Errori, atti in bianco, strafalcioni: la commissione elettorale
centrale sta scovando di tutto nelle verifiche verbale per verbale, ma
non tali da inficiare il risultato
Dopo i tre verbali scomparsi a Pellestrina e ritrovati dove non dovevano essere, dentro i sacchi delle schede. Dopo i verbali lasciati in bianco senza i nomi dei candidati e le relative preferenze per il Consiglio comunale, con correzioni in corsa relativi ai voti nelle sezioni 28, 70, 71, oggi la commissione elettorale centrale del Tribunale si occuperà dell'attribuzione di 104 schede contestate
dai rappresentanti di lista, mentre sono 3094 quelle definitivamente
ritenute nulle, a meno di ricorsi al Tar, che dovranno però essere
specifici e puntuali, non prevedendo riconteggi generali.
Poi il lavoro proseguirà controllando - come sempre che ogni singolo
verbale dei 256 seggi sia in regola - prima di dichiarare
definitivamente chiuse le operazioni di voto di quest'infinito, caotico
Election day, mentre su Faceboo c'è chi non si rassegna è ha lanciato il
gruppo "Dove è finito il mio voto?".
Le preferenze scomparse e ritrovate. Un mix di stress
da prestazione, stanchezza e impreparazione da parte di alcuni
presidenti di seggio, che hanno commesso strafalcioni e stravaganze
nella gestione dei verbali degli scrutini: la commissione elettorale
centrale del Tribunale (convocata ieri al Tronchetto, presso l’Ufficio
elettorale del Comune) ha risolto il “caso delle preferenze smarrite”,
che tanto ha infiammato i social in questi giorni, per voti che
effettivamente parevano svaniti nel nulla, trattandosi di preferenze
certe - espresse dal parente o dall’amico di questo o quel candidato -
scomparse dai verbali ufficiali riversati in rete dal Comune, seggio per
seggio. Fino a ieri, quando sono state trovate, caricate e lo spoglio
chiuso. Corretti gli errori. Alla fine sono, infatti, spuntati fuori, i tre verbali dei seggi di Pellestrina, che
per 48 ore erano scomparsi con le loro preferenze: la commissione
elettorale centrale del Tribunale li ha trovati infilati dove non
dovevano essere, ovvero, nei sacchi delle schede, dove li avevano
infilati mani frettolose, stanche o ignoranti del regolamento. Così il
Comune ha potuto riversare le preferenze che mancavano. Come pure ha
fatto per altri voti che - si è scoperto - non erano stati correttamente
registrati. «La commissione ha trovato verbali in bianco»,
spiega Dario Zoli, repsonsabile dell’Ufficio elettorale del Comune,
«che rimandavano semplicemente alle tabelle di scrutinio, quando invece
per regolamento si deve riportare nei verbali i voti, candidato per
candidato. La commissione ha fatto il lavoro che non era stato fatto e
così abbiamo potuto inserire anche queste preferenze». Regione e seggio
58. Risolto dalla commissione elettorale anche il caso del seggio del
Lido, che - dopo una notte insonne - aveva chiuso senza di fatto
scrutinare le schede per la Regione. Ieri i giudici hanno fatto loro lo
scrutinio, il Comune ha caricato i risultati e la Regione ha potuto
chiudere la “partita Venezia”, senza scombussolamenti sull’esito finale
delle nomine.
Il “caso” schede nulle.
Resta invece in piedi il problema delle 3094 schede nulle, molte delle
quali relative a effettivi errori degli elettori, ma anche a diverse
interpretazioni dei singoli presidenti di seggio sull’espressione del
voto disgiunto. Solo una piccola parte di questi voti sarà
ricontrollato. Il responsabile dell’Ufficio Elettorale, Dario Zoli,
chiarisce infatti che «solo le schede contestate dai rappresentanti di
lista al momento dello spoglio saranno ricontrollate dalla commissione.
Resta la possibilità per il singolo candidato di presentare ricorso al
Tar, ma deve segnalare il caso specifico, non può chiedere un
riconteggio generale». E dovrà anche sopportare le spese legali che una
causa richiede.
Corso anti-strafalcioni. «Se ne sono viste di tutti i
colori in questa elezione, in effetti», commenta il direttore generale
Marco Agostini, «vero che c’erano tre schede, molte liste e il voto
disgiunto: abbiamo chiesto alla Corte d’Appello di prevedere, per le
future elezioni, corsi obbligatori di formazione per presidenti e
segretari di seggio».
Chi non si rassegna. C’è chi ancora non si fida, come l’avvocato Marco Sitran -
che con il suo movimento Mestre-Venezia due Grandi città ha ottenuto
280 voti di lista - che annuncia un esposto. «3094 schede nulle aprono
un baratro nella credibilità degli esiti ed interpretazioni delle
elezioni nella nostra città», commenta poi Camilla Seibezzi (819
voti della sua lista “Noi, la città), «facile intuire come il voto
disgiunto possa aver colpito gli schieramenti nuovi. È doveroso fare
chiarezza su un cono d'ombra così grande. A noi, i conti non tornano»
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