Protezione civile in allarme a Pellestrina. Carella: «Non c’è una rete
antincendio In caso di rogo possiamo contare su due idranti per tutta
l’isola e non bastano»
Servono 450 euro per aggiustare la pompa
di erogazione dell'acqua, ma da giugno una delle due autobotti della
Protezione civile di Pellestrina è bloccata in cantiere. Un problema non
da poco, segnalato in queste ore da alcuni residenti che sono
preoccupati, dal momento che in caso di emergenza il nucleo di volontari
si ritroverebbe con il 50 per cento in meno di disponibilità
antincendio. Il mezzo è del 1999 e può trasportare 600 litri di acqua.
Con l'altro a disposizione della Protezione civile di Pellestrina
costituisce la prima risposta efficace in caso di emergenza, dal momento
che sull'isola non ci sono comandi dei Vigili del fuoco, ma solo i
carabinieri quale forza dell'ordine. Anche nell'agosto scorso la zona La
Mara è stata interessata da un incendio, quasi certamente doloso, e i
volontari locali sono intervenuti con l'unico mezzo disponibile, poi
supportati dall'arrivo dei pompieri dal Lido e da Venezia. Gli abitanti
di Pellestrina sono ovviamente preoccupati, ed è lo stesso presidente
della Municipalità a raccogliere la segnalazione e a spiegarne i motivi,
visto che a intervenire dovrebbe essere il Comune.
«Si discute
da tempo della situazione a Pellestrina sotto il profilo delle possibili
emergenze», commenta Danny Carella. «Qui non abbiamo una rete
antincendio vera e propria, ma solo due idranti che non possono
ovviamente coprire tutta la necessità dell'isola in caso di rogo. I
volontari di Protezione civile sono in genere i primi ad arrivare,
perché
i Vigili del fuoco dal Lido devono prendere il ferry boat, mentre da
Venezia o Chioggia devono spostarsi con i motoscafi. Allora credo che
questo problema tecnico debba essere risolto in tempi molto rapidi, per
garantire la piena efficienza dei mezzi ai nostri volontari». Simone Bianchi
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