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sabato 25 marzo 2017
Kadima, da Pellestrina alla Terra Promessa
In sottofondo lo sciabordio dell'acqua su una nave e tutt'intorno
immagini fotografiche in bianco e nero di gente stipata in imbarcazioni
da carico rappezzate che dovevano reggere traversate di giorni. In
quelle navi non vi erano attrezzature di salvataggio o dispositivi di
sicurezza e il limite di capienza massima veniva regolarmente superato.
E' "Kadima, da Pellestrina alla Terra Promessa". L'esposizione
temporanea, inaugurata ieri, negli spazi espositivi del Museo Ebraico
lagunare racconta la storia di una delle tre navi che salparono in
segreto dall'isola di Pellestrina: Wingate (14 marzo 1946, 238 persone),
Lamed-Hey-35 eroi (17 gennaio 1948, 273 persone) e Kadima (Avanti) che
salpò il 5 novembre 1947 per un viaggio durato pochi giorni. A bordo la
nave aveva circa ottocento ebrei sopravvissuti alla Shoah che arrivati
in convogli o in treni dall'Europa centrale e orientale intrapresero il
viaggio della speranza per ricostruire le proprie vite. Alle spalle
lasciarono persecuzioni, orrori, paure. Partiti in 794 al porto di Haifa
arrivarono in 795. Infatti durante la traversata nacque Aliyah
(significa Salita o Immigrazione). Il capitano Zeev Rotem, 91 anni,
parla ancora di quella neonata che aiutò a far nascere.
All'inaugurazione di ieri era presente la signora Lea Taragan con
l'interprete Yehoswa Amishan, originaria della Romania, che ora vive nei
dintorni di Haifa. I suoi ricordi sbiaditi vanno a quel 5 novembre
1947. Quando la nave Kadima salpò da Pellestrina la piccola profuga che
aveva otto anni era là con i suoi genitori. «Ci imbarcammo in mezzo a un
gran disordine. Le persone tentavano di salire tutte insieme. I bambini
piangevano, gli adulti urlavano. Durante la traversata, che doveva
durare circa due settimane, un aereo inglese che andava a caccia di
clandestini ci intercettò quasi subito. Mentre il velivolo sorvolava
sopra la nostra nave noi ci siamo nascosti nella stiva», rievoca con
tristezza la signora Lea. Poi il racconto si tramuta in immagini: due
corazzate della flotta inglese si avvicinarono alla piccola nave da
cargo e la scortarono fino al porto Haifa, la Terra Promessa. Che non
vedranno, perché i passeggeri scesi dalla nave Kadima e sistemati in un
molo, saranno subito spostati dall'esercito inglese a una cinquantina di
metri in un altro molo dove furono poi caricati senza resistenza su
un'altra nave e portati in un campo di internamento inglese a Cipro. Per
ricordare i settant'anni domani a Pellestrina, alle 10, si terrà una
cerimonia commemorativa alla presenza delle autorità. La mostra
fotografica, organizzata dal Museo Ebraico, dalla Comunità Ebraica e da
CoopCulture con la collaborazione dello Keren Hayesod Onlus, è aperta
fino al 28 maggio con orario: 10-17,30, sabato chiuso.
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