
Il medico ha poi constatato che la tartaruga versava in stato comatoso e, dopo aver accertato con una radiografia che vi era un amo di grosse dimensioni nell’esofago, e che il rettile non avrebbe potuto sopportare l’anestesia preliminare a un intervento chirurgico, ha tentato la somministrazione di fluidoterapia per farla riprendere, ma dopo poche ore l’esemplare è morto. A quanto pare la tartaruga era in coma da più di un giorno, e se fosse stata soccorsa prima l’esito sarebbe stato diverso.
«A tal proposito va ricordato che oltre al salvataggio, cura e raccolta dati, è fondamentale l'attività di sensibilizzazione, informazione e prevenzione che il Wwf fa da tempo nelle scuole e tra i pescatori», spiega Jacopo Capuzzo, delegato Wwf Venezia e Territorio per l'Oasi delle Dune degli Alberoni. «Nel triennio 2013-2015, nel contesto del progetto europeo NetCet, con capofila il Comune e partner il Wwf, sono stati fatti diversi incontri a Pellestrina e Chioggia proprio con i pescatori. L’Oasi degli Alberoni svolge assieme ad altri partner un servizio di pronto intervento tartarughe marine per il salvataggio e la cura degli esemplari sul litorale veneto e nelle lagune, dal Po di Goro fino alla foce del Tagliamento. E collabora con il Museo di storia naturale di Venezia per l'attuazione del protocollo di coordinamento sulle tartarughe
marine per l'ambito costiero della Regione».Sempre con il Comune e il Museo di storia naturale è alla firma un accordo di collaborazione, a titolo gratuito, per creare un punto di primo soccorso per le tartarughe marine al Centro Soggiorni Morosini del Lido.
Simone Bianchi
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