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lunedì 26 agosto 2013
Si è iscritto al gruppo Avis e ha già donato
Marc Vianello nasce a Brooklyn (New York) nel 1953. A 4 anni si
trasferisce con la famiglia a Kansas City nello Stato del Missouri.
Nell’omonima università si laurea con lode nel 1975. Sposato con
Michelle, ha tre figli. Ha maturato 31 anni di esperienza diversificata
in contabilità, finanza e business. È accreditato dall’American
Institute of Certified Public Accountants in materia di valutazioni
aziendali. Il nonno di Marc Vianello, proprio a Brooklyn lavorò nella
costruzione dei grandi cannoni da 40 piedi montati sulla corazzata
Missouri che combatté le battaglie nel Pacifico durante la seconda
guerra mondiale. Quando invece il signor Marc ritornò la prima volta a
Pellestrina, lo fece con le magliette con il logo del ranch di Kansas
City. Questa volta si è invece presentato con i cappellini che riportano
lo stemma della famiglia Vianello e le scritte laterali dedicate alla
Repubblica di Venezia da una parte, e a Pellestrina dall’altra. Nei
giorni scorsi è entrato anche a far parte del gruppo Avis dell’isola,
donando per la prima volta il sangue. «Credo che aiutare le persone sia
giusto, ed è importante. Ora, la città ha qualcosa di me, e spero possa
servire per salvare qualcuno». (s.b.)
Dal Missouri a Pellestrina alla riscoperta delle origini
Marc Vianello, consulente finanziario di Kansas City, è tornato in
laguna sulle tracce dei propri antenati. «Al mio ranch ho dato il nome
dell’isola»
C’è un filo sottile che unisce la città statunitense di Kansas City nel Missouri e l’isola di Pellestrina: e a reggerlo è Marc Vianello, un consulente finanziario che da anni sta cercando di ricostruire le sue origini. Oggi ripartirà per il Nord America assieme alla moglie Michelle, ma per quasi un mese si è intrattenuto in laguna assieme agli amici che lo stanno aiutando da alcuni anni.
Nato a Brooklyn (New York)nel 1953, a soli quattro anni si trasferì con la famiglia a Kansas City perché il padre era maestro di orchestra. E a distanza di un po’ di anni è nata la curiosità per il proprio cognome, marcatamente italiano. «Nel 1964 i miei genitori sono venuti in Italia per tre mesi, e un giorno consultando l’elenco del telefono a Venezia, scoprirono pagine e pagine di persone che avevano il nostro stesso cognome», racconta il signor Marc mentre è seduto a un tavolino in un bar del Lido.
«Da lì si pensò a una origine veneziana per la nostra famiglia, e a distanza di anni feci una ricerca online, trovando gli episodi della serie tivù Casa Vianello. Quando venni da parenti a Sestri Levante in Liguria, nel 1999, passai poi anche per Milano, e in un albergo trovai un addetto che si chiamava come me ed era veneziano. Il passo fu breve, e mi trovai in laguna, arrivando fino a Pellestrina».
A distanza di quattro anni, il signor Marc a Pellestrina c’è tornato altre tre volte, è diventato amico di tutti e accolto con grande affetto, al punto che il consigliere municipale Nini Vianello lo ha presentato al sindaco Giorgio Orsoni. L'anno successivo il signor Marc è pure divenuto Cavaliere di San Marco.
«Il primo giorno che venni a Pellestrina ero spaesato, nessuno parlava inglese a bordo della linea 11 stracolma di persone. Poi scoprii che la metà di loro si chiamava Vianello di cognome, e mi si spalancarono le porte dell’isola. Stiamo ancora cercando di capire le mie origini, ma forse si tratta di persone che 120 anni fa partirono per l’America in cerca di fortuna, approdando come tanti migranti ad Ellis Island. Si chiavano Vianello Basara, poi la seconda parte del cognome sparì».
Tra le tante curiosità, quella del ranch di Kansas City, il cui nome nel 2001 divenne proprio Pellestrina. «Dovevamo dargli un nome, dopo il primo viaggio con mia moglie a Venezia, decidemmo per questo», assicura Marc Vianello. «Un ranch che è sei volte l’isola con cavalli, mucche e piantagioni di grano e soia. Non un luogo di relax, ma una questione di affari, e la produzione aumenta di anno in anno».
Talmente grande, che all’interno ci possono transitare anche orsi e puma, per intendersi. «Il futuro? Chissà, se troverò una casa a buon prezzo, potrei anche acquistarne una a Pellestrina, ma il mio desiderio sarebbe anche quello di fare qualcosa per questa isola. Progetti ce ne possono essere, ma i residenti non vedono molto di buon occhio uno sviluppo turistico. Vedremo, intanto va esaltata la bontà e l’amicizia manifestate da queste persone, gente speciale che per me è diventata una grande famiglia. Continuo a essere americano, ma sto diventando un po’ pellestrinotto».
L’italiano lo sta imparando da autodidatta, e lo parla anche bene, intanto ha imparato pure la voga alla veneta, e sabato si è fatto 10 chilometri in laguna con una gondola a quattro remi. Tutti stravedono per lui, lo hanno riempito di regali tra forcole e merletti.
A Pellestrina ci tornerà forse il prossimo anno, non prima di essere passato anche dai parenti a Sestri Levante. Intanto ha lasciato un cospicuo contributo per realizzare un’opera artistica dedicata ai donatori di sangue dell’isola, e che spera di veder presto concretizzato».
C’è un filo sottile che unisce la città statunitense di Kansas City nel Missouri e l’isola di Pellestrina: e a reggerlo è Marc Vianello, un consulente finanziario che da anni sta cercando di ricostruire le sue origini. Oggi ripartirà per il Nord America assieme alla moglie Michelle, ma per quasi un mese si è intrattenuto in laguna assieme agli amici che lo stanno aiutando da alcuni anni.
Nato a Brooklyn (New York)nel 1953, a soli quattro anni si trasferì con la famiglia a Kansas City perché il padre era maestro di orchestra. E a distanza di un po’ di anni è nata la curiosità per il proprio cognome, marcatamente italiano. «Nel 1964 i miei genitori sono venuti in Italia per tre mesi, e un giorno consultando l’elenco del telefono a Venezia, scoprirono pagine e pagine di persone che avevano il nostro stesso cognome», racconta il signor Marc mentre è seduto a un tavolino in un bar del Lido.
«Da lì si pensò a una origine veneziana per la nostra famiglia, e a distanza di anni feci una ricerca online, trovando gli episodi della serie tivù Casa Vianello. Quando venni da parenti a Sestri Levante in Liguria, nel 1999, passai poi anche per Milano, e in un albergo trovai un addetto che si chiamava come me ed era veneziano. Il passo fu breve, e mi trovai in laguna, arrivando fino a Pellestrina».
A distanza di quattro anni, il signor Marc a Pellestrina c’è tornato altre tre volte, è diventato amico di tutti e accolto con grande affetto, al punto che il consigliere municipale Nini Vianello lo ha presentato al sindaco Giorgio Orsoni. L'anno successivo il signor Marc è pure divenuto Cavaliere di San Marco.
«Il primo giorno che venni a Pellestrina ero spaesato, nessuno parlava inglese a bordo della linea 11 stracolma di persone. Poi scoprii che la metà di loro si chiamava Vianello di cognome, e mi si spalancarono le porte dell’isola. Stiamo ancora cercando di capire le mie origini, ma forse si tratta di persone che 120 anni fa partirono per l’America in cerca di fortuna, approdando come tanti migranti ad Ellis Island. Si chiavano Vianello Basara, poi la seconda parte del cognome sparì».
Tra le tante curiosità, quella del ranch di Kansas City, il cui nome nel 2001 divenne proprio Pellestrina. «Dovevamo dargli un nome, dopo il primo viaggio con mia moglie a Venezia, decidemmo per questo», assicura Marc Vianello. «Un ranch che è sei volte l’isola con cavalli, mucche e piantagioni di grano e soia. Non un luogo di relax, ma una questione di affari, e la produzione aumenta di anno in anno».
Talmente grande, che all’interno ci possono transitare anche orsi e puma, per intendersi. «Il futuro? Chissà, se troverò una casa a buon prezzo, potrei anche acquistarne una a Pellestrina, ma il mio desiderio sarebbe anche quello di fare qualcosa per questa isola. Progetti ce ne possono essere, ma i residenti non vedono molto di buon occhio uno sviluppo turistico. Vedremo, intanto va esaltata la bontà e l’amicizia manifestate da queste persone, gente speciale che per me è diventata una grande famiglia. Continuo a essere americano, ma sto diventando un po’ pellestrinotto».
L’italiano lo sta imparando da autodidatta, e lo parla anche bene, intanto ha imparato pure la voga alla veneta, e sabato si è fatto 10 chilometri in laguna con una gondola a quattro remi. Tutti stravedono per lui, lo hanno riempito di regali tra forcole e merletti.
A Pellestrina ci tornerà forse il prossimo anno, non prima di essere passato anche dai parenti a Sestri Levante. Intanto ha lasciato un cospicuo contributo per realizzare un’opera artistica dedicata ai donatori di sangue dell’isola, e che spera di veder presto concretizzato».
domenica 25 agosto 2013
Approdo occupato da privati. E l’idroambulanza aspetta
L’approdo per i mezzi del Suem-118 occupato da imbarcazioni private:
l’idroambulanza è costretta ad attendere mezzora per poter imbarcare un
codice giallo a Santa Maria del Mare. È successo venerdì e a denunciare
la vicenda è il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello. Il
mezzo era stato chiamato per soccorrere una persona ritenuta in codice
giallo, quindi in una situazione non a rischio della vita ma comunque da
tenere in considerazione. L’idroambulanza è partita dalla cavana
dell’aeroporto Nicelli del Lido e si è diretta verso Pellestrina. Il
solo approdo utile per i mezzi del Suem-118, però, è proprio quello a
ridosso dell’imbarco del ferry boat che fa da spola tra Santa Maria del
Mare e gli Alberoni. E qui, il personale medico e infermieristico si è
trovato altre imbarcazioni che impedivano l’ormeggio. Ne è seguita
un’attesa di mezzora per attendere di capire chi erano i proprietari
delle varie barche, cercandoli nel vicino agriturismo. A quel punto le
barche sono state rimosse e l’idroambulanza ha potuto completare il suo
servizio, trasferendo all’Ospedale Civile di Venezia il paziente. «Da
anni chiediamo che venga realizzato un approdo secondario nella zona di
Pellestrina, ma finora senza successo», dice il presidente della
Municipalità, Giorgio Vianello. «Trovo altresì assurdo che, nonostante i
cartelli di divieto di ormeggio, ci sia gente che se ne infischia e
ormeggia in un pontile riservato ai mezzi di emergenza e urgenza. Una
cosa vergognosa».
Simone Bianchi
Simone Bianchi
sabato 24 agosto 2013
Da Pellestrina agli incendi sul Gargano
Silvano Baseggio e Luca Zanella impegnati per una settimana nella difesa dei boschi
A caccia di incendi sui pendii del Gargano per conto del Servizio Forestale. Sono due volontari della Protezione civile di Pellestrina, Silvano Baseggio e Luca Zanella, che ieri hanno chiuso la loro esperienza dopo una dura settimana, impegnati nella difesa dei boschi pugliesi dalle fiamme. I due erano scesi in virtù della loro collaborazione con il Servizio Forestale di Treviso, dal momento che hanno grande esperienza nello spegnimento di incendi boschivi lavorando spesso nelle oasi di Lido e Pellestrina. Una esperienza formativa, che li ha visti impegnati in squadra, alternandosi con due colleghi trevigiani lungo quattro differenti percorsi. «Non è stata una passeggiata», spiega Silvano Baseggio. «Mediamente ogni giorno ci siamo trovati davanti 2-3 incendi di varia dimensione. In un caso siamo rimasti impegnati dalle 16 alle 23.30, ed è stato necessario anche l’intervento di un Canadair per il lancio di acqua dal cielo. Ora non so dire se tutti siano stati di natura dolosa, ma c’è una probabilità molto alta. La notte si usciva con le maniche lunghe, faceva freddo, quindi è dura che da soli si possano innescare degli incendi in quelle condizioni specifiche». Con il loro mezzo trasferito da Pellestrina, un Modulo A-B con disponibilità fino a 600 litri di acqua, i due volontari hanno pattugliato ogni giorno un percorso differente, scoprendo nuovi scenari nei quali mettersi alla prova, e facendo utili esperienze da poter poi sfruttare, se necessario, una volta rientrati a Venezia. Baseggio, dipendente dell’ospedale San Camillo, e Zanella, in servizio per una società nell’ambito nautico, sono stati precettati per questo servizio specifico a Vitto sul Gargano, rimanendo ospiti per una settimana della caserma dell’Aeronautica Militare “Iacopo Tenente”. «Le giornate sono trascorse percorrendo a volte anche 200 chilometri alla caccia degli incendi», conclude Silvano Baseggio. «Per me si trattava della seconda esperienza del genere dopo quella vissuta ad Orvieto, la prima invece per il mio collega. Un modo ulteriore per rendersi utili e difendere il patrimonio boschivo del nostro Paese».
Simone Bianchi
A caccia di incendi sui pendii del Gargano per conto del Servizio Forestale. Sono due volontari della Protezione civile di Pellestrina, Silvano Baseggio e Luca Zanella, che ieri hanno chiuso la loro esperienza dopo una dura settimana, impegnati nella difesa dei boschi pugliesi dalle fiamme. I due erano scesi in virtù della loro collaborazione con il Servizio Forestale di Treviso, dal momento che hanno grande esperienza nello spegnimento di incendi boschivi lavorando spesso nelle oasi di Lido e Pellestrina. Una esperienza formativa, che li ha visti impegnati in squadra, alternandosi con due colleghi trevigiani lungo quattro differenti percorsi. «Non è stata una passeggiata», spiega Silvano Baseggio. «Mediamente ogni giorno ci siamo trovati davanti 2-3 incendi di varia dimensione. In un caso siamo rimasti impegnati dalle 16 alle 23.30, ed è stato necessario anche l’intervento di un Canadair per il lancio di acqua dal cielo. Ora non so dire se tutti siano stati di natura dolosa, ma c’è una probabilità molto alta. La notte si usciva con le maniche lunghe, faceva freddo, quindi è dura che da soli si possano innescare degli incendi in quelle condizioni specifiche». Con il loro mezzo trasferito da Pellestrina, un Modulo A-B con disponibilità fino a 600 litri di acqua, i due volontari hanno pattugliato ogni giorno un percorso differente, scoprendo nuovi scenari nei quali mettersi alla prova, e facendo utili esperienze da poter poi sfruttare, se necessario, una volta rientrati a Venezia. Baseggio, dipendente dell’ospedale San Camillo, e Zanella, in servizio per una società nell’ambito nautico, sono stati precettati per questo servizio specifico a Vitto sul Gargano, rimanendo ospiti per una settimana della caserma dell’Aeronautica Militare “Iacopo Tenente”. «Le giornate sono trascorse percorrendo a volte anche 200 chilometri alla caccia degli incendi», conclude Silvano Baseggio. «Per me si trattava della seconda esperienza del genere dopo quella vissuta ad Orvieto, la prima invece per il mio collega. Un modo ulteriore per rendersi utili e difendere il patrimonio boschivo del nostro Paese».
Simone Bianchi
venerdì 23 agosto 2013
I casoni non devono essere demoliti
Rieccoci nuovamente con l’incubo della diffida dal Comune consegnata ai
proprietari dei casoni per demolirli entro un tempo ben preciso.
Possibile che venga fatto in questo caso privo di buon senso come l’erba
un fascio? Certo bisogna rispettare le regole che impongono le
leggi, ci mancherebbe. Ma visto che siamo ancora in democrazia ci devono
essere anche dei limiti. Perché non viene preso in considerazione
caso per caso in base alle necessità delle famiglie? Dopo circa 40
anni che i proprietari li usano la prima diffida è stata data ai
proprietari dei casoni nel 2011 che assieme alle autorità comunali
sono venuti anche i carabinieri che hanno fatto delle foto sia interne
che esterne dei casoni quindi dovrebbero capire quanto sono utili
questi casoni. Ora mi rivolgo ai responsabili del Comune sia autorità
civili che militari: dove metteranno tutte le cose che ci sono
dentro se i casoni verranno con forza buttati giù? Allora perché
non guardare bene le foto caso per caso? Potete dirci dove mettiamo
tutte quelle cose una volta che verranno demoliti? Quando dentro
l’appartamento proprietà del Comune non c’è nessuna stanza in cui
mettere le cose? Se nel passato sulla stessa isola di Pellestrina
c’è stato qualche furbo che voleva fare passare un casone per necessità
familiare come questi in argomento lo usavano per mangiare o fare
delle feste… in questo caso hanno fatto bene a demolirli. Ma che
venga fatta pressione per buttarli giù tutti non starebbe bene nè in
cielo nè in terra. Anzi quando viene rispettata e applicata una
giusta legge sarà costruttiva per questa o l’altra comunità. Se invece
si procede diversamente sarà sempre distruttiva. Potendo paragonare
il caso a una persona che scivola in mare e non sa nuotare: cosa
fa se non le viene lanciato il salvagente? Ovviamente annega. Perché
allora i casoni non vengono usati come salvagente? Si fa presente
che il suolo che occupano i casoni non è nel luogo di passaggio nè tanto
meno dà fastidio a nessuno. E poi chi mai avrebbe speso tutti quei
soldi che ci sono voluti fino adesso senza alcun motivo? Di sicuro
nessuno.
Annalisa Vianello
San Pietro in Volta
Annalisa Vianello
San Pietro in Volta
giovedì 22 agosto 2013
Punta da un’ape in bocca. Anziana rischia di morire
L’insetto ha provocato un forte dolore e un senso di soffocamento
Soccorsa dalla Guardia costiera è stata subito portata in ospedale dal
Suem
Ha rischiato lo shock anafilattico per essere stata punta da un'ape sulla lingua, ma è stata soccorsa, in tempi rapidissimi, dal personale del 118 e della guardia costiera e, per fortuna, di questa esperienza le rimarrà solo il ricordo dell'intenso dolore provato al momento della puntura.
Protagonista della disavventura una signora padovana di 69 anni che, ieri mattina, si trovava a Cà Roman, insieme al marito, per un'escursione turistica. La coppia aveva approfittato del ritorno del bel tempo, dopo le piogge dei giorni scorsi, per programmare una gitarella in laguna e Cà Roman doveva essere, probabilmente, solo una delle tappe della giornata. Una tappa, peraltro, che poteva offrire molti spunti. Da quello naturalistico, per la presenza di molte specie di uccelli e tra le dune, a quello storico (il vecchio monastero), a quello, per così dire, tecnologico, legato alla costruzione del Mose i cui cantieri si trovano a pochi passi dalla suggestiva spiaggia di questa lingua di terra cresciuta, in passato, proprio grazie alla alla realizzazione di importanti opere portuali (i Murazzi di Pellestrina e le dighe di Chioggia). Ma ad apprezzare l'atmosfera e la quiete di Cà Roman non sono solo i turisti. Anzi, sono proprio i turisti che, d'estate, “rompono” l'incantesimo di questi luoghi e disturbano altri “abitanti” del posto. In questo caso la signora deve essersi avvicinata, senza volere, a qualche nido di api che aspiravano a loro forma di tranquillità e, quando hanno ricevuto l'inaspettata visita degli umani, hanno reagito in malo modo. Così la 69enne è stata punta, magari proprio mentre stava gridando per lo spavento di aver sentito le api ronzarle un po' troppo vicino. La puntura sulla lingua, oltre a essere dolorosissima, le aveva fatto gonfiare i tessuti molli della bocca e le procurava un senso di soffocamento che avrebbe potuto evolversi in shock anafilattico. Il marito, comunque, aveva chiamato il 118 e gli operatori sanitari hanno messo in atto la procedura già collaudata e concordata con la capitaneria di porto. Un'ambulanza si è portata in piazzetta Vigo, il personale sanitario si è imbarcato sulla motovedetta, alle 11.40 e ha raggiunto Cà Roman. Dopo i primi soccorsi, sul posto, la donna è stata sbarcata a Vigo e, da qui, in ospedale, dove è stata trattenuta per accertamenti ma del tutto fuori pericolo.
Ha rischiato lo shock anafilattico per essere stata punta da un'ape sulla lingua, ma è stata soccorsa, in tempi rapidissimi, dal personale del 118 e della guardia costiera e, per fortuna, di questa esperienza le rimarrà solo il ricordo dell'intenso dolore provato al momento della puntura.
Protagonista della disavventura una signora padovana di 69 anni che, ieri mattina, si trovava a Cà Roman, insieme al marito, per un'escursione turistica. La coppia aveva approfittato del ritorno del bel tempo, dopo le piogge dei giorni scorsi, per programmare una gitarella in laguna e Cà Roman doveva essere, probabilmente, solo una delle tappe della giornata. Una tappa, peraltro, che poteva offrire molti spunti. Da quello naturalistico, per la presenza di molte specie di uccelli e tra le dune, a quello storico (il vecchio monastero), a quello, per così dire, tecnologico, legato alla costruzione del Mose i cui cantieri si trovano a pochi passi dalla suggestiva spiaggia di questa lingua di terra cresciuta, in passato, proprio grazie alla alla realizzazione di importanti opere portuali (i Murazzi di Pellestrina e le dighe di Chioggia). Ma ad apprezzare l'atmosfera e la quiete di Cà Roman non sono solo i turisti. Anzi, sono proprio i turisti che, d'estate, “rompono” l'incantesimo di questi luoghi e disturbano altri “abitanti” del posto. In questo caso la signora deve essersi avvicinata, senza volere, a qualche nido di api che aspiravano a loro forma di tranquillità e, quando hanno ricevuto l'inaspettata visita degli umani, hanno reagito in malo modo. Così la 69enne è stata punta, magari proprio mentre stava gridando per lo spavento di aver sentito le api ronzarle un po' troppo vicino. La puntura sulla lingua, oltre a essere dolorosissima, le aveva fatto gonfiare i tessuti molli della bocca e le procurava un senso di soffocamento che avrebbe potuto evolversi in shock anafilattico. Il marito, comunque, aveva chiamato il 118 e gli operatori sanitari hanno messo in atto la procedura già collaudata e concordata con la capitaneria di porto. Un'ambulanza si è portata in piazzetta Vigo, il personale sanitario si è imbarcato sulla motovedetta, alle 11.40 e ha raggiunto Cà Roman. Dopo i primi soccorsi, sul posto, la donna è stata sbarcata a Vigo e, da qui, in ospedale, dove è stata trattenuta per accertamenti ma del tutto fuori pericolo.
Il San Pietro si affida a Baraldo Derby e giovani nel mirino
È già ripartita l’avventura del Nuovo Calcio San Pietro (Seconda
categoria) guidato dal presidente Marco Ghezzo. Un club che da un
lato mette in mostra un bilancio sano, e dall’altro una crescita
continua sotto il profilo dell’attività giovanile. La bella notizia
di questi giorni è il tesseramento da parte del Padova, del
“pulcino” Ludovico Penzo. Importanti novità riguardano la conduzione
tecnica della prima squadra, affidata all'ex giocatore Maurizio
Baraldo che, a 42 anni, ha deciso di dedicarsi a questa nuova avventura
dopo aver sconfitto una brutta malattia, diventando un esempio per
tutti. Un campionato, quello del Nuovo San Pietro, che riserverà molti
derby. E che derby, a partire da quello con il Pellestrina e finendo
con il Lido di Venezia. Sul fronte mercato sono arrivati Rosada
dal Loreo, Josef Vianello dal Pellestrina e Piliego dal Lido di Venezia.
Prime uscite stagionali il 28 agosto a Civè e il 1° settembre in
casa contro la Polisportiva Vallonga, entrambi per la Coppa Veneto.
(s.b.)
mercoledì 21 agosto 2013
Marc Vianello dal Kansas a Pellestrina
Commercialista negli Usa, è tornato nell’isola per scoprire le radici del suo cognome
Un cognome lagunare doc come Vianello, e la voglia di scoprire le proprie origini hanno portato un commercialista americano fino a Pellestrina. Da tre anni, Marc Vianello si sposta da Kansas City all’isola della laguna sud, alla ricerca dei suoi avi, delle storie legate al suo cognome e delle tradizioni di un territorio dal quale erano partiti i suoi lontani parenti tre generazioni orsono. Lui ha 60 anni, e il cognome non può che risuonare familiare a Venezia.
La voglia di scoprire le sue origini gli è venuta guardando in televisione negli Stati Uniti la serie “Casa Vianello”. Dal più celebre Raimondo nazionale è quindi scoccata la scintilla, e tre anni fa il signor Marc ha deciso di venire a Venezia per un viaggio. In città non ha trovato quel che cercava, allora è stato dirottato a Pellestrina, patria dei Vianello, dei Busetto, degli Scarpa e dei Zennaro. Ad accoglierlo c’era l’attuale consigliere municipale Nini Vianello, che assieme ad altri amici di Pellestrina ha iniziato ad aiutarlo nella sua ricerca, facendogli scoprire tradizioni, usi e costumi dell’isola. Ecco che da tre anni, ogni estate il commercialista statunitense torna in laguna, e quest’anno anche per donare il sangue. Dopo aver conosciuto i volontari dell’Avis di Pellestrina, ha fatto tutte le visite di idoneità e, dopo il via libera, ieri ha fatto la sua prima donazione al Centro trasfusionale di Venezia.
A raccontarne la storia è stato ieri Sandro Cicogna, presidente dell’Avis comunale, che lo ha accolto nella grande famiglia dei donatori. «La cosa forse più incredibile», spiega Cicogna, «è che questa persona nella zona di Kansas City ha un ranch enorme. Talmente grande che per superficie è sei volte quella dell’isola di Pellestrina. Ci sono cavalli e molti altri animali, e ha deciso di chiamarlo proprio Ranch Pellestrina». Marc Vianello resterà ancora qualche giorno in laguna, poi ritornerà a casa sua negli Stati Uniti. Ma chi lo ha conosciuto giura che in laguna lo si rivedrà molto presto, perché la ricerca delle sue origini continua, e non ha alcuna intenzione di lasciare nulla di intentato.
Simone Bianchi
Un cognome lagunare doc come Vianello, e la voglia di scoprire le proprie origini hanno portato un commercialista americano fino a Pellestrina. Da tre anni, Marc Vianello si sposta da Kansas City all’isola della laguna sud, alla ricerca dei suoi avi, delle storie legate al suo cognome e delle tradizioni di un territorio dal quale erano partiti i suoi lontani parenti tre generazioni orsono. Lui ha 60 anni, e il cognome non può che risuonare familiare a Venezia.
La voglia di scoprire le sue origini gli è venuta guardando in televisione negli Stati Uniti la serie “Casa Vianello”. Dal più celebre Raimondo nazionale è quindi scoccata la scintilla, e tre anni fa il signor Marc ha deciso di venire a Venezia per un viaggio. In città non ha trovato quel che cercava, allora è stato dirottato a Pellestrina, patria dei Vianello, dei Busetto, degli Scarpa e dei Zennaro. Ad accoglierlo c’era l’attuale consigliere municipale Nini Vianello, che assieme ad altri amici di Pellestrina ha iniziato ad aiutarlo nella sua ricerca, facendogli scoprire tradizioni, usi e costumi dell’isola. Ecco che da tre anni, ogni estate il commercialista statunitense torna in laguna, e quest’anno anche per donare il sangue. Dopo aver conosciuto i volontari dell’Avis di Pellestrina, ha fatto tutte le visite di idoneità e, dopo il via libera, ieri ha fatto la sua prima donazione al Centro trasfusionale di Venezia.
A raccontarne la storia è stato ieri Sandro Cicogna, presidente dell’Avis comunale, che lo ha accolto nella grande famiglia dei donatori. «La cosa forse più incredibile», spiega Cicogna, «è che questa persona nella zona di Kansas City ha un ranch enorme. Talmente grande che per superficie è sei volte quella dell’isola di Pellestrina. Ci sono cavalli e molti altri animali, e ha deciso di chiamarlo proprio Ranch Pellestrina». Marc Vianello resterà ancora qualche giorno in laguna, poi ritornerà a casa sua negli Stati Uniti. Ma chi lo ha conosciuto giura che in laguna lo si rivedrà molto presto, perché la ricerca delle sue origini continua, e non ha alcuna intenzione di lasciare nulla di intentato.
Simone Bianchi
lunedì 19 agosto 2013
Quando Pellestrina rischiò di scomparire. Il teatro “povero” ricorda l’Acqua Granda del ’66
Di “identità veneta” in questi anni si è parlato fin troppo e spesso a
sproposito, fino a trasformarla in una caricatura da usare
malamente a fini politici. Pochi hanno invece saputo, come Paolini
rievocando la tragedia del Vajont, ridare giustizia al martirio di
popolazioni da sempre “use ad obbedir tacendo” e insieme praticare
dignità, compostezza e solidarietà anche nei momenti più drammatici. Ed è
in questo solco che si pone, meritando attenzione e riedizioni
destinate al pubblico più largo del paese e, in primis, dell’intero
Veneto se la Regione saprà farsene carico, l’evento teatrale e
musicale, che come per un gioco serissimo è stato allestito da un
gruppo di “foresti” in omaggio all’isola di Pellestrina, rievocando come
nel novembre del ’66 la furia del mare rischiò di far scomparire
la sottilissima striscia di terra che separa la laguna dall’Adriatico
e insieme alla terra un’ intera popolazione abituata da secoli a
vivere del poco che davano gli orti e la pesca. “Acqua e tera, tera
e acqua...”: in poco più di un’ora di rappresentazione e a costo
pressoché zero le centinaia di pellestrinoti, e in prima fila tanti
giovanissimi, radunati sotto le capriate della Società Remiera di
Pellestrina, hanno visto svolgersi tra proiezioni di foto d’epoca,
brani musicali eseguiti dal gruppo Calicanto, testimonianze e testi
di Sergio Ventura ( appassionato ideatore del tutto) e di Francesco
Jori “recitati” dalle voci straordinarie di Giancarlo Previati e
Maria Grazia Mandruzzato un momento di una storia già durissima, che con
il crollo dei murazzi voluti dalla Serenissima e non più
doverosamente curati durante il fascismo, mise a repentaglio le vite e i
pochi beni di chi vi abitava da secoli. Con pochi mezzi, spago,
abiti vecchi trasformati in scenografie dall’artista del riciclaggio
Luisa Bertocco, proiettori e amplificatori generosamente messi a
disposizione impastati a sapienza professionale, consapevolezza
civile e un ampio volontariato, a Pellestrina si è dimostrato che fare
cultura non è sinonimo né di spreco né di inconcludente
intrattenimento. Vedremo tutto questo anche a Chioggia, a Venezia, o a
Padova, magari nella preparazione del cinquantenario di quella
tragedia e lo vedremo con un Ente Regione capace di attenersi
all’impegno di rivedere le proprie scelte culturali all’insegna
dell'efficacia e della oculatezza della spesa? Si rimane in fiduciosa ma
insieme vigile attesa. Elio Armano
martedì 13 agosto 2013
Scoprire la natura aspettando le stelle cadenti
La notte delle stelle organizzata dalla Lipu veneziana all’oasi di Ca’
Roman nella notte di San Lorenzo ha visto la partecipazione di 145
appassionati di stelle e di natura. Nel segno di Margherita Hack, la
grande astrofisica recentemente scomparsa e alla quale è stata
dedicata questa iniziativa, per anni testimonial dell’evento, amica
della Lipu e sostenitrice di importanti campagne in favore della
natura, si è conclusa quindi con “un vero successo”, spiega il
responsabile della riserva di Pellestrina, Michele Pegorer. «I
partecipanti, provenienti da svariati Comuni, anche dal Vicentino e
dal Padovano, sono stati entusiasti di poter attraversare l’oasi con il
buio, ascoltare il canto degli assioli e soprattutto del raro
succiacapre, uccello notturno in declino a livello europeo e molto
localizzato anche in Veneto. Felicissimi i bambini, che hanno
illuminato con il faro i molti rospi smeraldini lungo i sentieri. E poi
tutti a bocca aperta a guardare le stelle cadenti stando sdraiati
sulla spiaggia. Con l’aggiunta», conclude Michele Pegorer,
«dell’osservazione delle costellazioni e del passaggio della stazione
orbitale Iss». La serata è frutto della collaborazione tra Lipu e
gli astrofili mestrini per un evento particolare come la notte di San
Lorenzo e per unire amore per la natura a curiosità per
l’astronomia.(s.b.)
lunedì 12 agosto 2013
Rimborsi, l’impegno di Bottacin
Scelta Civica si fa promotrice a Pellestrina di nuove iniziative per
sensibilizzare le istituzioni affinché si risolva, dopo tre anni di
attesa e di promesse non mantenute, il problema del rimborso ai
cittadini dei danni della tromba d’aria che colpì l’isola. «Il
sindaco Orsoni e l’allora responsabile della Protezione civile,
Bertolaso, avevano promesso, ma la questione dei risarcimenti a
favore dei cittadini di Pellestrina colpiti dalla tromba d'aria del 23
luglio 2010 non è ancora risolta», affermano Vincenzo Vianello,
coordinatore del Comitato promotore di Scelta Civica di
Pellestrina, e Diego Vianello, coordinatore comunale del movimento, che
nei giorni scorsi hanno incontrato il consigliere regionale Diego
Bottacin per esporgli la questione e una dettagliata documentazione.
«Bottacin si è impegnato a prendere le iniziative istituzionali
opportune, affinché la Regione stanzi finalmente i finanziamenti
necessari per risarcire le centinaia di residenti dell'isola che
hanno subìto danni alle proprie abitazioni. Scelta Civica di Venezia
sarà vigile e monitorerà l'operato finché non si arriverà ad una
soluzione soddisfacente». Al contrario di altre zone che hanno
subìto danni a causa del maltempo, Pellestrina è ancora in attesa di
veder arrivare quei fondi promessi a più riprese. La tromba d’aria
aveva danneggiato case, auto, alberi e capanni in aree destinate alla
pesca. I residenti finora hanno ristrutturato tutto di tasca propria,
ma molti si sono indebitati con le banche. Interventi e
interrogazioni da parte dei politici locali finora non hanno sortito
effetto.
Simone Bianchi
Simone Bianchi
venerdì 9 agosto 2013
Atti vandalici nell’oasi di Ca’ Roman
La Lipu aveva da
poco istituito il nucleo di guardie per la tutela e il controllo
dell’oasi di Ca’ Roman, ma i malintenzionati sono tornati a colpire
con atti vandalici all’interno dell’area protetta. Appena ne hanno
avuto l’occasione, lontano dagli sguardi del personale di
sorveglianza, ignoti si sono accaniti contro i cartelli di segnalazione
delle zone di riproduzione di beccacce di mare e succiacapre, aree
delicatissime dal momento che la sola presenza dell’uomo può
determinare la fuga di queste specie. Quindi, i vandali hanno preso di
mira le staccionate realizzate dagli uomini del servizio forestale
all'ingresso lato nord della pineta, sradicandole e gettandole a terra.
Ovviamente la Lipu si è rivolta ai carabinieri dell’isola
presentando una denuncia per quando rilevato all’interno dell’oasi.
«Sicuramente nel Piano ambientale in via di definizione dovrà
trovare applicazione un regolamento, supportato da adeguato apparato
che preveda vincoli adeguati di vigilanza e con sanzioni, in grado di
limitare sia il vandalismo», spiegano dalla Lipu veneziana, «sia
ogni comportamento deleterio, incluso il semplice accesso in aree
esterne ai sentieri adibiti alla fruizione del pubblico,
soprattutto nelle zone di nidificazione delle specie più sensibili e
particolarmente tutelate e nelle zone caratterizzate da habitat
potenzialmente danneggiati anche dal semplice calpestio dei prati.
Nell'attesa dell'approvazione e adozione del piano, continueremo
con le azioni di sensibilizzazione. Ad esempio i gruppi scout
intercettati o che contattano la Lipu, a cui un tempo di concedeva
l'accesso in pineta, vengono invitati a non farlo. Il riscontro è
positivo. Infine, controlli saranno fatti per evitare che siano
accesi falò a ridosso dell’oasi».
Simone Bianchi
Simone Bianchi
Sagra di Portosecco - 2013
Sabato 10 agosto
ore 17.45 Quadrangolare di pallacanestro in piazza
ore 21.00 Serata danzante "I RODIGINI"
Domenica 11 agosto
ore 9.00 Gara di pesca per bambini e adulti
ore 10.30 Messa solenne con la partecipazione del coro di San Pietro in Volta
ore 11.45 Regata su caorline (Organizzata dal gruppo AVIS di Pellestrina e Venezia in collaborazione con la Polisportiva Portosecco
ore 18.45 Vespro
ore 19.15 Processione accompagnata dalle bande isolane
ore 21.30 Serata danzante con l'orchestra "MAGRI E LISONI"
Lunedì 12 agosto
ore 21.00 Concerto giovani promesse di Pellestrina
Martedì 13 agosto
ore 21.00 GLEN WHITE & JEIKO LIVE
Mercoledì 14 agosto
ore 21.00 Serata danzante "DANIELE E I BALLA BALLA"
Giovedì 15 agosto
ore 9.00 Pedalando per i Murazzi
ore 10.30 Santa messa della Solennità dell'Assunzione di Maria
"Voga alla Veneta", in collaborazione con il coordinamento delle remiere:
ore 15.30 Regata su mascarete "Schile"
ore 16.30 Regata su mascarete "Maciarele"
ore 17.15 Regata su mascarete "Senior"
ore 18.00 Regata su gondole a 4 remi
ore 21.00 Serata danzante con l'orchestra "LINDA BISCARO"
ore 23.45 Lotteria a premi
Sarà allestito uno stand gastronomico nelle giornate 10-11-12-13-14-15 nella piazzola antistante Ristorante da Memo.
Spritz hour per tutte le serate con "cichetti".
Durante la sagra sarà allestito un banchetto di prodotti artigianali e informazione
"Dal carcere al territorio".
Canonica di S. Stefano: Mostra di giulio Scarpa "Metropolitan Naif". Il mondo di Burcovich.
Aperta per tutto il periodo della sagra dalle ore 17.00 in poi.
martedì 6 agosto 2013
Donatori di sangue in prima linea
I donatori di sangue di Pellestrina si sono ancora una volta dimostrati
molto attenti e generosi. L'Avis Comunale di Venezia ha organizzato
la terza uscita per la raccolta sangue in isola per quanto riguarda
l’anno in corso. I donatori pellestrinotti si sono fatti trovare in
prima linea, con una raccolta di 36 sacche di sangue più 8 nuove
idoneità che fanno ben sperare. «Un ringraziamento dovuto va al
primario Giorgio Marchiori, al dottor Renzo Giacomini e a tutto il
personale paramedico volontario che ci hanno permesso di completare
anche questa raccolta”, sottolinea Sandro Cicogna, presidente
dell’Avis.
La protesta va in scena in regata
Continua la protesta dei regatanti nei confronti del Comune, e anche nel
corso della prova in programma domenica scorsa a Pellestrina, a
margine della Festa della Madonna dell’Apparizione, i campioni della
voga alla veneta hanno fatto sentire la propria voce e messo in
atto una singolare protesta che fa seguito all’aver disertato la gara
del Redentore. Ecco che al momento di tagliare il traguardo, uomini
e donne hanno deciso di disporsi a ventaglio mantenendo le posizioni
raggiunte fino a quel momento, mentre il denaro dei premi per i rimi
classificati è stato consegnato nelle mani del presidente della
Municipalità di Lido e Pellestrina, con una lettera in cui vengono
manifestati ancora una volta i malumori della categoria. Rivolgendo
con questa ai tifosi e agli appassionati della voga di Pellestrina, i
regatanti hanno sottolineato che “con grande dispiacere il mese
scorso abbiamo disertato le regate del redentore, togliendoci la
soddisfazione di vogare e togliendo agli spettatori il piacere di
vedere un grande spettacolo agonistico. Non potevamo però deludere anche
Pellestrina e i suoi abitanti, e volevamo anche ricordare
degnamente un campione che ha dedicato tanta parte della sua vita alla
voga e alle regate: Antonio Dei Rossi, “Toni soriso”, di Burano,
che ci ha lasciati appena quattro giorni fa. Abbiamo voluto però
dare un segnale, in chiusura delle regate, del nostro malcontento, con
la speranza che questo segnale possa essere di stimolo per chi
dovrebbe fare e invece non fa. Mai come quest’anno abbiamo assistito
alla totale incuria dei responsabili che, iniziando con il
cancellare la Regata di Mestre dei campioni su caorline, hanno
continuato a dare concreta dimostrazione di come si possa far
lentamente morire il mondo delle regate. Le regate sono un patrimonio
dell’intera città”. E ancora: «Allo stesso sindaco abbiamo
segnalato episodi di spreco di risorse pubbliche e il mancato
sfruttamento di sponsorizzazioni private che, soprattutto in occasione
della Storica con la sua copertura televisiva, potrebbero garantire
il rilancio delle regate senza nemmeno gravare sulle tasche dei
cittadini». La Municipalità di Lido e Pellestrina ha deciso di
devolvere i 280 euro “rifiutati” dai vincitori all’acquisto di nuovi
computer per la scuola Loredan di Pellestrina, nella quale un aio
di mesi fa i ladri sono entrati sottraendo tutti quelli che c’erano
a disposizione degli studenti. Somma che verrà aggiunta al ricavato
della lotteria della festa di Portosecco.
Simone Bianchi
Simone Bianchi
Internet gratis nelle isole on line anche l’Arsenale
Canal Grande, la Giudecca, l’Arsenale e le isole. Ventitrè gli impianti
aggiuntivi per estendere la copertura della rete wi-fi in centro
storico. Il progetto elaborato dal Comune di Venezia indica 23 tra
pontili, musei, sedi, giardini, campi che andranno ad ospitare gli
apparati di potenziamento del segnale. Del resto, è proprio in centro
storico che si registra il numero più alto di connessioni, grazie
anche all’utilizzo da parte dei turisti. Di più, oltre agli uffici
pubblici, il nuovo progetto prevede di estendere la rete a banda larga
per l’interconnessione delle sedi di Actv, Avm e Alilaguna mettendo
in collegamento 34 uffici in tutto il territorio del Comune. In centro
storico si parte dal Canal Grande: il pontile Actv della Scomenzera
per proseguire con il mercato di Rialto e il pontile della linea 1,
quello della Ferrovia vicino al ponte di Calatrava, e poi il museo
di Ca’ Pesaro, l’università di Ca’ Foscari, i giardini Papadopoli a
piazzale Roma. Si proseguirà alle piscine di Sacca Fisola, agli uffici
comunali della Giudecca e villa Groggia. Si prosegue nei campi:
campo del Ghetto, Sant’Angelo, i Gesuiti (verso le Fondamente Nuove), il
campo Chiesa della Salute, San Fantin per portare internet fino
dentro il teatro La Fenice. E ancora campiello Teatro a Sacca Fisola.
Anche le isole sono interessate dall’azione di potenziamento:
collegamenti alla rete wi-fi comunale per gli uffici comunali di
Malamocco, la biblioteca di San Pietro in Volta, gli uffici di
Pellestrina, i pontili Actv di Murano colonna e Murano faro, piazza
Galuppi a Burano. Sono realizzare alcuni chilometri di dorsali in
fibra ottica in aggiunta a quella già esistente e che partirà
dall’isola di San Pietro in Castello e attraverso il ponte si estenderà
fino al giardino delle Vergini con la posa del cavo che arriva fino
all’ex Padiglione Italia. In questo modo anche la zona dell’Arsenale,
che alcuni anni fa ha ospitato una bella edizione del “Venice
camp”, fiera dedicata proprio al mondo di internet, con l’incontro
tra aziende pubbliche e private e utilizzatori della rete, sarà meglio
servito dalla rete civica digitale del Comune di Venezia.
Potenziare gli accessi al servizio della “cittadinanza digitale”
consente infatti di sviluppare anche tutti i servizi collegati alla
gestione del turismo in centro storico. Attraverso il portale del
“Venice connected”, infatti, un turista o visitatore della città
può effettuare acquisti nel settore del trasporto pubblico (dai
biglietti del vaporetto fino ai vari terminal passeggeri), dei
parcheggi, degli ingressi ai musei oppure conoscere la mappa dei bagni
pubblici, prenotare la data del proprio matrimonio in centro
storico. Se in terraferma la rete civica digitale viene utilizzata
per navigare la rete e per collegarsi con smartphone o ipad per l’invio
di documenti e mail, in centro storico la rete del “Venice
connected” è particolarmente apprezzata anche per la gestione dei
servizi turistici. (m.ch.)
sabato 3 agosto 2013
Pellestrina la sfida dei pupparini
D’Este non ci sarà, Vignotto e Bertoldini sì. Vigilia della regata di
Pellestrina, l’ultima prima della Regata Storica. Con l’incognita
della protesta dei regatanti. La regata del Redentore è saltata per
sciopero, adesso i campioni vogliono risposte e garanzie, anche in
vista della Storica. Domani alle 17.30 a Pellestrina i campioni su
pupparini. Sul bianco vogheranno Mattia Costantini e Andrea Ortica,
sul canarin Stefano Rossi e Damiano Allegretto, viola Alvise D’este
e Maurizio Rossi «Sustin», celeste Eugenio Zennaro e Franco Mainardi,
rosso Alberto Garlato e Alessandro de Polo «Pastasutta», verde
Fabio Donà e Luca Ballarin, arancio Giuliano Pagan e Davide Prevedello,
rosa Rudi e Igor Vignotto, marron Andrea Bertoldini e Martino
Vianello. Riserva Alberto Busetto e Michele Vianello. Alle 16.45 saranno
in gara le donne su mascarete, Sul bianco Giulia Tagliapietra e
Chiara Curto, canarin Elena Almansi e Mary Jane Caporal, viola Silvia
Scaramuzza e Debora Scarpa, celeste Rossana Scarpa e Giovanna
Zennaro, rosso Magda Tagliapietra e Erika Zane, verde Gloria
Roglianoi e Romina Catanzaro, arancio Luisella Schiavon e Giorgia
Ragazzi, rosa Luigina avanzo e Elisabetta Nordio, marron Margherita
Favaretto e Vally Zanella. (a.v.)
venerdì 2 agosto 2013
Via libera al piano della mobilità
Voto favorevole e unanime da parte del Consiglio municipale di Lido e
Pellestrina al documento presentato dal consigliere Gianluca
Sabbadini (Pdl) in merito al Pum. In esso vengono valutati positivamente
gli obiettivi generali del piano, ma si sottolinea la grave
mancanza di uno strumento specifico e obbligatorio qual è il Piano
generale del traffico urbano per le due isole. Viene inoltre
rilevata negativamente la bocciatura del miglioramento del servizio del
ferry boat, e vengono chiesti migliori collegamenti acquei con gli
ospedali verso Venezia e Chioggia, tenendo poi conto dell’importanza
strategica che avrà lo sviluppo delle piste ciclabili sia al Lido
che a Pellestrina, dove in molti casi sono pressoché ancora
inesistenti o in condizioni precarie. «In linea di massima il progetto è
valido e condivisibile nei suoi punti principali, ed anche
auspicabile nelle sue linee guida e nei principi politici di massima che
lo animano», si legge nel documento approvato. «Andrà tuttavia
attesa la decisione dei Ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente in
merito ai destini della stazione Marittima, della crocieristica e
del conseguente turismo crocieristico a Venezia, legata, si badi bene, a
doppio filo al realizzabile terminal di S. Basilio». Infine si
chiedono più collegamenti tra Pellestrina e Chioggia inserendo una
linea di ferry boat, il prolungamento delle corse serali di linea
5.1/5.2 verso la Ferrovia, migliorare le linee veloci verso
l’aeroporto, una fermata in Riva Corinto per la linea 20, e valutare la
fattibilità di un collegamento con un ferry boat da Alberoni e
Pellestrina verso Fusina o Giare di Mira. (s.b.)