Il comandante Actv spiega perché ha invaso il campo di gara offshore
«Tutta colpa di un’avaria al motore». Ha
fatto scalpore l’episodio del battello di linea dell’Actv che aveva
invaso, sabato pomeriggio, l’area di gara del campionato mondiale
offshore: quale poteva essere la ragione di un simile “sconfinamento”,
potenzialmente pericoloso per i passeggeri del battello, i concorrenti
della gara e gli spettatori?
A spiegarlo è lo stesso comandante
Actv protagonista dell’episodio, che assicura «il mio comportamento è
stato dettato proprio dalla necessità di garantire la sicurezza di
tutti». Il battello della linea 11, Chioggia-Pellestrina, era diretto a
Chioggia ma «avevo un motore in avaria e due allarmi sul quadro comandi»
spiega il comandante «il percorso che avrei dovuto seguire, diverso da
quello abituale, in quel momento, in cui non c’erano gare in corso, era
intasato da barche e barchini degli spettatori in attesa. Oltretutto, a
causa del cambio di marea, c’era una forte corrente e sarebbe stato
pericoloso passare vicino alle barche con un motore in avaria e uno
funzionante: avrei rischiato sia l’incolumità dei miei passeggeri, che
quella degli spettatori. Così ho dovuto seguire la rotta abituale che,
però, passava per il campo di gara. Quando ho fatto questa manovra, la
Capitaneria mi è venuta incontro per farmi allontanare, cosa che ho
fatto appena mi è stato possibile e, con la poppa del battello ho
“toccato” la boa del percorso, ma non l’ho affatto strappata, anche se
qualcuno può averlo pensato. È rimasta al suo posto, anche perché,
altrimenti, avrebbero dovuto interrompere
la gara». Alla fine, comunque, tutto è filato liscio: nessuno si è
fatto male, nessun danno al battello, tranne che per il motore in avaria
(ma non a causa della manovra del comandante) e le gare di offshore,
anche dopo “l’invasione di campo” si sono svolte regolarmente. Diego Degan
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