Dopo le pantegane ecco le siringhe, e la spiaggia di Pellestrina
continua ad avere problemi sotto il profilo di una fruizione sicura
da parte dei bagnanti. Ieri una cinquantina di volontari di Legambiente
e del Comune si sono dati da fare raccogliendo i rifiuti
trasportati dal mare tra le 9.30 e le 12.30. In tutto sono stati 150 i
sacchi riempiti, per lo più con pezzi di reti, plastica varia e
vetro. Questo sia dietro le dune che sull’arenile. Veritas ha messo
a disposizione guanti, sacchi e attrezzi, Legambiente ha fornito
magliette e cappellini, mentre a metterci l’impegno sono state
tante persone che avevano a cuore la spiaggia di Pellestrina. Il
problema delle siringhe però rimane, e ha lasciato perplessi molti
dei volontari che poi si sono ritrovati a raccoglierle, segno che
qualcosa non quadra, ma anche che c’è un concreto rischio di farsi
del male camminando sulla sabbia. «Quello che è preoccupante»,
commenta il consigliere comunale Alessandro Scarpa Marta, che ha
partecipato all’intervento mattutino, «è che quest’anno il Comune
non è riuscito a garantire una adeguata pulizia della spiaggia. Certo,
probabilmente è una questione di fondi, ma in questi 6-7 chilometri
di arenile si deve intervenire con più capillarità». L’assessore
all’Ambiente Gianfranco Bettin, anche nei giorni scorsi aveva però
garantito la massima attenzione anche per Pellestrina. Concessioni.
Rimane però in piedi il grande ritardo con il quale procede il bando
per le concessioni balneari a Pellestrina. Dal via libera della
Capitaneria di porto sono trascorsi tre anni, il Piano degli arenili è
stato fatto ma la burocrazia affonda le speranze dei privati. Il
Consorzio servizi è pronto dal 2010 e ha già chiesto cinque delle 18
concessioni previste per creare i primi stabilimenti privati
dell’isola e provare a rilanciare Pellestrina sotto il profilo turistico
vista la crisi di pesca e cantieristica. «Ne abbiamo discusso di
recente anche con l’assessore al Patrimonio, la c’è troppa
burocrazia”, afferma Angelo Bianchini, presidente del Consorzio servizi.
«Si devono portare in spiaggia acqua, luce e scarichi fognari. Ma
ci siamo detti pronti a farlo noi stessi. Eppure si è bloccati. C’è
rammarico perchè si sta perdendo una grande occasione, anche per
offrire posti di lavoro». Proteste. Sono quelle per le imbarcazioni
che anche ieri si sono ormeggiate sotto riva, a pochi metri
dall’arenile lungo il litorale dell’isola. Il consigliere Scarpa
Marta proprio l’altro ieri ha presentato al sindaco una interrogazione
in merito, ma si attendo i controlli capillari della Guardia
costiera nell’ambito dell’operazione “Mare sicuro”. Dal primo
maggio sono entrate in vigore le nuove norme che vietano l’ormeggio
sotto riva alle barche, ma ancora in questi giorni si ripetono gli
episodi, e i bagnanti sono costretti a fare il bagno tra le barche, le
chiazze di carburante che rilasciano e in un contesto che tutto è
fuorché sicuro, specie per i bambini.
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