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giovedì 20 agosto 2015
Segre porta gli Autori a Chioggia e Pellestrina
Apre questa sera, e continua fino a domenica, la prima parte della
rassegna di cinema promossa in "Laguna sud" da Andrea Segre, come
preludio alle Giornate degli Autori in programma al Lido dal 2 settembre
per la Mostra del Cinema. Altre tre serate, organizzate invece a
Pellestrina, ne costituiranno l'epilogo. Le serate di Chioggia sono
ospitate in piazza Duomo, quelle di Pellestrina nell'antica remiera di
via Zennari; in entrambi i casi si tratta di un omaggio al cinema
indipendente e rappresentanto un doppio legame di Segre con i luoghi e
la regia. Le Giornate degli Autori sono state al Lido la vetrina del
suoi lavori più importanti, e Chioggia è stata quinta straordinaria per
il suo film "Io sono Li", che lo ha rivelato al grande pubblico e ha
conquistato premi in tutta Europa. A questa rassegna, Segre ha lavorato
come curatore assieme a Giorgio Gosetti, che segue le Giornate degli
Autori. La rassegna prende dunque il via questa sera a Chioggia con il
film canadese "C.r.a.z.y." di Jean Marc Vallée (due Oscar per Dallas
Buyers Club); sabato sera in programma "Indebito" firmato dallo stesso
Segre con Vinicio Capossela; domenica "La donna che canta" di Denis
Villeneuve e chiusura lunedì 24 agosto con "La mia classe" di Daniele
Gaglianone con Valerio Mastandrea. A Pellestrina l'epilogo: l'11
settembre "Il paese dove gli alberi volano" di Jacopo Quadri e Davide
Barletti, il 12 serata a sorpresa, il 13 l'anteprima italiana (in
accordo con il Festival di Locarno, dove è stato presentato nei giorni
scorsi) di "I sogni del lago salato", nuovo film di Segre. Il film è
ambientato in Kazakistan dove il regista ha voluto raccontare gli ultimi
50 anni della storia d'Italia specchiandola in quella attuale del
paese. Di questa rassegna che apre e chiude "fuori luogo" le Giornate
degli Autori Segre dice: «L'idea di poter portare dei film a Pellestrina
fuori dal Palazzo del cinema è emozionante perché è come se il cinema
uscisse dai suoi luoghi di rito e incontrasse una realtà geografica e
sociale, vicina e lontana allo stesso tempo. Proprio lì dove sembra che
due realtà non possano dialogare tra loro - perché a Pellestrina mangi
solo peoci e a Palazzo mangi le ostriche - puoi trovare nuove direzioni.
Le contaminazioni permettono di affrontare la sfida di aprirsi ad altri
sguardi».
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