di prefabbricazione del Mose. Su questo argomento sembra esserci un sostanziale accordo tra tutti i soggetti aventi voce in capitolo. Sarebbe quindi solo una questione tecnica e di soldi, che a suo dire non comporta soluzioni fantascientifiche né fantafinanziarie. Prima, però, intende continuare ad utilizzare la Marittima nel modo più sicuro possibile.
      Presidente, quindi la decisione è il senso unico e il porto in mare al posto dei cantieri del Mose?
      «Dire "senso unico" è improprio, perché quando il canale sarà scavato le navi non passeranno più per il Bacino. Tra San Leonardo e Fusina già ora ci sono convogli e navi in entrata e in uscita contemporaneamente: noi abbandoniamo il canale dei Petroli quando comincia a stringersi».
      C’è già un’idea dell’investimento?
      «Scavare il canale costa 30 milioni, basta fare solo quello. Il prossimo passo da fare è trovare il modo di pagare i lavori, anche se, immagino, una quota sarà pagata dalla comunità. Dopo tutto lo facciamo per motivi di interesse generale. I tempi tecnici sono meno di un anno. Martedì, con Magistrato alle Acque e Comune cominciamo già a trovarci per passare da un’idea all’azione. Vorrei precisare che queste cose non sono conseguenti alla tragedia dell’isola del Giglio, perché erano state messe nero su bianco nell’accordo tra Comune e Porto del 14 dicembre. Semmai c’è stata un’accelerazione».
      L’apertura di un nuovo canale è oggetto di molte polemiche. Saranno avviati degli studi prima di decidere...
      «Il progetto è del Magistrato alle acque che farà le verifiche necessarie. Non posso però non ricordare, pur senza polemica, che una pronta valutazione positiva l’aveva fatta il professor D’Alpaos. Non aveva fatto uno studio definitivo, ma mi aveva detto che si poteva fare. Ho comunque sentito altri ingegneri idraulici e mi hanno detto che si può fare. Contemporaneamente, interriamo il canale Vittorio Emanuele con i sedimenti (relativamente puliti) anche se mi dicono che questi sono relativamente puliti quindi buoni anche per rimodellamenti della morfologia lagunare. Naturalmente si faranno le simulazioni che servono e cercheremo di trovare le soluzioni più compatibili».
      Servirà anche una certa manutenzione...
      «Anche quello sarà oggetto di studio, ed è il fatto per cui scegliamo di allargare un canale naturale. Diciamocelo chiaramente: l’alternativa è tra un chilometro in più di canali e/o mantenere il "pericolo" a San Marco. In questo modo usciamo da una gestione del rischio, anche se è la più sicura in assoluto in giro per il mondo».
      C’è poi la Marittima 2 a Pellestrina.
      «Abbiamo una piattaforma già pronta, che costerebbe 200 milioni smantellare. Invece di toglierla, visto che le reazioni con il microsistema sono state stata buone, si può realizzare con estrema facilità il porto in mare. Ci sarebbero due problemi: come far arrivare i passeggeri e le forniture. Per i primi abbiamo preso al volo l’idea del tunnel Alberoni-Pellestrina. I passeggeri arrivano al Lido e poi a Venezia. Secondo, la fornitura navale è il vero apporto economico che le crociere danno al territorio. Attorno alle navi c’è un’enorme economia di fornitura e manutenzione, che che si esprime con le 1.600 persone che lavorano attorno alle navi e poi un indotto che non saprei calcolare».
      Come fare con le forniture?
      Con i magazzini di stoccaggio costruiti sulla piattaforma. Un problema logistico che si può risolvere facilmente restando con i piedi per terra. Mi auguro che questa specie di tsunami emozionale faccia piazza pulita di tutta una serie di altre discussioni cui noi abbiamo cercato di non dar corpo in questi mesi. A questo punto, non c’è più ragione di fare polemica».
      E Marittima 2 a Dogaletto?
      «Era pensata per navi ancora più grandi, ma forse non servirà più. Che senso avrebbe fare un porto fuori e tenere altre navi dentro la laguna?».
      Come è nata l’idea complessiva?
      «Da diversi incontri tra me e il sindaco Orsoni».
      La Marittima resta al suo posto?
      «A Venezia le navi possono dar fastidio, ma non credo che la gente non voglia più vedere una nave in bacino. La marittima è un investimento di 500 milioni e ritengo che tutto ciò che è compatibile con Venezia possa stare lì dov’è. Anticipo che stiamo lavorando ancora più nell’immediato, per distanziare il passaggio delle navi. Non ci sarà più un treno di navi che passeranno tutte insieme. Stiamo lavorando con la Capitaneria e mi auguro di arrivare presto ad un accordo con compagnie per non utilizzare la Riva dei 7 Martiri nonché costringere tutte le navi a passare al carburante meno inquinante fin dal loro arrivo. Poi daremo energia da terra con il cold ironing, un investimento da 50 milioni per il quale bisognerà trovare i soldi. In questo modo l’ambiente è salvaguardato e l’economia pure».

Remiera, iniziano i lavori per il tetto e gli infissi

Inizierano i lavori di ristrutturazione della sede della Remiera Portosecco danneggiata un anno e mezzo fa dalla tromba d’aria che investì Pellestrina e San Pietro in Volta. Sono necessari infatti le sostituzioni di alcuni infissi e la sistemazione del tetto che presenta numerose infiltrazioni. Quindi dovranno essere rifatte le grondaie e ricostruito parte del muro di cinta abbattuto dal vento. Interverrà la ditta Vianello di Pellestrina su incarico del Comune che ha reperito i fondi, circa 20 mila euro, dalle assicurazioni. «Finalmente anche la Remiera Portosecco potrà essere sistemata _ commenta il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello _ Un po’ alla volta tutte le strutture danneggiate si riusciranno a sistemare, e sempre in attesa ci sono anche la sede della Protezione civile e il palasport di Portosecco i cui progetti sono in gara in queste ore». La Remiera Portosecco venne investita in pieno dalla tromba d’aria del 23 luglio 2010, tanto che alcuni pedalò vennero sollevati da terra e scaraventati a decine di metri di distanza, fortunatamente senza colpire nessun passante e senza finire contro altre case. (s.b.)

sabato 21 gennaio 2012

Porto a Malamocco e tunnel sotto il Mose

Le crociere inizialmente entreranno dalla bocca di porto, dove in un secondo tempo verrà realizzata
una piattaforma per l’attracco di 5 navi dal lato di Pellestrina. I passeggeri saranno deviati sul Lido

592.jpg
591.jpg Quattro paginette per dare un futuro alla crocieristica veneziana. Così, il presidente dell’Autorità portuale di Venezia, Paolo Costa, ha voluto sintetizzare la futura "rivoluzione" nei traffici turistici e mercantili in laguna di Venezia. É tutto contenuto in una lettera spedita il 18 gennaio scorso, a pochi giorni dal naufragio della Costa Concordia nelle acque dell’isola del Giglio, ai ministri dell’Ambiente (Corrado Clini); dello Sviluppo economico e dei trasporti (Corrado Passera); al governatore del Veneto, Luca Zaia e al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni.
      BENEDIZIONE ROMANA - E ieri da Roma è arrivata la risposta. Ed è stata autorevole non solo perchè venuta nell’ambito delle decisioni sulle rotte nautiche delle navi passeggeri decise in sede di Presidenza del Consiglio, ma anche perchè consente all’Autorità portuale di tirare un sospiro di sollievo (e con essa tutti gli operatori coinvolti) trasformandosi in una "vittoria sul campo". Almeno dal punto di vista strategico. E ci ha pensato lo stesso ministro Clini con una missiva spedita a Costa: «I percorsi alternativi proposti - scrive il ministro veneziano - rappresentano una soluzione che condivido fatte salve le verifiche puntuali in merito alle compatibilità ambientali. A questo proposito il Ministero è a disposizione».
      INTERVENTO IN DUE FASI - Così, si è trovato l’accordo. Almeno in prima istanza e con tutte le cautele del caso. E ora il progetto, con la mediazione e il coordinamento del Magistrato alle Acque come braccio operativo, potrà svilupparsi. Ma il dado è - come si suol dire - tratto. L’Autorità Portuale ha previsto un intervento in due fasi per il prossimo quinquennio 2012-2017 quando, nel frattempo, salvo sorprese, dovrebbe essere operativo anche il Mose. «La proposta - ha spiegato Costa al ministro - ha lo scopo di mitigare e/o deviare il passaggio delle navi crociera nel Bacino di San Marco».
      IL SENSO UNICO - Nel breve periodo si stabilirà un percorso alternativo per raggiungere la Marittima (il famoso "senso unico" lungo il canale Contorta Sant’Angelo nel cuore della Laguna) mentre nel medio-lungo periodo si ipotizza la realizzazione di una nuova Stazione Marittima dedicata alle navi crociera alle Bocche di porto di Malamocco all’esterno della laguna, laddove è localizzato attualmente il cantiere di costruzione dei cassoni del Mose». Insomma, una complessiva trasformazione degli accessi. In un primo momento con il passaggio nella laguna centrale, limitando quindi solo all’«uscita» il transito delle grandi navi in Bacino anzichè l’attuale "andirivieni". «Questa fase - sottolinea Costa - prevederebbe lo scavo a meno 10 metri del canale Contorta-Sant’Angelo che collega Fusina alla Stazione Marittima. Si tratta di un intervento stimato in 30 milioni di euro e sarebbe realizzabile in un anno consentendo alle navi in entrata a Malamocco e/o di uscire dalla laguna usando lo stesso percorso. I fanghi prodotti dallo scavo del canale potrebbero essere utilizzati per il tombamento del canale Vittorio Emanuele che unisce la Marittima a Marghera. L’intervento potrebbe essere completato nel 2013».
      LA MARITTIMA A MALAMOCCO - Ma non c’è solo la "soluzione tampone" con ancora negli occhi la tragedia della Costa Concordia. L’Autorità portuale ipotizza - e lo ha sottoposto ai ministri Clini e Passera - un intervento ben più ambizioso: la realizzazione di una nuova Stazione Marittima per le crociere sul lato mare della bocca di Malamocco lì dove oggi c’è il cantiere per i cassoni del Mose, verso Pellestrina. Al termine dei lavori di quest’ultima opera, rimarrà a disposizione una piattaforma "portuale" di 450 metri di lunghezza per 250 metri di larghezza. Insomma spazi giusti per ospitare e far attraccare almeno cinque navi crociera. Tutto potrebbe essere pronto per il 2017.
      TUNNEL SOTTOMARINO - «La nuova stazione Marittima, - ha spiegato Costa - anche dopo aver verificato gli studi in atto dal Comune, avrà a disposizione un tunnel stradale che transitando sotto la Bocca di Malamocco consentirà di collegarsi direttamente al Lido permettendo così di raggiugere in superficie lungo il Lido, il resto della città e viceversa. Inoltre l’ampiezza della piattaforma degli ex cassoni potrebbe tranquillamente essere utilizzata per creare in loco i magazzini per le forniture navali e i servizi logistici di un porto come quello veneziano».

venerdì 20 gennaio 2012

Pellestrina, in una foto sono riunite 5 generazioni

1238.jpg
Una bella foto storica quella che ci ha mandato questa famiglia di Pellestrina. In un unico scatto sono riunite ben cinque generazioni: Luigia Veronini (1914), sua figlia Giancarla Boscolo, il nipote Michele Vianello, il pronipote Luca Vianello e infine il trisnipote Elia Vianello.

Ora misure di sicurezza per i casoni

Da domenica i cani a riva, polemica sull’affidamento

782-1.jpg  «Da domenica gli ultimi cani pellestrinotti rimasti sui casoni sono stati portati a terra. Tutto era concluso, invece ora si discute sul loro affidamento». Esordisce così Michele Vianello, proprietario di due cani, che ora vivono nel suo giardino. «Sembra un dialogo tra muti e sordi, dove qualcuno però ora sta giocando in modo scorretto. L'associazione protezione animali di Padova ha raggiunto il suo scopo, almeno con noi pellestrinotti, che vuole ora? Portarceli via?». È un fiume in piena Vianello. Racconta di aver tentato, subito dopo le prime segnalazioni, di parlare telefonicamente con la signora Claudia Ponara, che per prima segnalò la faccenda «soltanto per tranquillizzarla sul come trattavamo i nostri animali» - ma di avere trovato dall'altra parte ostilità e diffidenza, che si è trasformata in denuncia nei suoi confronti. «Questa gente non vuole capire che noi i nostri animali li amiamo. E che nessuno si sogni di portarceli via». «Concordo con la linea presa dal sindaco, anche se sono sicuro che i cani non erano maltrattati» afferma il presidente della Municipalità Giorgio Vianello «e per questo penso che la vicenda sia stata troppo enfantizzata. Per dirla tutta, ho ricevuto in questo periodo, tra le 700 ed 800 mail, che provenivano da tutte le regioni d'Italia, con lo stesso testo. Per me la vicenda è chiusa. Bisognerà incontrarsi invece con i pescatori per valutare insieme delle misure di sicurezza per i loro casoni da pesca». «Mi spiace» conclude il pescatore Michele Vianello "finchè si continuerà a parlare a vanvera per me la storia rimane ancora in piedi. Ho già interpellato un legale per difendere i miei diritti".

giovedì 19 gennaio 2012

Pioggia di lettere a favore dell’ordinanza «pro cani»

Pioggia di lettere a favore dell’ordinanza per «liberare» i cani di Pellestrina. Trascorse le 48 ore previste dopo la firma da parte del sindaco Orsoni dell’ordinanza che vieta la detenzione degli animali sulle palafitte lagunari, sono iniziati i controlli per verificare che questa venga rispettata, e nelle prossime ore si saprà se i sei cani presenti sui casoni da pesca nel territorio comunale di Venezia sono stati riportati a terra. Intanto, però, il movimento d’opinione creatosi tra gli animalisti per tutelare i nove cani utilizzati per fare la guardia sulle palafitte ha dato vita a una autentica pioggia di messaggi in favore della scelta del sindaco Orsoni di firmare l’ordinanza che vieta la detenzione degli animali in quel modo. Vuoi per il successo ottenuto, vuoi perchè la storia lanciata dalla Nuova poi è stata ripresa anche da Striscia la Notizia e dai telegiornali regionali, fatto sta che le mail che plaudono al sindaco di Venezia stanno arrivando a decine e da ogni parte d’Italia. Dalla Sicilia alla Lombardia, dall’Umbria al Veneto, dal Lazio all’Emilia Romagna. «Chiedo alle autorità competenti di vigilare ora sul futuro di questi cani» sottolinea ad esempio Maria Pia Superti dalla provincia di Cremona, mentre Lucilla Mancini da Firenze auspica che «ora i cani abbiano uno spazio per poter correre in libertà». E ancora Vera Ferrari da Verona: «Questa ordinanza del sindaco di Venezia è un esempio di civiltà», mentre dallo Studio Mascitelli di Bologna si chiede un censimento degli animali prima che vengano liberati. Ringraziamenti al sindaco giungono anche da Pisa, dal Comitato Europeo Difesa Animali, per i cui responsabili «in una città come Venezia non poteva essere accettato, ne sottovalutato il comportamento perpetrato ai danni di quei cani». Tante le proposte di adozione che sono state avanzate, un po’ da tutto il Paese, e mentre si attende che pure il Comune di Chioggia segua l’iter percorso da Ca’ Farsetti, dal momento che altri tre cani sono sulle palafitte nel suo braccio di laguna di competenza, la associazione Canili Veneti onlus, che per prima aveva denunciato la situazione, precisa che «Questa associazione ha inoltrato quattordici esposti a tutte le istituzioni di Venezia all’inizio di ottobre e si è attivata per la soluzione normativa da parte dei Comuni di Venezia e Chioggia, e l’affidamento dei cani detenuti sulle palafitte. Intendiamo precisare anche che uno dei cani è stato portato dal servizio veterinario di Venezia al rifugio di San Giuliano dove è stato curato perché era particolarmente denutrito, e del quale chiediamo ufficialmente l’adozione»

mercoledì 18 gennaio 2012

Gli animalisti: «A noi l’affidamento dei cani dei casoni»

(L.M.) L'associazione protezione animali di Padova chiede l'affidamento dei cani che si trovano nelle palafitte di Pellestrina. Per questo, dall'ottobre scorso, fino ad oggi, sono già stati inoltrati quattordici esposti. I legali dell'associazione hanno già presentato richiesta per l'adozione dei nove cani compresa la cagnolina che si trova a San Giuliano qualora la competente Ulss Veterinaria e il Comune diano l'autorizzazione alla procedura. Lo fa sapere, in una nota, la stessa associazione rispondendo alle osservazioni dei pescatori. «Siamo in contatto con il presidente della Municipalità Lido - Pellestrina - scrive l'associazione - che si sta attivando per l'apertura di un dialogo tra l'associazione, l'assessorato e le rappresentanze dei pescatori di Pellestrina e Chioggia. Chiediamo pertanto, alla luce degli sviluppi della situazione, l'apertura di un tavolo di confronto e degli incontri in loco con le rappresentanze dei pescatori di Pellestrina e di Chioggia, se possibile anche alla presenza del presidente della Municipalità e di rappresentanti dell'Assessorato all'ambiente dei due Comuni (Venezia e Chioggia ndr) come era stato auspicato anche nei contatti telefonici intercorsi tra i pescatori di Chioggia e di Pellestrina con i componenti della nostra associazione per parlare a voce dei nostri vari punti di vista ed addivenire ad una soluzione che sia finalizzata al benessere degli animali». L'associazione ritiene, poi, che come ribadito nei vari esposti e testimonianze, che le condizioni in cui sono detenuti i cani siano contro la normativa sul benessere degli animali. Questo il motivo per cui contro la decisione dell'Ulss 12 è stato presentato un ricorso al tribunale degli animali, citando come prova anche alcune foto e «Striscia la notizia».

domenica 15 gennaio 2012

«L’ordinanza ha riguardato solamente due cani»

A Pellestrina c’è molto stupore per la decisione del Comune di togliere gli animali rimasti nei casoni da pesca

All'indomani dell'ordinanza del sindaco, subito esecutiva, che decreta che entro ormai 24 ore, i cani da guardia dei casoni da pesca, ricadenti nelle acque del Comune di Venezia, debbano essere trasferiti altrove, a Pellestrina regna l'incredulità. Non soltanto per la «velocità» con cui è data soluzione al «problema», ma soprattutto perchè l'ordinanza è stata emessa per due cani.
      Partiamo dall'inizio. La denuncia ambientalista parlava di molti cani presenti nei casoni-vivai nella zona lagunare compresa tra Chioggia e Pellestrina. I pellestrinotti se la ridevano ieri mattina, quando contavano quelli appartenenti all'isola; bastava nemmeno una mano. Ma è sempre Michele Vianello a spiegare tutto. «I cani di proprietà degli isolani erano quattro, su tre casoni; uno, il più anziano è stato prelevato circa un mese fa dall'Ulss, e di questo il padrone non sa più nulla. Un altro proprietario, dopo il primo controllo, lo ha portato a terra. Erano rimasti soltanto i miei. Gli altri sono dei chioggiotti. Già oggi - continua Vianello - provvederemo a portarli a terra. Abbiamo un giardino, ma non è soltanto nostro, quindi vedremo come sarà la convivenza. Certo che mai per un momento, ho pensato di abbandonarli o di affidarli a qualche canile».
      Ma i commenti si sprecano, e anche l'ilarità, quella un pò triste e un pò arrabbiata. È soprattutto qualche pescatore che non riesce a stare zitto.
      «Bravissimi. Sono stati bravissimi. Il sindaco e il consigliere Venturini hanno dato esempio di come si affrontano i problemi. Semplicemente tralasciando le cose importanti, per ricorrere a quelle di maggior impatto mediatico». «E con questo - fa eco un collega - non è che che pensiamo che lo stato di salute fisica e mentale dei cani non sia importante, ma forse ci sono cose più urgenti da risolvere.»
      «Signor sindaco, signor Venturini - conclude Vianello - ora mi aspetto che con la stessa celerità affrontiate le piaghe dell'isola, tra cui al primo posto, il problema della pesca e della mancanza di lavoro. Anche noi essere umani abbiamo necessità di essere tutelati e protetti».

Cani sulle palafitte, il Comune controlla

Domani mattina il Comune farà le opportune verifiche per capire se i sei cani presenti sulle palafitte lagunari dell’area di sua competenza sono già stati portati a terra o meno. Lo ha confermato ieri l’assessore Gianfranco Bettin a seguito dell’ordinanza che vieta la detenzione degli animali in quel modo, firmata venerdì pomeriggio dal sindaco Orsoni. «Manderemo copia dell’ordinanza anche ai colleghi del Comune di Chioggia che, per carità, è sovrano di fare ciò che più ritiene giusto, ma che speriamo voglia seguire la nostra stessa linea di tutela di questi animali _ spiega Bettin _ Anche se non ci sono stati maltrattamenti diretti, come le violenze, il fatto stesso che i cani ven-gano lasciati in quel modo sulle palafitte viene equiparato a un maltrattamento». Sei sono i cani che beneficeranno della ordinanza del Comune di Venezia. Altri tre risultano essere sui casoni da pesca in territorio comunale chiog-giotto. «C’è grande soddisfazione per il risultato raggiunto _ dicono dall’associazione Canili Veneti Onlus che per prima ha sollevato il problema tramite la Nuova _ attraverso i nostri legali chiederemo l’affido degli animali». Ma in tanti si sono fatti avanti per l’affido e il Comune è pronto a fare da tramite, se necessario. A complimentarsi con Orsoni e Bettin è stato ieri il consigliere comunale Simone Venturini (Udc), mentre l’europarlamentare Andrea Zanoni (Idv) attende che «anche il Comune di Chioggia risponda alle richieste di un’ordinanza come quella in vigore ora a Venezia per il bene degli animali». 
Simone Bianchi

sabato 14 gennaio 2012

Orsoni: mai più cani sulle palafitte

Il Comune ha messo la parola fine alle polemiche sulla detenzione dei cani nelle palafitte lagunari tra Chioggia e Pellestrina. Ieri, il sindaco Giorgio Orsoni ha firmato l’ordinanza con la quale vieta la detenzione di animali nei casoni da pesca lagunari del territorio comunale. Una ordinanza che ricorda come il regolamento comunitario stabilisca il divieto di detenere animali nei luoghi dove sono depositate attrezzature e materiali che vengono a contatto con prodotti alimentari; cita le linee guida sul benessere degli animali deliberate dalla Regione Veneto e il regolamento comunale di igiene urbana e del benessere degli animali; rileva l’inosservanza a tali norme accertata dal Servizio Veterinario dell’Asl 12. L’atto, predisposto dall’assessorato all’Ambiente, motivato dal Servizio veterinario dell’Asl 12 e provocato dai numerosi esposti e denunce alla Procura della Repubblica da parte di cittadini e associazioni, ordina «a chiunque sia proprietario, detentore o possessore di un animale nei casoni da pesca, il trasferimento immediato, entro e non oltre 48 ore, degli animali in un luogo compatibile con il benessere dello stesso». Vale a dire che entro domani nessun cane dovrà più vivere sulle palafitte lagunari, come invece accadeva fino a oggi. «Da quando abbiamo ricevuto le segnalazioni - commenta l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin - abbiamo verificato con la massima attenzione le reali condizioni in cui si trovano i cani e, con il supporto della Polizia municipale e del Servizio Veterinario dell’Asl 12 non abbiamo potuto che procedere in questa maniera per ripristinare condizioni di civiltà e legalità». Un successo per la associazione Canili Veneti Onlus che per prima si era mossa denunciando alla Nuova la situazione della decina di cani costretti sulle palafitte, e che poi aveva chiesto un intervento anche a Striscia la Notizia. Sulla vicenda erano intervenute in seguito altre associazioni, privati cittadini e politici locali ed europarlamentari per spingere il Comune a firmare un’ordinanza di divieto. Cosa avvenuta ieri. (s.b.)

«Non maltrattiamo i nostri animali Sono tutte falsità»

«Una campagna mediatica assurda, denigratoria e senza eguali, che mira a screditare non solo una persona, ma un'intera categoria di lavoratori» Esordisce così Michele Vianello, proprietario di due cani che vivono nel suo casone da pesca; una palafitta, come ce ne sono a decine nella zona lagunare tra Chioggia e Pellestrina. Un'usanza, quella di avere dei cani nei casoni, che risale alla notte dei tempi. Il binomio casone-cane nell'isola è normalità. E risale allo scorso ottobre il clamore nato attorno a questa usanza. Vi sono state decine e decine di denunce da parte di associazioni animaliste esposti, prese di posizione da parte di politici. Persino il tg satirico «Striscia la notizia» vi ha dedicato un servizio. «Non ci stiamo più» continua Vianello «sono state dette enormi falsità: che li lasciamo affamati perché diventino più aggressivi, che affiliamo loro i denti così risultano più feroci. Ma dico, nemmeno per i canili lager è stata messa su tutta sta confusione. E mi sconcerta apprendere che nonostante l'assessore Gianfranco Bettin abbia risposto a un'interrogazione su presunti maltrattamenti che in base a quanto concluso dall'Azienda Sanitaria: «non si sono rivelate condotte penalmente rilevanti e non si sono ravvisate condizioni di maltrattamento animale riferito a cani da attività lavorative», si continui ad infangare una categoria che ha sempre amato e allevato i propri animali con cura e dedizione. La famiglia di pescatori, nella quale sono cresciuto, mi ha instillato valori come il rispetto nei confronti di ogni essere vivente, animale e non. E con i nostri cani c'è sempre stato un legame stretto. Non sono mai stati lasciati senza cibo e acqua. Me ne occupo quotidianamente, e spesso ci porto anche i miei bambini per giocare con loro." E conclude, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa: «Sarebbe opportuno che la classe politica prima di affrontare la questione sentisse chi è coinvolto in prima persona, e andasse a verificare, per dare voce a quanti stanno sopportando le continue maldicenze riportate su stampa e televisione».
      Annalisa Busetto

No ai cani da guardia nei casoni da pesca

Ordinanza del sindaco perché gli animali vengano subito trasferiti altrove

704.jpg
Entro 48 ore i cani da guardia dei casoni da pesca ricadenti nelle acque del Comune di Venezia dovranno essere trasferiti altrove. Il sindaco ha infatti emanato un’ordinanza subito esecutiva in cui si vieta la custodia in tali strutture per tutelare non solo il benessere degli animali ma anche la salute pubblica, "perché gli strumenti da pesca presenti potrebbero incorrere in contaminazioni". Si chiude così una vicenda iniziata nello scorso autunno, sollevata da un esposto alla Procura della Repubblica e al Comune in cui si denunciavano casi di maltrattamento. Aveva preso posizione anche l’Udc, con il consigliere Simone Venturini, che in un’interrogazione aveva chiesto che fossero accertate le condizioni delle bestie. Erano seguiti i sopralluoghi della polizia municipale e dei veterinari dell’Ulss, che avevano dapprincipio appurato che i cani - come rispondeva l’assessore Bettin a quell’interrogazione - "si presentavano in buono stato di nutrizione, socievoli e di buon aspetto". L’assessore aveva anche ipotizzato un incontro con la categoria dei pescatori per registrare i cani all’anagrafe regionale, "procedura disattesa da molti", anche per sensibilizzare la categoria dei pescatori. Invece, con una valutazione più completa, è emerso che il regolamento europeo vieta che gli animali possano entrare in contatto con prodotti alimentari o con attrezzi destinati alla pesca, mentre la legge regionale stabilisce le linee guida sul benessere degli animali e non tollera più quelle che comunemente erano considerate condizioni "da cani". Ad esempio oggi il cane deve avere un adeguato livello di benessere fisico, deve poter fare esercizio, dimorare in spazi regolarmente puliti, essere protetto dagli agenti atmosferici... «Sono convinto che nessuno maltratti gli animali - assicura Bettin - ma le condizioni nei casoni non sono più compatibili». Ora bisognerà capire quale futuro attende questi animali. Perché non è detto che i padroni abbiano la possibilità di tenerli a casa o negli spazi adiacenti, visto che tra l’altro sono abituati a vivere all’aperto e sono di grossa taglia. «L’Enpa è a disposizione per trovare delle adozioni per quelli che non potessero essere tenuti» conclude Bettin. E Venturini, incassando il successo per l’epilogo della vicenda, si augura che anche il Comune di Chioggia adotti presto un analogo provvedimento e chiede che il Comune si faccia carico sia della fase di transizione sia del controllo perché la situazione si risolva definitivamente.

venerdì 13 gennaio 2012

Al via i lavori per rendere sicure le fermate dei bus

Sono iniziati gli interventi per la messa in sicurezza delle fermate dell'autobus, in direzione Pellestrina-S.Pietro. Nelle due zone più pericolose, dinnanzi alla scuola elementare e alla scuola media, dove la salita e la discesa oltre che degli utenti, serve anche per le centinaia di studenti, si sta intervenendo sul terrapieno del murazzo, per creare una pensilina protetta. Attualmente infatti, entrambe le operazioni, avvengono sulla strada dove vi è la circolazione, senza alcun margine di sicurezza. Il consigliere comunale Alessandro Scarpa, ha prodotto un'interrogazione perchè venga risistemata anche la fermata dinnanzi all'ufficio postale di Pellestrina. Già da qualche settimana, questa è stata spostata di circa un metro, per coincidere con uno degli scatolari, cioè gli accessi al camminamento del murazzo e alla spiaggia, realizzati dal Consorzio Venezia Nuova, dotati di zona di sosta. Questo però, è più alto rispetto al livello del manto stradale. Scarpa chiede quindi di intervenire per eliminare quel gradino che può risultare pericoloso e, che in talune circostanze, come per la salita o discesa di un disabile o di una mamma con passeggino, diventa barriera archittettonica. Ma i pericoli e la scarsa sicurezza, nelle fermate dell'autobus, sono presenti in più zone dell'isola. Dinnanzi alle elementari, ad esempio, sul lato opposto è stato creato un marciapiede una decina di centimetri più alto del livello della strada. A fianco vi è un cordolo per lo scorrimento delle acque piovane, largo circa 15 cm. Quando la persona sale, ma soprattutto scende dall'autobus, deve fare un salto di 20 cm, perchè il bus sosta al di là del cordolo. E già qualcuno si è fatto male.
      Annalisa Busetto

De Poli, il tribunale fa causa a sei banche

Contestata l’applicazione di interessi sugli interessi

Sei istituti di credito, tra cui anche Monte dei Paschi di Siena e Unicredit, chiamati a rispondere di anatocismo bancario nei confronti dei cantieri navali De Poli di Pellestrina, sprofondati qualche anno fa in un deficit di 136 milioni di euro. Il commissario e liquidatore giudiziale del cantiere, dottor Emilio Borella, per conto del tribunale, ha avviato le procedure legali per far causa alle banche. Come previsto è stato preso in esame un arco di tempo di dieci anni, prima del fallimento dell'azienda fondata da Davino De Poli.
767-2.jpg       In pratica le banche, secondo i primi conteggi ancora in fase di elaborazione, avrebbero applicato maggiori interessi passivi di quelli dovuti, calcolando una quota sugli stessi interessi. In parole semplici sarebbero stati calcolati gli interessi non solo sul capitale preso a prestito ma anche sugli interessi passivi, determinando una crescita esponenziale del debito.
      E qui si scatenerà una battaglia legale tra le parti, se non si arriverà ad una mediazione in extremis.
      Anche perchè l’anatocismo viene considerato un illecito civile, privo di risvolti penali, e il sistema sanzionatorio prevede semplicemente il rimborso delle somme non dovute, con i relativi interessi legali. Non è stato ancora elaborato un conteggio definitivo, ma è facile immaginare che, in un decennio, in ballo vi sia una cifra di alcuni milioni di euro.
      «Questa causa con le banche - spiega il dottor Borella - è il fronte sul quale siamo attualmente impegnati, che blocca altri sviluppi. Intanto sono stati risarciti i creditori privilegiati e tutti i dipendenti, circa un centinaio. Quasi tutti hanno anche trovato lavoro e quindi la vicenda si è conclusa positivamente anche sul fronte occupazionale, senza ulteriori strappi. Venduti i cantieri navali ad Actv, per gli altri risarcimenti dobbiamo aspettare».
      In ogni caso sarà un modo per tentare di recuperare altri fondi per saldare i numerosi creditori rimasti ancora insoluti.

giovedì 12 gennaio 2012

«Non maltratto il mio cane nelle palafitte»

Negli ultimi mesi animalisti e politici sono intervenuti a più riprese sul tema dei cani presenti sulle palafitte in laguna tra Chioggia e Pellestrina. Si è mossa anche Striscia la Notizia, ma ieri a intervenire è stato uno dei padroni dei cani, che ha voluto per la prima volta dire la sua su tutte le discussioni in merito a questa vicenda. «Con rammarico assisto a una campagna denigratoria senza eguali nei confronti di chi, come me, ha un cane che vive nelle palafitte in laguna _ afferma Michele Vianello _ Mi sconcerta apprendere che, nonostante l’assessore Bettin abbia risposto in Consiglio comunale all’interrogazione con oggetto le segnalazioni di maltrattamenti sui cani in laguna di Venezia, che in base a quanto concluso dall’Asl “non si sono rivelate condotte penalmente rilevanti e non si sono ravvisate condizioni di maltrattamento animale riferito a cani da attività lavorative”, si continui ad infangare una categoria che ha sempre amato e allevato i propri animali con cura e dedizione». Quindi aggiunge: «La famiglia di pescatori nella quale sono cresciuto, mi ha instillato valori come il rispetto nei confronti di ogni essere vivente, animale e non, che necessita dei propri spazi per vivere tranquillo. C’è sempre stato un legame stretto con i nostri cani e non sono mai stati lasciati senza cibo o acqua. Infatti, quotidianamente sono stati accuditi e nutriti. Sarebbe opportuno che la classe politica, prima di affrontare la questione, sentisse chi è coinvolto in prima persona per dare voce a quanti stanno sopportando continue maldicenze». (s.b.)

mercoledì 11 gennaio 2012

Via libera al piano particolareggiato dell’arenile

(V.M.C.) Via libera al Piano particolareggiato dell’arenile dell’isola di Pellestrina in variante parziale al Prg, per l’utilizzo delle sue parti demaniali a fini turistico-ricreativi. Ieri, a Ca’ Farsetti, l’ultimo passaggio in commissione, preparatorio alla votazione della delibera in Consiglio comunale.
      Per l’assessore all’Urbanistica Ezio Micelli, «un atto dovuto, dopo l’adozione del piano nel febbraio 2010, lo stralcio di alcune aree concessionabili richiesto dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, il dibattito sulle deroghe previste dalla Regione e il parere favorevole espresso il 25 ottobre 2011 dalla Provincia, avente come uniche prescrizioni la sua conformità alla pianificazione generale comunale e agli obiettivi del Ptcp. In altre parole, un documento che ricalca la delibera licenziata dal Consiglio comunale nel marzo dello scorso anno». Durante l’incontro, anche una precisazione sul Piano arenili del Lido, atteso da cinque anni: «Siamo alla fase finale, manca solo la delibera di approvazione - ha detto Micelli - una sospensione era stata determinata dall’accoglimento di uno stralcio proposto dalla Soprintendenza, per la riconnessione delle dune degli Alberoni. Ma ora non ci sono più ostacoli affinché il piano vada a buon fine in tempi ragionevoli».

Volontari sempre senza sede minacciano di abbandonare

Entro fine mese potrebbero iniziare i lavori di restauro della sede utilizzata dal gruppo di volontari della Protezione civile e danneggiata un anno e mezzo fa dalla tromba d'aria che colpì l'isola. Da allora, i tanti volontari di Pellestrina si sono trovati a fare i conti con una sede in gran parte inagibile, con tutti i disagi del caso. E questo, calcolando che dalle 16, ogni giorno sono gli unici pronti a intervenire direttamente sul campo in caso di emergenza, dal momento che i pompieri sono al Lido o a Chioggia, e necessitano di almeno 20-30 minuti per poter arrivare sull'isola. «Dalle notizie che ho appreso _ conferma il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello _ i progetti sono pronti per essere attuati grazie alla partecipazione del Comune. Ci auguriamo che i tempi vengano rispettati e siano brevi». I volontari però vogliono avere garanzie. Se non saranno davvero rispettati i tempi, questa volta, sono infatti pronti a fermare le attività. Gente competente, che di recente è intervenuta anche per l'alluvione in Liguria. (s.b.)

Pellestrina, super Pulcini

Grande prova della squadra Pulcini del Calcio Pellestrina che si è imposta nel primo torneo autunnale (girone D) dopo aver concluso imbattuta la serie di sfide che l’ha vista opposta alle formazioni di Fiesso d’Artico, Camponogarese, San Pietro in Volta, Arinese, Ca’ Bianca, S. Anna Chioggia e Borgo San Giovanni. Il gruppo di ragazzi nati tra il 2001 e il 2003 era guidato da Luciano Vianello. Alla festa conclusiva organizzata dalla società per celebrare anche il trionfo dei propri piccoli tesserati, oltre a tutti i genitori, hanno partecipato dirigenti e accompagnatori, il presidente Teresino Vianello, e il consigliere comunale Alessandro Scarpa "Marta". «Siamo orgogliosi dei risultati sportivi ottenuti dai nostri Pulcini e anche dalle altre categorie del Pellestrina Calcio, ma ancor di più per come questi ragazzi stanno crescendo assieme» hanno ribadito dalla società. (s.b.)

martedì 10 gennaio 2012

«Vogliamo chiarezza sugli arenili»

Interpellanza di Scarpa (Impegno civico) al sindaco

 La stagione estiva è ancora lontana, ma a Pellestrina si parla già della spiaggia, e più precisamente di cosa accadrà quest'anno sull’arenile pellestrinotto. Subito dopo la consegna di quest’area, avvenuta tre anni fa, da parte del Magistrato alle Acque al Comune, partì subito il tavolo di lavoro per realizzare un «Piano degli arenili», che già nella stagione 2011 poteva divenire operativo. Ciò non è successo, anche a seguito di alcune difficoltà legate alla realizzazione degli allacciamenti per la fornitura di luce ed acqua. «E quest'anno» si chiedono in molti «la situazione nell'arenile rimarrà invariata o si inizierà ad attrezzarlo?».
      A tal proposito, il consigliere comunale Alessandro Scarpa, ha prodotto un'interpellanza al sindaco Giorgio Orsoni, sul «riordino, pulizia, sviluppo sostenibile e attività produttive dell'arenile». Scarpa si riallaccia a delle mozioni votate mesi fa, all'unanimità in consiglio comunale, in cui si chiedeva, vista la forte crisi che sta attraversando l'isola, di promuovere attività finalizzate alla crescita e al rilancio della stessa, mediante uno sviluppo turistico sostenibile. Scarpa ricorda che questo è possibile coinvolgendo le potenzialità del litorale, intervenendo con l'assegnazione di concessioni demaniali turistico/ricreative, anche in via sperimentale. Quindi interpella il Sindaco «affinchè formalizzi subito un bando provvisorio, solleciti il Magistrato alle Acque affinchè intervenga per ripristinare l'arenile originario e bloccare l'erosione, e si adoperi per attuare una pulizia che estenda all'ambiente una situazione di decenza».
      Annalisa Busetto

Cani maltrattati, Venturini (Udc) interroga

La notizia è già nota da tempo. Ma a quanto pare non c’è stata soluzione. Così, il consigliere comunale Udc, Simone Venturini, ha riproposto ieri un’interrogazione all’assessore Gianfranco Bettin nella quale, anche dopo la mobilitazione di numerose associazioni zoofile, chiede che venga definitivamente risolta la vicenda su alcuni presunti maltrattamenti subiti da alcuni cani che si trovano nei cosiddetti "Casoni", le tradizioni baracche da pesca della laguna, nel tratto di mare tra Pellestrina e Chioggia. «Ritenuto che la difesa dei diritti degli animali deve rappresentare una priorità per il Comune, e considerate le segnalazioni su presunti abusi e maltrattamenti che, se confermati, rappresenterebbero una grave violazione, si interroga l’assessore su quali interventi si intendono attuare per verificare queste segnalazioni; di conoscere i risultati di queste verifiche e di quali azioni si intendono mettere in pratica per impedire questi episodi».

Si rovescia la mega ruspa che scava in via Murazzi

I lavori per la realizzazione delle nuove pensiline per le fermate Actv sono iniziati ieri con un incidente, avvenuto in Strada comunale dei Murazzi in corrispondenza del campo sportivo “Olindo Marella”. La ruspa che serviva a scavare il montone del murazzo, per ricavare lo spazio necessario alle pensiline, si è infatti rovesciata mentre risaliva sul camion a giornata di lavoro conclusa. Secondo una prima ipotesi, potrebbe essere scivolata con i cingoli dalla passerella che dava accesso al rimorchio, ma per fortuna si sono registrati solo danni al mezzo e non al conducente, che ne è uscito illeso. Le pensiline serviranno le fermate Actv della linea 11 in prossimità delle due scuole di Pellestrina, evitando così ai bambini di dover attendere con i genitori sul ciglio della strada, e dando loro la possibilità di ripararsi sotto le tettoie in caso di vento, pioggia o anche con il sole nei mesi più caldi. I lavori erano iniziati ieri dopo una lunga attesa da parte dei residenti, che da tempo chiedevano questi interventi. (s.b.)

Esposto per i cani prigionieri sulle palafitte

Continuano le prese di posizione sul fronte politico e animalista per tutelare i cani a guardia delle palafitte in mezzo alla laguna tra Chioggia e Pellestrina. Il Coordinamento volontariato privato eco-animalista, che fa capo a Wanda Guido, ha presentato un nuovo esposto alla Procura e agli enti locali per cercare di chiudere la vicenda con l’affido dei cani a privati cittadini. «Dirò di più _ aggiunge Wanda Guido _ si potrebbe darli in affido agli stessi pescatori, a patto che tengano i cani a terra. Tra l’altro, sarebbe bene indagare sulla fine che può aver fatto uno di quei cani che pare scomparso». Tutta la vicenda era stata denunciata nello scorso autunno dalla Nuova, ma col passare dei mesi si sono mossi consiglieri comunali, la Provincia e parlamentari europei come Andrea Zanoni dell’Italia dei Valori, che ha scritto nei giorni scorsi ai sindaci di Chioggia e Venezia. Intanto l’assessore Gianfranco Bettin, che subito si era attivato per i controlli del caso, è orientato a chiedere l’istituzione di una ordinanza specifica per il divieto di detenzione dei cani in situazioni come quelle denunciate dalle associazioni animaliste. «Ringrazio l’assessore per aver colto l’appello a tutela dei cani che fa seguito a un’interrogazione da me presentata il 17 novembre scorso _ scrive il consigliere comunale dell’Udc, Simone Venturini _ Ritengo però doveroso chiedere all’Amministrazione un ulteriore sforzo affinché a questa prima fase di regolamentazione e controllo ne segua una seconda, più incisiva, che vieti inderogabilmente ai proprietari della baracche in laguna di confinare a vita dei cani su palafitte circondate dall’acqua, e senza alcun tipo di interazione con altri esseri viventi». Sulla base di un primo esposto i cani erano già stati visttati da un veterinario dell’Asl. (s.b.)

domenica 8 gennaio 2012

Cani da guardia in laguna pronta l’ordinanza

«L’ordinanza che regolamenta l’utilizzo dei cani da guardia, anche in laguna, è pronta: in settimana la sottoporrò al sindaco per la firma. Non si tratta di vietare il ricorso ai cani da guardia nelle peocere, ma di ricordare ai proprietari quali sono le normative europee e nazionali di riferimento da rispettare, nonché le disposizioni del regolamento del Comune che è molto avanzato in materia, chi è fuori dalla norma o si adegua o dovrà rinunciare al cane da guardia ». L’assessore all’Ambiente e alla tutela degli animali, Gianfranco Bettin, risponde così a chi gli chiede conto del susseguirsi di esposti delle Associazioni animaliste, che denunciano lo stato di semi-abbandono in cui versano molti cani, lasciati per settimane all’addiaccio a guardia delle palafitte degli allevamenti di molluschi sparpagliati in laguna. Se gli animalisti si aspettavano un divieto assoluto, però, così non sarà. «Non è vietato ricorrere ai cani per fare la guardia», commenta l’assessore Bettin, «ma la salute e il benessere degli animali va garantito: serve cibo fresco, un riparo caldo dalle intemperie, spazi adeguati di movimento se si ricorre a una catena, pulizia dell’ambiente dagli escrementi». «Quando abbiamo ricevuto le prime segnalazioni, da parte delle associazioni animaliste», prosegue l’amministratore, «abbiamo subito inviato i vigili del Lido in sopralluogo e non sono emerse situazioni di particolare degrado. Poi ci siamo relazionati anche con i veterinari dell’Asl 12, ai quali abbiamo chiesto un parere in merito alle condizioni di vita di questi animali e - nel corso di un nuovo sopralluogo - i veterinari hanno portato via con loro, per curarla, una cagnetta meticcia che versava in situazione di malnutrizione, non riscontrando per il resto situazioni di maltrattamento, ma condizioni certamente da mettere a norma in alcune situazioni. Così siamo giunti a questa ordinanza: non si può vietare l’ultilizzo dei cani da guardia, ma si stabiliscono definitivamente le condizioni di benessere dell’animale da far rispettare. Dopo la firma effettueremo un altro sopralluogo e chi non si sarà adeguato sarà sanzionato, dovrà portarsi a casa il cane e - se non potrà tenerlo con sé - siamo d’accordo con le associazioni animaliste per far adottare questi animali». Ma la competenza dell’ordinanza è solo sulla parte di laguna che ricade nel territorio di Venezia e, quindi, sugli allevamenti che si trovano soprattutto davanti a Pellestrina: per gli altri è competente il Comune di Chioggia, al quale Ca’ Farsetti invierà il testo, chiedendo di emetterne uno simile.

venerdì 6 gennaio 2012

Ca’ Roman, ambientalisti all’attacco

Il Coordinamento delle associazioni ambientaliste del Lido insieme all'associazione "Tra mare e laguna" hanno presentato una pioggia di osservazioni riguardo il Piano di recupero dell'ex colonia delle Suore Canossiane dell'oasi di Ca' Roman.
      Il progetto è stato già adottato dalla giunta comunale e, come da prassi, ora si apre il momento per le osservazioni scritte, critiche o richieste di informazioni ulteriori.
      Il progetto adottato prevede l'abbattimento di molti edifici oggi presenti nell'area per far posto ad ottantaquattro villette ad uso turistico e balneare. Le associazioni chiedono, tra l'altro, il divieto di edificabilità nella zona ex orti, il divieto di attracco sul fronte lagunare, e non consentire l'estrazione dell'acqua dalla faida.
      Nel caso in cui queste richieste non fossero accolte le associazioni già preannunciano che presenteranno ricorso alle autorità competenti.
      L.M.

Calcio, grande festa di fine anno dei "pulcini"

776-1.jpg
Grande festa di fine anno per i Pulcini misti del Pellestrina Calcio (nella foto) che hanno partecipato al "1. Torneo Provinciale" riservato ai bambini nati negli anni 2001-2002–2003. E grande soddisfazione tra dirigenti e genitori: naturalmente contento è soprattutto l'allenatore Luciano Vianello, un mister di esperienza, che ha militato nei campi di calcio ai tempi d'oro del San Pietro in Volta e del Pellestrina Calcio. E tra i genitori innegabile è la soddisfazione di vedere crescere così i bambini, in campo e fuori dal terreno di gioco. Alla riuscitissima festa di fine anno della squadra dei "Pulcini", hanno partecipato anche il presidente della società, Teresino Vianello e il consigliere comunale isolano Alessandro Scarpa "marta", orgogliosi dei risultati sportivi ottenuti dai "Pulcini" e dalle altre categorie della società sportiva del Pellestrina calcio, ma ancor di più per come questi ragazzi stanno crescendo.

Cani sulle palafitte, si muove anche l’Idv

La vicenda dei cani sulle palafitte lagunari ha visto muoversi in queste ore il parlamentare europeo Andrea Zanoni. L’esponente dell’Italia dei Valori ha infatti scritto ai sindaci e alle Asl di Venezia e Chioggia per chiedere controlli sullo stato di detenzione degli animali e che vengano approvate delle ordinanze specifiche di divieto di abbandono dei cani sulle baracche dei pescatori in mezzo alla laguna tra Pellestrina e Chioggia. Diverse associazioni animaliste e singoli cittadini stanno segnalando da mesi il caso, finito poi anche a Striscia la Notizia ma, mancando di fatto una ordinanza specifica, dopo i primi controlli è stata chiesta l’archiviazione del caso alla Procura della Repubblica. «Sono rimasto molto colpito _ dice l’europarlamentare Zanoni _ dalle foto e dai filmati riguardanti questi cani, e mi sembra assurdo che nei nostri territori siano tollerate situazioni del genere, in palese violazione con le norme di tutela degli animali, per di più in uno dei luoghi più belli della nostra regione, frequentato da tantissimi turisti stranieri. Ho scritto ai sindaci di Venezia e Chioggia e alle rispettive Asl chiedendo di effettuare una serie di controlli e di emanare una ordinanza di divieto di detenzione dei cani abbandonati nei casoni in mezzo al mare. Sono in contatto con le associazioni animaliste che si stanno occupando di questo caso, e voglio andare fino in fondo alla questione in attesa delle risposte dei sindaci e delle Asl». (s.b.)

Pellestrina, in arrivo le nuove pensiline

Lunedì prossimo inizieranno i lavori per la realizzazione delle nuove pensiline dell’autobus di linea 11 a Pellestrina. Un intervento molto atteso, non fosse altro perchè riguardano due punti del territorio in corrispondenza delle scuole, e quindi le pensiline serviranno i bambini di elementari e medie che finora sono stati costretti ad attendere i mezzi pubblici sul ciglio o in mezzo alla strada. Succede infatti che le due fermate in questione, siano caratterizzate solo da un palo con l’indicazione per i mezzi Actv. Bambini e genitori devono restare in piedi con pochi centimetri a disposizione tra il montone del Murazzo e la strada, quindi a rischio concreto di investimento oppure di essere bagnati in caso di maltempo al transito degli automezzi. Mancando una pensilina, non sono nemmeno protetti da sole, vento e pioggia. Quindi un disagio non da poco. La Municipalità ha confermato in queste ultime ore che da lunedì partiranno i lavori grazie anche a quanto previsto con il Comune. Le ditte dovranno scavare il montone del murazzo per ricavare lo spazio per la pensilina, e quindi procedere al montaggio della struttura. Intanto, a breve dovrebbero anche partire i lavori per la ristrutturazione del palasport di Portosecco, danneggiato un anno e mezzo fa dalla tromba d’aria che colpì l’isola facendo mi-lioni di euro di danni tra edifici pubblici e privati. Il Comune è riuscito ad ottenere finalmente il denaro dalle assicurazioni, che ora verrà subito investito per fare i lavori di ristrutturazione e ripristino di un palasport quanto mai importante per l’isola e le sue associazioni sportive. L’assessore ai Lavori pubblici, Alessandro Maggioni, ha seguito tutto l’iter che è stato sì lungo, ma non per colpa del Comune, dovendo attendere l’erogazione della somma da parte dell’assicurazione e tutti i passaggi burocratici del caso. Com’è noto, il 23 luglio del 2010 la tromba d’aria investì in pieno il palasport di Portosecco, causandone lo scoperchiamento parziale. Parti del tetto finirono a decine di metri di distanza, addirittura lungo Strada comunale dei Murazzi, che venne chiusa per alcune ore non essendo transitabile in quelle condizioni. I lavori dovranno però riguardare anche la pavimentazione del palasport, visto che danni cospicui si sono verificati a causa della pioggia che è caduta all’interno, quindi dovranno essere risistemati gli spogliatoi e gli impianti elettrici. Sull’isola si è anche costituito un comitato di cittadini e professionisti per verificare che i lavori si svolgano nel modo migliore. 
Simone Bianchi

giovedì 5 gennaio 2012

Vianello riprende il lavoro in Actv

Il 9 gennaio il presidente della Municipalità tornerà al suo lavoro di autista sugli autobus Actv in servizio per le linee di Lido e Pellestrina. Una decisione che era stata annunciata ancora a metà dicembre nel caso in cui fossero state tolte le indennità per i presidenti delle municipalità, ma scelta che ha deciso di intraprendere lo stesso. «In questi giorni sono a tutti gli effetti in ferie, ma da lunedì prossimo riprenderò l’attività dalla quale ero in aspettativa da quando ero stato eletto presidente del decentramento di Lido e Pellestrina - spiega Giorgio Vianello - L’azienda mi è venuta incontro, agevolandomi per i turni. In questo modo il mattino potrò essere presente in Municipalità per le pratiche di presidenza, mentre dal primo pomeriggio alla sera sarò disponibile per Actv». Un rientro da autista a tutti gli effetti, mentre per quanto concerne la carica di presidente il suo compenso verrà dimezzato. «Com’è giusto che sia, percepirò solo il 50 per cento del compenso, vedendomi ridotta la partecipazione - prosegue Vianello - ma potrò comunque partecipare ai Consigli. In quel caso sposterò i turni al mattino per essere presente alle assemblee con il consiglio e la giunta». Al momento attuale non si sa ancora se il Comune si vedrà costretto a tagliare i compensi ai presidenti delle municipalità insulari e di terraferma, ma la scelta di Vianello va anche incontro alle esigenze familiari. «Non percependo tredicesime o quattordicesime c’era poco da fare _ conclude _ quindi ho preferito intraprendere questa scelta, e mi sento di dover ringraziare i vertici Actv e i colleghi per la disponibilità manifestatami per poter comunque continuare a rivestire un ruolo importante come quello di presidente della Municipalità. Il mio impegno non calerà di certo, ma il momento è difficile e si deve far fronte alle necessità che in questo periodo di crisi colpiscono tutte le famiglie. Nessuna attività del mio ruolo verrà meno per il lavoro del decentramento». (s.b.)

mercoledì 4 gennaio 2012

Cani sulle palafitte, altre proteste

Nuove proteste sul caso dei cani che fanno la guardia sulle palafitte in laguna tra Chioggia Pellestrina. Continuano infatti le prese di posizione da parte di associazioni e cittadini. L’ultimo, il signor Renato Rapaccioli che, dopo l’associazione Canili in Città di Padova, contesta la decisione dei settori veterinari delle Asl di Venezia e Chioggia, «in quanto dal sopralluogo effettuato dai veterinari è risultato che è tutto a posto e che i cani stanno bene così. Ora la normativa nazionale, regionale e comunale vieta la detenzione dei cani per più di un certo numero di ore al giorno in strutture piccole, nel senso per esempio che un cane non può stare in un box tutto il giorno, ma deve essere liberato dopo 8 ore per consentirgli adeguata possibilità di esercizio psicofisico e l'espletamento dei bisogni fisiologici. Questo sulle palafitte di Chioggia e Pellestrina non avviene mai. Inoltre _ prosegue _ c'è un box di lamiera chiuso dove ci sono perennemente due cani in mezzo agli escrementi, oltre agli altri sette cani sulle palafitte. Queste situazioni le ho viste e testimoniate due volte davanti ai vigili urbani. Oltre a me, hanno testimoniato almeno altre quattro persone. Forse non si vuole capire che questa situazione è palesemente contro la legge e, nonostante i miei quattordici esposti e le segnalazioni ai media, Comune, Provincia, Asl e forze dell’ordine non intervengono». Sono stati anche chiesti incontri a Provincia e Comune che, a oggi, non sono stati an-cora concessi. «Purtroppo alla Procura della Repubblica è arrivata la richiesta di archiviazione del caso – conclude – per cui, finché non verrà adottata una ordinanza contro la guardiania degli animali sulle palafitte, i cani non potranno essere sequestrati. Quindi se c'è la volontà si adotta l'ordinanza subito».(s.b.)