Quindici consiglieri scrivono al sindaco: «Attuare il federalismo per aiutare le cooperative lagunari»
«Sostenere la pesca lagunare in crisi. Offrendo ai pescatori aree
demaniali per realizzare punti di sbarco, infrastrutture e depositi di
attrezzature». Quindici consiglieri comunali hanno inviato una lettera
urgente al sindaco Giorgio Orsoni, all’assessore al Patrimonio
Alessandro Maggioni e al titolare della Pesca Carla Rey. Chiedono che il
Comune si faccia «parte attiva» per assicurare sostegno e
collaborazione a un settore in crisi sempre più profonda. A firmare
l’appello sono i consiglieri del Gruppo Misto (Renzo Scarpa, Nicola
Funari e Valerio Lastrucci) della Lista civica (Renato Boraso,
Alessandro Scarpa e Stefano Zecchi), della Lega (Giovanni Giusto e
Alessandro Vianello), Movimento Cinquestelle (Gianluigi Placella),
Fratelli d’Italia (Sebastiano Costalonga e Antonio Cavaliere), Italia
dei Valori (Giacomo Guzzo), Udc (Simone Venturini) e Pd (Claudio
Borghello, Giampietro Capogrosso e Jacopo Molina). La richiesta è che
nell’ambito del «Federalismo demaniale» il Comune faccia richiesta al
Demanio e al Magistrato alle Acque di aree oggi inutilizzate che
potrebbero aiutare i pescatori nella loro attività. Quelle elencate
nella richiesta sono una dozzina, e comprendono terreni ed ex forti in
ambito lagunare. Tra questi Sacca di Burano alla Giudecca e Sacca di
Sant’Alvise, l’ex caserma dell’Artiglieria a San Pietro in Volta, l’ex
Ridotto militare nell’isola del Monte de l’Oro a Burano, l’ex Forte
Barbarigo a Ca’ Roman. E poi terreni a Burano e a Portosecco, a San
Nicolò e vicino al Forte Rocchetta agli Alberoni. Fino alle barene dei
Bottenighi a Marghera e alle casse di colmata a Fusina. Aree demaniali
inutilizzate. Che potrebbero costituire una valida base d’appoggio per i
pescatori. Per realizzare ad esempio i famosi «pontili di sbarco» per i
caparozzoli, previsti dalla legge e mai messi a disposizione.(a.v.)
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