domenica 31 ottobre 2010

Morto dopo lo schianto col barchino

Nuovo incidente nautico giovedì mattina in laguna. La vittima è Massimo Scarpa, di 56 anni
L’uomo era riuscito a tornare a riva stremato. Venerdì è deceduto per le lesioni ai polmoni

Va a sbattere contro un palo di cemento in laguna: pescatore di
Pellestrina muore in ospedale, il giorno dopo l'incidente in barchino.
Così ha perso la vita, Massimo Scarpa, 56 anni, residente a Portosecco.
Venerdì pomeriggio il decesso all'ospedale all'Angelo di Mestre, dove si
trovava ricoverato in conseguenza alle gravi lesioni riportate.
Purtroppo anche un delicato intervento chirurgico d'urgenza, non è
riuscito a salvargli la vita: troppo gravi le lesioni interne. La
tragedia si è verificata giovedì mattina, ma le notizie sulle dinamica
dell'incidente sono ancora piuttosto frammentarie, visto che Scarpa era
solo in barca e non vi sono testimoni che trasitassero in quel momento
nella zona. Sta di fatto che l'uomo era di ritorno dal lavoro e stava
andando agli Alberoni, probabilmente per fare rifornimento di
carburante. Dopo una nottata di pesca, forse avrebbe poi dovuto
raggiungere un amico. Sta di fatto che, circa all'altezza dei vivai
degli Alberoni, in un tratto percorso altre decine di volte, ha perso
il controllo dell'imbarcazione finita contro un palo di cemento. Forse
la colpa è da attribuirsi ad un colpo di sonno, o ad una distrazione.
L'urto è stato violentissimo, tanto che il pescatore, esperto di
navigazione e della laguna, è sbalzato dall'altra parte, perdendo i
sensi e rimanendo quasi esanime. Secondo una prima ricostruzione dei
fatti, ancora in fase di accertamento, dopo circa mezz'ora, l'uomo,
tramortito e sotto choc è riuscito con grandi sforzi a rialzarsi,
mettere in moto il motore e arrivare, da solo, fino a casa. Qui sulla
riva, alcuni passanti si sono accorti della gravità della situazione:
Scarpa perdeva molto sangue, non riusciva a parlare e lo hanno soccorso.
Le sue condizioni sono apparse critiche: alcune costole,
schiacciandosi, avevano perforato i polmoni. Massimo Scarpa è stato
trasportato all'ospedale dell'Angelo di Mestre, e qui è morto nel
pomeriggio di venerdì. L'uomo abitava a Portosecco, dove era molto
conosciuto; sposato, non aveva figli. Da tutti era stimato per la sua
generosità e aiutava tutti i colleghi ad armare le reti. Non è stata
ancora fissata la data dei funerali.

Ipotesi referendum per il tunnel fra Lido e Pellestrina


(L.M.) - Presto ne potrebbe nascere un referendum. Al centro, l'ipotesi di un tunnel che colleghi il Lido a Pellestrina.
Si tratta di una vecchia proposta, già lanciata da Actv ancora nel
2003, di cui ora si è tornato a parlare in questi giorni. Il progetto
era stato presentato, alcuni anni fa, anche in un'assemblea pubblica in
sala Volpi dal direttore generale di Actv, Maurizio Castagna. Ora la
rivista «Gran Viale it» nel numero d'autunno, rimette a fuoco la
proposta, come una delle occasioni migliori per dare risposte concrete
all'esigenza di mobilità degli isolani. Due isole collegate da un tunnel
o un ponte: l'intervento potrebbe essere realizzato, nell'ambito dei
lavori del Mose. Questa infrastruttura, inoltre, consentirebbe di
eliminare il ferry boat di linea 11, ed è per questo motivo che
l'azienda di trasporto pubblico veneziana, a suo tempo, aveva sostenuto
la proposta. «Due ponti o tunnel - scrive Claudio Nobbio nel suo
editoriale - per collegare il Lido a Pellestrrina ed oltre alla
terraferma. Solo così si potrà prevedere un futuro turistico per
l'isola, attualmente difficile da raggiungere. Un progetto non nuovo, ma
che dovrebbe essere ripreso visto il cantiere del Mose». L'idea, se
completata, potrebbe in futuro collegare l'isola all'intero litorale
nord. Probabilmente, viste le ristrettezze di bilancio, questo non è il
momento più favorevole per gli investimenti, ma, a sostegno della
proposta, era stata avviata una raccolta di firme con circa 400 adesioni
che ora potrebbe riprendere quota. Non si tratta solo di un
collegamento tra il Lido e Cavallino. «Il piano complessivo è più ampio -
Ha argomentato il presidente di commissione trasporti della
municipalità, Gianluca - e prevede anche un collegamento con
Pellestrina Chioggia e l'estuario».

sabato 30 ottobre 2010

Pellestrina chiede interventi per superare la crisi

Incontro con gli assessori al Patrimonio e all’Urbanistica per programmare progetti di sviluppo dell’isola

Un incontro informale, non pubblicizzato, a cui erano presenti numerose
realtà economiche e sportive dell'isola. Un incontro proposto e
realizzato dal consigliere comunale Alessandro Scarpa Marta, con la
presenza degli assessori al patrimonio, Bruno Filippini, e
all'urbanistica Ezio Micelli, nonché il presidente della municipalità,
Giorgio Vianello, per raccogliere le istanze delle realtà più
rappresentative dell'isola, alla luce della grave crisi sociale ed
economica che da un paio d'anni investe Pellestrina, dal blocco della
pesca alla chiusura del cantiere navale De Poli. Sono centinaia le
persone che hanno iniziato ad avere redditi ridotti, insicuri, o che si
trovano in cassa integrazione. Tutto ciò ha portato ad una sofferenza
economica generale, diffusa a tutti coloro che guadagnavano con
l'indotto (bar, ristoranti, ditte edili) e ad un conseguente esodo verso
la terraferma di molti giovani e meno giovani, alla ricerca di un
lavoro e di una realtà abitativa meno costosa.

      Da questi
presupposti è iniziata la lunga chiacchierata, oltre due ore, in cui
tutti hanno esposto il loro pensiero, racchiuso in una sola parola:
ripartire. E per ripartire è necessario puntare sul turismo, perché a
Pellestrina non rimane altro. L'assessore Micelli e il presidente della
Municipalità, hanno confermato che per la prossima stagione estiva
l'arenile sarà dato in concessione. Ma la perplessità tra i presenti era
evidente, poiché sull’isola non vi sono strutture recettive, e non vi è
la possibilità di ospitare turisti. I due assessori presenti hanno
garantito il loro interesse per realizzare un progetto composito di
sviluppo e la disonibilità ad organizzare gruppi di lavoro. Il
consigliere Scarpa si adopererà per far arrivare anche altri assessori,
per completare il quadro d'intervento.

venerdì 29 ottobre 2010

Incidente a Brahim, l’associazione vittime sarà parte civile


(L.M.) L'associazione familiari vittime della strada si costituirà parte
civile nel processo per la morte del piccolo Brahim Nesib, investito e
ucciso da un'auto nell'aprile scorso a
Pellestrina.
L'automobilista, secondo il capo di imputazione, correva a 100
chilometri all'ora, dove il limite è di 50, e guidava in stato di
ebbrezza.

È la prima volta che l'associazione prende una simile decisione a Venezia.
«Chiediamo - spiega la coordinatrice regionale Piera Guerra - che venga dato il massimo della pena prevista».

Dépliant, spiagge e congressi per il rilancio delle isole

27 ottobre 2010

Imprenditori quale elemento cardine nel rilancio di Lido e Pellestrina.
Per l’assessore al Turismo Roberto Panciera non c’è
alternativa. «Senza l’imprenditoria privata ogni sforzo sarà vano -
osserva - Da sole le istituzioni non possono più intervenire. Porte
aperte ai privati, ma nel pieno rispetto del territorio.
Pellestrina ha una grande vocazione turistica che finora è stata
completamente ignorata. Per il Lido si deve guardare al
congressuale. I ritardi nella costruzione del nuovo palazzo stanno
facendo perdere importanti occasioni, ma l’isola non può pensare
di sorreggersi solo con le spiagge per tre mesi l’anno. La nuova Proloco
lidense? Abbiamo affidato all’Avvocatura civica la questione. E’
in corso una istruttoria per capire se sia compatibile, visto che
esiste già l’Apt». E così ecco due nuove iniziative proposte ieri dal
Consorzio di promozione turistica di Lido e Pellestrina coordinato
da Giorgio Galasso. All’Ausonia & Hungaria si è parlato di progetti
futuri. «Abbiamo preparato un video promozionale che verrà
presentato alle fiere mondiali del turismo di Utrecht, Stoccarda,
Monaco di Baviera e Copenaghen, perchè c’è gente che nemmeno sa
dell’esistenza del Lido, soprattutto nei paesi nordici -
sottolinea Galasso - per questo esporteremo depliant e prodotti tipici a
queste fiere. Poi, con la Confcommercio di Vercelli abbiamo
avviato una sinergia che vedrà le due isole protagoniste nel maggio
prossimo in Piemonte». In seno al progetto «Acque Forti», un
peschereccio pellestrinotto risalirà il Po fino a Vercelli, dove
porterà prodotti tipici che saranno esposti nel contesto della rassegna
«La fattoria in città». «Venezia e le due isole saranno gli ospiti
d’onore della prossima edizione» garantisce Felix Lombardi della
Confcommercio vercellese. E poi, per la prossima estate, il consorzio
lidense punta a portare sull’isola il Festival mondiale di
aquiloni che a Cervia lo scorso anno ha radunato mezzo milione di
persone. (s.b.)



«A giudizio l'investitore di Brahim»

27 ottobre 2010

Il pubblico ministero Emma Rizzato, dopo sei mesi d’indagine, ha chiuso
l’inchiesta sull’incidente che a Pellestrina era costato la vita a
Brahim Nesid di sette anni e ha chiesto il rinvio a giudizio del
pellestrinotto Francesco Scarpa (23 anni, Portosecco), che dovrà
rispondere di omicidio e lesioni colposi. Anche la made del piccolo,
Luciana Gavagnin, infatti, era stata investita e aveva riportato
ferite e contusioni. Il giudice veneziano Antonio Liguori ha già
fissato l’udienza per il 18 marzo del prossimo anno: i genitori del
bambino si costituiranno parte civile con gli avvocati Augusto
Palese e Giovan Battista Muscari Tomaioli.  Stando agli accertamenti
eseguiti dai carabinieri, l’auto che Scarpa guidava al momento
dell’incidente correva a 100 chilometri all’ora, il doppio del limite
previsto sulla strada comunale dei Murazzi. Inoltre, nel sangue
aveva poco più di un grammo di alcol per litro di sangue, mentre per
poter guidare non si può superare la soglia di mezzo grammo. Il fatto
era accaduto nel tardo pomeriggio del 15 aprile scorso. Brahim
era morto il giorno dopo all’ospedale di Padova.  Madre e figlio erano
in bicicletta ed erano stati falciati dall’auto nel bel mezzo di
una curva a poche decine di metri di distanza dai cantieri De Poli.
Erano in sella alle loro biciclette di ritorno dal supermercato
Coop di Pellestrina e diretti verso casa lungo la corsia a ridosso
del Murazzo. La Ford Fiesta condotta dal 23enne di Portosecco,
dipendente Actv, nel corso della manovra di sorpasso. li aveva
centrati. La donna era finita sul cofano dell’auto sfondando il
parabrezza, mentre il piccolo aveva sbattuto violentemente la
testa sull’asfalto.  Tra cinque mesi Scarpa potrebbe chiedere di
patteggiare la pena davanti al giudice prima dell’udienza. (g.c.)



mercoledì 27 ottobre 2010

Investito da un ubriaco a 100 all’ora

Le conclusioni del Pm sull’incidente in cui morì il piccolo Brahim, travolto insieme alla mamma
Il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio per il 23enne al volante di una Fiesta

Avrebbe corso ad una velocità di circa 100 chilometri all’ora, lungo la
strada dei Murazzi, la via principale di Pellestrina dove il limite è di
50 orari, la Ford Fiesta che lo scorso 15 aprile, ha investito e ucciso
il piccolo Brahim Nesib, di 8 anni, e procurato gravi lesioni alla
mamma, Luciana Gavagnin. Lo scrive il pubblico ministero Emma Rizzato
nella richiesta di rinvio a giudizio di F.S., il giovane di 23 anni che
era al volante dell’auto. L’udienza preliminare è stata fissata per il
prossimo 18 marzo davanti al gup Antonio Liguori, che dovrà decidere se
rinviare a giudizio il giovane. L’automobilista è difeso dall’avvocato
Federico Guerriero, mentre i prossimi congiunti del bimbo deceduto sono
assistiti dall’avvocato Augusto Palese.

      Il pubblico ministero
sottolinea che l’auto percorreva la strada al doppio della velocità
consentita e perciò ha chiesto il rinvio a giudizio di F.S. che dovrà
rispondere del reato di omicidio colposo, con l’aggravante della guida
in stato di ebbrezza. Come si ricorderà, l'auto era diretta verso Santa
Maria del Mare, quando, giunta circa all’altezza dei cantieri navali De
Poli, ha perso il controllo investendo due biciclette che viaggiavano
nella sua stessa direzione di marcia: mamma e figlioletto che erano
usciti a fare la spesa e stavano per rincasare. La Ford Fiesta li ha
centrati entrambi. In conseguenza all’urto tremendo, sono stati sbalzati
dal sellino finendo a terra violentemente. Brahim morì poche ore più
tardi in ospedale.

«Pagheremo il cibo per i gatti di Deborah»

26 ottobre 2010

«Risolveremo la vicenda dei gatti randagi di Pellestrina, dando un
aiuto concreto a Deborah Scarpa, impegnata nel loro
mantenimento». Così l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin rassicura
la campionessa del remo sul futuro dei 120 gatti che assiste di
tasca propria, sfruttando i premi vinti nel circuito delle regate
di voga alla veneta. «La protezione degli animali e la sopravvivenza
della colonia felina dell’isola ci sta a cuore - ha sottolineato
l’assessore - Alcune settimane fa, grazie anche alla intermediazione del
consigliere comunale Alessandro Scarpa, avevamo avuto un primo
colloquio con Deborah. Abbiamo compreso e recepito il problema, e in
questi giorni stiamo riuscendo a risolverlo. La difficoltà
principale è legata al fatto che Deborah non rappresenta una
associazione ma agisce in proprio, da volontaria. Quindi non
possiamo erogarle un finanziamento diretto, ma acquisteremo noi, come
Amministrazione, un quantitativo di cibo che le verrà poi messo a
disposizione per sfamare i gatti di Pellestrina». Un aiuto di
circa duemila euro per sostenere i felini fino alla fine dell’anno. «Poi
- ha aggiunto Bettin - ci incontreremo magari a dicembre per
pianificare il 2011». Intanto solidarietà e promessa di aiuto è giunta
da una signora, amante dei gatti e socia Dingo, che si è messa a
disposizione di Deborah Scarpa. (s.b.)



lunedì 25 ottobre 2010

Deborah dei gatti chiede aiuto «Ho 120 mici da mantenere»

23 ottobre 2010

E’ tra i nomi di spicco della voga alla veneta femminile e il suo cuore
batte per 120 amici a quattro zampe che costituiscono la colonia
felina di Pellestrina. Tanto da meritarsi un nuovo nome: Deborah dei
gatti.  Da otto anni li segue, li cura, li sfama investendo ciò
che guadagna con i premi delle regate in laguna nel periodo
estivo. Ma non basta. L’impegno di Deborah Scarpa non è sufficiente. E
così parte un appello all’assessore all’Ambiente Gianfranco
Bettin, una richiesta di aiuto per cibo e medicine.   Quando è
cominciato questo impegno?  «Otto anni fa. Ho incontrato una signora
che arrivava da Padova con un carrettino con dentro il cibo per i
gatti di Pellestrina. Faceva tutto sola e non sono riuscita a resistere
quando mi ha chiesto di aiutarla. Amo i gatti, con tutto il mio
cuore, e non posso vederli star male o abbandonati. La signora a un
certo punto non ce l’ha più fatta, e così ho iniziato io».  
Gatti in tutta l’isola?   «In alcuni gruppi tra Santa Maria del
Mare, San Pietro in Volta e Pellestrina. Ogni giorno faccio il giro, li
curo e porto qualcosa da mangiare. Ma è un bell’impegno, e
comunque se non ci fossi io sarebbero del tutto abbandonati».   E
usa il denaro dei premi.   «Sì, tutto quello che prendo con le regate e
anche buona parte di ciò che guadagno col mio lavoro saltuario. A
Pellestrina c’è qualcuno che crede che io prenda soldi da terzi per ciò
che faccio, ma si sbaglia, ed è bene che si sappia».   Il solo
aiuto è stato quello del Comune, due anni fa.   «All’assessore
Belcaro mi mise a disposizione una piccola somma una tantum, ed è
stato un aiuto importante per comprare cibo e medicinali. La Dingo
interviene per le sterilizzazioni, ma il resto lo faccio tutto da
sola».   La gente non aiuta?   «Molto poco. Una signora di Venezia si
impegna per le adozioni e riusciamo spesso a trovare casa per
qualche gattino, ma quelli che sono in strada non li prende nessuno.
Anzi, la gente ti chiama perchè ha bisogno d’aiuto per i gatti che
vede in giro per l’isola».   Da qui l’appello all’assessore
Bettin.   «Non pretendo che mi si dia tutto ciò che serve, perchè
io sono disposta a continuare a investire ciò che ho per questi amici a
quattro zampe. Basterebbe una piccola compartecipazione alle
spese per cibo e farmaci, a seguirli continuerei io: gli voglio troppo
bene».   Ora attendete un nuovo incontro in Comune?   «Il
consigliere comunale Alessandro Scarpa si è impegnato per
sensibilizzare l’assessore su questo tema, speriamo che ci ascolti».  
Gatti preziosi per eliminare il problema topi.  «C’è anche
questo. Da anni si discute, ma per debellare i topi la presenza dei
gatti è fondamentale».  Senza contare che non vogherà in eterno.
«Quello è un altro problema, ma ci si penserà più avanti. Intanto
continuerà a fare le regate anche per tutti questi gatti di
Pellestrina. Non riesco a immaginare di abbandonarli».

 Simone Bianchi



Cantieri De Poli, Actv offre 10 milioni

23 ottobre 2010

Poco più di dieci milioni di euro. Questa la cifra che l’Actv ha offerto
al commissario giudiziale Emilio Borella per l’acquisto
dell’intero cantiere De Poli di Pellestrina (in concordato preventivo),
sia il bacino galleggiante sia la struttura sull’isola. Per ora,
si tratta dell’unica offerta: l’asta precedente, davanti al
giudice Rita Rigoni, era andata deserta, presumibilmente a causa del
prezzo base di partenza troppo alto, 20 milioni di euro.  L’Actv
aveva tentato quattro mesi fa di acquisire solo il bacino galleggiante
per due milioni e 300 mila euro, poi c’era stato il rilancio di
una società di armatori genovesi, la «Amico & Co.», quindi la
trattativa si era arenata. Ora l’azienda comunale dei trasporti
rilancia, offrendo di acquisire tutto e promettendo di assumere
altri 30 dipendenti (dieci li ha già assunti).  «Actv - si legge in un
comunicato dell’azienda - ha deciso di rompere gli indugi dopo che
il Tribunale aveva respinto il ricorso per l’acquisto del solo bacino
galleggi e di mettere sul tavolo un’offerta economica
significativa, nella convinzione che l’acquisizione «possa essere
un vantaggio sia per Actv - in termini di efficienza del servizio di
manutenzione ordinaria e straordinaria dei propri natanti - sia
per i molti lavoratoro coggi in cassa integrazione». «Con questa offerta
- ha dichiarto il presidente Marcello Panettoni - ci impegniamo
all’acquisto dell’intero cantiere e anche all’assunzione di tutte le
maestranze operaie, che rappresentano per noi un capitale di
competenze profesionali da valorizzare. L’acquisto per noi è una
mossa stragetica per puntare a riportare a riportare all’interno
dell’azienda la maggior parte dei servizi di manutenzione navale».

 Giorgio Cecchetti

domenica 24 ottobre 2010

Actv vuole comprare i cantieri De Poli

L’azienda ha formalizzato una proposta al commissario giudiziale

Actv spa ha presentato ieri al Commissario Giudiziale Emilio Borella che
si occupa della liquidazione dei Cantieri De Poli un’offerta per
l’acquisto del l'intero complesso aziendale di Pellestrina.

     
Actv si è fatta avanti dopo che il Tribunale aveva respinto il ricorso
per l’acquisto del solo bacino galleggiante, per una somma vicina al
milione di euro. Ma l’operazione non era andata in porto. Ora l’azienda
ha rilanciato, con una proposta definita "economicamente significativa"
nella convinzione che tale acquisto possa rappresentare un vantaggio sia
per Actv - in termini di efficienza del servizio di manutenzione
ordinaria e straordinaria dei propri natanti - sia per i molti
lavoratori oggi in cassaintegrazione. La valutazione del complesso dei
De Poli, indicata come "lotto 1" dal commissario liquidatore, superava i
21 milioni di euro, ma la prima gara è andata deserta e quindi si
scenderà un po’. “Con questa offerta ci impegnamo – dichiara il
Presidente di Actv Marcello Panettoni – non solo all’acquisto
dell’intero cantiere ma anche a riassumere tutte le maestranze operaie
che rappresentano per noi un capitale di competenze professionali che
devono necessariamente essere valorizzate e mantenute. L’acquisto
dell’intero cantiere è per noi una mossa strategica che punta a
riportare all’interno dell’azienda la maggior parte dei servizi di
manutenzione navale cosa che ci consentirebbe di offrire ai nostri
utenti un servizio di trasporto pubblico più efficiente e di ridurre i
tempi di revisione e riparazione della nostra flotta.”

      «Già una
quindicina di operai dei De Poli sono stati assorbiti proprio da Actv -
dice Luca Trevisan, sindacalista Fiom, ne restano una quarantina (tra
impiegati e manovalanza) per i quali a dicembre scade la proroga della
cassaintegrazione. Ci appelliamo alle istituzioni perchè rendano
possibile l’operazione di Actv, che avrà ricadute sociali non
indifferenti per la ripresa di tutta l’economia di Pellestrina»

     
Oltre all’importanza economica dell’investimento il presidente
Panettoni ha sottolineato: “Il know how detenuto dai lavoratori dei
Cantieri De Poli è un patrimonio che Venezia non deve sottovalutare o
rischiare di perdere». Considerato lo stato di manutenzione in cui versa
la flotta dell’azienda di trasporto pubblico gli operai potrebbero non
rimanere ancora a lungo disoccupati.

      Raffaella Vittadello

Quando il mare era ricchissimo


Il mare di oggi più che mai è impoverito, a volte qualcuno ne parla,
ma per salvaguardarlo ben poco viene fatto. Quello di una volta, al
confronto, era una favola.
      Durante l’estate di quest’anno,
mentre camminavo sul bagnasciuga dove trovo beneficio per la
circolazione sanguigna, mi è venuto in mente quello che quello che
proprio là il mare una volta buttava alla riva: di tutto e di più delle
quantità più diverse, ogni specie di pesce. La maggior parte erano
seppie e venivano mangiate dai delfini, il resto chiamata "causso"
veniva trasportata dalle correnti dal marea a riva, chi andava per primo
al sorgere del sole ne poteva raccogliere anche una buona quantità, dai
10 ai 20 chili.
      Nel 1955 con papà, mamma e fratelli, da
Portosecco siamo venuti ad abitare nel vicino San Pietro, dove tutt’ora
abito. Ebbene, quell’anno durante l’inverno ha fatto un forte vento di
bora: andando vicino al mare vidi un corbo (ombrina) ancora vivo che
saltava, buttato dal mare, pesava due chili questa specie di pesce
diventa molto più grande circa 10 o 15 chili (le sue carni sono molto
pregiate).
      Un altro episodio che mi è capitato all’età di 10-12
anni con mio papà nel mese di maggio con la barca allora a remi:
eravamo vicino agli scogli della punta della diga sud e stavamo
rientrando. Ad un certo punto papà si ferma e mi dice: «Franco, vai a
prendere quel "granzon" (granseola maschio)» che stava camminando sopra
la diga. Forse pesava un chilo e mezzo. Questo fatto non accadeva tutti i
giorni però dalla moltitudine delle varie qualità di pesce che
popolavano il mare per vari motivi c’era sempre quello che si portava
fuori dal proprio habitat. In quegli anni sentivo dire che il mare era
sette volte più ricco della terra. A quel tempo se per assurdo una
persona mi avesse detto come si sarebbe potuto impoverire il mare di
oggi, gli avrei risposto senza mezzi termini di andare da uno
psichiatra, invece dopo tanti anni mi accorgo che la visita avrei dovuto
farla io.
     
Gianfranco Vianello
          
Pellestrina

venerdì 22 ottobre 2010

De Poli, slitta ancora il processo per truffa


La presunta truffa risale già a tre anni fa. Ma l’udienza preliminare di
ieri è slittata, come era già accaduto a maggio, sempre per una
questione di notifiche. E stavolta il rinvio è lungo: al 16 giugno del
2011! Un avvio accidentato per il procedimento che vede coinvolti
Davino, Giovanni e Chiara De Poli, insieme ad altre sei persone. Tutte
accusate di concorso in truffa per 3 milioni e 200mila euro di fondi
ministeriali, liquidati nel 2007 ai cantieri navali di Pellestrina per
la costruzione di due navi a cui non sarebbe, però, spettato alcun
aiuto. Ieri gli avvocati Alessandro Rampinelli e Mario Scopesi,
difensori rispettivamente di Chiara De Poli e Alessandro Cardamone, un
funzionario del Rina, entrambi residenti all’estero, hanno eccepito il
fatto che ai loro assistiti sia stato notificato contemporaneamente
l’avviso di conclusione delle indagini e il decreto di fissazione
dell’udienza preliminare. Per questo il giudice per l’udienza
preliminare, Michele Medici, ha stabilito che ai due venga prima
notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Quindi ha rinviato
tutti gli altri all’udienza del 16 giugno. Un termine lontano per
consentire un’eventuale riunificazione del fascicolo.
(r. br.)

Diossina, processo per Polimeri

20 ottobre 2010

Rito abbreviato per tutti e sei i dirigenti della Polimeri accusati
dell’incendio al Petrolchimico del 3 luglio 2007 che provocò una
concentrazione di diossina a San Pietro in Volta cento volte superiore
alla norma. L’ha deciso, su richiesta degli indagati, il giudice
per le indagini prelimiari Antonio Liguori. La prossima udienza è
fissata per il 2 novembre.  Nel corso dell’udienza di ieri
mattina, il gip ha ammesso come parti civili il ministero
dell’Ambiente, il Comune di Venezia e il Wwf. Nel frattempo i difensori
dei sei indagati hanno chiesto e ottenuto il rito abbreviato.
Finiti inizialmente nel registro degli indagati con l’accusa di incendio
colposo, una decina di giorni fa hanno visto aggravarsi il capo
d’imputazione in disastro colposo sulla base di un rapporto firmato da
Giorgio Ferrari, capo della Sezione antinquinamento del Magistrato
alle acque, arrivato l’estate scorsa sul tavolo del sostituto
procuratore Lucia D’Alessando.  Nei giorni successivi all’evento,
come è emerso dal rapporto, a San Petro in Volta fu registrata
un’altissima concentrazione di diossina. I tecnici del Magistrato alle
acque lagunari dell’isola di Pellestrina segnalarono valori ben
cento volte superiori ai parametri normali per quanto riguarda la
presenza di diossina. Da satelliti meteorologici di quella
giornata, inoltre, si vedrebbe chiaramente che la nuvola causate dal gas
e dalle sostanze chimiche finite in torcia e dal fumo provocato
dall’incendio era stata spinta dal vento verso il mare passando proprio
sopra le case di San Pietro in Volta.  Gli indagati che il
prossimo 2 novembre saranno giudicati con rito abbreviato sono
dirigenti e dipendenti della Polimeri: il direttore dello stabilimento
di Marghera, Marco Riva, il responsabile dell’intera manutenzione
del Petrolchimico, Giancarlo Tagliapietra, il vicedirettore di Marghera,
Luca Bentivegna, quindi i responsabili nel reparto dove è
scoppiato l’incendio, Cristiano Piccinin, Dante Viale e Sereno Albanese

lunedì 18 ottobre 2010

Nuove pensiline per chi attende l autobus

16 ottobre 2010

Partiranno il 25 ottobre i lavori di Pmv per la sistemazione delle
pensiline delle fermate Actv dell’autobus di linea 11. La tromba
d’aria del 23 luglio ne aveva danneggiate parecchie su ambo i lati di
Strada Comunale dei Murazzi, la sola direttrice che collega Santa
Maria del Mare a Pellestrina, passando per San Pietro in Volta e
Portosecco. «Era un intervento molto atteso - sottolinea il presidente
della Municipalità, Giorgio Vianello - Pmv approfitterà anche per
applicare alcune modifiche sostanziali alle pensiline. Quelle esistenti
avevano infatti il lato nord-est completamente scoperto, proprio
quello dal quale arriva la bora. Il risultato era pessimo, con la gente
in attesa che si prendeva tutta la pioggia col maltempo. Chiudendo
quel lato, il problema verrà definitivamente risolto e, chi
attenderà l’autobus 11, col maltempo non avrà più il problema di
bagnarsi». Le pensiline erano state montate nei mesi scorsi su
richiesta della Municipalità e prima ancora dei residenti. In precedenza
nemmeno c’erano. Poi sono state realizzate alcune pensiline, e
ora arriverà l’attesa modifica strutturale. (s.b.)

domenica 17 ottobre 2010

Trecentomila euro per ricoprire ancora il Palasport


(a.b.) Trecentomila euro per risistemare il palasport di Portosecco,
scoperchiato per la terza volta durante la tromba d'aria di luglio. È
quanto ha riferito in commissione Lavori Pubblici del Comune l'assessore
Alessandro Maggioni, a seguito dell'interrogazione presentata dal
consigliere Alessandro Scarpa Marta, che oltre a voler conoscere i tempi
di intervento, chiedeva perchè in pochi anni la copertura del
palazzetto non abbia resistito. Una struttura, tanto necessaria
all'isola, quanto sovradimensionata. Nella sua realizzazione ritardi nei
lavori, modifiche della legge sulla sicurezza e rifacimenti di
interventi già realizzati. La prima scoperchiatura cinque anni fa, a
pochi mesi all'apertura. Altri anni trascorsi per la risistemazione, e
due anni fa, dopo un mese dall'inaugurazione, il tetto è stato
scoperchiato. Altri lavori, poco più di un anno di utilizzo, e poi la
tromba d'aria. «Appare chiaro che qualche errore nella progettazione
deve essere stato fatto - commenta il consigliere Scarpa - Vigilerò
tramite la commissione sull'andamento dei lavori, e nel caso, dovesse
ripetersi una simile situazione non esiterò a denunciare i responsabili.
I tempi per l'emissione del bando per la partecipazione alla gara
d'appalto non sono ancora certi. Speriamo rapidi, perchè senza tetto, la
struttura è sempre allagata, già piena di muffa e con un impianto
elettrico che sta diventando pericoloso".

Abusi, demolizioni al via

Costruzioni degli anni ’80 sconosciute dalla Regione
Dovrà essere abbattuta anche una villetta in area non edificabile

Nei giorni scorsia Portosecco il Comune ha provveduto all'abbattimento
di un manufatto abusivo, risalente agli anni ’80. Per l'edificio in
questione, un capanno che veniva utilizzato per lavori di falegnameria,
il proprietario aveva chiesto e pagato il condono nel 1986.

     
Nel 2004 però, la Regione comunicò che la richiesta non era stata
accettata. Dopo sei anni, il procedimento è divenuto esecutivo, e lunedì
l'operazione di abbattimento. La prima di una lunga serie. In isola
infatti sono previsti, a breve, un centinaio di altri provvedimenti,
quasi tutti abusi risalenti agli anni ’80.

      Perlopiù riguardano
«casoni», magazzini o capanni da lavoro, appartenenti a pescatori,
costruiti abusivamente in terreni di proprietà. Tra tutte queste
operazioni, spicca il prossimo imminente abbattimento di una villetta.
Anche questa situata in zona Portosecco, è stata costruita su terreno
privato, adibito però ad area verde non edificabile, ed inoltre il
proprietario non ha mai presentato domanda di condono. Per tutto questo,
il proprietario, oltre alla casa, perderà pure l'area, il terreno su
cui è stata edificata, perchè gli sarà espropriato.

      «Mi
dispiace per ciò che sta succedendo - afferma il presidente della
Municipalità Giorgio Vianello - ma siamo arrivati alla resa dei conti.
Tutte queste strutture abusive saranno demolite. C'è già qualcuno che ha
capito che non vi è ritorno, e sta provvedendo da solo. È chiaro anche
che tutti i pescatori, lavoratori, coinvolti in questa faccenda, non
possono rimanere senza capanni. A loro servono per depositare reti ed
attrezzi del mestiere, per cui, come Municipalità, stiamo cercando un
posto dove poterli far costruire in modo regolare, e creare così una
sorta di zona Pip, che in isola manca».

venerdì 15 ottobre 2010

Chiede il condono, il «no» dopo 18 anni

14 ottobre 2010

Una vecchia e piccola falegnameria abbattuta perchè la Regione non ha
riconosciuto il condono edilizio regolarmente versato al Comune
ventiquattro anni fa. Accade a Portosecco, frazione di San Pietro in
Volta. Qui, il signor Scarpa aveva realizzato una piccola
struttura in legno, su un terreno regolarmente affittato, nel lontano
1945, di rientro da tre anni di prigionia nel campo di
concentramento di Magdeburgo, nel corso della seconda guerra mondiale.
 Classe 1920, il signor Scarpa amava il mestiere di falegname, al
quale ha poi dedicato tutta la sua vita. Ma i problemi iniziano
nel 1986. «All’epoca un amico ci sottolineò la necessità di chiedere al
Comune il condono edilizio per quella costruzione - spiega il
figlio del falegname, Daniele Scarpa - Una costruzione in legno con un
semplice tetto in plastica, in tutto una trentina di metri
quadrati. Mio padre la teneva in condizioni perfette, sembrava il
laboratorio di Geppetto da tanto era in ordine. Sottoponemmo la
cosa al Comune e fu dato l’assenso al condono: pagammo una somma
di poche decine di migliaia di lire di allora».  Accade però che, la
bellezza di 18 anni dopo, nel 2004, dalla Regione arriva una
ingiunzione di abbattimento. «Ci scrissero dicendo che non riconoscevano
il condono edilizio versato al Comune di Venezia - prosegue il
figlio - perchè la struttura, benché in legno, non era compatibile
con il paesaggio. Ma questa era seminascosta da un muro di cinta di
oltre due metri e mezzo, e se ne poteva vedere solo il tetto».
 La famiglia Scarpa ha quindi tentato di trovare una soluzione, non
fosse altro per la gioia del padre, per il quale la piccola
falegnameria era un motivo di orgoglio e di gioia. «Non c’è stato nulla
da fare - aggiunge Daniele Scarpa - Abbiamo così deciso di
abbatterla noi, prima che intervenisse il Comune, almeno per risparmiare
le spese che ci sarebbero state accollate. Lo abbiamo fatto due
giorni fa. Mio padre è molto malato, si trova in ospedale, e
almeno non ha dovuto vedere quella scena. Il problema è un altro: ci
chiediamo se il nostro sia solo il primo caso di una lunga serie a
Pellestrina, visto che di edifici abusivi ce ne sono a decine. Oppure
se c’è stato un accanimento preciso nei nostri confronti. Se ci
devono essere delle regole, devono valere per tutti e non solo per un
residente soltanto su questa isola». 

Simone Bianchi

mercoledì 13 ottobre 2010

Nube tossica, Polimeri contro le parti civili


Una sfilza di eccezioni preliminari per escludere dal processo contro i
vertici della Polimeri Europa le parti civile di Comune, Provincia,
Legambiente e Wwf. Si è aperta così, ieri mattina, in Tribunale a
Venezia, l’udienza preliminare per l’incidente all’impianto del craking
del 3 luglio di tre anni fa. In quell’occasione una nube di fumi tossici
investì l’isola di Pellestrina. E per questo la Procura ha, di recente,
deciso di contestare ai sei imputati il reato più grave di disastro
colposo. Per questa stessa ragione anche il Comune, alla fine, ha deciso
di costituirsi parte civile. Ieri, però, il difensori dei sei imputati
hanno chiesto l’esclusione di tutte le parti civile, fatta eccezione per
il ministero dell’ambiente, per questioni di merito, ma anche di forma.
Il giudice per le indagini preliminari, Antonio Liguori, si è riservato
di decidere e ha rinviato l’udienza al prossimo 19 ottobre.

martedì 12 ottobre 2010

Comune parte civile contro Polimeri Europa


Via libera della giunta comunale di Venezia alla costituzione di parte
civile da parte di Ca’ Farsetti nell’ambito del processo in atto contro i
vertici di Polimeri Europa per l’incidente del cracking del3 luglio di
tre anni fa. Come si ricorderà a causa dell’incidente una nube provocata
dall’incendio di sostanze combustibili fuoriuscite dell’impianto
avevano investito l’isola di
Pellestrina.
Nell’ultima udienza dello scorso 28 settembre, davanti al giudice per
l’udienza preliminare, avevano già hanno chiesto di costituirsi parte
civile la Provincia di Venezia, l’avvocatura dello Stato, per conto
della Presidenza del Consiglio e del ministero dell’Ambiente,
Legambiente e Wwf. Il gup aveva rinviato ogni decisione all’udienza
prevista per oggi, 12 ottobre, unendo le costituzioni di parte civile
degli enti locali e associazioni anche quella del Comune ratificata ieri
in seduta di giunta.

lunedì 11 ottobre 2010

Pellestrina, chiudono bar e negozi

10 ottobre 2010

Pesca in crisi, cantieristica allo sbando, negozi che chiudono e fuga
dei giovani in terraferma. Questo il quadro di Pellestrina,
un’isola attanagliata dal problema lavoro. Da più di due anni la
caduta pare inarrestabile, nonostante si stia pensando al rilancio della
spiaggia e al passaggio degli spazi dei cantieri De Poli ad Actv.
Di spallate all’economica locale ne continuano ad arrivare.  Non
ultima l’apertura del supermercato che ha portato in poco tempo alla
chiusura dei negozi di alimentari, e anche di una rivendita
all’ingrosso di bibite. Ora a rischio ci sono altre attività. «A giorni
potrebbe chiudere anche uno dei bar di maggiore richiamo per i
pochi giovani rimasti - dicono dall’associazione Tra Mare e Laguna
Lorenza Vianello e Mario Sambo - I costi degli affitti, delle bollette e
dei plateatici sono ormai divenuti insostenibili. Sopravvive solo
chi ha la proprietà dei muri e non mette fuori tavolini e sedie, ma
così non si può andare avanti, sta diventando un’isola-ospizio».
 Un tavolo sul lavoro per far fronte alle tante emergenze di
Pellestrina è stato richiesto dal consigliere comunale Alessandro Scarpa
(Lista Brunetta) che ha già ottenuto i primi riscontri. Scarpa ha
inoltrato il documento agli assessori a Turismo, Attività produttive,
Edilizia privata e Patrimonio considerando grave la crisi della
pesca e della cantieristica. «Nonostante le oggettive ricadute negative
prodotte dall’ultima tromba d’aria del luglio scorso, questo
tavolo può diventare un’occasione per ripensare un nuovo processo
di sviluppo per Pellestrina, ricercando valorizzazioni anche nel settore
turistico», dice Scarpa. In questi termini, l’assessore alla Casa
e Patrimonio Bruno Filippini ha raccolto l’invito. «Presto potrebbe
essere costituito questo tavolo di lavoro - conferma - Posso
anticipare che è in avanzata fase di studio un bando sperimentale
destinato ai residenti per assegnare un numero di alloggi comunali che
abbiano bisogno di manutenzione o messa a norma. Da destinare a
giovani coppie o famiglie già composte. E si sta lavorando per rendere
fruibile prima possibile l’arenile dell’isola».
-
(Simone Bianchi)

«Buona immagine zero sostanza. Pescatori beffati»

10 ottobre 2010

Critiche al presidente della Provincia e alla comunicazione dei
suoi uffici giungono sul tema della pesca a Pellestrina dal coordinatore
del circolo Pd. Paolo Povolato si complimenta ironicamente con
Francesca Zaccariotto: «Il 2 febbraio la Provincia ha sottoscritto con
le cooperative del settore un Documento programmatico per la
venericoltura. Il 5 maggio Pd e Idv hanno chiesto il rispetto dello
stesso, e in agosto secondo l’ente tutto era risolto. Ma non è
vero. Fare buona comunicazione e non dare risposte ai cittadini è fare
un cattivo servizio».



domenica 10 ottobre 2010

Motonave Giudecca, un corteo per non dimenticare

Oggi le celebrazioni per ricordare il bombardamento e le vittime della strage nel 1944

Sarà ricordato stamane, a Pellestrina, l'affondamento della motonave
Giudecca, avvenuto il 13 ottobre 1944. Una tragedia che provocò un
centinaio di vittime, 

non soltanto pellestrinotte, ma anche veneziane,
chioggiotte e dei dintorni. Una tragedia molto lontana, ma che per la
gente dell'isola e di Chioggia, continua ad essere un forte e sentito
monito contro errori ed orrori della guerra.



      Il 13 ottobre di
66 anni fa, era una bella giornata di sole. Molti ne approffittano per
recarsi a Chioggia, visto che è giorno di mercato, altri, del posto,
devono fare il percorso inverso, per sbrigare commissioni, recarsi negli
ospedali o in visita a qualche parente. Improvvisamente alle 10.30 si
sente il sibilo lungo e straziante delle sirene, ma è un falso allarme;
non accade nulla. Il Giudecca, la motonave dell'allora Acnil, che fa
linea diretta tra Chioggia e Venezia, per motivi di sicurezza non parte.
Ma alle 12.30 non vi è più nessun motivo per restare ancorata. La gente
è tantissima, vi è anche qualche soldato italiano e un gruppetto di
tedeschi. La navigazione procede tranquilla fino a Cà Roman, dove sale
altra gente. Poi improvviso un rombo di motori dal cielo. Sono tre
caccia dell'aviazione angloamericana che volano a bassa quota sulla
laguna. Il tempo di arrivare dinnanzi all'abitato di Pellestrina ed è
l'inferno: bombe e raffiche di mitragliatrice. La placida acqua lagunare
diventa un mare in tempesta. Il mezzo procede semidistrutto dalla zona
cimitero sino a dinnanzi alla chiesa di Ognissanti, dove affonda. I
primi soccorsi sono dati dai pellestrinotti, incuranti del pericolo. C'è
anche un prete tra le vittime del Giudecca: doveva arrivare a
Pellestrina per celebrare la funzione di suffragio per il fratello,
morto un mese prima. Qualcuno ha raccontato che, prima di morire, abbia
impartito a tutti l'assoluzione.

      Stamane il corteo, con le
bande isolane, partirà alle 10.30 dal palazzo comunale, e a piedi
raggiungerà la Chiesa di Ognissanti, dove alle 11 sarà celebrata una
funzione a ricordo. Al termine una corona d'alloro sarà deposta nel
capitello dell'Addolorata, in laguna, nel punto in cui affondò il
Giudecca.


La pesca: quell'accordo non rispettato


Vorrei complimentarmi con la Presidente della Provincia di Venezia per
l'"efficacia" del suo ufficio stampa in relazione al tema della pesca a
Pellestrina. Per dovere di cronaca ricordo che il 2 febbraio 2010 la
Provincia ha sottoscritto con le cooperative del settore (di tutta la
laguna, Pellestrina compresa) il "Documento programmatico per la
venericoltura" per migliorare l'attività di allevamento della vongola in
laguna. Dopo aver riscontarato con alcuni rappresentanti dei pescatori
che nessuno dei dieci punti sottoscritti era stato rispettato, il 5
maggio 2010 PD e IdV hanno presentato un ordine del giorno al Consiglio
di Municipalità di Lido e Pellestrina, votato poi all'unanimità, in cui
si chiedeva alla Provincia il rispetto di quell'accordo. In agosto
arrivava la risposta della Provincia secondo cui tutto era risolto o in
procinto di... potenza della comunicazione! Ad un successivo incontro
del Circolo del Partito Democratico di Lido e Pellestrina, alla presenza
di alcuni rappresentanti delle cooperative, della Consigliera
provinciale del PD Serena Ragno e dei consiglieri (di Pellestrina) di
Municipalità del PD Danny Carella e Teddy Scarpa, dopo un approfondito
dibattito, le rassicurazioni della presidente Zaccariotto e
dell'assessore Canali apparivano alquanto surreali in quanto è emerso
chiaramente che: i dieci punti non sono ancora stati rispettati, al di
là di generiche dichiarazioni d'intento e di avvio istruttorio; sono
stati stanziati per analisi biologiche 48.000 (!) euro in 2 tranches da
24.000, una fatta in acque in concessione ed una in quelle non ancora
concesse delle quali l'esecutivo provinciale non ha ancora dato i
risultati; in assestamento di bilancio, l'assessore Del Zotto dava ad
intendere che il Gral, ridimensionato, verrà mantenuto, non si sa, però,
come né quando si deciderà in merito, mentre come emerso recentemente
dalla stampa, la distribuzione della semina sembra avvenire in modalità
discutibili; non si sa ancora nulla del progetto che doveva essere fatto
con Veneto Agricoltura a favore della vongola doc che in base alle
tanto strombazzate dichiarazioni apparse sul Gazzettino quest'estate,
avrebbe dovuto prevedere un finanziamento di 10 milioni di euro (dove
sono?); la polizia provinciale per la pesca dirottata su altri servizi,
ha eseguito solo 3 (!) controlli e relativi sequestri di vongole in
acque proibite in tutta la stagione del 2010! Fare buona comunicazione e
non dare risposte ai cittadini non è buona politica ma solo un cattivo
servizio. I pescatori di Pellestrina e le loro famiglie, aspettano
invece risposte concrete

      Paolo Povolato    
     
coordinatore PD    
      Lido Pellestrina

sabato 9 ottobre 2010

Appello Fiom: «Actv rilanci l area De Poli»

07 ottobre 2010

La Cgil-Fiom lancia l’allarme per il personale dei Cantieri De Poli
che a dicembre vedranno scadere i termini degli ammortizzatori
sociali. I lavoratori coinvolti rischiano di essere licenziati
nell’ambito della procedura di liquidazione della società. «Sarebbe
l’esito drammatico, che intendiamo scongiurare, di una crisi
industriale e finanziaria iniziata oltre due anni fa, e che si somma
alla pesantissima crisi industriale di Porto Marghera e della
provincia, che vede aumentare le ore di cassa integrazione e che mette a
repentaglio migliaia di posti di lavoro - sottolinea il sindacato
- In questi giorni il Tribunale si pronuncerà sul ricorso avanzato da
Actv relativamente alle modalità di cessione degli impianti e
delle aeree della De Poli». Cgil-Fiom auspica l’ingresso di Actv
nel cantiere. «Consentirebbe di dare risposte occupazionali ai
lavoratori in cassa integrazione e riavviare l’attività del
cantiere, rivitalizzando un tessuto economico e sociale importante».
(s.b.)



giovedì 7 ottobre 2010

«Actv assuma gli ex De Poli»

L’azienda di trasporto ha deciso di rilanciare una nuova offerta per il complesso
 

Cantieri De Poli, il Consiglio di amministrazione di Actv ha

deciso,
nella seduta di martedì scorso, di rilanciare una nuova offerta per
l'acquisizione dell'intero complesso, mentre è atteso per oggi il
pronunciamento del Tribunale di Venezia sul ricorso avanzato
dall'azienda stessa in merito alle modalità di cessione degli impianti e
delle aree che costituiscono il patrimonio della De Poli.

      Sul
fronte sindacale, intanto, Fiom Cgil ricorda che a dicembre scade la
cassa integrazione per i lavoratori dei cantieri con il rischio del
licenziamento alle porte, e auspica che sia proprio Actv ad acquisire il
complesso: «Ciò consentirebbe di dare risposte occupazionali ai
lavoratori ora in cassa integrazione, e contemporaneamente riavviare
l'attività industriale del cantiere e rivitalizzare un tessuto economico
e sociale importante per tutta l'isola di Pellestrina», dice la nota
sindacale.

      L'azienda del trasporto pubblico locale si dice
quindi pronta a rilevare i cantieri e ad avviare con il commissario
giudiziale una trattativa che conduca in porto l'obiettivo.

      La
stima economica dell'intero complesso si aggira intorno ai venti
milioni di euro, ma la cifra che Actv intende proporre sarebbe più
bassa.

      Come più bassa era stata l’offerta di Actv per il
bacino galleggiante, aggiudicato provvisoriamente ma che potrebbe essere
messo in discussione perchè risulterebbe pervenuta una seconda offerta
economicamente più importante.

      L'appello del sindacato insiste
intanto sulla condizione dei lavoratori e sul loro futuro: «Auspichiamo
- conclude il commento - che le decisioni che saranno prese sul
cantiere navale tengano in debito conto anche la gravità della
situazione sociale determinata dalla crisi, per noi niente affatto
secondaria, e quindi, pur comprendendo e rispettando gli ambiti di
riferimento della procedura e del tribunale, sia data la dovuta
attenzione anche alla possibilità di dare un futuro produttivo e
occupazionale al cantiere di Pellestrina».

Scarpa chiede un tavolo di lavoro concertato


Il consigliere comunale Alessandro Scarpa ha chiesto agli assessori al
Turismo, al Patrimonio e Casa, all’Edilizia Privata e alle Attività
produttive un tavolo di lavoro per Pellestrina. Motivo della
preoccupazione la forte crisi della pesca e della cantieristica navale
che sta creando molteplici problemi di disoccupazione nell’isola, che
già vive il rischio dello spopolamento soprattutto delle giovani coppie
che si trasferiscono in Terraferma e in altri Comuni, fenomeno che si
sta accentuando negli ultimi anni. «La tromba d’aria ha evidenziato
ulteriormente le precarietà urbanistiche, sociali e produttive
dell’isola» sottolinea Scarpa.

De Poli, pronto un nuovo bando


(L.M.) È pronto un nuovo bando di vendita per tutti i beni non ancora aggiudicati dei cantieri navali De Poli a Pellestrina.
A giorni lo depositerà il commissario liquidatore Emilio Borrella. Si
cercano nuovi acquirenti interessati a tutti gli altri beni del
cantiere. L'unica struttura, aggiudicata provvisoriamente ad Actv, è il
pontone galleggiante per le manutenzioni della flotta. L'aggiudicazione,
però, è ancora provvisoria, dato che, successivamente alla proposta di
Actv è arrivata un'altra offerta economicamente più alta. Ecco, perché
ci potrebbe anche essere un rialzo rispetto alla prima offerta. Un
secondo aspetto riguarda le navi, cedute ben prima del bando di gara.
L'ultima, ovvero quella più indietro dal punto di vista dei lavori,
verrà messa in vendita non come nave vera e propria, ma semplicemente
come materiale grezzo che potrebbe essere utilizzato in realizzazioni
successive per altre navi.

sabato 2 ottobre 2010

Scarpa: «Calamità, sollecito al Governo»


Al consiglio comunale di ieri il consigliere Alessandro Scarpa Marta ha
presentato una mozione per sollecitare il Governo allo stanziamento dei
fondi per lo stato di calamità naturale conseguente alla tromba d'aria
di
Pellestrina
      Nel documento si
chiede che il sindaco si attivi per chiedere i fondi, in riferimento
alle interrogazioni già presentate sul caso della tromba d'aria, che si è
abbattuta il 23 luglio sull'isola di
Pellestrina
recando seri disagi alle abitazioni, agli impianti sportivi, provocando
purtroppo anche alcuni feriti. Tutto ciò in considerazione del fatto
che il sindaco ha effettuato un sopralluogo la sera stessa e
successivamente il Consiglio Comunale tutto, si è espresso unanime e
solidale alla popolazione di
Pellestrina; visto
che l’evento è occorso in un momento già di forte contrazione economica
per la crisi della pesca, della cantieristica, alla chiusura di molte
attività e a un forte calo della popolazione, che emigra altrove.

Lavori alla pista ciclabile avanti dopo la tromba d aria

30 settembre 2010

Dopo due mesi, tanto è passato dalla tromba d’aria che ha colpito
l’isola, finalmente sono stati rimossi i cavalletti in ferro caduti dai
Cantieri De Poli sul percorso della nuova pista ciclabile in
costruzione nell’area verde di zona La Mara. Intervento necessario per
collegare, nel lungo laguna, gli abitati di San Pietro in Volta e
Pellestrina. Il crollo di alcuni pesanti cavalletti aveva però fermato
l’iter, con tanto di proteste da parte dei cittadini e interventi
della Municipalità e del consigliere comunale Alessandro
Scarpa”Marta». Purtroppo si doveva attendere che fosse personale dello
stesso cantiere a eliminare il problema. Ora i lavori ordinati dal
Comune potranno proseguire, così da completare il percorso, aprire al
più presto la prima pista ciclabile dell’isola, e scongiurare
nuovi incidenti come quello che causò la morte di Brahim Nesid.
(s.b.)



Rimborsi per il maltempo a Ca Farsetti

30 settembre 2010

Nel corso del Consiglio comunale previsto oggi pomeriggio a Cà Farsetti
si tornerà a discutere anche della tromba d’aria che ha colpito
Pellestrina il 23 luglio scorso. Il consigliere Alessandro Scarpa
«Marta» (Lista Brunetta) presenterà una mozione per ribadire la
necessità che vengano rimborsati i residenti colpiti dal maltempo
eccezionale dell’estate scorsa. «Chiederò a tutti i colleghi di
firmarla - dice Scarpa - I miei concittadini hanno già sborsato il
denaro necessario per pagare i restauri di case, tetti, camini e
autovetture danneggiate, tutto è pronto ma non arrivano i fondi promessi
da Roma dopo la visita del capo della Protezione civile Guido
Bertolaso». Nei giorni scorsi i tecnici di Cà Farsetti avevano chiuso
le stime dei costi della tromba d’aria, fissando la conta dei danni
complessiva a 2,5 milioni di euro, cui andranno aggiunti quasi
500 mila euro per altri interventi sugli edifici pubblici. In tutto sono
state invece 330 le richieste di rimborso da parte dei singoli
cittadini. E questo contro una stima iniziale tra i 5 e i 6 milioni di
euro. Dopo due mesi non c’è stato ancora alcun segnale dalla
capitale in merito ai rimborsi, nonostante il Comune abbia già
predisposto tutto come già fatto nei casi dell’acqua alta
eccezionale e della alluvione di Mestre che hanno colpito il territorio
negli ultimi tre anni.  «Questa vicenda va risolta e chiusa al
più presto - ribadisce Scarpa - anche perchè parliamo di un’isola
alle prese con una grave crisi economica, e con persone che stanno
attraversando un anno pieno di difficoltà. L’arrivo dei rimborsi
in tempi celeri eviterebbe di appesantire questa situazione e portare un
pò di serenità dopo quanto è successo in luglio. Chiederò al
sindaco e agli assessori competenti che si attivino nuovamente per
arrivare a un esito positivo di questa vicenda». (s.b.)



Diossina, class action di Pellestrina

30 settembre 2010

L’incubo diossina sta provocando rabbia e timori sull’isola di
Pellestrina. Le prime reazioni ieri, dopo le notizie relative alla nube
che avrebbe raggiunto nel luglio di tre anni fa l’area di San
Pietro in Volta dopo il rogo alla Polimeri di Marghera. Ciò ha scatenato
dure reazioni.  Cittadini, associazioni e ambienti politici
minacciano l’azione legale collettiva. «Come presidente della
Municipalità e come cittadino di Pellestrina farò di tutto per scoprire
come stanno davvero le cose - taglia corto Giorgio Vianello - Se è
vero quanto sta emergendo dal processo, è una pura follia che non
si sia detto nulla alla gente. Qui ci sono i termini per arrivare a una
class action da parte dei residenti. Adesso cercheremo di
ragionare sul da farsi. Di sicuro potrebbero partire delle raccolte di
firme, ma tutto ciò è scandaloso. Perchè Comune, Asl 12 e altri
enti preposti non hanno parlato alla popolazione? Forse aspettavano che
la cosa finisse nel dimenticatoio o nemmeno loro sapevano perchè
altri hanno taciuto?». Il timore principale, adesso, è quello
legato alla salute dei cittadini. «Come prima cosa interpelleremo i
medici di base e gli ospedali per capire se si sono manifestate
patologie particolari in questi ultimi tre anni - garantisce Vianello -
ma si dovrà andare a fondo della vicenda». Oggi il problema finirà
anche sui banchi del Consiglio comunale a Cà Farsetti. «E’ il
minimo - sostiene il consigliere Alessandro Scarpa “Marta” - Già tre
anni fa chiedemmo spiegazioni, ma tutto finì senza esito. Adesso
salta fuori che ci sono state misurazioni oltre ogni limite, situazione
che a Pellestrina ci spinge nella direzione di rivolgerci agli
avvocati per tutelare gli abitanti esposti alla diossina senza saperlo.
Ne chiederò conto al sindaco Orsoni. Ma in quel periodo dove erano
Cnr, Arpav, Asl 12, Comune e gli altri enti preposti al controllo?
Non si può giocare con la salute della gente e, vista la sostanza di
cui si parla, con la vita stessa delle persone». La diossina è
infatti una delle sostanze tossiche più pericolose. Molte zone di San
Pietro in Volta sono adibite a orti privati, e c’è chi ora teme si
essersi cibato di prodotti divenuti pericolosi per la salute. «Non
sappiamo più cosa dire o fare, sembra che la cattiva sorte si sia
accanita su quest’isola - commenta Lorenza Vianello dal direttivo
dell’associazione Tra Mare e Laguna - Non bastavano la crisi economica, i
problemi della pesca, la chiusura dei Cantieri De Poli e le tante
famiglia rimaste senza lavoro. Poi ci si è messa la tromba d’aria di
due mesi fa, e adesso scopriamo di essere stati esposti alla
diossina. Sinceramente non ne possiamo più e non sappiamo a chi
appellarci. Ma perchè non ci è stato detto nulla e lo scopriamo solo
adesso, a tre anni di distanza, che siamo stati investiti in pieno
da una nube tossica?». Ieri sull’isola non si parlava d’altro nella
preoccupazione generale. D’altro canto, secondo i tecnici del
Magistrato alle Acque che hanno raccolto i dati dalle centraline poste
a Pellestrina, nei giorni successivi all’incendio, i valori di
diossina riscontrati sull’isola - in particolar modo nella zona di
San Pietro in Volta - sono stati cento volte superiori ai limiti di
legge. E dalle immagini ricavate dai satelliti che il giorno
dell’incendio alla Polimeri fotografarono l’area di Pellestrina, si
vedrebbe chiaramente la nube sopra San Pietro in Volta. Ma di
tutto ciò, la popolazione non venne minimamente a conoscenza.
-
(Simone Bianchi)