Decisione della Corte di giustizia europea contro l’Italia
Illegittimi i 10 milioni concessi nel 2004: sono aiuti di Stato
(L.M.) Per i cantieri navali De Poli di Pellestrina dall'Unione Europea arriveranno "solo" dieci milioni di euro del 2004, anziché venti. Contributo dimezzato rispetto a quanto chiedeva sia lo Stato italiano che l'azienda di Pellestrina, ora sommersa da un deficit di circa 136 milioni di euro. Il cantiere non è più operativo e il commissario giudiziale, Emilio Borrella, anche liquidatore, si sta occupando di risarcire i creditori. Ieri sera è arrivata la notizia da Strasburgo che la Corte di giustizia della Ue ha respinto i ricorsi presentati dallo Stato italiano e dai cantieri navali De Poli di contro la decisione della Commissione Ue che ha bocciato l'aumento di 10 milioni di euro della dotazione del regime del 2004, ritenendola un aiuto di stato, pertanto contraria al mercato unico europeo. La prima somma di 10 milioni di euro era stata stanziata nel 2004, in modo conforme ad un regolamento comunitario per aiuti straordinari per il settore dei cantieri navali, in forti difficoltà per la crisi di mercato e dunque non è in discussione. Ma poi non arriveranno più soldi. Questa prima rata stata accettata dalla Commissione. Il primo febbraio di tre anni fa, nel 2008, però, l'Italia ha notificato alla Commissione l'intenzione di stanziare altri 10 milioni destinati al regime del 2004. Questa seconda tranche è stata considerata aiuto di Stato, incompatibile con il mercato comune. Anche questo capitolo sarà materia per avvocati. La telenovela continua a colpi di carte bollate. Ma l'Ue, che è l'ente erogatore del contributo, ha detto no.
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