La Lipu invita a segnalare movimenti sospetti e lancia l’allarme per la pianta di “tortulo”
Un tesoro prezioso, nascosto tra le dune
di Pellestrina, una specie rara e delicata che rischia di scomparire se
non le vengono garantite la cura e l'attenzione adeguate, dato che mal
sopporta la vicinanza dell'uomo e le sue frenetiche attività. La sezione
veneziana della Lipu (Lega italiana protezione uccelli), da sempre
impegnata per la salvaguardia di habitat ed ecosistemi oltre che dei
suoi abitatori, lancia un grido di allarme in difesa della fragilissima
riserva di Ca' Roman, snodo migratorio essenziale per moltissime specie
aviarie ma anche una delle trenta zone al mondo in cui cresce
naturalmente il tortulo scabiosetum, pianta minacciata
dall'estinzione che può sopravvivere soltanto grazie ad una combinazione
favorevole di esposizione salina e ambiente protetto, garantita in
passato dalle alte dune che contraddistinguevano il litorale lagunare.
«Una
volta questa varietà era diffusa in tutto l'alto Adriatico», spiega
Gianpaolo Pamio, responsabile di Lipu Venezia. «Il dopoguerra, però, ha
portato allo sfruttamento intensivo delle zone balneari, distruggendo e
spianando le protezioni naturali che custodivano questi particolari
biotopi. L'oasi di Ca' Roman resiste ancora perché arrivarci è
difficile: si può raggiungere solo a piedi o in bicicletta e persino gli
approdi per le barche scarseggiano».
L'associazione
ambientalista difende e mantiene con passione la piccola riserva, i
volontari impegnati in turni costanti di sorveglianza per evitare che i
nidi dei fratini e dei fraticelli, posizionati sulla sabbia, vengano
distrutti o, ancora, costretti a raccogliere a mano ogni tipo di rifiuto
che ingombra la spiaggia, facendo attenzione a non rimuovere i tronchi
ma smaltendo vecchie boe e immondizia. La buona volontà e le
contromisure del caso, però, non sono sempre sufficienti: lo scorso 28
dicembre qualcuno, armato di motosega, ha infatti tagliato le barriere
in legno che impedivano l'accesso alle motociclette: «Non è la prima
volta che capita», continua Pamio, «alcuni appassionati delle due ruote
vorrebbero approfittare delle alte dune di sabbia per darsi al
motocross, un'attività sicuramente divertente nelle piste ma impossibile
da praticare in una riserva naturale. Ora, senza alcuna limitazione,
chiunque potrebbe scorrazzare all'interno dell'oasi e noi volontari
siamo troppo pochi per impedirlo. Per questo chiediamo a tutti i
residenti che notassero movimenti sospetti in zona di segnalare la cosa
alle autorità: Ca' Roman, in fondo, è un patrimonio di tutti». Giacomo Costa
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