Palloncini rossi in Piazza San Marco quale simbolo del primo ritrovo
internazionale dei Gavagnin, 1.440 sparsi nel mondo. Alle 11 sono
arrivati puntuali in Piazzetta dei Leoncini da diverse città italiane
(Padova, Portogruaro, Roma) e paesi stranieri dove gli avi sono emigrati
(Ungheria, Brasile, Sudafrica). Si sono presentati in 48. Sopra il
pozzo, una scritta gigantesca con il cognome. Ogni Gavagnin ha apposto
la firma sul registro e lasciato i contatti. Ad ognuno è stato
consegnato un attestato con stemma e dedica. Ad avere l'idea del raduno è
stato il veronese Francesco con nonni veneziani. «Tutto è iniziato per
gioco tre anni fa», spiega con un gran sorriso il giovane. «Ho postato
su Facebook la domanda "Ti chiami Gavagnin?». Dietro un cognome, tante
le storie. Gian Antonio di Pellestrina, presidente della remiera, con le
tre figlie Nadia, Monica, Jonata e il fratello Mario del gruppo "Nuova
Origine". Bruno di San Giacomo dell'Orio è arrivato con i figli Andrea e
Pietro (12 e 15 anni). Giovanni abita a Spinea, ha due sorelle e due
figli all'estero: Elena in Svizzera, Enrico in Inghilterra: «Ho fatto
ricerche sulla storia della famiglia, sono andato anche dal parroco a
Pellestrina arrivando fino al 1800. Erano barcaiuoli». Roberto è cugino
dello storico capitano della nazionale italiana di basket degli anni
Sessanta e Settanta. Daniel vive a Joannesburg, gestisce un centro di
bellezza: «Mio nonno era veneziano. La famiglia si è dapprima trasferita
in Corsica, poi a Nizza infine in Sudafrica». La festa si è conclusa
con una foto ricordo, uno spritz e un arrivederci.
Nadia De Lazzari
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